Aveva
assistito al combattimento tra Harry e Voldemort con la coda
dell'occhio mentre tentava di finire Bellatrix, ma Molly fu
più
veloce di lei. La sua maledizione l'aveva colpita sotto il cuore e in
quel modo aveva difeso sua figlia e vendicato Fred. Dopo che Harry
aveva finalmente sconfitto il Signore Oscuro il silenzio
calò nella
Sala Grande fino a quel momento piena del rumore degli incantesimi e
dalle urla dei combattenti. I mangiamorte migliori erano morti,
uccisi dai difensori che ora piangevano i loro morti, mentre tra i
sopravvissuti chi
poteva fuggiva per salvarsi.
Quando si accorse che tutto era finito,
Dora si inginocchiò a terra, distrutta cercando la mano del
marito
accanto a lei. Sentiva le gambe doloranti, molte parti del corpo
ferite o sanguinati, ma non riusciva ad essere triste per i morti,
soprattutto per Fred, perché il suo unico pensiero fisso era
un
altro. Era sopravvissuta. Ce l'aveva fatta.
-Io... Verrò dopo per
Fred... Dopo... Ora devo andare.- mormora guardando Molly, in colpa. La
donna però si limitò a stringerla a sé,
sussurrandole.
-Vai, Dora, corri dal tuo bambino. Lui ha bisogno di te, non noi.-
-Non ti offendi Molly? Non mi reputi villana?-
-No, Dora. Corri da lui, so che non vedi l'ora di riabbracciarlo, so
cosa ti agita il cuore ora e ti capisco come madre e come donna. Vai da
lui.-
La ragazza la guardò riconoscente per poi correre fino ai
limiti del castello. Non sentiva le ferite e la stanchezza, come aveva
detto mamma Weasley, l'unica cosa che desiderava in quel momento era
riabbracciare Teddy.
Si smaterializzò con un salto, atterrando nel giardino di
casa di sua madre che l'aveva vista arrivare, correndole incontro.
-Stai bene
Ninfadora? E Remus? Lui... è caduto vero? Definitivamente.-
-Sì
mamma. E' finita. Io sto bene, anche Remus... Bellatrix... è
morta.
Anche Fred Weasley, ma noi stiamo bene.-
La donna annuì,
apparentemente non toccata dalle parole della figlia riguardanti la
sorella, per poi stringerla forte a sé, appoggiandosela alla
spalla, respirando appena più sonoramente, come a trattenere
le lacrime.
Dora rimase per un momento in quella posizione per poi sciogliersi
dal suo abbraccio.
-Dov'è?-
-Nella tua stanza- rispose la
madre, spostandosi. La ragazza annuì per poi salire rapida
le scale,
accucciandosi accanto alla culla dove il figlio riposa tranquillo ed
ignaro.
Ignaro della madre che lo guarda e si sfiorava il ventre,
coi capelli di un rosa tanto acceso da dare quasi fastidio.
Ignaro della
nonna che, appoggiata allo stipite della porta, osserva la scena, il
cuore finalmente sereno.
Ignaro delle lacrime di Dora che
scorrevano senza sosta sul suo viso, felice di poterlo riabbracciare,
di poter sentire la sua manina avvolgersi intorno al suo indice, di
vedere i suoi pochi capelli tingersi di vari colori mentre
sognava.
-Vai a riposarti, Ninfadora, ti sveglio appena Teddy
vuole la pappa.- la donna però non le diede ascolto, facendo
segno
di no con la testa.
-Non riesco a staccarmi da lui. Stanotte ho
combattuto col suo sorriso fisso nella mente, mia unica ragione di
vittoria dargli un mondo migliore in cui vivere. Ancora un momento,
mamma, e poi vado...- le mormorò sentendo una nuova protesta
nascerle sulle labbra.
In quel momento qualcuno salì le scale e
le due donne videro Remus arrivare nella stanza ed avvicinarsi alla
moglie, appoggiandola a sé.
-Credevo saresti rimasto con Molly e
gli altri.-
-Minerva mi ha spedito a casa... Sai com'è fatta
quando si impunta.- Dora rise, per la prima volta da giorni
sentendosi anche leggermente in colpa, per poi dare un leggero bacio
al marito.
-E' finita Remus, ti rendi conto?-
-No, non
ancora... Però sì, è finita.
Finalmente è finita.- guardò
adorante il bambino rannicchiarsi mentre qualcosa dentro di lui si
infiammava d'amore.
Amore per Dora, che sentiva appoggiata al suo
fianco.
Amore per Teddy, che dormiva rannicchiato in posizione
fetale, col ditino in bocca al posto del ciuccio.
Amore per la
vita, che quella sera aveva difeso con le unghie e con i denti per
poter tornare dal suo bambino.
-Non so bene cosa succederà ora, sai Dora? Avendole
combattute entrambe- si riferiva alle guerre -Vivere senza lo spettro
di un suo ritorno sarà... diverso.-
-Vorrà dire che mi dovrò impegnare per rendere la
tua vita piena visto che avrai un pensiero in meno a disturbarti.-
-Ma tu lo fai già, sciocca...- concluse lui baciandole i
capelli.
Andromeda dal canto suo
era
discretamente uscita dalla stanza, lasciandoli soli, ritirandosi
nella sua camera. Si sdraiò sul suo letto e si
girò verso il lato
dove solitamente aveva dormito Ted, sorridendo mesta. Quella guerra
le aveva portato via una sorella e il marito. Di Bellatrix le
importava relativamente, ma Ted...
-Non è il momento di essere
triste, Andromeda.- si disse, pensando alla voce del marito -Hai di
la tua figlia, tuo genero e tuo nipote sopravvissuti. Potevi perdere
anche loro, pensala così.-
Mentre qualcosa molto simile al senso
di colpa le attanagliava la gola, sorrise sentendo la voce di Teddy
che sveglio gorgogliava verso la madre. Fece per raggiungerla quando
vide Remus in corridoio che si stava chiudendo la porta alle
spalle.
-Che succede?-
-Nulla... Teddy voleva mangiare e li ho
lasciati soli.- si fermò per poi aggiungere -Andromeda,
possiamo
sfruttare la tua ospitalità per stanotte? Domani, dopo i
funerali,
torneremo a casa.-
-Ovviamente, Remus, ve l'avrei proposto io. Se
vuoi farti una doccia prima di andare a riposare fai pure, vado a
prenderti del dittamo e del rimpolpasangue intanto.- il licantropo
annuì riconoscente, mentre la suocera spariva dietro
l'angolo, i
capelli ricci che sbatacchiavano appena.
Dora, seduta su
quello che era stato il suo letto, si stava sistemando per allattare
il piccolo, serena come mai prima in vita sua. Aveva chiuso fuori dalla
porta le morti, la battaglia, la tristezza, le difficoltà,
per
dedicarsi completamente a quel cucciolino che aveva tra le braccia.
-Come sei bello, piccolo mio.- mormorò baciandogli appena
una
guanciotta, prima di attaccarlo a sé. -Sai, Teddy mio.
Questa notte
ho combattuto sì per il nostro mondo, ma soprattutto per te.
Volevo
permetterti di vivere la vita nel modo migliore possibile e ci sono
riuscita. Ovviamente non è merito mio se potrai crescere
senza
preoccuparti di maghi oscuri come Tu... Voldemort, ma ho fatto la mia
piccola parte anche io, anche tuo padre. Abbiamo entrambi combattuto
con coraggio pensando a te, tenendo appoggiata al cuore la foto che
ti abbiamo fatto qualche settimana fa. - guardò il bambino
che quasi
sorridente stava tranquillamente mangiando il suo latte, coi capelli
bianchi e ritti sulla sua testolina, come ogni volta che
tettava.
-Eri la nostra motivazione più grande e, se fossimo morti,
sapevamo che la nonna o Harry ti avrebbero spiegato perché i
tuoi
genitori non erano più accanto a te. Invece siamo ancora
qui, tesoro
mio immenso, siamo ancora qui per te. Pronti a vivere con te questa
nuova vita che si apre davanti a noi, soprattutto per tuo padre. - si
sistemò meglio il neonato per poi proseguire -Non so come
sarà il
domani, che difficoltà incontreremo, ma qualunque cosa
succederà,
saremo insieme. Chissà, magari un giorno avrai una sorellina
o uno
fratellino o, perché no, entrambi! Imparerai a parlare, a
camminare,
controllerai molto meglio di tua madre la tua abilità
perché, beh,
non ci vuole molto. - una lacrima furtiva le scese sulla guancia -e
quando avrai undici anni andrai ad Hogwarts... Scommetto la
quantità
di galeoni che vuoi che sarai Grifondoro proprio come il tuo
papà
perché gli assomigli così tanto e sarai un grande
mago, un
grandissimo mago, buono e dolce lavoratore e malandrino. Dopotutto se
figlio mio e di Remus, come potrebbe essere diverso?- sorrise mentre
il bambino si staccava da lei, sazio.
Se lo appoggiò alla spalla
per fargli fare il ruttino, mentre Remus dopo essersi lavato e
medicato rientrava nella stanza, sedendosi accanto a lei.
-Vai a
lavarti, Dora, così puoi medicarti.-
-Non mi sanguinano più le
ferite, Remus.- rispose lei ostinata cullando il bambino, che vedendo
il padre si protese verso di lui.
-Devi farlo comunque, testona.-
le rispose di rimando il licantropo, prendendo tra le braccia il
bambino. -Ciao ometto! Era tanto buono il latte della mamma vero? - Teddy
prese a fare le bolle e Remus le interpretò come risposta
positiva,
ridendo. -E' tanto bello sentire il tuo dolce peso fra le mie
braccia, sentire il calore del tuo corpicino su di me. Questa sera ho
avuto tanta paura di non poter più vivere queste
meravigliose
emozioni, ma ormai è tutto passato, ora non si
può solo che andare
avanti. - La voce di Remus era calma e tranquilla come al solito,
calda e avvolgente come i suoi abbracci, mentre alcune lacrime gli
imperlavano gli occhi. Nonostante fossero passati mesi ormai, per lui
quella situazione era ancora sul limite dell'incredulità.
Lui
che aveva dato per scontato che non si sarebbe mai sposato, che non
sarebbe mai stato amato, aveva accanto una donna che lo amava
più di
se stessa, che aveva combattuto strenuamente per averlo e che lo
aveva perdonato ogni volta che la sua intrinseca paura di far del
male agli altri l'aveva allontanato da lei.
Non pensando mai di
prender moglie, ovviamente aveva sempre creduto la
possibilità di
aver figli ancora più remota; invece in quel momento era
lì con
Teddy tra le braccia che sbadigliava. Quando se ne accorse si
alzò,
cullandolo e cantandogli una delle ninna-nanne che aveva imparato da
Molly... O da Andromeda... Che importanza aveva in fondo?
Quando lo
appoggiò nella culla sorrise, rimanendo per un momento in
contemplazione, per poi girarsi verso Dora, le parole già
appoggiate
sulla sua bocca, ma la ninna nanna doveva aver fatto effetto anche su
di lei visto che si era addormentata rannicchiata abbracciando il
cusino, probabilmente stremata dalla
serata. Remus decise di lasciarla riposare e si limitò ad
uscire ad
avvisare Andromeda, che scoppiò a ridere.
-Che succede?- domandò curioso il genero vedendola.
-Succede che conosco mia figlia e immaginavo sarebbe crollata prima di
riuscire a trascinarsi in doccia.-
Sentendo quelle parole anche il licantropo non riuscì a
trattenere la risata che gli era nata spontanea e si unì
alla suocera.
-Vai anche tu a riposarti, Remus, devi essere distrutto.- lo
incalzò poi, quasi materna, la donna alzandosi dalla sedia
della cucina. Non vedendo perché non doveva darle ascolto
l'uomo annuì, sdraiandosi sul divano della sala e
addormentandosi immediatamente.
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Eccomi tornata in questo paring!
*si sposta evitando gli insulti*
Questa volta con un what if? Il mio preferito... Dora e Remus sopravvivono alla battaglia e tornando dal loro Teddy, ecco cosa potrebbe essere successo, un piccolo momento di intimità e di necessità uno dell'altro. Spero vi piaccia.
Le recensioni sono, come sempre, gradite sia in positivo che in negativo.
A presto, qui o sulla mia long o su altre mie FF.
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