Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: L_Fy    05/09/2011    3 recensioni
Cosa riserva il futuro all'umanità? La Terra sta lentamente scivolando verso l’autodistruzione e prima o poi le risorse primarie si esauriranno. Per tali motivi, in un futuro non troppo lontano, l'umanità si è vista costretta a partire verso le volte dell'universo, alla ricerca di un altro pianeta abitabile. E’ quindi questo il compito delle 4 enorme navi spaziali chiamate Orion che dopo essere uscite dal sistema solare hanno perso contatto con il loro pianeta madre.
Genere: Azione, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Sede Orion 3W
 
Elijah e Damon sedevano allo stesso tavolo nella zona ristoro del ponte 3 da cui si godeva di una vista impressionante sul sole del sistema in cui transitava la Orion 3W. Erano curiosamente silenziosi e fiacchi: dovevano ripartire per ritornare al proprio lavoro, ma l’esito della riunione con il consiglio era stato così deprimente che entrambi desideravano smaltire un po’ di cattivo umore con qualcuno in grado di capire.  Damon si rigirava il bicchiere tra le mani, lo sguardo assente.
“Sai” disse ad in tratto più a sé stesso che al suo interlocutore “Io me ne ero accorto”
Tacque un attimo, indeciso. Elijah rimase impassibile e Damon, incoraggiato, continuò
“Nella mia squadra…tutti elementi validi, mi fido ciecamente di loro…nella mia squadra, dicevo, c’era Benedict. Era un grande, un vero buffone con i riflessi di un cobra, leale, intelligente, con la soluzione sempre per tutto. Non ancora un livello 1A, ma sicuramente destinato a diventarlo. Benedict era di Orion 4W”
Guardò di nuovo Elijah di sottecchi.
“Hai visto la lista dei Runners disertori: c’era anche il nome di Benedict”
Elijah annuì, rettificando mentalmente che quella era la lista dei Runners disertori conosciuti dal CDI. Quanti erano in realtà quelli scomparsi? E perché erano scomparsi? E, soprattutto, come diavolo si fa a scomparire da una stazione spaziale praticamente sigillata?
“Mi fu detto che Benedict veniva trasferito” continuò Damon “Così, di punto in bianco. Di solito per passare da una Orion all’altra non basta nemmeno la richiesta del Papa. E comunque Benedict non aveva mai accennato ad un trasferimento. Mai. Di cose ne diceva, alcune persino pericolose: il CDI è un vespaio di spie, ci sono cose sporche sotto la Ars Space Corp., cose così, insomma. Ma da lì a diventare un disertore…”
Damon scosse il capo, confuso
“Non so. E poi, dove diavolo sono finiti questi disertori?”
“Questa è una domanda interessante” rispose soprappensiero Elijah massaggiandosi gli occhi con le dita “La Corp. avrà rivoltato le Orion come un calzino per trovarli. Se ci hanno allertato vuol dire che non li hanno trovati. Immagina come gli deve bruciare, doverci avvertire di aver perso il controllo di alcuni Runners in una Orion secondaria… “
“Tu chi hai nella tua squadra di Orion 4W?” chiese Damon, incuriosito. Elijah ci pensò su.
“Garrie O’Brian. Il mio tattico. Morales è della Orion 3W come noi, Patterson è della 1W, e Cardinale della 2W”
Damon lo guardava serio ed Elijah si sentì curiosamente messo sotto accusa.
“Conosco Garrie. E’ in gamba. E mi fido di lui come di me stesso. Non ha mai fatto parola del fatto che sulla sua Orion fossero spariti dei Runners” si difese.
Damon rimase in silenzio, assorto. Elijah prese una decisione al volo: si alzò risoluto dalla sedia e buttò alcune tessere di plastica per pagare il conto.
“Vado a parlare con i miei “ disse calmo “Non sappiamo da quanto tempo siano in giro questi disertori, né cosa abbiano in mente. Se pensano di sabotare la DDW, dobbiamo essere pronti a qualsiasi evenienza”
Damon si alzò dalla sedia, stancamente: sembrava molto preoccupato.
“Mi domando come la prenderanno i ragazzi” mormorò mentre si incamminavano verso i portali di de-digitalizzazione “Se dovessero sorgere dei sospetti all’interno della squadra…”
“Tranquillo, non succederà” disse deciso Elijah. Figurarsi se poteva sospettare di uno qualsiasi della sua squadra: Garrie, Pat, Cardinale e Morales erano praticamente parte di lui. Erano più che una squadra: erano uno scalcinato tutt’uno, forse un filino fuori dalle righe, ma assolutamente leali.
Damon annuì in silenzio, ma rimaneva pensoso. Sapeva cosa poteva succedere alle squadre di Runners sospettate : in quel caso, la polizia interna della Corp. era libera di mettere i digi-alias in quarantena forzata nel Limbo, in barba a qualsiasi disposizione del CDI. Assolutamente soli. Nessuno sapeva quali erano i mezzi a sua disposizione per interrogare i sospetti perché nessuno era tornato indietro per raccontarlo. Damon, dopo un lungo silenzio, inspirò profondamente e sorrise a Elijah .
“Bella gatta da pelare, eh? Adesso vado dai miei nel medioevo: magari sono talmente ebbri di puzza che la prenderanno bene…”
“Beato te… i miei possono solo essere morti di noia. Non vedranno l’ora di ficcarsi in qualche guaio” replicò Elijah, sorridendo debolmente. Damon  ridacchiò, salutandolo con un pugno sul braccio.
*          *          *
 
Piattaforma Dream Rewind 1854 Inghilterra – situazione Ludico-Politico BNX124-45
Benson, Elijah            digi-alias        Lady Marine Grant     Gentildonna inglese
Cardinale, Jude           digi-alias        Cardinale De FilippisAlto prelato italiano
Morales, Eric             digi-alias        Cadetto Marchant       Militare inglese
O’Brian, Garrie          digi-alias        Lord Gareth                Gentiluomo inglese
Patterson, Matt            digi-alias        Lady Chesterton          Gentildonna inglese
 
“Questo ballo è la cosa più noiosamente noiosa a cui mi sia capitato di assistere in tutta la mia breve ma intensa esistenza” sentenziò lord Gareth ingozzandosi per l’ennesima volta di sottaceti dal piatto d’argento che il maggiordomo gli esibiva ossequiosamente. Marine gli lanciò uno sguardo esasperato. Forse aveva sbagliato a mandare di pattuglia all’esterno il Cardinale e lady Chesterton, ma aveva ritenuto prudente segnalare con quella mossa al CDI che teneva Garrie sotto sorveglianza: era il suo elemento di squadra di Orion 4W. Gli avevano detto di tenere d’occhio i Runners di quella stazione e lei obbediva agli ordini. Odiava però non averne ancora parlato con i suoi ragazzi, quindi era agitata e nervosa.
“Lord Gareth, se mi consente l’ardire, chiuda quella fogna una buona volta” gli sibilò nell’orecchio, provocando all’uomo una leggera tosse nasale.
La sala era gremita di gente elegantissima e, ovviamente, bellissima: poche persone sceglievano come digi-alias delle facce comuni. Le donne erano in genere di una bellezza strepitosa e oltremodo falsa e gli uomini sembravano usciti a piè pari dall’ultima pubblicità in fatto di anabolizzanti. Quando entrò il Cardinale, il suo severo abito rosso quasi stonava per il suo assoluto anonimato. Il prelato si avvicinò a Marine e lord Gareth inchinandosi ogni tanto a salutare qualche signora ingioiellata.
“Scusate se ho lasciato la mia postazione di controllo nel frutteto, lady Grant” sospirò quando arrivò vicino a loro “Ma stavo per stramazzare a terra addormentato. A furia di guardare crescere le piante, stavo mettendo radici anch’io. Siamo sicuri che questa gente si diverta in mezzo a questo mortorio?”
Marine si guardò intorno: effettivamente le facce aristocratiche degli invitati lasciavano trapelare tedio più che divertimento.
“Ragazzi, mi sto rompendo le scatole quanto voi. Tenete duro, manca ancora poco” disse con un sospiro, sventolandosi il ventaglio davanti alla faccia per soffocare uno sbadiglio.
Improvvisamente il Cardinale la prese per una mano e si avviò verso la pista da ballo.
“Ma porc… Cardinale!” sibilò Marine, sorridendo nervosamente agli astanti “Che hai intenzione di fare?”
“Ballare” le rispose serafico il prelato, cingendole la vita con un braccio “A quanto pare, è l’unico metodo per tenersi un pò svegli, qui. E poi stasera siete così carina…”
“Davvero pensate che lo sia?” mormorò Marine con un lampo divertito negli occhi “Quanto tempo che aspetto queste parole…Perché non gettate alle ortiche i voti monastici e vi decidete a passare una settimana sulla piattaforma Sex con me?”
Il Cardinale, strabuzzò gli occhi, quasi inciampando sull’orlo del lungo abito.
“Milady! Evidentemente, il fatto di essere una donna così graziosa vi spinge a dimenticare che siamo in missione”
“A dire il vero, quello che vorrei dimenticare è quanto siete evidentemente negato per il ballo, monsignore” ribatté Marine e il Cardinale si rannuvolò.
“Questo non è assolutamente vero” dichiarò altezzoso col naso per aria “Sono leggero e aggraziato come una libellula. E se vi azzardate a dire il contrario, appena usciremo di qui vi percuoterò selvaggiamente, e al diavolo l’etichetta di questa stupida DDW”
A Marine si illuminarono gli occhi.
“Davvero mi volete sculacciare? Che meraviglia, insomma, non mi avevate mai fatto capire che poteva interessarti una storia sul genere sado-maso”
“ …Milady…”
“E sentite questa, vi faccio anche la rima baciata: con tanto di naso o forse in un vaso…”
“Avete bevuto? Ricordatevi che siete in servizio”
“Giusto: adesso basta ballare, mi avete già assassinato a sufficienza i piedi”
Il Cardinale fece il broncio come un bambino capriccioso.
“Ma come, già finito? State diventando sempre più simile al generale-scopa-nel-didietro-Scott. Brutte notizie dal CDI, immagino”
Non era una domanda, ma una constatazione: Marine guardò di sottecchi la faccia sorridente del Cardinale.
“Sì. Vi devo parlare di cose serie, ragazzi, dopo nel Limbo”
“E’ così brutta?” le chiese il Cardinale facendola volteggiare al ritmo del valzer  con estrema attenzione per non calpestarle il vestito.
“Molto. Eravamo convocati io e Damon. Si tratta di Runners scomparsi”
“Diamine, era quasi meglio la storia sado-maso” la rincuorò il Cardinale, comprensivo.
“Come se non bastasse, ci hanno anche affibbiato altro lavoro straordinario”
“Povera, povera piccola lady Grant” sussurrò il Cardinale, mieloso “Tutte queste responsabilità sulle sue piccole, fragili spalle. Vuoi che mandiamo Pat con qualche spaccatimpani a sgridare tutti quei cattivoni del CDI ?”
Marine si rilassò senza volere tra le braccia del Cardinale.
“Siete un maledetto sobillatore, monsignore. Farò richiesta di trasferirvi al più presto alla piattaforma Mystic a sorvegliare i buddisti nel loro pellegrinaggio verso Katmandu”
“Questo va contro la mia attuale religione” ribatté compunto il Cardinale “Protesterò per conflitto di interessi. Comunque, così va meglio, sembrate un pochino più rilassata. La schiena però è ancora rigida, se volete un massaggio thailandese sono certo che Lord Gareth potrebbe ben servirvi, di là in sala banchetti…”
“Cardinale!! Sono una signora, io!” si finse scandalizzata Marine.
Il valzer finì e il Cardinale la accompagnò cerimoniosamente al suo posto.
“A dopo, milady. Vado a controllare se qualche frutto è nato nel frutteto durante la mia assenza” salutò con un sorriso impudente.
“Non è giusto però” si lamentò lord Gareth con un broncio solenne “Sono ad una festa, ci sono un sacco di donne bellissime intorno e non posso nemmeno avvicinarmi per annusarle…”
“Siete in servizio, milord” ribatté Marine con leggerezza “Comunque, Garrie-O, tieni presente che tutte queste bellezze nella realtà sono quelle vecchie befane mogli dei dirigenti della Ars Space Corp. che ti spogliano con gli occhi ogni volta che passi dal CDI. E poi, che vuoi annusare? Puzzano come cavolfiori bolliti”
“Dio, che schifo” si disgustò lord Gareth, arricciando il viso in una smorfia “Andiamocene nel Limbo: persino il faccione di Pat è meglio della visione che hai dipinto”
Marine stava per girarsi verso lord Gareth e approfondire l’argomento quando lo sentì: un leggero pizzicore dietro la nuca, come se una mano sfiorasse la punta dei capelli. Intercettò in un attimo lo sguardo attonito di lord Gareth, pieno di stupefatto terrore prima che un fiotto di adrenalina le gonfiasse le vene. Di prepotenza il ruolo di Runner spazzò via l’affettata postura femminile e sia Marine che lord Gareth si tesero saettando con lo sguardo intorno al salone, in cerca di qualsiasi segnale anomalo. Seguendo una improvvisa intuizione, Marine scattò velocissima verso la veranda, urtando brutalmente le coppie che ballavano nel salone. Uscita fuori si fermò di colpo, stupefatta: nel perfetto cielo stellato si era aperto un vorticante squarcio buio e violaceo.
“Squadra!” urlò a pieni polmoni attivando le nano comunicazioni nell’orecchio “A rapporto immediatamente!”
Lord Gareth arrivò dietro di lei, trafelato, in mano un rilevatore di virus prontamente prelevato dal discreto deposito dietro il paravento.
“Analisi e scansione completa” ordinò Marine telegrafica e dura: lord Gareth puntò il congegno verso il buco nero che si allargava nel cielo. Sparò due o tre volte, centrandolo in pieno ma sul piccolo schermo del rilevatore non comparve scritto niente se non “Scan Virus OK No Detected”. Lord Gareth si girò verso Marine, la faccia attonita di chi riceve uno schiaffo in pieno viso senza nessun motivo.
“Non è un virus” disse con una strana voce calma mentre il Cardinale arrivava di corsa dal frutteto tenendo l’abito sollevato per correre più agevolmente.
La delicata musica classica nel salone, intanto, si era interrotta su una nota stonata e un brusio inquieto serpeggiava tra gli ospiti ingioiellati: alcune teste sbucarono incuriosite fuori dalle finestre e Marine predisse un imminente scoppio di panico generale.
“Qualsiasi cosa sia, non arriva dal CDI” ansimò trafelato il Cardinale raggiungendo i due sulla veranda. Marine, con un moto di stizza e una sotterranea apprensione riattivò le nano comunicazioni.
“Morales, attiva il codice di emergenza e chiedi a quei maledetti del CDI perché diavolo non ci  hanno avvertito” abbaiò, mandando mentalmente al diavolo i nomi dei digi-alias della squadra “Patterson, dove ti sei cacciato?”
“Sto arrivando, capo” grugnì una voce soffocata: come al solito, lady Chesterton si stava abbuffando.
“Lascia perdere, Pat, corri subito a prendere le armi nell’arsenale. Cardinale, se non è un virus che diavolo è?”
 Il prelato stava battendo sui tasti di un minuscolo computer agganciato all’avambraccio e scuoteva la testa, incerto. Tutt’intorno, come previsto, era scoppiato il caos: la gente iniziò a correre a destra e a sinistra, starnazzando come galline in preda al panico. Marine aggrottò le sopracciglia.
“Garrie! Maledizione, trascina questa gente vicino al de-digitalizzatore e imbarcala per ritorno immediato: se ci girano intorno ci rompono solo le palle. Cardinale, tira fuori immediatamente alcune informazioni su quell’affare. Morales! Il CDI!!”
Il buco nero si stava allargando minacciosamente con un sordo brontolio e Marine dovette coprirsi l’orecchio con una mano per sentire la voce di Morales tramite le nano comunicazioni nell’orecchio.
“Capo, abbiamo un piccolo, irrisorio problema: le comunicazioni con il CDI sono interrotte”
“Interrotte?” trasecolò Marine, furiosa “Come sarebbe a dire interrotte?”
“Non abbiamo tempo per le domande retoriche. Ho bisogno di un canale di emergenza e lo sto cercando nella rete. Dammi un secondo”
“Non ce l’abbiamo un secondo” tagliò corto, categorica, Marine “Trova quel passaggio alla svelta. Questa serie di contrattempi puzza di bruciato e non mi va di star qui con le mani in mano ad aspettare che arrivi la piaga delle locuste, chiaro?”
Il rombo era diventato assordante; la terra prese a tremare leggermene, provocando un delicato tintinnio di cristalli nel salone e aumentando l’intensità degli strilli della folla impaurita. Lady Chesterton arrivò sulla veranda con le braccia cariche delle tozze armi di ordinanza dei Runners, con tanto di mirino telescopico e caricatore di riserva ballonzolante attaccato al manico.
“Meno male che le ho revisionate questa mattina” ansimò senza fiato mentre le distribuiva febbrilmente ai compagni. Marine impugnò un piccolo mitragliatore cromato, sentendosi irrazionalmente più sicura con un’arma in mano anche se contro i virus erano assolutamente inutili.
“Stiamo aspettando te, Cardinale”  disse acida, guardandosi intorno “Garrie, come va con il de-digitalizzatore?”
“Capo, se le comunicazioni con il CDI sono interrotte non va nemmeno il de-digitalizzatore. Sto per essere travolto da questi maledetti digi-alias starnazzanti. Posso mollare un fumogeno e tramortirli tutti?”
Marine prese in considerazione la proposta.
“Un’altra volta, Garrie”
“Trovato!” esultò Morales nell’interfono “Un passaggio nella rete, per grazia ricevuta. Garrie, comincia ad infilare la gente nel de-digitalizzatore!”
“Cardinale, se non mi dici che diamine è quel buco giuro su Dio che ti de-digitalizzo con le mie mani” si infuriò Marine.
Il Cardinale le lanciò uno sguardo disgustato.
“Calma, lady Grant, ricorda che il CDI sta registrando tutto ed il tuo lessico non si confà alla piattaforma su cui siamo. Detto questo, ho lanciato più o meno ottocento diversi tipi di programmi analizzatori e non è saltato fuori un accidente attendibile. Quel buco è…  niente. E’ un noise, un disturbo, troppo debole perché gli antivirus lo intercettino. Sembra quasi…”
Si interruppe ed un lampo di comprensione saettò dal suo sguardo a quello di Marine: una fulminea premonizione invase il ventre di Marine con un peso liquido e angosciante.
“… un maledetto specchietto per le allodole! Una trappola!”
*          *          *
Un attacco. Ecco cos’era. Il primo, unico attacco mai registrato sulle DDW dalla loro nascita e la squadra di Marine si trovava proprio nel bel mezzo, unico baluardo di resistenza e legalità. Come evocate dall’esclamazione di Marine, delle figure scure arrivarono di gran carriera dal viale principale. Marine fece appena in tempo ad accorgersi che erano esseri umani a cavallo perfettamente integrati alla piattaforma DR prima che uno sparo le sibilasse a pochi centimetri dall’orecchio. La donna si buttò per terra, imprecando mentre una salva di pallottole seguì la prima, grandinando attorno alla squadra che si gettò confusamente al riparo seguendo diversi percorsi.
“Cardinale! L’antivirus!” urlò Marine a squarciagola dopo essere rotolata dietro ad un raffinato tavolino di ferro battuto, sgualcendo senza cerimonie il delicato vestito di pizzo.
I ragazzi della quadra si sparpagliarono in posizione di difesa e il Cardinale, nascosto dietro una colonna di marmo, armeggiò febbrilmente col computer da polso.
“Ti ho detto che non sono dei maledettissimi virus, Capo!” urlò infine brandendo la pistola e iniziando a sparare “Sono dei digi-alias! Ripeto, banalissimi digi-alias!”
Alle sue parole, lady Chesterton regolò il mirino ad infrarossi e fece fuoco con millimetrica precisione.
Uno dei digi-alias sceso da cavallo che stava correndo verso l’ingresso cadde al suolo con un grido disperato, spruzzando sangue sull’erba morbida del prato.
“Perdio, sono davvero dei digi-alias!” mormorò lord Gareth facendo fuoco a sua volta.
Gli aggressori erano nel frattempo arrivati davanti all’ingresso e stavano rapidamente scendendo da cavallo per correre intorno al palazzo ducale, accerchiandoli. Con l’occhio vigile del militare, Marine registrò che erano circa una decina di uomini abbigliati in perfetto stile ottocentesco e che le loro armi erano pistole dell’epoca: ecco il motivo per cui i sensori non avevano rilevato presenza di armi nel perimetro. Con pochi, rapidi colpi la squadra di Runners aveva fatto fuori almeno tre assalitori, ma molti erano fuggiti sul retro, fuori tiro. Una terribile idea passò fulminea nella testa di Marine.
“Cardinale! Morales! Con me, dietro! Patterson, coprici!” ordinò seccamente prima di tuffarsi verso l’ingresso del salone, ormai ridotto ad un misero campo di battaglia. Correndo, i tre raggiunsero la folla delirante ammassata intorno al de-digitalizzatore.
“Qui ci sono i capi supremi della Ars Space Corp.” spiegò brevemente Marine, guardandosi intorno “Non so come né perché, ma ho idea che il bersaglio siano loro. Garrie, se c’è rimasto qualche pezzo grosso, fallo salire per primo. Ragazzi, facciamo scudo, e che Dio ce la mandi buona”
Il Cardinale si posizionò alla destra e il cadetto Marchant alla sinistra di Marine, all’erta. Confermando tristemente i timori di Marine, i digi-alias entrarono di corsa con le armi spianate, sparando all’impazzata in mezzo alla folla. Una signora emise un acutissimo gridò e cadde in ginocchio, premendosi le reni con le mani che si macchiarono subito di sangue. Marine inspirò e prese freddamente la mira: centrò due assalitori esattamente in mezzo agli occhi mentre il cadetto Marchant imprecava, accasciandosi su di un fianco
“Morales! Tutto ok?” chiese Marine mentre il Cardinale riusciva a colpire un altro digi-alias.
“Capo, i pezzi grossi sono tutti in salvo” ululò lord Gareth in interfono e il cadetto Marchant sospirò alzando un pollice in segno di vittoria. Improvvisamente, come se avessero capito che lo scopo della loro missione era stato vanificato, gli aggressori decimati si ritirarono, rotolando lesti verso l’ingresso di servizio da cui erano entrati. Marine scattò sulle gambe e li rincorse tallonata dal Cardinale. Fece appena in tempo a vedere un uomo, che era evidentemente il trascinatore della rivolta, sollevare un compagno ferito e caricarselo sulla spalla prima di doversi riparare dietro allo stipite della porta, investito da una salva di proiettili.
“Cardinale! Quello in centro con un ferito sulla spalla! Riesci ad identificarlo?”
Il Cardinale diresse verso l’uomo che stava faticosamente risalendo a cavallo il suo trasduttore da polso.
“Negativo, Capo” mugugnò schifato quando lo strumento emise un bip seguito da un deprimente “File not found”. In un turbinio di nitriti, i cavalli scalpitarono eccitati dal fumo e dall’odore di polvere da sparo. Il ribelle a cavallo girò le briglie della sua cavalcatura e per un attimo il suo sguardo insondabile incontrò quello furente di Marine. Non sembrava né arrabbiato né sconfitto. A Marine, assurdamente, sembrò solo triste: poi, l’uomo fece impennare il cavallo in una brusca rotazione e galoppò via. Ben presto gli spari divennero più radi e lontani e Marine si arrischiò a sporgere la testa: gli assalitori si stavano allontanando, rapidamente come erano arrivati. Come a segnare la fine delle ostilità, il rombo continuo del buco nero nel cielo si smorzò lentamente e ben presto riapparvero le stelle. Marine si appoggiò pesantemente alla porta, accorgendosi solo in quel momento di avere la schiena tutta ammaccata e graffiata. Il Cardinale, di fronte a lei, conservava un dignitoso distacco anche senza la mantellina scarlatta e con i radi capelli spettinati. Il silenzio ansimante dei due fu interrotto dalla voce del cadetto Marchant nell’interfono.
“Capo, sono ripristinate le comunicazioni con il CDI: cosa devo dire?”
Marine si passò la mano sul viso e non si sorprese quando la ritirò bagnata di sangue.
“Digli che li ringraziamo di cuore per l’aiuto fornitoci” mormorò esausta “Tu come stai, hijo?”
“Solo un graffio, ma brucia come l’inferno” rispose grato il giovane.
 “Qualcuno può venire a darmi una mano qui dal de-digitalizzatore, eh?” pigolò la voce di lord Gareth “Non ho più abbastanza mangime per tutti questi polli e qualcuno sta approfittando della situazione per toccarmi il sedere. Non sono pagato a sufficienza per subire anche questo”
Il Cardinale si alzò in piedi e si spolverò l’abito talare con calma.
“Tranquillo, cucciolo, vengo io a dare l’estrema unzione a quei depravati” disse.
Poi sorrise a Marine, ancora semi accasciata sulla porta.
“Che dite, lady Grant, pensate che quello stipite farà a meno del vostro sostegno o non ha più ragione di esistere senza di voi?”
Marine si staccò dalla porta, sentendosi molto stanca e molto sfortunata ad avere dei colleghi che non perdevano mai il loro maledetto senso dell’umorismo.
“Salutami Katmandu, Cardinale” sibilò, ma non aveva nessuna voglia di ironizzare. I lamenti e l’odore di sangue che provenivano dal salone  la dicevano lunga sull’esito di quel primo, impossibile attacco alle DDW conosciute. Marine si avviò verso l’interno lenta e curva come una vecchia e la testa già piena di furore e domande senza risposta.
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: L_Fy