Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: L_Fy    05/09/2011    2 recensioni
Cosa riserva il futuro all'umanità? La Terra sta lentamente scivolando verso l’autodistruzione e prima o poi le risorse primarie si esauriranno. Per tali motivi, in un futuro non troppo lontano, l'umanità si è vista costretta a partire verso le volte dell'universo, alla ricerca di un altro pianeta abitabile. E’ quindi questo il compito delle 4 enorme navi spaziali chiamate Orion che dopo essere uscite dal sistema solare hanno perso contatto con il loro pianeta madre.
Genere: Azione, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Piattaforma Dream Rewind 1854 Inghilterra – situazione Ludico-Politico BNX124-45
Benson, Elijah            digi-alias        Lady Marine Grant     Nobildonna inglese
Cardinale, Jude           digi-alias        Cardinale De Filippis Alto prelato italiano
Morales, Eric             digi-alias        Cadetto Marchant       Militare inglese
O’Brian, Garrie          digi-alias        Lord Gareth                Gentiluomo inglese
Patterson, Matt            digi-alias        Lady Chesterton          Gentildonna inglese
 
Marine si drizzò di soprassalto sentendo il debole pigolio del trasmettitore.
“ Sì”  disse spiccia sfiorandosi l’orecchio per attivare la nano-comunicazione: era irritata perché stava quasi per assopirsi quando il trasmettitore auricolare aveva vibrato, e siccome si trovava nel bel mezzo di una missione di ricognizione, era arrabbiata con se stessa per la propria inettitudine.
“Codice blu” pigolò la voce artificiale del trasmettitore.
Marine aggrottò le sopracciglia, perplessa: si domandò se fosse il caso di chiedere una conferma di quanto aveva sentito, ma il CDI non sbagliava mai: se diceva codice blu era codice blu.
Mormorò “Ricevuto” e con una leggerissima vibrazione la nano comunicazione si interruppe. Marine si guardò intorno: il verde dell’erba era abbagliante in quel pigro pomeriggio primaverile e il fruscio delle foglie degli alberi accuratamente potati del giardino mormorava una nenia soporifera. Di nuovo irritata con se stessa, Marine sollevò con grazia un lembo della lunga e ampia veste vittoriana avviandosi a passo spedito verso un padiglione in mezzo al giardino dentro cui sostavano oziosamente alcune persone dall’aria elegantemente annoiata. Vedendola avvicinarsi, un grasso e rubizzo signore dai formidabili basettoni bianchi le sorrise apertamente.
“Marine, mia dolce e bellissima damigella, quale benedetta causa ci onora della tua compagnia?” disse pomposo eseguendo un perfetto baciamano. Marine sorrise educatamente cercando di nascondere il fastidio che le provocava la sensazione di umido lasciata dalla bocca del vecchio sulla sua mano. Non aveva idea del perché la segretaria personale del signor Masterson, una donna alta e secca dallo sguardo di acciaio, avesse scelto proprio quel bavoso digi-alias, a parte il fatto di poter infastidire Marine con i suoi umidi baciamano.
“Purtroppo non ho liete novelle, signor Duca” disse con voce dispiaciuta “Sono costretta ad assentarmi per un breve periodo. Ordini superiori “
Il duca aggrottò le folte sopracciglia, irritato.
“La tua presenza qui è mi era stata garantita quando la richiesi espressamente al CDI” disse freddamente congedando l’ossequioso maggiordomo che gli porgeva discretamente una tazza di thè. Marine imprecò mentalmente contro il CDI che impartiva ordini lasciando a lei l’ingrato compito giustificarsi con gli alti papaveri. Pur essendo il capo della sua squadra, non era ferratissima in materia di diplomazia. Lei e i suoi compagni si ritenevano più una squadra di bassa manovalanza: odiavano dover sottostare alle ossequiose regole delle DDW , e odiavano la spocchia congenita degli alti papaveri.
“Sono veramente dispiaciuta per questo inconveniente, milord” disse con un inchino “Ma le garantisco che la sicurezza di Vostra Grazia è garantita dalla presenza di miei validi collaboratori di cui rispondo personalmente. Sono certa che il CDI le presterà tutto il supporto necessario per mantenere l’ordine”
Il duca annuì, parzialmente ammansito.
“Ne sono certo anch’io. Portate i miei ossequi al comando e ricordate che siete attesa per il ballo di questa sera. Non ammetto repliche” terminò, stemperando la secchezza dell’ordine con un sorriso.
Marine si inchinò di nuovo, provando un moto di intenso fastidio per la pesante etichetta che era costretta a seguire su quella dannata piattaforma DR. Conclusi i convenevoli uscì dal padiglione a passo spedito, reggendosi con una mano l’ampio cappello dalle lunghe bande di seta che sventolava alla brezza primaverile. Seguendo il sentiero in mezzo al giardino, raggiunse ben presto il palazzo ducale, un trionfo di architettura neogotica dall’abbagliante imponenza. Un valletto aprì la porta a vetri della veranda  con un inchino e Marine gli porse il cappello ed i guanti, sbrigativa.
“Chiamatemi il cardinale, per favore” ordinò.
Mentre il valletto usciva celermente, Marine gettò un’occhiata alla propria immagine riflessa nel monumentale specchio della sala riccamente ammobiliata: l’incarnato roseo e gli occhi di porcellana azzurra abbinati ad una soffice massa di boccoli biondi facevano di lei un perfetto prototipo di bellezza ottocentesca e l’ironia della cosa le fece incurvare le belle labbra piene in un mezzo sorriso divertito.
“Mi hai chiamato, capo?” disse una voce dietro di lei.
Marine si girò verso l’alta e segaligna figura dell’uomo in abito talare che era entrato nella stanza. La donna lo guardò irritata.
“Quando siamo su questa piattaforma sei pregato di usare il linguaggio opportuno, monsignore” disse seccamente calcando sul titolo, ridicolmente inappropriato per come conosceva in realtà l’animatore di quel digi-alias.
Il Cardinale alzò gli occhi al cielo, esasperato: la scarna faccia giallastra e severa ornata da una barbetta grigia e curata era illuminata da un insolente sorriso assolutamente fuori posto.
“Mi perdoni, lady Grant, per la mia impudenza. Mi prostro ai vostri piedi chiedendo umilmente la vostra illuminata indulgenza per il mio comportamento oltremodo…”
“E’ sufficiente così” lo interruppe Marine, nascondendo un sorriso dietro un’espressione severa.
D’altra parte le era impossibile rimanere seria o di cattivo umore a lungo quando c’era in giro il Cardinale. La sua incrollabile allegria e il suo sottile umorismo, abbinati alla seria faccia cavallina da prete rendevano Marine immancabilmente di buon umore.
“Il CDI mi ha richiamato”  disse con una punta di rimpianto “Lascio a te il comando della squadra. Ricordati, lord Gareth va tenuto sotto controllo dopo l’ultima bravata sulla piattaforma DF e lady Chesterton tende a dimenticare di essere in un mondo virtuale e gozzovigliare più del lecito. Del resto non credo che avrai grossi problemi: abbiamo pattugliato il perimetro palmo a palmo e non si è vista nemmeno un’unghia di Virus. Comunque, sai dove rintracciarmi, al bisogno”
“Certamente, Milady. Come lei ordina, Milady” rispose ossequioso il cardinale con un inchino esagerato.
Trattenendo a stento l’impulso di dargli uno scappellotto sulla nuca, Marine lo incenerì con lo sguardo e si avviò verso il portale de-digitalizzante abilmente nascosto dietro un paravento.
“Sarò qui per il ballo di stasera, salvo imprevisti” disse infilandosi dentro l’angusto uovo di vetro strattonando l’ampia gonna di seta. Il viso del Cardinale si illuminò di nuovo d’insolenza.
“Accidenti…io e lady Chesterton speravamo di poter far fuori tutti gli stuzzichini senza essere controllati di continuo dal tuo occhio di falco…” le buttò lì mentre Marine digitava il codice di de-digitalizzazione.
“L’importante è che tu impedisca a lady Chesterton di indire una gara di flatulenza come sarebbe tentata di fare, conoscendo il soggetto” sibilò la ragazza quando il de-digitalizzatore iniziava a ronzare.
“Flatulenze, eh? E come la mettiamo col famoso linguaggio opportuno, Milady?” rise ironico il Cardinale, strappandole un sorriso.
Il Cardinale le soffiò un bacio sulla punta delle dita e la salutò irriverente con la mano mentre la macchina scomponeva Marine in segnale digitale da trasmettere alla base del CDI.
*          *          *
Il computer ronzò mentre sul monitor compariva una lunga schermata:
Codice Blu:
In arrivo da piattaforma Dream Rewind 1854 Inghilterra – situazione Ludico-Politico BNX124-45
Digi-Alias : Lady Marine Grant – Femmina, Caucasica. 21 anni (allegato file) appartenente a:
Capitano classe 1A
Elijah Benson / Maschio / Caucasico / Nato : 21/02/2157 / Dove: Piattaforma standard stazione spaziale Orion 3W
 H: m 1,85 / Kg 76 Iridi: marrone (allegato file)
addestramento livello 5,4,3,2,1  Punteggio per livello 0 : 1457 su 2000
Attivo in piattaforme Dream Rewind / Dream Future 
Mansioni: sicurezza / offensiva
 
Controllo De-Digitalizzazione OK
Controllo Compressione file OK
Scan Virus allegato OK
 
Ready per reintegro in sede ? (Y/N)
 
L’operatore controllò attentamente i dati, fece partire un nuovo antivirus per controllare gli allegati e, alla fine, confermò l’operazione. Il monitor lampeggiò brevemente. Davanti alla fila di computer tutti  uguali gli operatori erano intenti tutti nella stessa delicata operazione: far rientrare i digi-alias nei loro corpi reali. Un lungo vetro separava la zona computer dalla zona de-digitalizzazione, dove distese su lettini metallici, le persone in digi-viaggio restavano immote in attesa del ritorno nel proprio corpo. Sul de-digitalizzatore numero DRBNX124-45 il capitano Elijah Benson aprì gli occhi. Senza attendere oltre, si alzò con un sospiro mentre un piccolo robot ronzante si avvicinava a lui, scannerizzandolo per verificare che le sue funzioni vitali fossero in ordine. Elijah si lasciò pazientemente analizzare provando il solito vago senso di nausea che accompagnava il rientro nel proprio corpo mentre la sua mente si adattava al nuovo contesto in cui si trovava. Ormai era talmente avvezzo a girare per i Digital Dream Worlds che riusciva in pochi secondi a ritornare se stesso, cosa non altrettanto facile per tutti. Spesso i  DDW-Runner come lui al ritorno da una missione avevano bisogno di giorni interi per superare la nausea e la confusione. Ma non per niente lui era un Classe 1A: i migliori in assoluto. Elijah salutò con una mano il proprio operatore al di là del vetro che gli rispose nello stesso modo. Poi si alzò dal lettino metallico e si avviò verso l’uscita dalla zona de-digitalizzazione. La porta si aprì frusciando lasciandolo passare. Altre persone, seminude come lui, transitavano nella zona, alcune in arrivo e alcune in partenza. Dopo una doccia veloce in cui rimpianse vagamente le forme morbide e femminili di Marine, Elijah si infilò in una tuta di PlatinumTex ed uscì definitivamente dal portale di de-digitalizzazione. Nel corridoio, lo assalì la confusione creata da un gran viavai di gente: operatori, tecnici in camice blu, segretarie indaffarate e medici in camice bianco transitavano frettolosi diretti nei meandri della grande stazione spaziale. Dagli ampi oblò lungo la parete del corridoio brillavano silenziose le stelle avvolte nel nero manto dello spazio. Elijah provò una punta di nostalgia per il cielo azzurro e le candide nuvole della piattaforma DR da cui era appena tornato, anche se il contorno caotico della stazione spaziale gli permetteva di rilassarsi ed essere sé stesso. Salutando occasionalmente alcune persone conosciute, si avviò verso il comando del codice blu al secondo piano. Mentre raggiungeva le massicce porte scorrevoli e si sottoponeva pazientemente all’ennesimo controllo della retina, un ragazzo lo raggiunse correndo trafelato.
“Hei, Elijah!”
Il capitano attese che il ragazzo lo raggiungesse prima di salutarlo con una pacca sulla spalla.
“Damon! Che ci fai sulla stazione? Ti sapevo nella piattaforma DR 1425 a supervisionare un torneo tra i cavalieri della tavola rotonda”
Damon gli rispose alzando gli occhi al cielo.
“Ah, non me ne parlare. Quei maledetti del CDI per rendere l’ambiente più realistico hanno immesso un programma che acutizza gli odori organici, col risultato di avere metà dei digi-alias della piattaforma asfissiati dalla puzza. Alcuni dirigenti erano lì in vacanza, non ti dico il vespaio che hanno sollevato”
Elijah scoppiò a ridere mentre Damon lo guardava accigliato.
“Non c’è niente da ridere, capitano” lo ammonì tra l’offeso e l’ilare “Piuttosto, anche tu eri su una piattaforma DR. A supervisionare un meeting tra alti papaveri della Ars Space Corp., se non mi sbaglio”
Elijah tornò subito serio.
“Sì, la mia squadra è ancora là. Ho avuto un codice blu e la segretaria del signor Masterson non era per niente contenta”
“Scommetto che quella ti si vuole fare” ridacchiò Damon con un lampo negli occhi e una leggera risatina alla vista della faccia schifata di Elijah.
“Niente visioni raccapriccianti, ti prego” borbottò questi rabbrividendo “Con tutti i digi-alias spettacolari che può permettersi con la marea di crediti che ha, dimmi perché dovrebbe venire a cercare un inutile Runner come me”
“Ma dai che lo sai: per il tuo faccino così carino, no?” rispose lezioso Damon, ed Elijah si allontanò da lui, arricciando il naso.
“La tua è solo invidia, soldatucolo da due soldi” disse in tono altezzoso, sorridendo involontariamente.
“Comunque, anche io ho avuto un codice blu” lo informò Damon, tornando serio.
Il sorriso lasciò repentinamente il viso di entrambi i giovani: due capitani di classe 1A convocati nello stesso momento voleva dire solo una cosa: guai in arrivo.
“Hai per caso saputo qualcosa di nuovo?” chiese Elijah seriamente, ma Damon scosse la testa.
“1A Benson, Elijah. 1A Richner, Damon. Ingresso a ponte di comando ZS1 accettato” li interruppe una voce metallica mentre le porte del ponte di comando si aprivano silenziose. Elijah e Damon entrarono risoluti e le porte si richiusero immediatamente. Nel ponte di comando l’attività era febbrile: enormi schermi olografici tappezzavano la parete ovale monitorando le varie piattaforme attive del Digital Dream Worlds. Un uomo imponente con una tuta di PlatinumTex verde oliva ingannevolmente semplice si girò al loro ingresso e Elijah trattenne segretamente il respiro scattando sull’attenti seguito a ruota da Damon.
“Comodi, ragazzi, comodi” disse loro il generale Scott avvicinandosi con lunghe falcate.
“Capitano Benson, capitano Richner, vogliate scusare la fretta nel richiamarvi dalle vostre mansioni, ma il CDI ha deciso di riunirsi in sessione straordinaria e necessitavamo della vostra presenza”
“Il CDI ha richiesto di noi, espressamente?” si lasciò sfuggire Damon, sorpreso.
Il suo superiore annuì seccamente e Damon scambiò uno sguardo eloquente con Elijah prima di ritornare impassibile.
“Molto bene. Seguitemi” tagliò corto l’uomo avviandosi verso un lungo tavolo di vetro su cui scorrevano veloci mappe e documenti digitali. Elijah lo seguì inquieto: sentiva puzza di guai. Una riunione del CDI era una cosa maledettamente grossa e importante, mentre lui era stanco, stufo e rimpiangeva stupidamente la quiete di un mondo che non esisteva. Pregò che le cose fossero meno gravi di quello che pensava. Le sue preghiere non furono esaudite.
*          *          *
I componenti del consiglio del CDI, scoprì Elijah in breve tempo, ruotavano tutti intorno alla figura di Scott, come inutili satelliti intorno al loro sole. D’altra parte, la figura dell’energico generale era proverbiale tra tutti i Runners.
“Un gran rompiscatole” gli ricordò la voce di Patterson, suo compagno di squadra, durante una recente conversazione.
“Intero come un menhir preistorico” aveva rincarato la dose Cardinale “Ma indubbiamente un Signor menhir. Dovessi affidare la vita a qualcuno, la affiderei a Scott”
Cardinale aveva certamente visto giusto: sotto l’alta e severa fronte di Scott due acuti occhi castani dichiaravano già dal primo sguardo quanto il proprietario potesse essere granitico, ma giusto e leale. Per Scott, Elijah provava una sconfinata ammirazione, oltre ad una leggera e vergognosa soggezione.
“Saremo brevi” esordì Scott con voce decisa “Sappiamo che entrambe le vostre squadre, la Tau Centauri di Benson e la Delta Exit di Richner sono attualmente impegnate sulle DDW in missioni importanti, quindi cercheremo di non trattenervi a lungo. D’altra parte, abbiamo la necessità di allertare alcune squadre, dopo recenti avvenimenti di cui vi informeremo tra breve, e le vostre squadre sono risultate le più idonee. Direttamente suggerite dal Consiglio delle Orion, per dirla tutta”
Lanciò loro uno sguardo enigmatico su cui Elijah preferì non indagare.
“Abbiamo avuto notizia di un grave fatto che si sta succedendo tra le fila dei Runners di Orion 4W. Dalle prime indagini, sembra che un nutrito numero di Runners siano stati dichiarati scomparsi negli ultimi mesi”
Elijah si trattenne a stento dallo scoppiare a ridere: scomparsi?!? Gente scomparsa sulle Orion? Impossibile.
“Impossibile” si lasciò infatti sfuggire dalle labbra Damon, attirandosi lo sguardo corrucciato di Scott.
“A quanto pare è possibilissimo, capitano” continuò Scott porgendo loro due fogli con un elenco di nomi.
“Normalmente, non ci saremmo nemmeno accorti di queste scomparse, in quanto è una sezione della Ars Space Corp. che si occupa di mantenere costante il numero di Runners attivi. Ma dopo le segnalazioni dei singoli capitani delle squadre, abbiamo chiesto a chi di dovere di indagare. C’è il sospetto che sia in atto una specie di sommossa, una massoneria sotterranea di cui questi Runners fanno parte”
“Dobbiamo indagare su di loro?” chiese Elijah, dubbioso.
“No” rispose Scott, e un’ombra di disapprovazione passò sul suo viso “Questo genere di indagini non compete al CDI. E’ la polizia interna della Corp. che se ne occuperà. Nel frattempo, ci hanno suggerito di avvisare le nostre squadre perché stiano particolarmente all’erta e tengano gli occhi aperti. Questo elenco…non abbiamo modo di verificare le informazioni. Il file è top secret anche per noi”
La sua aria amareggiata la diceva lunga su quanto Scott apprezzasse i metodi della polizia interna della Ars Space Corp.
“Comunque…siete allertati. Non dovete, ripeto, non dovete indagare sui Runners scomparsi: il vostro compito è solo mantenere l’ordine sulle DDW. Sono stato chiaro?”
Sia Damon che Elijah scattarono sull’attenti, intonando un sicuro “sissignore” che lasciò Scott soddisfatto.
“Molto bene” approvò girando loro le spalle “Potete andare adesso. E ricordate….occhi aperti”
Il brusco commiato ad Elijah sembrò vagamente una minaccia.
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: L_Fy