Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: L_Fy    05/09/2011    1 recensioni
Cosa riserva il futuro all'umanità? La Terra sta lentamente scivolando verso l’autodistruzione e prima o poi le risorse primarie si esauriranno. Per tali motivi, in un futuro non troppo lontano, l'umanità si è vista costretta a partire verso le volte dell'universo, alla ricerca di un altro pianeta abitabile. E’ quindi questo il compito delle 4 enorme navi spaziali chiamate Orion che dopo essere uscite dal sistema solare hanno perso contatto con il loro pianeta madre.
Genere: Azione, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rumori. Nausea. Freddo. Elijah non riusciva ad aprire gli occhi per affrontare quelle disgustose sensazioni. Sentiva una pressante urgenza di svegliarsi, sapeva di dover fare qualcosa di importante, subito. Ma era troppo debole. Non riusciva a realizzare un pensiero coerente: la sua mente era un marasma di immagini spezzate, rabbia e dolore. Sentì che stava di nuovo per sprofondare nell’oblio e si aggrappò come un naufrago all’imperativo che gli ronzava in testa, ripetuto come una preghiera implorante: Jude, Jude, Jude…
*          *         *
Rumori. Nausea. Freddo. Cardinale aprì gli occhi e fu abbagliata da una luce artificiale puntata direttamente sui suoi occhi. Li richiuse d’istinto mentre la bocca le si riempiva di saliva e la testa prendeva a girarle. Paradossalmente, pensò con rimpianto al suo letto caldo, alla sua doccia profumata, al tran tran giornaliero del suo lavoro…
"Soggetto in buona salute" disse una voce lontanissima "A parte qualche residuo di trauma per permanenza prolungata su DDW"
"Gran bel pezzo di carne" ghignò un’altra voce, viscida e rivoltante "Possiamo divertirci un po’ prima di buttarla nel Mattatoio?"
"Negativo" rispose la prima voce, asettica "Il capo la vuole tutta intera. Un flebo di proteine e qualche giorno a riposo sono la terapia consigliata. Comunica i risultati alla base. E non abusare della merce: il capo è stato molto chiaro in proposito"
"Mica ci sarebbe bisogno di dirlo al capo, no?"
Una mano calda e sudaticcia toccò il braccio di Cardinale, risalendo dal polso alla spalla e sfiorandole il seno.
"Dio, quanto mi piacerebbe starle in mezzo alle gambe…" gracchiò la seconda voce, libidinosa.
Cardinale fece ricorso a tutte le sue forze e sollevò una braccio per ammazzare quel maledetto bastardo che osava toccarla, ma riuscì a malapena a scostargli la mano.
"Una gatta selvatica!" esclamò la seconda voce, estasiata "Mezza morta e cerca lo stesso la lotta!"
"Sei…morto…" sibilò Cardinale andando a pescare la voce nell’oltretomba.
Lo sforzo però la esaurì e la mano le ricadde inerte. Mentre la lucidità la abbandonava, sentì la grassa e beffarda risata del suo carceriere accompagnarla, sparendo nei meandri del buio come una fiaccola buttata in un pozzo senza fine.
*          *         *
Il generale Scott vide arrivare la truppa di Runners della Corp., caratterizzata dalla severa uniforme grigia, e si preparò a riceverli raddrizzando le spalle e sollevando il mento risoluto.
"Com’è la situazione nella sala de-digitalizzatori?" chiese all’operatore che controllava le telecamere della sicurezza.
"Richner e la Grady sono appena usciti portandosi dietro Morales e Benson. Hanno trovato il corridoio sgombro, come voi avete ordinato. Poi hanno imboccato l’uscita per le navette di imbarco e sbarco dalla Orion. Credo che vogliano fuggire" terminò l’operatore cercando di non far trapelare la disapprovazione dalla sua voce.
"Fategli trovare pronto un caccia a pieno carico di carburante" sentenziò Scott, passandosi una mano sul viso. Si sentiva molto stanco, ma i Runners della Corp. lo avevano quasi raggiunto.
"Generale, abbiamo ordine di perquisire tutte le sale di de-digitalizzazione e di prelevare tutti i corpi dei fuorilegge che in esse risiedono" enumerò il Capitano dei Runners senza preamboli, eseguendo un saluto militare perfetto.
Scott si piantò davanti a lui, ergendosi in tutta la sua imponenza.
"Questa operazione è assolutamente illegale" decretò il generale convinto "Non è ancora scaduto il termine di permanenza che per legge obbliga il CDI a custodire i corpi…"
"Generale, i miei ordini vengono direttamente dal signor Masterson" lo interruppe il capitano piuttosto rudemente.
"Io sono tenuto a rispettare gli ordini del consiglio" lo ammonì Scott, granitico "E, per quanto ne so io, il signor Masterson fa parte del consiglio ma non è il consiglio. Quindi, non ha l’autorità di piegare il CDI al suo volere"
Il capitano sembrava sulle spine: era un soldato e sapeva che la gerarchia militare era ferrea e andava rispettata. D’altra parte, Masterson era molto potente e la sua parola valeva tanto quanto quella del consiglio.
"Quindi, non concedete l’autorizzazione a perquisire i locali?" chiese incerto.
Il generale annuì.
"Esattamente. Se Masterson vuole perquisire le mie sale di de-digitalizzazione, convochi il consiglio e si faccia firmare un’autorizzazione unanime. A quel punto avrà il mio consenso"
Il capitano elaborò la risposta del generale per un po’, indeciso se prevalere con la forza o se ripiegare sulla burocrazia.
"Riferirò" disse infine, allontanandosi. Il generale tirò segretamente un sospiro di sollievo e rimase pensieroso a fissare la squadra di Runners che si allontanava. Sarebbero tornati prestissimo, forse addirittura con un’ordinanza di dimissioni dal suo ruolo nel CDI. Francamente, la cosa non lo spaventava: caso mai, lo sollevava il pensiero che tutto quel casino non fosse più nelle sue mani.
*          *         *
"Elijah…"
La voce di Alicia trovò la tortuosa strada per arrivare al cervello dell’uomo che mosse la testa verso di lei, ritornando dolorosamente alla realtà.
"Alicia.." mormorò Elijah aprendo due fessure d’occhi. Dopo parecchi secondi in cui vedeva solo un ammasso sfocato di colori, riuscì a mettere a fuoco la figura chinata su di lui.
Vedere la vera Alicia gli fece quasi impressione: la faccia era notevolmente più scavata del suo digi-alias, la pelle più opaca e alcune rughe di preoccupazione le solcavano la fronte.
"Hei, finalmente ti sei ripreso" disse lei sollevata, sorridendo.
Elijah girò lo sguardo intorno cercando di capire dove si trovassero.
"Siamo su un caccia gentilmente fornito dal CDI" lo precedette Alicia intuendo la sua domanda "Anche se, ufficialmente, lo abbiamo rubato"
"Morales?" biascicò Elijah sentendo la lingua pesante come un blocco di cemento. Alicia si scostò appena per fargli vedere la figura del suo compagno stesa sul lettino di fianco al suo, ancora profondamente addormentato. Tranquillizzato, Elijah cercò di sollevarsi a sedere ma Alicia gli posò le mani sulle spalle, trattenendolo.
"Fermo, Elijah, sei ancora…" iniziò a dire dolcemente, ma Elijah la scostò con insolita brutalità.
"Togliti" le disse sforzandosi di vincere il disgusto che provava ad essere toccato da lei "Dovete riportarmi indietro. Devo andare dai miei compagni"
Alicia lo assecondò, allontanandosi e guardandolo con un’espressione ferita.
"Non possiamo tornare indietro" disse infine tristemente "Orion 3W è diventata assolutamente off-limits per noi. Oltretutto, pullula di Runners della Corp.: non riuscirebbe a passare i loro controlli nemmeno uno spillo"
Elijah sentì che la rabbia gli tornava a circolare in corpo man mano che riprendeva le forze. Come intuendo che Elijah era sveglio, anche Morales iniziò a lamentarsi e ad agitarsi nel suo lettino e Alicia ne approfittò per scansare lo sguardo accusatorio che Elijah le rivolgeva. Morales aprì gli occhi sbattendo forte le ciglia: la sua pelle bianca era diventata quasi lattea e profonde ombre azzurrine segnavano il contorno degli occhi. Elijah si rese conto di quanto false fossero le immagini di sé che proponevano i digi-alias: Morales dal vivo sembrava più vecchio di dieci anni e più magro di dieci chili. Incoraggiato dalla voce di Alicia, anche Morales finalmente riuscì a mettere a fuoco la vista. Vedendo Elijah, si esibì in un sorriso storto a metà tra la gioia più pura e il disgusto più ironico
"Hei, capo…" gracchiò con voce incerta "Stai da schifo, sai? Però sono felice lo stesso di vederti"
"Ha parlato la reginetta di bellezza" rispose Elijah, improvvisamente commosso in maniera allarmante "Hai una faccia che fa ribrezzo"
"Comunque meglio della tua, barbone" rimbeccò Morales, chiudendo gli occhi esausto "Dove sono gli altri?"
La sua domanda cadde in un silenzio teso: Alicia si tormentava l’orlo della camicia incapace di guardarli ed Elijah sentiva di nuovo la rabbia invadergli il petto.
"Io lo so dove sono" disse una voce decisa dietro di loro. Morales ed Elijah girarono lo sguardo da quella parte verso Damon che stava in piedi tra la cabina di comando del caccia ed il loro compartimento.
"Damon" disse Elijah cercando di alzarsi in piedi: era ancora indeciso se prendere il compagno a cazzotti o supplicarlo di riportarlo indietro. Il Runner lo precedette alzando le mani in segno di resa.
"L’idea iniziale era quella di far rotta verso le altre Orion e cercare di liberare tutti, ma ci siamo resi conto che sarebbe stato impossibile. I corpi di Garrie, Pat e Cardinale sono già nelle mani della Corp., e per questo non possiamo farci niente"
Elijah tornò a sedere mentre le viscere gli venivano rimescolate da un misto di angoscia e furore.
"Io devo tornare dalla mia squadra, Damon" disse scandendo bene le parole, implacabile.
"Anch’io" si accodò Morales che aveva appena capito l’enormità della situazione.
Sorprendentemente, Damon annuì.
"E’ esattamente quello che stiamo facendo" disse asciutto "A tutta birra. Ci stiamo dirigendo verso il Mattatoio"
*          *         *
Cardinale si svegliò per il freddo, la fame e l’assurdo, impossibile silenzio. La prima sensazione fu quella di profonda irrealtà perché non riuscì a riconoscere niente di quello che la circondava: si trovava in una stanza quadrata dalle alte pareti di pietra liscia, nuda e umida. Grosse chiazze di muffa coprivano il soffitto e gli angoli. La stanza era completamente vuota a parte una branda saldata al pavimento con sopra una striminzita coperta marrone e un pitale sporco buttato a caso in un angolo. Nessuna porta, nessuna finestra. A parte gli acciacchi fisici, la sensazione più sconvolgente era l’assoluta mancanza di punti di riferimento per capire dov’era: su una DDW o nel suo corpo reale? Cardinale si massaggiò le braccia, scrutando il proprio corpo in cerca di segni di riconoscimento. Addosso aveva un corto ed essenziale camice ospedaliero di un incerto colore grigiastro, allacciato sulla schiena. Sotto non portava nient’altro, così com’erano nudi i piedi. Al polso si trovò inaspettatamente l’orologio di madame Desirée : sospirando sollevata si rese conto di essere su una DDW. Stava per attivare il computer nascosto nell’orologio quando un dubbio le attraversò la mente e ci ripensò. La ragazza si sedette sulla branda apparentemente tranquilla. In realtà i suoi occhi saettavano a destra e a sinistra, frugando in tutti gli angoli in cerca di qualche segnale che le dicesse dov’era. Ed eccolo lì: sulla nuda parete, proprio in mezzo ad una crepa, un debole luccichio tradì la presenza di una telecamera nascosta. Con un sorrisetto sadico, Cardinale si alzò in piedi e si trascinò nell’angolo dove giaceva il pitale. Lo raccolse faticosamente poi si avvicinò inesorabile alla telecamera sul muro. Con un colpo secco e deciso sbatté forte il pitale contro la telecamera riducendola in frantumi. Poi gettò a terra il pitale, rabbiosamente e alzò gli occhi al soffitto.
"Avete voglia di spiarmi, luridi topi di fogna? Mandate qualcuno ad aggiustare la vostra telecamera, che lo ammazzo con le mie stesse mani!" gridò con una voce roca che le bruciò la gola.
La debolezza le fece di nuovo tremare le gambe, così si trascinò di nuovo sulla branda dove rimase a gambe incrociate e lo sguardo vigile di un furetto.
Così, quello era il Mattatoio. Molto bene. La debolezza portava anche sconforto, ma Cardinale lo scacciò con forza dalla sua mente. Lei era un Runner, perdio. Non avrebbe ceduto senza combattere con le unghie e con i denti. Doveva solo non pensare ad Elijah, perché quel pensiero le causava un magone difficile da controllare. Lui era salvo, e questo era tutto quello che importava sapere. Per il resto…Che mandassero pure qualcuno a minacciarla : era pronta a riceverli.
*          *         *
"Dov’è?" chiese Elijah dopo una lunga pausa di silenzio. La notizia che stavano dirigendosi verso il Mattatoio l’aveva per un attimo tranquillizzato, ma l’angoscia aveva di nuovo preso il sopravvento, fomentata da una marea di dubbi.
"Dov’è il Mattatoio?" domandò Damon stancamente "Quando ha ricevuto la segnalazione, si trovava a poca distanza da Orion 2W, quindi immagino che il corpo di Cardinale sia già a bordo"
Un brivido gelido corse lungo la schiena di Elijah, spossandolo; o forse a spossarlo fu la sensazione di ineluttabile impotenza che gli pervadeva le membra…
"La nostra speranza è che non danneggino Cardinale finché non hanno finito di raccogliere tutti e tre" continuò Damon velocemente vedendo la faccia di Elijah diventare grigiastra " Dopo Orion 2W, il Mattatoio si è diretto verso Orion 1W dove c’è Patterson e poi andrà su Orion 4W dove c’è Garrie. Questo dovrebbe darci un certo margine di vantaggio"
"Sfortunatamente Orion 3W era molto lontana dalle altre" terminò Alicia senza guardare nessuno.
"Da quanto tempo siamo in viaggio?" chiese Elijah facendo due rapidi calcoli e scoprendo inorridito che non potevano essere passati solo pochi minuti dal suo passaggio dalla DDW.
Alicia e Damon si scambiarono uno sguardo nervoso.
"Trentasei ore" disse infine Damon, contrito. Elijah sentì rivoltarsi di nuovo le budella e per poco non tornò a vomitare.
Si sedette di schianto sulla sua branda, prendendosi il volto fra le mani.
"Trentasei ore" mormorò sconvolto "Non arriveremo mai in tempo"
Damon si avvicinò finalmente a lui, posandogli una mano su un braccio.
"Stiamo facendo il possibile, Elijah" disse piano cercando di non far trasparire la tristezza dalla voce.
Elijah lo guardò a lungo con durezza.
"Non è abbastanza" disse infine con una voce aspra. Si alzò di scatto scostando Damon da sé senza tante cerimonie.
"Avete un computer qui sopra?" chiese seccamente ed Alicia annuì segnando una postazione completa dietro le brande.
"Morales, se non mi sbaglio prima di andare al Seven Dogs stavi lavorando sul programma di decodifica password per riuscire a violare le DDW segrete della Corp. A che punto sei arrivato?"
Morales si illuminò, contento di poter finalmente dare un contributo.
"Il programma di decodifica è pronto, capo" disse esultante "E’ ancora nel nostro Limbo che aspetta solo di essere scaricato"
"Molto bene: mettiti al lavoro, pivello. Avete un de-digitalizzatore qui?"
"Certo, ma…che hai intenzione di fare?" chiese Damon tra lo scettico e il sorpreso. Elijah gli rivolse uno sguardo imperscrutabile e improvvisamente sorrise.
"Voglio andare a salvare i miei compagni. Voglio entrare nel Mattatoio"
*          *         *
La guardia si chiamava George e Cardinale lo riconobbe come il porco che l’aveva toccata quando era incosciente prima ancora che lui aprisse bocca. Lo riconobbe dallo sguardo borioso che la percorse subito tutta come se la toccasse di nuovo. E poi quel sorriso cupido, complice: vederglielo addosso le fece tornare la nausea.
"Vedo che la nostra principessa si è svegliata" disse George entrando nella stanza: la parete era scivolata a destra scoprendo la fitta fila di sbarre di metallo della porta di una cella. Si richiuse subito quando l’uomo fu entrato. Cardinale rimase immobile sulla branda col mento appoggiato alle ginocchia, i lunghi capelli spettinati davanti agli occhi, il respiro misurato e tranquillo. Aveva assunto un pericoloso aspetto selvatico, come se una parte di lei fosse tornata ad essere primitiva e violenta. Chiunque avesse avuto a che fare con lei, in quel momento se la sarebbe fatta sotto dalla paura. Ma George non sapeva chi era Cardinale: vedeva solo un bel faccino, due occhioni scuri e la possibilità di farsi una bella cavalcata con quella puledra di razza. A fissarle le gambe nude e raccolte, quasi gli veniva un’erezione, così su due piedi.
“In tanti anni qui al Mattatoio non ho mai visto passare un bocconcino come te. Scommetto che lavoravi su una piattaforma Sex, eh? Con quegli occhi da letto che ti ritrovi…”
Cardinale non rispose, ma continuò a fissare George con occhi vigili e attenti. La guardia fece una risatina di scherno e si avvicinò fischiettando alla telecamera frantumata, tenendo blandamente d’occhio la ragazza immobile sul letto.
"Sei stata una bimba molto cattiva a fare questo" la rimproverò agitando leziosamente un attrezzo sottile e appuntito "Meriteresti di essere sculacciata"
"Tu mi hai toccata" disse finalmente Cardinale con una voce pericolosamente simile ad un ringhio. L’uomo fece una risata sarcastica e la palpò di nuovo con quel viscido sguardo lascivo.
"Te lo ricordi! Sì, ti ho toccata. Scommetto che ti è anche piaciuto, vero, troietta?Hai due tette di marmo, cocca, davvero arrapanti…"
"Sei un uomo morto" lo avvisò Cardinale con una voce quasi dispiaciuta.
L’uomo rise di nuovo, buttando indietro la testa.
“Allora lo hai capito che mi piacciono le selvatiche come te? Se ti impegni un attimo a mettere fuori uso un’altra telecamera, possiamo anche farci una sgroppata insieme, in barba a quei fessi del…”
Ad un tratto il respiro gli si mozzò stranamente in gola : la faccia della ragazza si era improvvisamente materializzata davanti alla sua con dipinta sopra una smorfia raccapricciante.
"Morto, ammasso di fogna" gli sibilò quasi sul naso.
George, per qualche oscuro motivo che proprio non capiva, non riusciva a respirare: a metà tra lo sbalordito e lo scandalizzato, si accorse che la ragazza impugnava ferocemente l’attrezzo che pochi secondi prima aveva lui in mano e che quell’attrezzo era sporco di sangue. Sulla bocca gli si formò una perfetta "O" di sorpresa quando qualcosa di caldo e liquido cominciò ad imbrattargli la spalla destra della camicia. Con orrore si accorse che era sangue, il suo sangue e che zampillava copioso da un largo squarcio sulla gola. Cercò di urlare e nessun suono uscì dalla sua trachea recisa; incespicò di qualche passo all’indietro mentre la sirena dell’allarme cominciava a suonare, lenta, lontana e perfettamente inutile. George, sempre con quell’espressione di sacro stupore stampata in viso,  si portò le mani alla gola cercando di tamponare la ferita mentre la faccia di Cardinale si illuminava di un sorriso soddisfatto.
"Io te lo avevo detto" disse Cardinale serafica e vittoriosa e furono le ultime parole che George sentì prima di stramazzare a terra morto. Cardinale aspettò pazientemente che l’uomo smettesse di contorcersi orribilmente poi gli diede qualche calcetto con il piede per vedere se era veramente morto. Non provava nessuna compassione per quello schifoso che puzzava già per gli escrementi che gli avevano imbrattato i calzoni: dal suo punto di vista, c’era un maledetto molestatore in più all’Inferno e la cosa non poteva che farle piacere. Girò le spalle con disprezzo al cadavere, dopo di che buttò con indifferenza l’attrezzo in un angolo e alzò di nuovo gli occhi al soffitto, battagliera e indomita come una novella amazzone, rivolta a chiunque avesse le palle per affrontare il suo sguardo ardente di giustizia divina.
"Volete mandare qualcun altro?" gridò, trionfante.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: L_Fy