Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: L_Fy    05/09/2011    1 recensioni
Cosa riserva il futuro all'umanità? La Terra sta lentamente scivolando verso l’autodistruzione e prima o poi le risorse primarie si esauriranno. Per tali motivi, in un futuro non troppo lontano, l'umanità si è vista costretta a partire verso le volte dell'universo, alla ricerca di un altro pianeta abitabile. E’ quindi questo il compito delle 4 enorme navi spaziali chiamate Orion che dopo essere uscite dal sistema solare hanno perso contatto con il loro pianeta madre.
Genere: Azione, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Piattaforma Dream Rewind 1973 Seven Dogs Club – incognito
Benson, Elijah            digi-alias        Lakisha                       Giovane donna
Cardinale, Jude           digi-alias        Epiphany                     Giovane donna
Morales, Eric             digi-alias        Coco                           Giovane donna
O’Brian, Garrie          digi-alias        Jemima                       Giovane donna
Patterson, Matt            digi-alias        Patrice                        Giovane donna
 
Secondo i precisi calcoli di Cardinale avrebbero dovuto digitalizzarsi in uno stanzino per gli attrezzi dentro al club “Seven Dogs” dove Alicia teneva il suo quartier generale. Ma le planimetrie che avevano consultato per effettuare i calcoli erano vecchie di anni e nel frattempo il club era stato ristrutturato: fu così che i cinque si digitalizzarono nel bel mezzo del bagno delle ragazze, stipandosi uno sull’altro dentro ad un WC, dove si misero in funzione immediatamente lo sciacquone e l’asciugatore automatico.
“Volete spegnere questo maledetto affare?” sibilò Coco che aveva la faccia esattamente davanti all’asciugatore.
“Se qualcuno mi si toglie di dosso, forse posso uscire dal water” ribatté sarcastica Jemima che aveva un piede infilato nell’elegante sanitario beige. Alla fine riuscirono a districarsi e tornare tutte in posizione verticale.
“Davvero un bello sgabuzzino degli attrezzi, Epiphany” brontolò Patrice, sarcastica
“Bè, meno male che non c’era nessuno” rincarò la dose Coco “Conoscendo le donne del XX° secolo, trovare un bagno delle ragazze vuoto in un Pub ha un che di miracoloso ”
Jemima si avvicinò allo specchio, incuriosita:
“Gesù!” esclamò alla vista della imponente acconciatura afro sulla sua testa “Cos’è questa cosa? Devo farci nidificare le cicogne qua sopra?”
“E’ la moda dell’epoca” rispose Epiphany nascondendo un sorriso perfido “Io ti trovo carina”
“Detesto essere un digi-alias femmina” brontolò Patrice osservando sospettosa allo specchio le labbra lucidissime di un improbabile color ciliegia “Se sei appena passabile, tutti tentano di palparti il sedere. Come me lo hai fatto, a proposito?”
“Enorme” la avvisò Coco dando un’occhiata al suo deretano “A parte vendicarti di noi per il nostro intermezzo alcolico fuori programma, ci sarà un motivo per cui ci hai fatto venire qui tutte femmine, afro-americane e con vestiti così…pittoreschi”
“E’ una copertura perfetta “ rispose Lakisha lanciando solo un’occhiata distratta al suo digi-alias allo specchio “ Le femmine al pub si muovono naturalmente in branco, parlottano spesso tra di loro e, se sono carine, non parlano con nessuno. Niente di più adeguato per dei Runners in fuga”
“Sì, ma se dobbiamo correre, come faccio con queste trappole per topi appese ai piedi?” si lamentò Patrice “ E poi, strizzata in questo fazzoletto che tu chiami vestito, non posso nascondere nemmeno una pistola laser piccola così”
“Se occorrerà scappare, ti toglierai le scarpe” rispose esasperata Lakisha avviandosi verso l’uscita “ La pistola la metti nella borsetta, come fanno tutte le ragazze che si rispettino. Adesso basta frignare come mammolette: il piano lo conoscete, andiamo”
“Io ho fame” si lamentò debolmente Patrice.
“Comincia a mangiarti la lingua, allora” rispose Lakisha lapidaria.
Uscirono dal bagno e, dopo un breve corridoio, entrarono nel vivo del locale, cercando di assumere un’aria indifferente. La grande sala era piena di gente, di fumo e di rumori: i tavolini rotondi, stipati di giovani dai vestiti coloratissimi, circondavano la pista da ballo illuminata dalle luci stroboscopiche e strapiena di gente. Un D.J. con tanto di occhiali da sole e acconciatura rasta dietro ad un bancone rialzato si agitava al ritmo del funky che rigurgitava dalle casse intorno alla pista. Le ragazze si avviarono ancheggiando verso il bancone del bar: la gente si era assiepata attorno ad esso, sudata, variopinta e sempre in movimento tanto che risultava impossibile riuscire a vedere i baristi. Lakisha si girò verso Patrice:
“Tu e Jemima a destra” disse a fior di labbra “Coco a sinistra. Epiphany, tu vieni con me”
Epiphany storse il naso ma non protestò: tra lei e Lakisha era caduta una specie di tregua armata  dove le due si trattavano con cortesia ma evitavano accuratamente di risiedere sullo stesso metro quadrato di pavimento. Patrice ridacchiò vedendo la faccia di Epiphany, ma preferì non commentare. Spintonando e sgomitando Jemima e Patrice riuscirono a guadagnare il banco del bar.
 “Vedi Alicia?” chiese Jemima alzandosi sulle punte dei piedi per vedere meglio, ma Patrice non rispose: si era avventata sulla ciotolina di noccioline per gli aperitivi con la foga di un cane verso il suo osso preferito. Un giovane di colore piuttosto bello e giovane le sorrise amichevolmente
“Non abbiamo cenato stasera?” le chiese salottiero e Patrice gli lanciò uno sguardo omicida.
“Squagliati, gnomo” ringhiò sottovoce : al ragazzo si spense immediatamente il sorriso dal viso e, girando sui tacchi, si allontanò velocemente.
Anche Lakisha ed Epiphany erano arrivate al banco, ma per quanto scrutasse i baristi che lavoravano alacremente, Lakisha non vide nessuno che assomigliasse ad Alicia.
“ Non c’è” annunciò alla fine, scoraggiata.
“ Descrivimela: proverò a cercarla anch’io” propose Epiphany.
“ E’ alta e proporzionata: capelli biondi naturali, lunghi e lisci. Occhi azzurri. Piuttosto bella, in complesso”
“E scommetto che a mezzanotte la sua carrozza si trasforma in una zucca, vero?” mormorò Epiphany, scoraggiata.
Lakisha riuscì ad individuare Patrice e Jemima e anche Coco ai lati del bancone, ma tutte e tre scossero la testa in segno negativo: nessuna di loro aveva visto Alicia.
“Maledizione” sibilò, irritata. Si girò verso Epiphany “Proviamo al bar al piano di sopra”
Le due ragazze si avviarono verso le scale facendosi largo a spallate.
“Odio questi posti” brontolò Lakisha, aggrottata “Tutta questa umanità sudata e puzzolente pigiata in un metro quadrato. Non so proprio come facessero ad instaurare rapporti interpersonali, a quell’epoca”
“Forse non venivano qua per instaurare rapporti, ma per divertirsi” suggerì Epiphany.
“Divertirsi? E cosa c’è di così divertente nel crogiolarsi in mezzo al fumo e al sudore di centinaia di persone con la possibilità di beccarsi almeno un migliaio di malattie diverse? Bah, sarò troppo vecchia ma queste cose non le capisco”
Epiphany sembrò sul punto di sorridere per la prima volta da quando si erano digitalizzati.
“Certi tipi di divertimento non si possono spiegare con termini razionali” dichiarò convinta,  ma Lakisha non l’ascoltava più: si era bloccata di colpo sulle scale guardando dritto davanti a sé.
“Eccola” disse.
Epiphany si girò a guardare, di colpo attenta e vagamente agitata. Alicia stava scendendo le scale avvolta in un miniabito di paillettes luccicante che le aderiva come un guanto. Era davvero molto bella, bionda e alta come Lakisha l’aveva descritta e la gente si scostava per farla passare come riconoscendola un essere superiore. Lakisha non potè fare a meno di provare un tuffo al cuore: erano anni che non vedeva Alicia e si era dimenticata di quanto la sua presenza potesse essere notevole.
“Andiamo” disse bruscamente Epiphany, passandole davanti. Lakisha la affiancò, senza togliere gli occhi di dosso ad Alicia che, sentendosi osservata, si era girata verso le due ragazze con una blanda espressione interrogativa.
“Buonasera” esordì Lakisha quando furono a portata di orecchio “ Ci hanno detto che lei è il direttore di questo club…Volevamo dirle che è davvero fichissimo, qui!!”
“ Una bomba” ribadì atona Epiphany a denti stretti.
Alicia sorrise sembrando, se possibile, ancora più bella.
“Bè, grazie, ragazze” disse con una voce musicale perfettamente intonata alla sua persona. Anche lei non staccava gli occhi da Lakisha che continuava a guardarla con insistenza. La giovane le prese la mano e la strinse vigorosamente.
“Davvero tanti complimenti!” trillò, pompando vistosamente la mano di Alicia su e giù prima di lasciarla andare. Il sorriso di Alicia si raffreddò di qualche grado quando si accorse stupita che nella mano le era rimasto un foglio di carta accartocciato. Lakisha ed Epiphany si allontanarono velocemente mentre Alicia proseguiva per la sua strada, facendo finta di niente.
“Avrà capito?” chiese Epiphany preoccupata mentre raggiungevano Patrice e Jemima che stavano finendo si spazzolare gli stuzzichini sul bancone del bar.
“Lo vedremo subito” rispose Lakisha, scura in volto. Appena le raggiunse anche Coco, le ragazze si avviarono verso l’uscita spintonando non poco rudemente la massa vociante di gente festosa e schivando brutalmente i plateali approcci dei maschietti infervorati da tanta abbondanza di femmine tutte insieme. Arrivate all’uscita, si infilarono non viste in un vicolo buio e stretto a lato del club fiocamente illuminato e odoroso di spazzatura stantia.
“Datemi un altro digi-alias con i tacchi a spillo e giuro che mi licenzio in tronco” brontolò Patrice con un’espressione terribile sul viso claudicando sui sandali argentati.
“Sicura che qui non ci siano registratori del CDI, vero?” chiese Coco e Jemima annuì convinta.
“Bazzico spesso da queste parti, quando non sono in servizio. Questa piattaforma la conosco come le mie tasche” rispose “ Se Alicia ha capito qualcosa sarà qui a minuti”
Proprio in quel momento un’auto si fermò davanti al vicolo e le cinque ragazze la adocchiarono sospettose, le mani già infilate nelle borsette stracolme di pistole. La portiera dell’auto si aprì con uno scatto secco, rivelando Alicia che, con un gesto imperioso, fece cenno alle ragazze di salire. Ticchettando e ondeggiando, le ragazze obbedirono mute e veloci ed Alicia partì sgommando prima ancora che la portiera fosse completamente chiusa. Lakisha si sedette nel sedile davanti di fianco ad Alicia, scrutando con curiosità il profilo patrizio e rannuvolato della donna al volante e cercando di riconoscere la sua ex collega ed amante in quella aristocratica e bellissima figura.
“Parliamoci chiaro” sferzò la voce di Alicia tagliando come una lama il silenzio teso che si era creato “Non sono abituata a ricevere messaggi da sconosciute che mi pregano di parlare lontano dalle orecchie del CDI e non ho nessuna voglia di mettermi nei guai nell’eventualità che voi siate davvero le cinque oche che sembrate essere. Avete pochi secondi per convincermi che ne è valsa la pena, altrimenti vi porto dritte al primo de-digitalizzatore e vi lascio in pasto al CDI, qualsiasi cosa siate o facciate”
“Alicia, sono Elijah” disse Lakisha con calma e Alicia si girò di scatto a guardarla inchiodando bruscamente la macchina e creando una contorta e vociante montagna umana sul sedile posteriore.
Alicia e Lakisha si scrutarono per un pezzo, cercando nei rispettivi volti un segno di riconoscimento.
“Non ci posso credere” disse infine Alicia con voce bassa e lenta “Dopo tutto questo tempo averti davanti è quasi come un colpo al cuore. Ecco perché mi chiedevo dove avessi già visto quello sguardo…”
Lakisha abbozzò un sorriso teso. Dal sedile di dietro, quattro ragazze non si perdevano una sillaba masticando furiosamente chewin-gum alla frutta con un soffice rumore di sottofondo. Come attirata dai loro sguardi, la testa di Alicia si girò nella loro direzione radiografando ben bene le loro facce.
“Immaginavo che prima o poi vi avrei rivisti, ragazzi” disse con voce più rilassata “Penso che ci siate tutti: Eric…”
“Ciao, Licie” trillò Coco con un sorriso “Sono maledettamente felice di rivederti”
“…Garrie…”
“Qui per servirti, bella bionda” gorgogliò Jemima sbattendo leziosamente le ciglia.
“…quel pazzo scatenato di Pat…”
“Parla quella sana di mente” borbottò Patrice, rannuvolandosi.
 “…e…?”
“Tenente Jude Cardinale” si presentò Epiphany con voce formale e nervosa “Piacere di conoscerti, Alicia. Sei stata gentile a concederci un po’ del tuo tempo”
“Cardinale è il nostro programmatore” annunciò Coco “Ti ha sostituito egregiamente sia sul lavoro sia nel ruolo di femmina isterica e rompiscatole ufficiale”
“Però, a differenza di te, non sa fare il caffè” ringhiò Patrice con una smorfia.
“Nemmeno quello solubile” precisò Jemima ed Epiphany si decise ad arrossire di rabbia.
“Sempre i soliti gentiluomini” mormorò Alicia, ammorbidendo la voce con un sorriso sincero.
Lakisha si agitò sul sedile, aggrottando seria le sopracciglia.
“Licie, dobbiamo parlarti d’urgenza e in privato. Siamo nei guai”
“In grossi, puzzolentissimi guai” rettificò Patrice annuendo.
“Che succede, capitano?” lo canzonò Alicia semiseria  “Hanno beccato la vostra scorta illegale di alcolici nel Limbo?”
“Questa è una questione seria” disse Lakisha senza sorridere “ Io e la mia squadra siamo stati accusati di ammutinamento e siamo ricercati. Abbiamo bisogno di un posto dove tirare il fiato, mangiare e fare il punto della situazione”
Il sorriso di Alicia si spense di colpo come se Lakisha le avesse dato uno schiaffo improvviso.
“Non stai parlando sul serio” mormorò poco dopo senza nessuna traccia di ironia nella voce.
“Elijah è serissimo, purtroppo” si intromise Patrice “Non che ci sia niente di vero nelle accuse….ancora non sappiamo né il come né il perché siamo finiti in questo vespaio”
“Ma prima di tutto abbiamo bisogno di un posto sicuro dove riorganizzarci” continuò Jemima.
“Tu sei l’unica che può aiutarci, Licie” la pregò Coco.
Le mani di Alicia strinsero forte il volante mentre la squadra tratteneva il respiro, in attesa.
“La buona, vecchia Tau Centauri al completo” mormorò infine Alicia con un sorriso triste “Dovevo saperlo che per ripresentarvi dopo tutto questo tempo dovevate avere dei seri razzi nel didietro. Ok, masnada di debosciati, vi darò una mano. Adesso vi porto in un posto sicuro, vi togliete da questi stupidi digi-alias e parliamo. Non sono mai riuscita ad abituarmi a vederti nei panni di una femmina, Elijah”
“Si mangia, vero?, nel posto dove andiamo adesso?” chiese Patrice, speranzosa.
“Ho qualcosina in frigo..” rise Alicia guardandola dallo specchietto retrovisore “Giusto la scorta per i prossimi tre mesi. Non so se ti basterà per stasera”
“Scommetto che hai solo quella roba biologica e integrale dal sapore di suola di scarpa” ringhiò Patrice con una comica espressione di disgusto “Accidenti alle donne sempre a dieta”
Alicia rise e la sua risata aveva un suono piacevole, così ricca e matura che Epiphany provò un involontario moto di segreta invidia.
“Ah, Pat, quanto mi sei mancato! Tu e i tuoi ‘e chi s’è visto s’è visto’!”
“Sapessi a noi quanto ci rompono, invece” intervenne Coco, acida.
“OK, basta” li interruppe Lakisha, seria “Il CDI ha orecchie anche per strada. State muti finché non saremo al sicuro”
La squadra rimase quasi quieta insultandosi sporadicamente mentre l’auto filava veloce tra le caotiche vie di New York. L’umore generale, però, si era notevolmente disteso perché le parole di Alicia avevano in qualche modo fatto nascere qualcosa che sembrava perduto: la speranza.
*          *          *
Piattaforma Dream Rewind 1973 - Unknow place – incognito
 
“Ahh, sono pieno come un barile!” annunciò Patterson massaggiandosi la pancia dura come una roccia.
“Sfido io, con quello che hai mangiato si poteva sfamare l’intero Mozambico per due anni” lo apostrofò Morales che dopo due bottiglie di buon vino italiano si era finalmente rilassato e le sue guance apparivano più rosee del solito.
Erano arrivati nel bunker di Alicia da poche ore: dopo una doccia e una passata sotto al computer dalla memoria potentissima e assolutamente illegale che aveva portato i loro digi-alias al loro aspetto reale, si erano buttati in una kermesse di cibo e spiegazioni miste ai soliti insulti che aveva assolutamente deliziato la loro ospite. Alicia arrivò dalla cucina con due confezioni da sei di birra ghiacciata che piazzò con decisione in mezzo al tavolo ingombro di bottiglie, vassoi preconfezionati e rimasugli di cibo.
“Andateci piano con questa” disse severa “ Non voglio che andiate in catalessi per i prossimi due giorni”
“Oh, su quel frangente hanno già dato il loro contributo ieri sera” borbottò Cardinale con tono accusatorio: fino a quel momento aveva aperto pochissimo la bocca per parlare, limitandosi a studiare Alicia da tutte le angolazioni e trovandola bella, simpatica e interessante sotto ogni punto di vista (con suo segreto rammarico).
“Già, miss Sotutto ci ha fatto una testa così perché ci siamo fatti un goccetto fuori programma” annunciò altezzoso Patterson attirandosi lo sguardo pieno d’odio di Cardinale.
“Solo un goccetto, eh? Allora com’è che hai gracchiato per tre ore dei canti gregoriani che, da sobrio, non sai nemmeno di conoscere?”
“Bè…quella DDW era di una tale noia…” si difese Patterson, per niente imbarazzato.
“In realtà Pat cercava solo di coprire il tuo monologo da zitella proibizionista” le confidò Garrie con un sorriso vacuo.
La risata fresca di Alicia interruppe i loro battibecchi.
“Mi ero dimenticata di quanto sia piacevole stare con voi” sospirò infine Alicia con affetto accarezzando la testa lucida di Patterson : si era cambiata d’abito, ma anche con una comoda tuta da ginnastica riusciva ad essere bella in modo quasi oltraggioso. Elijah le aveva raccontato per filo e per segno quello che era successo e, tra esclamazioni di sorpresa e cupi silenzi, Alicia si era fatta un quadro preciso della situazione.
“ Non vorrei sembrare pessimista” disse dopo un pò, tornando all’argomento principale di conversazione “Ma il mio consiglio è che dovete fare qualcosa alla svelta. Per legge, la polizia della Corp. è libera di prelevare i vostri corpi reali dopo sei giorni di permanenza continua sulle DDW, forse un po’ di più visto che siete fuorilegge. Dovete riuscire a trovare questo Benedict e verificare la sua storia. Se assomiglia alla vostra, sarà molto dura venirne fuori”
“Che vuoi dire, bambola?” chiese Patterson , perplesso.
“Vuol dire che se davvero la Corp. ci ha incastrato, la Corp. stessa è colpevole e nasconde qualcosa” disse Cardinale incupendosi “E questo vorrebbe dire grossi guai per noi. Ti ricordo che la polizia della Corp. è al di sopra anche del CDI e se la polizia della Corp. decide di fare a pezzettini i nostri corpi e di usarli come mangime per gatti ha l’autorità di farlo senza nemmeno dover compilare uno straccio di modulo. E’ un ente governativo, guidato dal consiglio supremo delle Orion: noi siamo dei moscerini e loro sono il parabrezza dove rischiamo di spiaccicarci, in pratica”
“Che bello” mormorò Morales lugubremente.
“Adesso basta parlare della nostra morte imminente” esclamò gaiamente Garrie, stappando una lattina di birra “Per il momento siamo ancora vivi, con la pancia piena e una lattina di birra in mano. Tutto questo grazie alla bionda più strepitosa che abbia mai frequentato la Tau Centauri. Propongo un brindisi ad Alicia, faro nella notte per la nostra povera e bistrattata squadra”
“Salute!” dissero tutti insieme ed Alicia rise.
“Garrie, Garrie, non smetti mai di fare il buffone?”
“Non sto facendo il buffone: ti sto corteggiando, velatamente ma con insistenza” replicò Garrie già mezzo sbronzo “Vista la situazione diciamo, hemm…precaria, accorcerei i tempi e passerei direttamente al contatto fisico, se per te va bene”
“Chissà” mormorò misteriosamente Alicia con un sorriso furbetto, ma intanto guardava Elijah, che fingeva di non accorgersene.
“Adesso è meglio che vi facciate un sonno mentre io vado ad interrogare le mie fonti per sapere se sanno qualcosa su Benedict e soci” disse Alicia alzandosi da tavola e iniziando a sparecchiare.
“Ti aiuto” si offrì Cardinale alzandosi a sua volta.
“Ma guardale, le due donne di casa” iniziò Patterson, subito zittito dalla lattina lanciatagli con estrema precisione in mezzo alla fronte da Cardinale. Alicia fece strada verso la cucina, un tripudio di tecnologia moderna :scaricò la pila di piatti in un alloggiamento dove vennero immediatamente prelevati da una macchina computerizzata.
“Sei stata carina ad aiutarmi” disse Alicia con un sorriso, e Cardinale sventolò una mano in aria.
 “Ma figurati, è il minimo che potessi fare” replicò debolmente cercando di svignarsela verso la sala da pranzo. Alicia le blocco la strada gentilmente ma con fermezza.
“Mi è sembrato che non corrano buoni rapporti tra te ed Elijah” disse senza preamboli, guardandola dritto in faccia “Non vi siete quasi parlati per tutta la sera…non è un buon segno vista la vostra situazione”
Cardinale alzò gli occhi su di lei che la superava di cinque centimetri buoni in altezza.
“Abbiamo avuto un diverbio, ma niente di preoccupante” le disse piuttosto freddamente “Abbiamo due caratteri che si scontrano facilmente, ma siamo ottimi colleghi”
“Non vorrei sembrare impicciona, ma nella situazione in cui siete è fondamentale che tutti voi siate uniti e affiatati” continuò Alicia a disagio.
Cardinale sembrava più sulle spine che irritata.
“Noi siamo uniti e affiatati” la rassicurò “Litigare ogni tanto fa parte del nostro essere squadra. Non ci nascondiamo niente e ci trattiamo tutti alla pari. E’ questa la nostra forza”
Alicia annuì, ma non sembrava convinta.
“Scusa la schiettezza” disse infine, a bruciapelo “Ma mi sembra doveroso non perdere tempo per cercare di aiutarvi al meglio: tu ed Elijah siete amanti?”
Cardinale incassò la domanda con un aplomb quasi britannico
“No” rispose quietamente dopo un breve silenzio “Ma sarei curiosa di sapere come questa informazione ti aiuterebbe ad aiutarci”
Alicia boccheggiò, presa in contropiede.
“Forse lo so io” continuò Cardinale “forse sapere che non vado a letto con Elijah ti aiuterebbe a non odiarmi. Giusto?”
Alicia si ammutolì, seria. L’entrata provvidenziale di Elijah con un’altra pila di piatti evitò alla donna una risposta imbarazzante.
“Oh, grazie Elijah” disse gaiamente “Mettili lì. Adesso vado a prendervi delle coperte per farvi dormire un pò, sperando che il mio pavimento non sia troppo scomodo” e se ne uscì velocemente.
Elijah e Cardinale rimasero in silenzio, l’uno appoggiato contro il mastodontico frigo, l’altra aggrappata al lavello di acciaio. Entrambi volevano parlare ed entrambi erano troppo maledettamente cocciuti per essere i primi a farlo.
“Allora…che ne pensi di Alicia?” chiese alla fine Elijah, in tono leggero.
“Davvero in gamba” rispose Cardinale sorvolando sull’ultimo dialogo avuto con la ex-Runner “E’ simpatica, è intelligente…ed ha ragione Garrie, è davvero uno schianto di donna” ammise infine, controvoglia.
Elijah sorrise, un po’ più rilassato.
“Volevo dirti…” disse, poi si bloccò. Cardinale attese che continuasse, con i grandi occhi latini fissi su di lui
“Credo che sia giusto che tu sappia quello che sanno anche gli altri della squadra” continuò infine Elijah deciso “Io e Alicia siamo stati insieme per un bel pezzo, in barba alle disposizioni del CDI riguardo i rapporti tra colleghi di squadra.. Quando ci siamo lasciati, e Alicia aveva ormai abbandonato la Tau da tempo, sapevamo che la colpa non era né del lavoro né del poco tempo che avevamo per stare insieme. Semplicemente, eravamo ottimi amici e pessimi amanti. Tutto qui”
Cardinale lasciò cadere le parole di Elijah in un silenzio ovattato e lui cominciò a sentirsi a disagio.
“Bè, ora…torno di là dai ragazzi…” borbottò infine e fece per allontanarsi.
“Perché me lo hai detto?” lo colse di sorpresa Cardinale con voce bassa, carezzevole.
“Te l’ho detto, lo sanno tutti gli altri e volevo che anche tu …” rispose Elijah e si bloccò di nuovo perché lei continuava a guardarlo con uno sguardo caldo ed un mezzo sorriso e lui pensava che fosse bellissima e si vergognava un po’ di non pensare ad altro in quel frangente tutt’altro che ludico.
“Ah, eccovi qui” trillò Garrie entrando improvvisamente e spezzando il silenzio elettrico che si era formato in cucina. Elijah e Cardinale guardarono subito da parti opposte e Garrie girò gli occhi da uno all’altra, incuriosito e vagamente malizioso.
“Avete cucinato qualcosa?” chiese, canzonatorio “sento puzza di bruciato”
“Forse è il tuo cervello che sta friggendo” replicò Elijah prontamente, uscendo dalla cucina “Ah, no scusa, dimenticavo… tu non ce l’hai un cervello”
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: L_Fy