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Autore: L_Fy    05/09/2011    1 recensioni
Cosa riserva il futuro all'umanità? La Terra sta lentamente scivolando verso l’autodistruzione e prima o poi le risorse primarie si esauriranno. Per tali motivi, in un futuro non troppo lontano, l'umanità si è vista costretta a partire verso le volte dell'universo, alla ricerca di un altro pianeta abitabile. E’ quindi questo il compito delle 4 enorme navi spaziali chiamate Orion che dopo essere uscite dal sistema solare hanno perso contatto con il loro pianeta madre.
Genere: Azione, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piattaforma Dream Rewind 1973 New York - Queens – incognito
Benson, Elijah            digi-alias        Anonimo                     Maschio
Cardinale, Jude           digi-alias        Anonimo                     Maschio
Morales, Eric             digi-alias        Anonimo                     Maschio
O’Brian, Garrie          digi-alias        Anonimo                     Maschio
Patterson, Matt            digi-alias        Anonimo                     Maschio
 
Quando scesero dalla macchina di Alicia in una strada stretta e pittoresca, Garrie stava ancora ridendo; un po’ meno ilare era Elijah, che rimaneva imbronciato nel suo digi-alias di motociclista completamente tatuato e con folti baffi spioventi.
“Dove trovi l’energia per essere ancora così spiritosa proprio non si spiega, Cardinale” disse velenoso scendendo dalla macchina. Cardinale, che si era scelta come digi-alias un bel ragazzo di colore vestito come un pappone, alzò le mani come per schermirsi.
“Andiamo, Elijah, non sei poi così male” lo consolò Alicia, però gli scappò una risatina che rovinò l’effetto e fece deprimere ancora di più il giovane.
“Facci strada, donna” la sollecitò Patterson che aveva un digi-alias somigliante a sé stesso in maniera allarmante. Alicia si avviò spedita seguita a breve distanza dai cinque che comunque si erano già messi in posizione di difesa e si guardavano intorno guardinghi. La ragazza si infilò in un negozietto di attrezzature sportive. Dopo qualche minuto entrarono Patterson ed Elijah, seguiti ancora da Garrie. Morales e Cardinale rimasero a bighellonare fuori, controllando che nessuno di sospetto entrasse nell’edificio mentre la squadra era lì. Patterson ci mise mezzora buona per decidersi ad abbandonare il bazooka ed il lanciafiamme che aveva adocchiato, ripiegando su una mitraglietta tipo Uzi con 20 caricatori. Elijah scelse per sé e per la squadra una varietà di armi semi-automatiche, prediligendole per leggerezza e facilità d’uso. Pagarono con crediti in contanti ed uscirono piuttosto soddisfatti.
“Ci avete messo una vita” brontolò Cardinale quando risalirono in macchina “Avevo paura che il ricettatore vi avesse tenuti dentro come ostaggi”
“Era così, infatti, ma la mia faccia rassicurante gli ha fatto cambiare idea” ribatté Elijah. Morales stava visionando le armi, eccitato come un bambino sotto l’albero di Natale.
“Tutta roba buona” esclamò infine “E tu, Pat, non ti sei preso qualche missile terra-aria?”
“Elijah non ha voluto” borbottò Patterson imbronciato, sporgendo in fuori il labbro inferiore “Ha detto che dovevo scegliere qualcosa di meno vistoso”
“No, lui ti ha detto di scegliere qualcosa che potesse entrare in macchina” lo corresse Garrie “Questo pazzo scatenato voleva prendere…”
“Alicia, accosta” lo interruppe Elijah ed il tono della sua voce era talmente perentorio che la ragazza obbedì di riflesso.
“Che ti prende?” chiese Morales sorpreso. Quando la macchina si fermò Elijah aprì la portiera di Alicia e la spinse fuori
“Ho un cattivo presentimento” disse, precipitoso precedendo le proteste della ragazza “Sento che ci stanno seguendo. Tu vattene a casa e aspettaci lì”
“Non ci penso neanche” protestò Alicia inviperita, ma Elijah si era già messo al posto di guida e aveva chiuso la portiera.
“Licie, ragiona: sei la nostra unica copertura, se salti tu non abbiamo più nessuna speranza” disse poi il giovane sporgendosi dal finestrino “Dami retta, torna a casa e contatta il tizio che conosce Benedict: abbiamo maledettamente bisogno di lui”
Alicia ci pensò su un attimo, fissandolo angosciata negli occhi. Alla fine prese una decisione: si sporse decisa dentro alla macchina, prese la testa di Elijah tra le mani e gli schioccò un sonoro bacio sulla bocca.
“Guai a te se non torni” gli sussurrò sottovoce. Poi si staccò dalla macchina e partì a piedi voltando loro le spalle.
“Vorrei sapere perché ha baciato solo te” si lamentò Morales mentre Elijah partiva sgommando “Io sono più bello di te, persino i miei digi-alias sono più belli di te, ma tutte le ragazze più fiche preferiscono te”
“Eric, datti una calmata” lo rimproverò sferzante Elijah “Pat, attiva quell’aggeggio che abbiamo appena comprato: vedi niente di strano?”
“Umm…direi niente, capo. Ma c’è un bel traffico e non si…”
“A ore tre, Elijah!” esclamò Garrie. Una grossa berlina dai vetri fumè stava decisamente accelerando alla loro destra per raggiungerli nella corsia di sorpasso.
“Accidenti!” sibilò Elijah. Spinse l’acceleratore a tavoletta e prese a superare le macchine che gli si paravano davanti come un forsennato. La berlina li tallonava, indomita, suscitando un vespaio di clacson.
“A ore nove!” gridò Cardinale un attimo prima che una grossa Jeep li urtasse a sinistra, facendoli sbandare paurosamente. Il vetro della berlina si abbassò e ne spuntò la canna di un mitragliatore.
“Tutti giù!” gridò Garrie. Una frazione di secondo dopo i vetri della Mustang di Alicia andarono in frantumi, ricoprendo i cinque di schegge di vetro. Mentre Elijah scartava a destra per tagliare la strada alla berlina, Garrie e Pat si sollevarono di scatto con le armi spianate e cominciarono a fare fuoco. La berlina fu investita dalle pallottole; frenò di colpo, sbandò, ma non subì nemmeno un graffio o una scalfittura.
“Macchine del CDI!” urlò Patterson, ma Elijah lo aveva già capito: si buttò tutto a sinistra infilandosi praticamente su due ruote il un vicolo, mancando per un pelo la Jeep che li tallonava. Dal sedile posteriore, Patterson, Morales e Cardinale sparavano a più non posso verso la berlina che li aveva seguiti nel vicolo con inesorabile determinazione: la Mustang sfiorava quasi i muri sprizzando scintille e sollevando cartacce e polvere mentre filava ad una velocità impossibile.
“Capo, stiamo solo sprecando pallottole!” gridò Cardinale, la sua pistola sul tappetino della vettura “Propongo l’uso immediato di una spaccatimpani di Pat!”
“Ma questa volta deve essere una bomba vera e propria!” rincarò la dose Morales “Questi mi hanno proprio rotto le scatole!”
Elijah guidava concentrato, strattonando il volante a destra e a sinistra per evitare i bidoni dell’immondizia. Dietro di loro la berlina si avvicinava con inesorabile lentezza, filando via dritta e urtando tutto quello che le si parava davanti. Una nuova granugiola di proiettili investì la Mustang e di nuovo tutti si stesero sui sedili, coprendosi la testa con le mani.
“Te lo avevo detto io che ci voleva il bazooka!” strillò offeso Patterson prima di essere sbattuto contro la portiera da una curva a gomito. Alla fine, il vicolo si immetteva su una strada a tre corsie, dove il traffico era sostenuto.
“Tenetevi forte!” ululò Elijah tenendo il volante come il timone di un veliero. La Mustang si infilò in seconda corsia con un gran stridiò di gomme, urtando un pullman sulla destra e una Cadillac sulla sinistra. Immediatamente la berlina e la Jeep le si misero a tenaglia e cozzarono contemporaneamente contro il paraurti posteriore della Mustang.
“Pat, una spaccatimpani!” si decise Elijah. Arrivò ad un incrocio dove c’era il semaforo rosso: deviò a destra mancando per un millimetro una decappottabile che finì dritta contro il guard-rail.
“Guida per due secondi come un cristiano!” urlò Patterson “Ho rischiato di infilare la bomba in bocca a Morales!”
“Gli avrebbe fatto solo bene!” ribatté Elijah: il sudore gli colava dalla fronte facendogli bruciare gli occhi “Dimmi quando sei pronto, ma alla svelta, miscredente!”
La strada che stavano percorrendo era relativamente vuota: di nuovo la Jeep e la berlina si misero una a destra e una a sinistra della Mustang pronte a speronarla.
“ORA!” gridò Patterson. Elijah frenò di colpo mentre Patterson gettava la sua bomba fuori dal finestrino. Questa cadde sul cofano della berlina che mancò il paraurti anteriore della Mustang per un pelo e cozzò contro la Jeep che stava eseguendo la stessa manovra dall’altra parte. Con un boato spaventoso, la bomba esplose avvolgendo in una nuvola di fuoco le due macchine che si erano scontrate. L’onda d’urto prese in pieno la Mustang che cappottò due o tre volte prima di finire contro un muro a testa in giù. Per qualche secondo le ruote della Mustang girarono a vuoto, poi il motore si spense definitivamente. Elijah rotolò sull’asfalto bagnato uscendo dal finestrino: tossiva e gli occhi gli lacrimavano ma, a parte una contusione al ginocchio che gli faceva vedere le stelle, non aveva niente di rotto.
“Ragazzi?” gracidò, ma il fumo copriva completamente la visuale. Preceduto da una tosse che sembrava più il ruggito di un leone, Patterson lo affiancò carponi, il viso una maschera di sangue per tre taglietti sulla fronte.
“Tiriamo fuori quel buoni a nulla, prima che arrivino i Runners” brontolò ritornando alla Mustang. Morales e Cardinale stavano cercando di tirare fuori Garrie, mezzo incastrato nel sedile anteriore.
“State tutti bene?” chiese Elijah, travolto da un’ondata di sollievo vedendoli ancora tutti vivi.
“Ho rischiato di rimanere evirato da quel maledetto cambio” sibilò Garrie che, a parte il pantalone sinistro stracciato non aveva nemmeno un graffio. Morales, che sembrava quello messo peggio con un braccio ferito, fece un sorrisetto stanco a Patterson.
“Questa sì che era una spaccatimpani, eh Pat?”
Questi fece spallucce, lusingato.
“Magari ho esagerato un filino con l’esplosivo al plastico…”
“Ragazzi, togliamoci da qui: tra dieci secondi questo posto sarà zeppo di Runners e non credo che ci inviteranno a prendere un thè con loro” propose Elijah.
Zoppicando e claudicando i cinque si rifugiarono in un vicolo proprio mentre le sirene iniziavano a suonare e le macchine della polizia ad accalcarsi nel luogo dell’incidente.
“Dobbiamo avvisare Alicia” disse preoccupato Garrie cercando di raddrizzare alla bell’è meglio i pantaloni “Si accorgeranno subito che la macchina è sua. La arresteranno”
“Alicia è troppo in gamba per non averci già pensato” rispose Morales.
“Scusate, ma qualcuno sa dove poffarbacco siamo?” chiese Patterson ansimando.
Cardinale tirò fuori dal lungo cappotto di cammello un computer da polso e pestò un poco sui tasti prima di rispondere.
“A un chilometro in linea d’aria dalla casa di Alicia” rispose infine. Elijah fissò il computer sorpreso.
“E quello da dove salta fuori?” chiese sospettoso e Cardinale gli sorrise ingenuamente.
“Un piccolo souvenir che ho preso dalla casa di Alicia. Per ogni evenienza, sai…”
Per arrivare davanti alla casa della loro compagna, dovevano attraversare un via piuttosto frequentata: la gente si girava a guardarli, un po’ per l’aspetto bizzarro, un po’ per il sangue che li ricopriva, chi più chi meno. Arrivarono in vista della casa di Alicia, ma il CDI li aveva preceduti: le macchine con le sirene lampeggianti stavano aspettando sulla strada mentre un’Alicia piuttosto riottosa, accompagnata da due Runners in divisa, veniva accompagnata al più vicino de-digitalizzatore.
“Ah, maledizione!” imprecò Elijah mentre Patterson lo trascinava al sicuro dietro alla porta di un bar “E adesso che facciamo?”
“Ci stanno guardando tutti” ansimò Cardinale, allarmata “Dobbiamo levare le chiappe da qui al più presto”
“Come no, perché non fai digitalizzare una lampada magica?” la apostrofò Garrie tra l’irritato e il disperato.
“Ho il computer da polso, ritardato mentale” ringhiò Cardinale “Possiamo, anzi, dobbiamo passare ad un’altra piattaforma, subito!!”
“Cardinale ha ragione” tagliò corto Elijah “Visto che Benedict non viene alla montagna, la montagna andrà da Benedict. Su che piattaforma era l’informatore di Alicia?”
““DR 1845 Far West” rispose svelta Cardinale “Ho già programmato i digi-alias e il passaggio silenzioso per la piattaforma. Basta pigiare un tasto, se il nostro capo concede graziosamente il permesso”
“Già programmato…” balbettò Morales “Ok, inutile chiedertelo. Per qualsiasi evenienza, giusto?”
“Andiamo” decise Elijah prendendo la mano di Cardinale.
*          *          *         
Nella stanza privata del Presidente, la decina di persone che aveva seguito sul maxischermo l’inseguimento e la fuga della squadra tirò un sospiro di delusione. Solo il presidente continuava  a fumare il suo sigaro con un’espressione placida e vagamente soddisfatta sul viso.
“Sembra quasi che siate contento che quei cinque ci siano sfuggiti” gli fece notare un socio anziano, piccato. Il presidente girò su di lui uno sguardo ironico.
“In un certo senso” ammise lentamente “La caccia è più interessante quando si fa difficile. Loro sono prede e non c’è dubbio che soccomberanno. Ma mi piace vederli sudare un po’…”
“Dobbiamo avvisare il CDI che quei cinque erano in realtà la squadra Tau Centauri?” chiese un altro socio, dubbioso.
Il presidente fece un gesto noncurante con la mano, seminando una scia di fumo intorno alla testa.
“Il generale Scott è abbastanza pieno di mezzi e di presunzione per arrivarci da solo. Lasciamolo cuocere nel suo brodo” rispose lapidario.
E si allontanò mentre il maxischermo mandava il ronzio soporifero della chiusura delle comunicazioni.
*          *          *
Piattaforma Dream Rewind 1845 Far West – Ranch  – incognito
Benson, Elijah            digi-alias        Sé stesso                    
Cardinale, Jude           digi-alias        Sé stesso
Morales, Eric             digi-alias        Sé stesso
O’Brian, Garrie          digi-alias        Sé stesso
Patterson, Matt            digi-alias        Sé stesso
 
Elijah cadde di nuovo addosso a Cardinale, ficcandole il gomito esattamente sotto lo sterno. Dopo qualche secondo di boccheggiamento a vuoto la ragazza riuscì a riprendere fiato.
“Non ne posso più di questo stillicidio” ansimò ancora piegata in due “Se vuoi farmi fuori sparami un colpo in bocca”
“Perdonalo, è l’unico modo che ha di metterti le mani addosso senza trovarsi con un terzo occhio in mezzo alla fronte” rise Garrie che era l’unico a essere miracolosamente caduto in piedi.
“Bah, sei sicuro che andrebbe a finire così?” azzardò Patterson sibillino. Se gli sguardi potessero uccidere quello di Cardinale lo avrebbe polverizzato.
“Dì un po’” la apostrofò Morales guardandosi gli abiti “Non mi sembra che ti sia impegnata molto con questi digi-alias. Voglio dire, io sono io, tu sei tu e Pat è il solito suino razzolante”
“Però i nostri abiti sono di chiara manifattura dell’epoca” protestò debolmente Cardinale “Prova a fare tu cinque digi-alias nuovi di zecca in cinque minuti”
“Ne parleremo più tardi” tagliò corto Morales “Adesso cercherei un posto dove riordinare le idee”
“Sempre che Elijah e Cardinale abbandonino la loro posizione orizzontale” ridacchiò di nuovo Garrie, allusivo “Volete che vi lasciamo soli o possiamo unirci anche noi?”
“Appena questo bisonte mi si toglie di dosso vengo lì e ti spacco la faccia, O’Brian” sibilò inviperita Cardinale.
“Mi fa male al ginocchio” si scusò Elijah rotolando a malincuore lontano da Cardinale.
Alla fine Garrie lo aiutò ad alzarsi in piedi ed Elijah riuscì a guardarsi intorno: erano nel retro di una cascina per la legna. Davanti a loro si estendeva una prateria inframmezzata dalle pacifiche figure di  una mandria di bestiame. Stava calando la sera e il cielo era striato da nuvole rosa e arancioni. Il quadretto bucolico era disturbato da alcuni spari in lontananza. I cinque si infilarono velocemente all’interno della cascina dove vennero assaliti dalla frescura e dal piacevole aroma di resina della legna accatastata in pile ordinate. Mentre Patterson medicava il braccio di Morales, ancora dolorante, Cardinale buttava a terra il computer da polso con aria disgustata.
“Non ci posso credere, sei riuscito a rompere anche questo” grugnì verso Elijah che si massaggiava il ginocchio con aria colpevole.
“Scusa tanto, ma non sono abituato a saltare da una piattaforma all’altra con un esercito che mi spara nelle chiappe”
“Già” intervenne Garrie “Vorrei sapere come hanno fatto a rintracciarci quelli del CDI”
“Non erano del CDI” si intromise Morales, piuttosto pallido dopo essere passato dalle mani di Patterson “Il CDI è un corpo di polizia: ha l’obbligo di identificarsi e tentare di disarmare prima di attaccare. Sono le regole dei Runners, dovreste saperlo”
“Ma se non era il CDI, allora chi diavolo erano quelli?” chiese Patterson , meravigliato.
“Ragioniamo” propose Elijah “Abbiamo detto che tutto parte dalla Fabbrica di bambini. Chi detiene l’appalto per la gestione della Fabbrica?”
“La Ars Space Corp” rispose prontamente Morales.
“Esatto. E chi detiene il consiglio supremo delle DDW? Ancora la Ars Space Corp. Se non è il CDI, l’unica con i mezzi per fare quello che ci hanno fatto è proprio la Ars Space Corp.”
“Ma è illegale!” proruppe Morales, preoccupato. Patterson lo guardò esasperato.
“Già, vaglielo a dire tu al governo. Ti ricordo che due membri su tre fanno parte del consiglio di amministrazione della Corp.”
“Non c’è nessuno di livello più alto della Corp. a cui possiamo rivolgerci per chiedere aiuto?” chiese Cardinale speranzosa. Patterson le rise in faccia.
“Certo che c’è. Vai nella chiesa più vicina e inizia a pregare Dio di mandare giù qualche arcangelo.”
“Ritorniamo sempre al punto di partenza” li interruppe Elijah “Dobbiamo trovare Benedict, e alla svelta”
“Ma io ho fame” si lamentò Patterson, imbronciato.
“Possibile che pensi solo al cibo? “ sospirò esasperata Cardinale.
“Oh, no, penso anche al sesso, ma non mi viene bene se ho fame”
“Andiamo, uomo delle caverne, cerchiamo qualcosa da mangiare mentre questi tre preparano un piano” propose Garrie aggiustandosi il cinturone da pistolero e il cappello da cow boy.
Quando furono usciti Morales si sedette su un fascio di legna e guardò Elijah interrogativamente.
“E che piano dovremmo escogitare?” chiese cupo “Se siamo fortunati riusciamo a sopravvivere per altri sei giorni prima di essere terminati con discrezione. Che schifo di situazione!”
“Vado a prendere un po’ d’acqua” sospirò Cardinale e uscì dalla cascina a testa bassa.
Elijah e Morales rimasero in silenzio a rimuginare sulla situazione.
“Fossi in te andrei con lei” proruppe ad un certo punto Morales, seriamente. Elijah lo guardò sorpreso aggrottando le sopracciglia.
“Come, scusa?”
“Andiamo, Lij…siamo ricercati, probabilmente radiati dall’ordine e abbiamo mandato bellamente al diavolo l’intero codice dei Runners. E’ da quando Cardinale è arrivata nella Tau Centauri che non le togli gli occhi di dosso. Capisco che, dopo Alicia, tu voglia andare con i piedi di piombo, ma ti ricordo che abbiamo si e no sei giorni di vita, e, se credi di doverle dire qualcosa, forse adesso è la tua ultima occasione”
Elijah ammutolì, imbarazzato: non era nelle abitudini di Morales farsi gli affari degli altri e neanche dare consigli non richiesti.
“Perché me lo dici?” chiese sottovoce, alla fine.
“Per svariati motivi” rispose Morales con un sorriso canzonatorio “Perché mi dispiace vedere che ti comporti da fesso. Perché, se non lo fai tu, Garrie non perderà di certo l’occasione, visto che sull’argomento è parecchio più ferrato di te. E perché se lei guardasse me come guarda te, sarei già andato fuori da un pezzo. Avanti, muoviti prima che arrivino Stanlio e Ollio”
Elijah obbedì: come in un sogno aprì cautamente la porta e sbirciò a destra e a sinistra. Cardinale era in piedi vicino al pozzo, il viso sollevato verso il cielo ormai trapuntato di stelle. Elijah si avvicinò piano, chiedendosi vagamente che diavolo stesse facendo.
  
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