Il mondo in una stanza.
Il palloncino giallo continua ad ignorarmi; è da qualche parte dietro il vetro e saluta solo Frank.
Gli do le spalle, così impara. Qualche Ciabatta bianca è entrata a sistemare le sue coperte; c'è di nuovo il liquido puzzolente tra le lenzuola.
Una di loro mi sorride. Sorrido anch'io e Frank mi bacia sulla guancia.
“Fra un po' avrete visite, Alice” dice la Ciabatta.
“Viene la Teiera?” chiedo.
“Sì. Viene la Teiera, cara ” sospira lei.
E io sorrido, perché con la Teiera verrà anche Dentone e con lui, le sue caramelle.
A me piacciono tanto le caramelle, quelle frizzanti a forma di ape che si sciolgono sulla lingua. Mi piacciono anche gli occhi di Dentone e le sue guance rosse.
Mi piace Frank, perché quando ho freddo mi prende per mano. Dentone somiglia tanto a Frank.
La Teiera non mi piace però.
Continua a ripetermi di dire Aug- e qualcosa. Ma perché devo chiamarla così se lei è Teiera?
La Ciabatta bianca, quella che mi ha sorriso, inizia a pettinarmi.
“Quando mi porti a vedere gli uccellini?” le chiedo.
“Più tardi, Alice. Più tardi. Devi prima salutare il tuo bambino.”
“Giusto.”mormoro prima di sorridere a Frank sedutosi al mio fianco.
Bambino, bah.
“Ma cos'è ?” Mi volto a guardarla confusa.
“Io non ho un bambino. Io ho il palloncino scorbutico, ho i Folletti del pranzo, ho Frank e Dentone. Lui è mio. Dentone, intendo. Lui è mio. Ma un bambino proprio mi manca. Me lo regalerai un giorno?”
“Forse, Alice. Forse.”
Ed io sorrido, perché le Ciabatte bianche le promesse le mantengono quasi sempre e perché Frank ha ripreso a cantare.
Nel frattempo però, gli occhi di Ciabatta si riempiono di acqua, acqua che scivola piano, sulle sue guance pallide. No, non sono rosse e gonfie come quelle di Dentone.
E sento qualcosa muoversi nel petto, quel qualcosa che inizia a battere forte forte.
Lo sento nelle orecchie e in gola. Non si ferma e fa male perché non so distinguere me da quel qualcosa.
Allungo una mano e con l'indice blocco quella gocciolina calda prima di portarla alle labbra. È salata e mi pizzica la lingua. La Ciabatta mi sorride.
“Grazie, Alice”
“Prego” dico tappandomi le orecchie. Quel qualcosa dentro continua a scalpitare impazzito. In realtà
batte così forte solo quando Dentone viene a trovarmi e quando Teiera lo porta via. Sempre.
Ma non so perché. Perché?
Ciabatta poggia il pettine e fa per andarsene.
“Quando mi porti a vedere gli uccellini?”
“Domani, Alice. Domani” e mi sorride.
Note
Il modo di esprimersi di Alice è ispirato al romanzo “Un segreto non fa rumore” di Sofie Laguna-è un libro intenso e forte; abbastanza crudo. Io l'ho adorato-
Ritornando ad Alice, ho pensato che in qualche modo lei associ la persone, il soggetto, ad un particolare oggetto che gliela ricorda.
Palloncino giallo=sole
Dentone= Neville (so che è un “paragone” spiacevole ma non ho trovato altro ^^”)
Teiera= Augusta ( non ne ho idea qui^^” Forse Alice andava da lei a prendere spesso il tè!sì sono pazza -.-)
Ciabatte bianche= guaritori del San Mungo.
Il Frank canterino è un'idea di Writ!^^
Spero che questa mia storia non faccia così pena.
Con la speranza che sia stata una gradevole lettura
nali♥