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Autore: darkroxas92    31/08/2011    1 recensioni
Ogni mondo digitale ha affrontato una crisi: queste crisi sono state risolte grazie all’intervento dei digiprescelti, Digimon Tamers, leggendari guerrieri e agenti della DATS.
Ora però una nuova crisi si profila all’orizzonte: una crisi che coinvolgerà tutti i mondi digitali, e metterà a dura prova il legame che unisce i ragazzi e i loro Digimon.
Richiamati a combattere tutti insieme, si troveranno ad affrontare i loro peggiori nemici, riunitisi sotto un Digimon il cui potere è superiore a qualsiasi loro immaginazione.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Ed eccomi con il secondo capitolo!

Beh, a dir la verità non c'è molto da dire... XD

Perciò meglio se passo subito alla recensione!

@ Soruccio: Sembra che tu sia nuovamente la prima a leggere questa fan fiction XD. Cmq mi dispiace, ma mi era impossibile continuare la vecchia versione, con le nuove idee (e sopratutto, quando cominciai l'altra, avevo visto complete solo adventure, 02 e savers, mentre ora la mia conoscenza digitale è decisamente aumentata XD). In questo capitolo potrai già notare una piccola differenza dalla precedente versione, anche se la novità principale ci sarà nel capitolo 8. E no, lo spoiler dovrà aspettare un bel po' per la sua soluzione... dato che ho completamente cambiato quel punto. La cosa stavolta sarà molto più complicata... credimi... Ah, per la vendetta, sei pregata di rivolgerti a quest'uomo *mostra foto misteriosa*, che sono sicuro ascoltera... *momento di riflessione* sperando che non distrugga tutto come l'altra volta... ma va beh XD

 

Capitolo 02: Una nuova minaccia

“Gennai!” esclamarono i digiprescelti del gruppo di Tai.

“Aspetta… ma chi è l’altra persona?” chiese Davis, guardando l’accompagnatore del saggio, un signore anziano vestito in strano modo.

“Beh, sempre Gennai.” rispose TK.

“Ma com’è possibile?” chiese Yolei

“Semplice. Esistiamo insieme, ma i nostri dati sono stati sdoppiati e cambiati.” rispose il Gennai giovane.

“Comunque è troppo complicato da spiegare.” terminò l’altro Gennai.

“Ma questa voce…” disse Takuya

“…è la stessa che ci ha detto di venire qua!” concluse Tommy.

“Sì, vi abbiamo convocato noi. Ma le spiegazioni ve le daremo dopo. Prima abbiamo bisogno del vostro aiuto per recuperare un altro gruppo di digiprescelti.”

“È così grave la situazione?” chiese Kari

“Più di quando voi possiate mai immaginare. È per questo che abbiamo deciso di riunire tutti i digiprescelti più forti, coloro che hanno salvato il loro Digiworld almeno una volta. Ma come abbiamo già detto, a dopo le spiegazioni. Ora avremo bisogno che vi dividiate in tre gruppi.”

I digiprescelti si chiesero il perché, ma decisero di ascoltarli, dividendosi in base ai mondi di provenienza.

“Immaginavamo che avreste deciso di rimanere con le persone che conoscete.” disse Gennai, annuendo a quella scelta.

“Comunque ora, aprirò due varchi. Uno per il mondo reale, ma in una dimensione in cui nessuno di voi è stato, l’altro per il Digiworld corrispondente. Ci divideremo così: il gruppo di Tai andrà con Gennai anziano a Digiworld. I dettagli ve li darà una volta arrivati. Il gruppo di Takuya invece verrà con me. Nel caso dovessimo venire attaccati potrete difendervi, e non avendo Digimon con voi non desterete sospetti. Infine il gruppo di Takato rimarrà qui a Digiworld nel caso dovessero arrivare altri Digimon di tipo Virus.”

“Ricevuto!” esclamarono tutti i digiprescelti, avviandosi nei rispettivi varchi che si aprirono, lasciando indietro il gruppo di Takato.

“Cavoli… Ecco gli svantaggi di giocare in casa… Mi sarebbe piaciuto vedere altri mondi…” commentò lui, sospirando.

 

 

I guerrieri leggendari uscirono dal varco, ritrovandosi in un porto.

“Ma cosa…” fece Takuya, osservando la città che si vedeva oltre esso, che era piena di gru impiegate per la riparazione di grattacieli o addirittura per ricostruire intere parti della città.

“Ma è passato un tornado qui?” chiese Zoe.

“Ci sei andata vicina.” rispose Gennai, sorridendo. “Ma è solo caduto il mondo digitale sopra il mondo reale.”

I sei digiprescelti lo guardarono con gli occhi fuori dalle orbite.

“Come sarebbe a dire che è caduto il mondo digitale sopra?!” chiesero urlando tutti e sei insieme.

“Beh, a dir la verità ci sono mancati pochi centimetri. Ma i digiprescelti, se vogliamo chiamarli così, di questo mondo sono riusciti a evitarlo per pochi secondi, grazie all’aiuto di tutti i Digimon e di tutti gli esseri umani. Pensate, hanno anche dovuto affrontare il dio dei Digimon, o almeno colui che si faceva chiamare così.”

“E pensare che noi abbiamo avuto difficoltà a sconfiggere Lucemon…” fece abbattuto JP.

“Suvvia, scommetto che avranno avuto dei Digispirit o dei Digimon potentissimi!” disse Takuya, per tirarlo su di morale.

“A dir la verità è stato un comunissimo digiprescelto, senza l’ausilio né di Digispirit né di Digimon. Solo con il suo pugno.” rispose Gennai.

Se si fosse potuto vedere come Takuya reagì nella mente a tale esclamazione, si potrebbe dire che fosse finito in mille pezzi, dato che si sedette depresso a terra disegnando dei cerchietti con le dita.

“Comunque sia…” continuò Gennai. “Ora dobbiamo dirigerci dalla polizia.”

I digiprescelti lo guardarono.

“Ehm… sicuro di sentirsi bene, signor Gennai?” chiese Zoe.

“Certo. Ma per favore, non chiamatemi signor Gennai, solo Gennai.”

“Ok Gennai. Ora però rispondici. Vuoi andare dalla polizia e dirli che siamo digiprescelti e che stiamo cercando altri digiprescelti?”

“Precisamente.”

Takuya rimase scioccato.

“Rinuncio a capire. Allora perché ci hai fatto venire per via del fatto che possiamo girare in incognito?”

“Vi sarà chiaro tra poco.” Replicò semplicemente Gennai, avviandosi.

 

“Io esco per andare in pattuglia!” disse una ragazza sui vent’anni.

La ragazza cominciò ad avviarsi verso l’uscita, quando incrociò un signore con dei ragazzi dietro di lui che stavano andando all’interno della centrale.

“Chissà che cos’hanno combinato quei ragazzi…” pensò, senza però rifletterci più di tanto e continuando la sua strada.

“Spero che tu sappia che cosa stai facendo Gennai.” fece Takuya.

“Certo, non preoccuparti. Eccoci, siamo arrivati.” disse, fermandosi davanti ad una porta.

“Permesso.” disse, aprendo la porta.

All’interno c’era un’enorme stanza, ma con solo tre persone all’interno: due ragazze e un signore, tutti e tre in divisa.

“Buongiorno. È successo qualcosa?” chiese quello che doveva essere il capo.

“Detective Satsuma?” chiese Gennai. “L’ex capo della DATS giapponese?”

A sentire ciò le due ragazze e il detective si fecero più seri.

“Sì. E voi chi sareste?” chiese Satsuma.

“Mi chiamo Gennai. E vengo da Digiworld.”

“Impossibile!” disse una delle due ragazze. “Il varco è stato chiuso, non…”

“Megumi!” la richiamò Satsuma, intimandola a star zitta.

“Oh, non si preoccupi. Sapevo già che il varco è stato chiuso. Infatti io vengo da un altro Digiworld. Come anche questi ragazzi.” disse, indicando Takuya e i suoi amici.

“Fregati.” disse Tommy, osservando le espressioni di stupore dei tre poliziotti.

 

Intanto, per le strade di Tokyo, la ragazza uscita prima dalla stazione di polizia stava facendo il suo solito giro in macchina, fermandosi al lato del marciapiede quando vide due persone che conosceva bene.

“Ehilà Chika, Ikuto!” disse salutando con la mano due ragazzini, che indossavano entrambi la stessa divisa scolastica.

“Oh, ciao Yoshino!” disse il ragazzo di nome Ikuto, fermandosi. “Come va?”

“Non c’è male.” rispose lei.

A smentire subito tale esclamazione fu una chiamata sul suo cellulare.

“E giustamente ricevo subito una chiamata dalla centrale…” si lamentò lei, per poi rispondere.

Il tono del telefonino era basso, così da escludere Ikuto e Chika dal discorso, i quali si limitarono a chiedersi il perché il volto dell’amica stava diventando sempre più serio.

“Ne è sicuro Capitano? Non sarà uno scherzo? Capisco… ricevuto, arrivo subito. Porto anche Ikuto e Chika, dato che ci stavo parlando proprio adesso. Invece ci pensa lei a contattare lui, vero? Bene, a tra poco allora.”

“Che cosa succede?” chiese Chika, incuriosita.

“Chika, mi dispiace, ma stamattina dovrai saltare la scuola, e lo stesso anche Ikuto. Saltate su, presto. Il capitano Satsuma vuole vederci subito.”

Senza permettere a nessuno dei due di rispondere, Yoshino li spinse a forza nella macchina e partì a tutta velocità, facendo suonare le sirene.

“Si può sapere che succede, Yoshino?” domandò Ikuto, mettendosi la cintura di sicurezza.

“È arrivato un messaggio da Digiworld.” Rispose lei, senza scomporsi, ma lasciando chiaramente vedere il suo nervosismo.

A sentire quella parola, Ikuto e Chika si aggrapparono ai sedili anteriori.

“Non puoi andare più veloce?” chiesero insieme a Yoshino.

“Speravo me lo chiedeste!” disse Yoshino, sorridendo. “Tenetevi forte: torniamo alla sede della DATS!” continuò, accelerando ulteriormente.

 

Intanto, da un'altra parte della città, un altro ragazzo, sui diciannove anni circa, mise giù il telefono.

“Relena…” disse rivolto a una ragazza al suo fianco. “Devo assentarmi per qualche ora. Mi hanno chiamato per un’emergenza.”

“Cerca di far attenzione, Tohma.” Rispose lei al fratello.

“Non ti preoccupare, tornerò il prima possibile.” disse, avviandosi verso una limousine.

Non appena si sedette, si rivolse all’autista.

“Alla sede della DATS. Vada più veloce possibile.” Disse, per poi affacciarsi al finestrino, mentre partivano.

“Così finalmente ci sono novità da Digiworld…” mormorò, rivolto a se stesso. “Speriamo non sia nulla di grave… Chissà, magari centrano Masaru e Agumon… Basta solo che Gaomon stia bene…”

 

 

“Quindi questo è un altro Digiworld…” fece Tai.

“Assomiglia molto al nostro.” disse Agumon

“Sì. Questo Digiworld assomiglia a quello che conoscete. Ma qui la storia è andata in maniera molto diversa. Qualche anno fa, un gruppo di umani arrivò, ed eliminò una gran quantità di Digimon, in maniera definitiva. Anche i loro dati sono andati perduti…” spiegò Gennai, con sguardo triste.

“Cosa? Ma come possono aver fatto una cosa tanto crudele?” chiese Kari.

“Vedete, è stata tutta colpa di un uomo, che faceva di nome…”

“Ehi, voi! Che cosa ci fate qua?” esclamò una voce, interrompendo la spiegazione del saggio.

I digiprescelti si girarono, e videro un ragazzo, affiancato anche lui da un Agumon.

Quest’ultimo era grande quasi il doppio dell’Agumon di Tai, e aveva delle bende rosse sulle zanne.

“Ci abbiamo messo meno tempo del previsto.” disse Gennai.

“Siete complici di Kurata, vero?” domandò il ragazzo dirigendosi verso di loro.

I digiprescelti si guardarono, chiedendosi di chi stava parlando.

“Sì, dev’essere per forza così. Solo lui aveva le tecnologie per aprire un varco. Voi dovete aver usato le sue bombe per aprire il varco digitale. Non vi permetterò di compiere altri crimini!”

“Ben detto, Aniki!” disse il suo Agumon, sbattendo una zampa contro l’altra.

“Ehi, calmati. Non sappiamo nemmeno di chi tu stia parlando…” disse Davis.

“Forza Agumon!” continuò il Ragazzo, ignorando.

“Subito! Baby meteora!” urlò lui, lanciando il suo attacco di fuoco.

Il colpo sfiorò la testa di Davis, che si abbassò giusto in tempo.

“Allora dillo che vuoi la guerra!” urlò lui, vedendo una piccola nuvola di fumo partire dalla cima dei suoi capelli. “Veemon, digievolvi!”

“Sì.” disse il Digimon blu, illuminandosi.

“Veemon digievolve… ExVeemon!”

Il ragazzo però non sembrò intimorito, anzi.

Chiuse una mano a pugno, per poi far indietro il braccio.

“Interessante… Sarà un bel combattimento…” disse, per poi partire contro il Digimon di Davis, cogliendolo di sorpresa.

Prima che esso potesse rendersene conto, venne colpito con un pugno dal ragazzo, che lo fece indietreggiare di qualche metro.

“H-Ha preso ExVeemon… a pugni…” fece Davis, guardando con occhi sgranati l’avversario, il quale mostrò un ghigno divertito, mentre attorno al suo pugno appariva un’aurea arancione, composta da dati.

Il ragazzo afferrò un oggetto che teneva appeso al collo e mise la mano sopra.

“Digisoul, Carica”

Dall’oggetto, che i digiprescelti intuirono fosse un Digivice, uscì un raggio che colpi il Digimon del ragazzo.

“Agumon digievolve… GeoGreymon!”

Con gran sorpresa di tutti, l’Agumon digievolse, ma in una forma leggermente diversa dal Greymon a cui erano abituati.

La caratteristica che notarono subito furono le fasce rosse che aveva mantenuto, mentre per il resto era uguale.

“Incredibile…” disse Davis. “Comunque io e ExVeemon lo abbatteremo!”

“No!” gridarono assieme Tai e Agumon. “Se non ti dispiace, questa è una questione che vorremo risolvere personalmente.”

“Fatevi sotto! Daimon Masaru non ha paura di voi!” replicò il ragazzo

“Sai Masaru? Credo tu sia un po’ troppo sicuro di te. Agumon, sei pronto?”

“Sì.”

Tai prese il suo Digivice e lo punto verso Agumon.

Immediatamente il dispositivo cominciò a tremare, per poi illuminare il Digimon.

“Agumon digievolve… Greymon!”

“Cosa! Un altro Greymon?” chiese Masaru, osservando l’avversario. “Non importa! GeoGreymon, sconfiggilo!”

“Vai Greymon!” urlò Tai, incitando il proprio Digimon.

I due Digimon si scontrarono subito, dimostrando di equivalersi come potenza.

Ma con sorpresa sia di Tai sia di Greymon, Masaru si lanciò contro il Digimon avversario, e lo colpi nuovamente con il suo pugno, che venne avvolto per la seconda volta da dei dati.

“Forza GeoGreymon! Digisoul, carica completa!” disse, portando di nuovo il pugno sul Digivice, che illuminò il suo Digimon.

“GeoGreymon digievolve… RiseGreymon!”

“Un'altra forma?” esclamò sorpreso TK.

“Greymon, superdigievolvi!” replicò Tai, senza aspettare troppo, mentre sul suo petto appariva un simbolo arancione simile ad un sole.

“Greymon superdigievolve… MetalGreymon!”

I due Digimon, senza bisogno che i due partner dicessero qualcosa, partirono subito all’attacco uno contro l’altro.

“Squali nucleari!”

“Rising Destroyer!”

 

 

Yoshino freno di fronte ad un alto palazzo, subito fiancheggiata da una limousine.

“Vedo che sei arrivato subito.” disse lei, scendendo assieme ai due ragazzi.

“Già.” Rispose un ragazzo della stessa età, dai capelli biondi.

I quattro entrarono nel palazzo, che sebbene non fosse stato più usato, era ancora in ottimo stato.

Quando arrivarono nella sala principale, furono colti da un attacco di nostalgia. Lì avevano passato gran parte delle loro giornate ad evitare che Digimon creassero caos nel mondo reale.

Solo dopo qualche secondo si rese conto di chi si trovava nella sala.

C’erano le due operatrici Megumi e Miki, nonché le sue colleghe nella polizia, il capitano Satsuma, sempre suo superiore, il signor Yushima, ex capo della DATS e poi altre persone.

All’inizio Yoshino non riusciva a capire chi fossero, poi si ricordò.

Erano le stesse persone che aveva incrociato mentre usciva dalla stazione di polizia.

“Che succede Capitano?” chiesero insieme Tohma e Yoshino, mentre Ikuto e Chika osservavano i sei ragazzi, come se nascondessero qualcosa.

“Agente Tohma, agente Yoshino” disse Satsuma, ignorando la domanda.

A sentirlo parlare così, i due capirono subito e fecero un saluto militare.

“La DATS è stato riaperta?” si azzardò a chiedere l’agente di polizia.

“In seguito a notizie che ci sono appena arrivate, sì. C’è di nuovo bisogno del vostro aiuto nel mondo digitale. Permettetemi di presentarvi Gennai, un saggio di Digiworld.” rispose Satsuma, indicando il diretto interessato.

“Saggio di Digiworld… questo vuol dire che viene dal mondo digitale?” chiese Yoshino. “Ikuto, tu ne avevi mai sent… Ikuto, che ti prende?”

Ikuto stava tremando. Aveva cominciato da quando aveva sentito quel nome.

“G – Gennai? Il più importante dei saggi di Digiworld? Sei proprio tu?” chiese sorpreso.

“Vedo che mi conosci.”

“Certo. A Digiworld tutti sanno della tua esistenza. Mercurimon stesso aveva detto che aveva avuto l’onore di parlare con te” disse, con un velo di tristezza mentre nominava l’ultima parte.

“Mi dispiace per lui, Ikuto” disse Gennai. “Scusateci se risulteremo bruschi, ma non abbiamo molto tempo: abbiamo bisogno del vostro aiuto. Prima di tutto dobbiamo andare a Digiworld. Credo che dei vostri vecchi amici vi stiano aspettando.”

A sentire ciò, Ikuto si diresse immediatamente verso un cilindro. “Forza, cosa aspettiamo? Partiamo subito!”

“Non passeremo di lì.” disse Gennai, sorridendo. “Conosco una via più veloce e sicura. Ma prima dovete essere convinti. Non vi posso dire se e quando potrete tornare qui, perciò pensateci bene.”

“Io vengo! Non ci devo nemmeno pensare. Sono cresciuto a Digiworld, non posso far finta di niente. E poi, così rivedremo anche Masaru e Falcomon!” Disse Ikuto, mentre Chika annuiva al suo fianco.

Invece Yoshino e Tohma preferirono prendersi qualche minuto per pensarci.

“Mi chiedo contro chi dovremo combattere. Temo possa essere anche più forte di Lucemon stesso…” fece Koji, mentre aspettavano che i due prendessero una decisione

“Già. E pensare che siamo riusciti a batterlo per un soffio…” replicò JP, sospirando.

“Suvvia ragazzi. Stavolta sarete molti di più, e non solo sei.” disse Gennai.

Poco dopo Yoshino e Tohma raggiunsero gli altri digiprescelti.

“Abbiamo deciso. Verremo anche noi.” disse Tohma.

“Perfetto. Allora adesso aprirò un varco per trovarci proprio dove si trova Masaru e spero anche gli altri digiprescelti.” disse Gennai.

“Altri digiprescelti?” chiese Yoshino, non riuscendo a capire cosa intendesse.

“Capirete presto.” rispose Takuya.

“Aspettate!” disse Ikuto, bloccando all’instante il suo entusiasmo e rivolgendosi alla ragazza al suo fianco. “Ora che ci penso, come la prenderà tuo fratello quando saprà di noi?”

Yoshino e Tohma si guardarono, per poi cercare di soffocare una risata.

“Probabilmente ti prenderà a pugni.” Rispose divertita Chika.

“Sono morto!” disse Ikuto, facendo scoppiare definitivamente tutti a ridere.

In quel momento Gennai aprì un varco, e seguito dai digiprescelti, lo attraversò.

Non appena uscirono da esso, dovettero subito abbassarsi per evitare una specie di missile a forma di squalo che li sfiorò ed esplose dietro di loro.

“Credo che non ci sia nemmeno bisogno di vedere di chi è la colpa.” disse Yoshino, che era stata scaraventata di pochi metri più in là dall’onda d’urto del missile.

“Infatti, la causa sono proprio loro.” confermò Tohma, rassegnato ormai a dover sopportare nuovamente l’atteggiamento impulsivo di Masaru, che in quel momento stava combattendo contro un Digimon che assomigliava a RiseGreymon, solo che era di colore diverso ed era ricoperto da un altro tipo di armatura.

“Non cambi mai, vero Masaru?” fece Ikuto avvicinandosi.

“E tu chi sei?” chiese lui, non riuscendo a riconoscerlo.

“Ti sei già dimenticato dei tuoi amici, fratellone?” chiese Chika, raggiungendolo.

“Chika? Yoshino? Tohma? Ma allora questo vuol dire che questo ragazzino è… Ikuto?!” fece Masaru, riconoscendo finalmente il ragazzo.

“Già, proprio io.”

“Ma che ci fate qua a Digiworld? Vuol dire che la DATS ha riaperto il varco?”

“Non esattamente… è stato questo signore, che dice di essere un saggio di Digiworld, ad aprire il varco che ci ha portato qui.” spiegò Tohma.

Masaru guardò Gennai, chiedendosi com’era possibile.

“Aspetta. Questo vuol dire che sei stato tu a mandare qui questi?” disse Masaru, indicando Tai e i suoi amici.

“Beh, li avevo mandati a cercarti. Peccato che non avessi tenuto conto che tu li avresti attaccati subito…” disse Gennai.

“Però, vedo che vi siete dati da fare, eh?” commentò Takuya, osservando il terreno intorno a Masaru e a Tai, che era rimasto segnato dal combattimento.

“Aspetta, aspetta! Che cos’è tutta questa riunione?” disse Masaru, notando solo ora l’altro gruppo di ragazzi.

“Se venite con me vi spiegherò tutto, ma prima: Tohma, Yoshino, Ikuto. Dovette cercare i vostri Digimon” disse Gennai.

“Non serve, siamo qui!” disse una voce.

Da lontano arrivarono quattro Digimon. Uno assomigliava a un cane blu, e aveva dei guanti da box, l’altro sembrava un gigantesco seme di fiore volante, seguito da un uccello simile ad un gufo, dietro il quale c’era un Biyomon gigante.

“Gaomon!” esclamò Tohma.

“Lalamon!” disse Yoshino, stringendo al petto il suo Digimon.

“Falcomon!” urlò Ikuto, abbracciandolo.

“Biyomon! Per fortuna stai bene!” fece piangendo Chika.

“Glielo avevo detto che ci saremo rivisti, maestro!” disse Gaomon.

“Sei cresciuto Ikuto.” osservò Falcomon.

“È bello rivederti, Yoshino!” disse Lalamon, che stava già soffocando sotto l’abbraccio della sua partner.

“Bene, ora che ci siamo tutti, possiamo andare.” Dissero assieme i due Gennai, aprendo un varco.”

 

 

Il gruppo di Takato, nell’attesa del ritorno degli altri, si era seduto per terra, e stava chiacchierando.

“Incredibile… Non pensavo ci fossero così tanti digiprescelti…” commentò Rika.

“Già. È stata proprio una bella sorpresa. Anche se purtroppo è successo perché è arrivata una nuova minaccia…” disse Henry.

In quel momento, un varco si aprì davanti a loro, e uscirono tutti gli altri digiprescelti, con in più altre cinque persone, intende a parlare tra di loro.

“Allora, Ikuto!” esclamò Masaru. “Come va la vita da studente? Immagino sia stato traumatizzante il cambio di stile di vita, eh? Dimmi, hai già trovato una ragazza?” chiese malizioso.

Ikuto si senti tremare.

Temeva quella domanda.

“Ecco… ehm… sì, ma…” cominciò a dire, balbettando.

“Allora? Chi è?” domandò Masaru, incuriosito da quella reazione.

“Ecco… prometti di non arrabbiarti?”

“Perché dovrei arrabbiarmi?” fece Masaru, guardando un po’ storto l’amico.

“Ma come mai ha così tanta paura di parlare?” chiese a bassa voce Agumon a Yoshino.

“Vedi, Ikuto è pst, pst…” rispose lei, parlandogli nell’orecchio.

“Cosa?!” urlò lui sorpreso. “Ikuto è Chika si sono messi insieme?!” urlò, ignaro delle conseguenze.

Yoshino si portò la mano in faccia, mormorando “Di male in peggio.” mentre Ikuto cominciò a indietreggiare, in contemporanea ad un attacco di risate di Chika, che non poté trattenersi vedendo il fratello fermarsi e diventare rosso di rabbia.

“Scusa Ikuto, ma spero per te che Agumon stesse scherzando, e in quel caso sarà lui a pagarle le conseguenze, perché altrimenti per te la situazione non sarà nera: peggio!”

“Ecco… suvvia Masaru, che cosa c’è di male?” si azzardò a dire Ikuto, sperando di calmarlo.

Ma quando vide che intorno a Masaru, la sua Digisoul lo stava circondando completamente, cominciò a preoccuparsi seriamente, deglutendo sonoramente.

“Agumon…” fece, cercando di non morire di paura, mentre Masaru lo guardava sempre più minaccioso.

“Sì?” rispose l'ignaro Digimon.

“Se sopravvivo… sappi che ti riserverò lo stesso trattamento che sto per ricevere, con tanto di interessi!”

“Perché? Che cos’ho fatto?”

“Ora calmatevi!” dissero i due Gennai, fermando il litigio e distogliendo così l’attenzione degli altri digiprescelti, che stavano guardando divertiti la scena. “Porgeteci i vostri Digivice per piacere.”

Tutti fecero come diceva.

I due saggi cominciarono a muovere in maniera strana le mani, come se dovessero creare qualcosa in mezzo.

Infatti, in pochi secondi, tra le mani dei Gennai, si formarono due sfera di luce.

“Ma quello sono…” disse sorpreso TK.

“Sì. Sono due cuori di Azulongmon.” disse Gennai.

“Ma ci ha già offerto un cuore! Perché lo ha fatto di nuovo?” fece Ken.

“Perché con questo cuore i vostri Digivice acquisiranno un nuovo potere. Quello di viaggiare tra le dimensioni come posso fare io. Ora preparatevi a riceverlo.”

La sfera di luce si alzò sopra i digiprescelti, e poi si spezzò in diversi raggi, ognuno dei quali finì in un Digivice diverso.

 

 

 “Quel Gennai… continua a metterci il bastone fra le ruote…” disse un Digimon, seduto attorno ad un tavolo circolare.

“Ormai è tardi… non possiamo più impedirlo.” Aggiunse un altro, seduto poco più in là.

“Dovevate mandare uno dei miei Gizmon XT al posto di quel Digimon. Di sicuro li avremmo battuti.” Fece un umano, che indossava un camice bianco e aveva un paio di occhiali, guardandoli divertiti e allo stesso tempo disgustato.

“Ringrazia già il fatto che ti abbiamo salvato, umano! E che sei sotto la sua protezione, altrimenti a quest’ora ti avrei già eliminato!”

“Lo stesso vale per me.” rispose lui.

“Silenzio!” tuonò un Digimon, entrando nella stanza.

Tutti si zittirono.

Nessuno di loro era così pazzo da contraddire un suo ordine.

“Apokarimon, ammetto che non è stata un’idea brillante quella di mandare EvilDevimon ad affrontarli. Ma dovevo verificare fino a che punto erano forti. Per quanto riguarda lei, professore, i Gizmon ci serviranno in futuro.” Disse il Digimon, che sembrava essere il capo.

“Ora pensiamo invece alla nostra prossima mossa.” proseguì lui, superando il tavolo e sedendosi su un trovo che si trovava a capotavola.

“Io avrei un’idea.” fece una voce.

“Parla pure, Myotismon.”

“Ci avete fatto caso? Durante ogni combattimento, loro vanno avanti pensando sempre la stessa cosa: la speranza è l’ultima a morire. Dicono sempre così, e infatti ci hanno sconfitto tutti quanti.”

Tutti i presenti cominciarono a parlottare, lamentandosi.

“Quindi questa è la mia proposta: portiamoli via la speranza. Non siamo riusciti a portarli via la bontà e le tenebre, ma sono sicuro che se ci mettiamo tutti insieme, riusciremo a sottrarli la cosa che considerano più preziosa!”

Tutti lo guardarono sorpresi, per poi annuire.

“Non male come idea…” disse il capo. “Professore, direi che è arrivato il suo momento. Prenda tutti i Gizmon che vuole e si diriga dai digiprescelti. Ricordati di prendere la loro speranza e di distruggerla. Credo abbia capito di chi sto parlando, no? Dopotutto, prima vi ho fornito un elenco dettagliato di tutti i digiprescelti, con i loro Digimon e i loro poteri.”

Il professore fece un inchino, che la maggior parte dei Digimon notò fu abbastanza forzato, e uscì dalla stanza.

“Sei sicuro che possiamo fare affidamento su uno come lui? È pur sempre un essere umano!” fece Apokarimon.

“In fondo però è riuscito a eliminare sia SaberLeomon sia Mercurimon del suo Digiworld, due dei Digimon più potenti.”

“SaberLeomon lo avevo sconfitto anch’io.” intervennì un'altra voce.

“Già, e la vittoria ti è costata la vita.” rispose sarcastica un altro.

“Senti chi parla. L’unico Digimon di livello mega che si è fatto battere dopo aver catturato quasi tutti i digiprescelti e per di più da un Digimon con esperienza minima e di livello evoluto. E ti facevi anche chiamare il capo dei padroni delle tenebre!”

“Smettetela. Ora piuttosto cerchiamo di trovare un modo per convincere il nostro potenziale futuro alleato.” fece Myotismon.

“Non ce n’è bisogno.” Rispose il capo, alzando una mano e mostrando un oggetto sopra essa. “Obbedirà, e lo farà di sua spontanea volontà.”

   
 
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