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Autore: L_Fy    05/09/2011    2 recensioni
Cosa riserva il futuro all'umanità? La Terra sta lentamente scivolando verso l’autodistruzione e prima o poi le risorse primarie si esauriranno. Per tali motivi, in un futuro non troppo lontano, l'umanità si è vista costretta a partire verso le volte dell'universo, alla ricerca di un altro pianeta abitabile. E’ quindi questo il compito delle 4 enorme navi spaziali chiamate Orion che dopo essere uscite dal sistema solare hanno perso contatto con il loro pianeta madre.
Genere: Azione, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Piattaforma Unknow – Incognito
 
Naturalmente, Morales e Garrie non trovarono niente da mangiare su quella piattaforma desolatamente vuota. Quando rientrarono nelle capanne con la coda tra le gambe e la bava alla bocca dalla fame, Cardinale li accolse con un sorrisetto serafico e malvagio stampato in faccia.
“Non ti conviene sghignazzare tanto” la ammonì Patterson con una faccia truce e sofferente “Tu sei la prima che ficcheremo in pentola se rischiamo di morire di fame”
“Rido perché ho la soluzione in tasca” ribatté Cardinale altezzosa “Voi che denigrate sempre i miei programmi pirata…Ho scannerizzato la zona e ho trovato un agglomerato sotterraneo a pochi chilometri da qui. Scommetto che è un bunker di riserve alimentari”
“E come fai ad essere certa che non sia qualcos’altro, che so, una discarica di materiale radioattivo o una latrina coperta?” domandò Garrie, irritato da tanta snervante sicurezza.
“Perché, o mio bel giovine, un bunker di riserve alimentari è obbligatorio su qualsiasi piattaforma registrata. Se solo ti fossi sforzato di studiare il regolamento delle DDW, in Accademia, lo sapresti esattamente come lo so io”
Morales appoggiò comprensivo la mano sulla spalla di Garrie.
“Lo so, lo so…anche a me viene voglia di ucciderla. Ma ci serve ancora per un po’…metti che rimaniamo bloccati su questa piattaforma per sempre e ci tocchi ripopolarla…”
“Se il bunker è a chilometri di distanza ci conviene muoverci” si intromise Elijah per evitare l’ovvia e infuocata disquisizione che stava per uscire dalla bocca di Cardinale.
Che, comunque,  non riuscì a trattenersi e mentre arrancavano alla ricerca del bunker macinò la sua personale versione dei fatti.
“Sto ancora pensando alla prospettiva da brivido di rimanere bloccata con voi per sempre su questa DDW…oddio, che incubo.Meglio il suicidio” dichiarò convinta.
“Hei, l’argomento è piuttosto interessante” ridacchiò Morales “Noi cinque soli contro il mondo, obbligati a procurarci il cibo con le nude mani e a litigarci i favori dell’unica donna in circolazione…”
“Piuttosto che cercare di ingraziarmi Cardinale, prendo Garrie come concubina” ringhiò Patterson scatenando il giusto malumore di Garrie.
“Piuttosto che diventare la tua concubina mi lascio toccare da Elijah” buttò lì il giovane con un brivido di raccapriccio.
“Bè, vedo che alla fine vi arrangereste benissimo anche senza di me” sorrise Cardinale “Rimango dell’idea che il suicidio farebbe proprio al mio caso”
“Piantatela con questi discorsi assurdi” sentenziò Elijah, bellamente ignorato.
Arrivarono sul posto indicato dal computer di Cardinale continuando a disquisire fiaccamente sull’argomento. Il duro terreno di terra secca e compatta li scoraggiò non poco.
“Dobbiamo scavare, adesso?” si lamentò Garrie imbronciato “E con che attrezzi? Usiamo la testa di Pat come trivella spaziale?”
“Oh, povera Garrie…” lo canzonò Morales perfido “Ti sciuperai lo smalto sulle unghie…”
“Non c’è alternativa” sospirò Cardinale dando un’occhiata al computer da polso “Mentre voi uomini duri scavate con le unghie o coi denti, a vostra scelta, io vado in perlustrazione qui intorno: il computer mi segnala la presenza di una falda acquifera, vedo se riesco a localizzarla”
Nonostante le vibranti proteste Cardinale si incamminò risoluta e i compagni si misero tutti al lavoro: dopo circa mezzora di scavi e centinaia di improperi fumanti, trovarono finalmente la botola del bunker che, sorprendentemente, non aveva affatto l’aria di essere un deposito di riserve alimentari. Il primo a scendere fu Patterson con una torcia e la pistola spianata per ogni evenienza.
“Vedi del cibo lì sotto?” domandò Morales sporgendosi dall’apertura “Ti prego, dimmi che c’è del cibo, altrimenti mi mangio un orecchio di Garrie dalla fame che ho”
La faccia di Patterson sbucò dall’ombra con un’espressione indecifrabile.
“Ci sono delle scatolette” annunciò per la gioia di tutti gli altri “E un paio di casse dall’aria sospetta…”
“In che senso sospetta?” domandò Elijah già preoccupato.
Patterson senza parlare sollevò in alto una bottiglia dall’aria polverosa ma inequivocabilmente piena di liquido ambrato.
“Non posso crederci…è whisky!” esclamò deliziato Garrie allungandosi come se Patterson gli stesse porgendo il sacro Graal “Come c’è finito su questa piattaforma da pianto?”
“Non porti domande quando la provvidenza ti sorride” lo rimproverò Morales tirando fuori una cassa intera con lo sguardo luminoso di un bambino.
“Ragazzi, forse non è il caso attaccarci alla bottiglia in un momento come questo…” provò a dire Elijah “Potrebbe anche non essere alcool quella roba, potremmo farci seriamente del male…”
“Lo scanner dice che è whisky” sentenziò Patterson stappando entusiasta la bottiglia “E se non è un goccetto quello che ci vuole adesso, dimmi tu cos’è, capo”
“Ma…”
Protestò Elijah che aveva dei seri dubbi ma le parole gli morirono sulla bocca quando Morales gli sbattè il mano una bottiglia lattiginosa mentre ingollava con entusiasmo il liquore da un’altra.
“Hei, capo, questo è un segno” dichiarò Patterson dopo essersi scolato d’un colpo mezza bottiglia “Bevi e stai zitto, una buona volta”
“Oh, bè, in fondo , peggio di così…” capitolò Elijah stappando la bottiglia e unendosi ai compagni.
*          *          *
Orion 3W – Sede CDI
 
Damon Richner guardava l’elenco olografico dei Runners fuggiaschi con un’espressione indecifrabile sul viso. In mezzo a tanti nomi sconosciuti, spiccavano come scritti col sangue quelli di Benedict, Benson, O’Brian, Patterson, Morales e Cardinale. Tutte persone che conosceva bene, tutti Runners assolutamente fidati e validi. Damon nascondeva il suo sgomento con una dura espressione fredda, ma dentro di sé ribolliva. Era impossibile che quei Runners fossero davvero dei ribelli. Doveva essere successo qualcosa…qualcosa di grosso e puzzolente. Qualcosa che, volente o nolente, l’avrebbe coinvolto fino alle scarpe. Con un grosso sospiro, ricacciò indietro la paura che voleva attanagliargli la gola e pensò a quanto gli aveva detto Elijah l’ultima volta che si erano visti. Nessun sospetto, nemmeno vaghissimo. Damon si fidava ciecamente di Elijah. Doveva essergli successo qualcosa di terribile. Ma cosa…?
Damon spense l’olo-visore e girò le spalle ai suoi collaboratori che discutevano del piano del CDI per scovare i ribelli sulle DDW. Cosa era successo ad Elijah? Presto, molto presto l’avrebbe saputo.
*          *          *
Piattaforma Unknow – Incognito
 
Cardinale aveva trovato la fonte d’acqua a più di tre chilometri dal bunker. Dopo aver riempito le borracce, essersi rinfrescata la faccia e dopo un breve riposino seduta a memorizzare le coordinate del posto sul computer, si decise con calma a tornare indietro. Quando arrivò in prossimità del bunker sentì da lontano dei bassi lamenti e, con il cuore in gola, fece l’ultimo tratto di corsa con la pistola spianata chiamando a voce bassa i compagni. Li trovò dietro a una bassa duna di terra arida, praticamente sdraiati uno sull’altro in evidente stato di ebbrezza. Ridacchiavano felici e svaporati canticchiando assurde canzoncine e menandosi pacche sulle spalle l’un l’altro mentre quattro bottiglie vuote che puzzavano di alcool e di stantio li circondavano come sentinelle abbandonate.
Cardinale ci mise un po’ a capire cos’era successo: la sua preoccupazione si trasformò in attonita sorpresa per scivolare velocemente verso una esasperazione mista a ilarità che le fece abbassare la pistola spianata in attesa di nemici.
“Ragazzi!” mormorò scandalizzata cercando di trattenere le risate: quattro paia di occhi serenamente vacui si spostarono su di lei.
“Cradi…Cadri…Cardinale!” biascicò Elijah con un sorriso da idiota “Scei tornata finalmente..”
Cardinale li guardava allibita.
“Voi…siete…ubriachi!” sibilò più sorpresa che sconvolta.
Patterson ridacchiò scuotendo il testone enorme.
“Sciante parole, damigella…sciante parole…” tuonò pieno di etilico entusiasmo.
“Razza di stupidi decerebrati!” strillò la ragazza “Ma vi rendete conto di quello che avete fatto? Siamo ricercati, fuggiaschi, senza armi o coperture accettabili, braccati dall’intero CDI e voi vi sbronzate alla prima occasione come brufolosi adolescenti alla prima uscita domenicale? Siete completamente rimbambiti?!?”
Morales, che aveva strizzato dolorosamente gli occhi al suono acuto della sua voce, le allungò una bottiglia facendo ondeggiare pericolosamente il braccio.
“Andiamo, Jude…smonta dal piedistallo e fatti un goccetto” gorgogliò con voce sognante.
Cardinale fu per un attimo tentata di assecondarlo, ma poi il suo solito pudore morale la obbligò a lanciargli uno sguardo carico di disprezzo.
“Io che mi abbasso al vostro livello di animali da cortile? Stai scherzando, vero? E chi si occupa di montare la guardia, preparare tutto per domani, caricare le armi…Vi siete scordati che siamo in una situazione di pericolo e che stiamo progettando un’incursione su una DDW per incontrare Alicia dove magari ci stanno aspettando con le pistole spianate pronti a farci fuori come moscerini? Elijah…proprio tu che sei il capo e che ti fai un vanto di essere sempre presente e all’erta…”
“Sì, ma questa roba è davvero una bomba…” si difese Elijah con un sorriso svaporato.
“…senza nemmeno sapere da dove viene quella roba…Poteva essere veleno! Potevate essere tutti stecchiti a quest’ora!”
“Non male come prospettiva” bofonchiò Patterson accigliato “Avremmo evitato di fracassarci i padiglioni auricolari con il tuo sermone”
Incurante delle proteste, la ragazza andò avanti un bel pezzo a blaterare, sfogando il nervosismo e infierendo sadicamente sulle teste chine e indifese dei compagni che, comunque, non sembravano particolarmente interessati al suo monologo. Patterson dopo un po’ crollò supino con gli occhi serrati e un ghigno orribile sul viso. Era chiaramente vivo poiché russava come il trombone di un’orchestra sinfonica, e Morales si trascinò fino a lui sprimacciandogli il ventre prominente come se fosse un cuscino.
“Notte notte” mormorò appoggiandovi con un sospiro beato la testa e addormentandosi dopo più o meno tre nanosecondi.
Elijah, che sembrava sul punto di crollare da un momento all’altro, cedette di schianto cozzando con la fronte contro un sasso con un sordo rumore attutito che sapeva tanto di enorme bernoccolo involontario. Rimase solamente Garrie a sorbirsi lo sproloquio di Cardinale: la guardava con un mezzo sorrisetto assolutamente vacuo e perso, sbattendo mollemente le ciglia semiaddormentato.
“Sai, Cardinale” disse ad un tratto con voce seria interrompendola bruscamente nel bel mezzo della sua filippica “Quando ti infervori così mi vien voglia di tapparti quella bocca di fuoco che ti ritrovi e io conosco un modo solo per tappare la bocca a una donna…”
Cardinale tacque all’improvviso come se qualcuno le avesse improvvisamente staccato l’audio. Garrie ridacchiò mentre scivolava lentamente su un fianco finendo addosso al petto di Morales.
“Lo sapevo che sarei riuscito a farti tacere…comunque, sei molto più sexy quando ti togli quell’espressione da giudizio universale dalla faccia. Non fosse per Elijah…”
Il resto si perse in un borbottio indistinto.
“Non fosse cosa?” scappò dalla bocca di Cardinale: Garrie non rispose, già addormentato con un sorriso da cherubino sul viso disteso e la ragazza lo scosse rudemente per la spalla, facendolo mugolare per protesta.
“Non fosse cosa?” ribadì, dura: chissà perché, rispondere a quella domanda le sembrava di colpo molto importante.
“Uff” bofonchiò Garrie ad occhi chiusi “Elijah. Non fosse per…quel dannato stoccafisso…”
Le ultime parole quasi masticate si persero nel respiro regolare del sonno profondo. Cardinale, sola con la sua virtuosa sobrietà e il batticuore per le ultime, sibilline parole di Garrie, rimase a fissare i quattro compagni che dormivano beati. Si sentiva stranamente insoddisfatta, segretamente e vergognosamente dispiaciuta di non essere sbronza come loro. In punta di piedi, con un sospiro, trascinò Elijah per i piedi e fece rotolare Garrie in una posizione più comoda, mormorando a fior di labbra i suoi acidi commenti. Poi, rimase a guardarli mentre la luce decisa del pomeriggio iniziava a stemperarsi nel tenue grigiore della sera.
*          *          *
Sede Orion 4W
 
La navetta H1WJ9 attraccò sul ponte 135 di Orion 4W: l’operazione passò praticamente inosservata in mezzo al viavai di cargo provenienti da Orion 2W con le scorte alimentari e pochi sarebbero stati in grado di ricordare il passaggio di quell’ anonimo e tozzo veicolo. Questo era esattamente l’intento del capitano della nave che aveva studiato accuratamente i tempi e i modi dell’attracco per attirare meno attenzione possibile nel più breve tempo possibile. La maggior parte degli addetti ai lavori ignorava la funzione della navetta H1WJ9, benchè il logo della Ars Space Corp. fosse impresso ben chiaro sulle fiancate. Non trasportava scorte alimentari, non trasportava persone né animali…non trasportava altro che crio-bare. Per questa sua macabra funzione la navetta godeva di pessima fama ed era snobbata o volutamente ignorata dalla maggior parte dei tecnici delle Orion. Questo, naturalmente, era il gioco del capitano della navetta. Gli ordini che aveva ricevuto erano chiari, semplici e precisi: tenersi alla larga dai problemi, non dare nell’occhio, svolgere in silenzio il proprio lavoro. Adesso, per esempio, il lavoro consisteva nel prendere in consegna le crio-bare della settimana da Orion 4W. Gli abitanti di tutte le Orion godevano di buona salute, avevano una prospettiva di vita di più di cento anni…ma non erano immortali. Anche quella settimana due crio-bare attendevano immobili e silenziose che la navetta H1WJ9 facesse da scorta verso la loro ultima e definitiva destinazione: lo spazio. Il nulla. Ufficialmente, il lavoro della navetta H1WJ9 era un ben sporco e lugubre lavoro, ma pur sempre necessario. Nessuno sapeva…nessuno sospettava…
Oltre alle crio-bare, sul ponte 135 due persone attendevano la navetta H1WJ9. Un uomo e una donna in abiti civili dall’aria composta e silenziosa delle persone di cultura. I due salirono a bordo della nave con discrezione, quasi di soppiatto, e nessuno sul ponte ricordò in avvenire il loro passaggio. Il capitano aspettava i due nuovi ospiti sul ponte di comando: quando entrarono si avvicinò a loro tendendo formalmente la mano, freddo, cortese e anonimo. La sua voce leggermente afona e priva di qualsiasi intonazione rispecchiava quasi perfettamente la nave che pilotava.
“Dottor Jones, dottoressa Brown….vi aspettavamo. Benvenuti a bordo”
*          *          *
Piattaforma Unknow – Incognito
 
Elijah si svegliò con il profumo, consistente e benedetto, di cibo e caffè. Un’altra cosa che lo colpì fu il sospetto che qualcuno, durante il sonno, gli avesse sostituito il cranio con un grosso masso di pietra. Girò lo sguardo e vide due cose che lo preoccuparono: la prima fu che era decisamente buio, la seconda che stava dormendo praticamente abbracciato a Morales in una posa a dir poco compromettente. Si alzò gemendo e scricchiolando come una vecchia ottuagenaria e si accorse della presenza di Cardinale, seduta compostamente a pochi metri da lui, che lo guardava con una espressione di curiosa superiorità; stava mescolando una pentola con dentro qualcosa di indefinito sopra a un fuocherello di sterpaglie.
“Alla buonora” lo salutò la donna con voce squillante “Stavo per prendere una borraccia e svegliarvi tutti insieme con una bella doccia ghiacciata…sarebbe stato esattamente quello che vi meritavate”
“Ooooh….ti prego, Cardinale, tieni la voce bassa” mormorò Elijah sentendo di colpo lo stomaco e lo scroto che si scambiavano allegramente di posto.
Il cambiamento di posizione svegliò anche Morales: senza proferire verbo, riuscì a girare la testa verso l’esterno prima di essere scosso da convulsi conati di vomito sotto l’occhio disgustato di tutti i compagni.
“Razza di deficienti” borbottò Cardinale altezzosa girando loro le spalle col naso per aria.
Ben presto anche Patterson e Garrie presero a lamentarsi ritornando faticosamente indietro dall’oblio alcolico in cui erano piombati. Cardinale si avvicinò a Elijah e gli ficcò in mano una tazza di latta piena di caffè fumante.
“Bevi” ordinò decisa “Tra poco dobbiamo de-digitalizzarci e mi servi vivo. Possibilmente col cervello attivato, ma mi accontento di vivo”
Elijah preferì non rispondere: bevve il caffè e dopo alcuni minuti in cui valutò le possibilità di vomitare, uccidersi e ripiombare nel sonno, finalmente si sentì un poco meglio.
“Che ore sono?” domandò Patterson che sembrava quello più in forma di tutti.
“E’ tardi” li informò Cardinale, piatta “Ma non preoccupatevi: ho fatto io tutto il lavoro di preparazione per il salto da una DDW all’altra”
“Cardinale, mi dispiace” mormorò Elijah, sinceramente dispiaciuto “Quel whisky era davvero una bomba…siamo caduti come pere cotte per terra”
“Ti credo! Bere come spugne a stomaco vuoto e mezzi disidratati…meritereste di finire in cella di punizione per un decennio, almeno. Senza contare il danno neuronico, caso mai qualcuno di voi fosse ancora provvisto di materia cerebrale..”
“Dio…nemmeno in Accademia ho mai preso una sbronza così” singhiozzò Morales che comunque sembrava un po’ meno verde di prima.
“Mangiate” ordinò Cardinale togliendo la pentola dal fuoco.
“Vuoi scherzare…non riuscirei ad ingoiare nemmeno uno spillo” si lamentò Morales.
“A costo di vomitare anche l’anima. Avete bisogno di rimettevi in forze, e anche alla svelta”
Cardinale forzò alcuni piatti di fortuna in mano ai compagni che presero a mangiare, prima con titubanza e poi sempre più partecipi.
“Avevo proprio bisogno di farmi una bella mangiata” sentenziò Patterson riempiendosi di nuovo il piatto “Allora, donna, che hai fatto di bello durante la nostra….ehmm…assenza?”
“Tutto quello che occorreva fare e che voi avete gioiosamente mandato al diavolo. Ho preparato i digi-alias per la DDW 1973 Seven Dogs Club, la piattaforma dove lavora Alicia; ho scaricato le planimetrie del locale; ho preparato un programma di schermatura per eventuali intercettatori del CDI; ho preparato da mangiare e vi ho ascoltato russare come martelli pneumatici…”
“Che mostro di efficienza” la schernì Elijah con una smorfia buffa “Se mai torneremo nei ranghi del CDI, ti propongo per una promozione”
“Cardinale capitano?” trasecolò Garrie spalancando gli occhi “Dio ce ne scampi! Poveretta la squadra che finirebbe nelle sue grinfie…”
“Chiederei subito che un certo O’Brian facesse parte del mio gruppo” gli sibilò Cardinale, velenosa “E lo metterei di corvèe alle latrine sei giorni su sette”
“Ma il settimo giorno, potrei venire a massaggiarti la schiena?” le buttò lì Garrie con un sorriso serafico.
“Possibile che in qualsiasi situazione tu sia pensi solo a delle cose assurde come ai massaggi?” borbottò Elijah, irritato suo malgrado.
“Bè…soffro ancora dei postumi della sbronza” si scusò Garrie, solare “Se mi dai qualche minuto mi vengono in mente di sicuro idee migliori…”
“Patterson, hai preparato le armi?” cambiò discorso Elijah, già rientrato nel suo ruolo di capitano.
“Ma certo. Se miss Sotutto non le ha smontate per farmi un dispetto…”
“Allora cominciamo a prepararci” decise Elijah alzandosi in piedi.
Anche gli altri lo imitarono, ondeggiando debolmente, e Cardinale porse loro le borracce dell’acqua con un gesto lungo e ostentato.
“Datevi una lavata” disse con voce neutra “Puzzate come una mandria di capre tibetane”
Patterson fu il primo a togliersi la maglia della tuta, disinvolto. Cardinale arrossì e si girò di scatto.
“Vado a fare un giro finchè non vi sarete lavati e rivestiti, luridi e puzzolenti  vermiciattoli” rispose in fretta con voce acuta allontanandosi verso il buio.
 “Hei, Cardinale…perché non ti fai una doccetta insieme a noi?” la beffeggiò Garrie spruzzandole dietro un po’ d’acqua. Cardinale non osò girarsi a guardarlo e sparì nel buio.
“Chissà perché, ho come il sospetto che la granitica Cardinale sotto sotto sia una gran timidona” gorgheggiò Patterson “Alla prima occasione, giusto per vedere la reazione, le piombo davanti nudo nato e chi s’è visto s’è visto”
Cardinale, lontana una trentina di metri, aveva sentito benissimo: in quella DDW senza agenti atmosferici i suoni si propagavano con estrema facilità.
Azzardati a farlo e ti ritrovi di colpo con due ombelichi, depravato!” pensò arrabbiandosi. Preferì comunque ignorare le parole di Patterson, allungando con riottosa curiosità le orecchie per sentire i commenti dei compagni.
“Non so se è una buona idea, Pat” suggerì Morales rabbrividendo sotto gli spruzzi di acqua fredda “O almeno, accertati che non sia armata quando lo fai”
“Io preferirei piombarle davanti se fosse lei ad essere nuda nata” confidò Garrie “A guardarla per bene sembra che abbia un telaio niente male”
Un telaio? E che sono, un carro armato?” pensò Cardinale, furente.
“Ragazzi, non fatevi prendere dalle smanie sessuali. Cardinale è prima di tutto un vostro collega, non dimenticatelo” li ammonì Elijah severo. Cardinale si sentì al contempo fiera di lui e delusa dalle sue parole.
“Lo sappiamo, lo sappiamo” brontolò Morales “Però ammetterai anche tu che in certi frangenti avere di fianco una donna attraente…”
“…e con certe sporgenze dietro la tuta da Runner…” interruppe Patterson, sempre molto aristocratico.
“…è sicuramente diverso che aver di fianco un beduino con l’aerofagia e l’alitosi come il nostro collega logistico”
“Eppure, dobbiamo sforzarci di trattarli nello stesso modo” rispose Elijah, severo.
Grazie tante” pensò Cardinale, indecisa se lusingarsi o arrabbiarsi. Decise per la prima opzione.
“Vuoi dire che se mi trovassi in intimità con Cardinale dovrei trattarla come se fosse Pat? Capo, questo non te lo posso proprio promettere” disse convinto Morales, infilandosi la maglietta.
“Fate i bravi: secondo me Cardinale non apprezzerebbe i vostri commenti” mormorò Elijah, evidentemente disturbato dall’argomento.
“E perché?” chiese Morales meravigliato “Quando mai Cardinale apprezza i nostri discorsi? Comunque, magari le farebbe anche piacere sapere che la apprezziamo anche come donna. Sarà pur dotata di sangue e ormoni come tutti noi, no?”
“Già, Cardinale mica è di legno, sai?” rincarò la dose Garrie, convinto “Con quei due occhi bollenti che ha…è geneticamente impossibile che sia di legno. Fidati”
“Acqua cheta rompe i ponti” sentenziò Patterson pieno di filosofia Zen.
Occhi bollenti?” trasecolò Cardinale arrossendo nell’ombra“Acqua cheta? Ma sentiteli! E’ di queste stupidate che parlate quando non ci sono?Ve la do io un’arrostita a quei quattro neuroni che avete, traditori!
“Siamo tutti pronti?” domandò Elijah, spazientito “Nessun lembo di pelle visibile e compromettente? Molto bene. Cardinaaaleeee! Puoi tornare all’ovileeee!”
Dopo qualche minuto, Cardinale ricomparve dall’ombra trovandosi davanti il sorriso allusivo e solare dei compagni.
“Bè, allora?” ruggì lei ancora imbarazzata “Adesso che siete tutti lindi e pinti…”
“…e che abbiamo smaltito la sbronza con quattro chiacchiere tra maschietti…” aggiunse Garrie con un sorriso fanciullesco assolutamente irresistibile.
“…direi che possiamo anche andare” terminò Cardinale senza trovare il coraggio di guardarlo negli occhi.
  
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