Quella
mattina, ancor prima che il sole sorgesse, mi trovavo sul monte Tam.
Quello stupidissimo ammasso di rocce dove Luke ed il
Generale avevano intrappolato Annabeth, Artemide e dove il "povero-sfortunato-assetato-di-sangue"
Atlante
continuava a sorreggere il Cielo, borbottando maledizioni in greco
antico e deprimendosi canticchiando Jesse McCartney.
Avevo
impiegato poco tempo ad arrivare a San Francisco da New York, quel 19
Agosto. Ero letteralmente volata via, non lasciando alle altre
Cacciatrici nemmeno un biglietto di spiegazioni. Era appena finita la
guerra contro Crono e forse si
sarebbero preoccupate per me, ma in quel momento non me ne importava
un granché.
Non c'era
nessuno con me, ero completamente sola. Non che volessi essere
trovata, ovvio.
Ero lì,
in piedi, nel punto esatto da dove lui era caduto un paio d'anni prima.
La brezza mi
scompigliava i capelli. Non avevano bisogno di essere più
scompigliati, in realtà: erano sempre così
carichi di
elettricità che le spazzole, i pettini ed i bigodini
scappavano per paura di rimanerci secchi.
Sospirai,
guardando il fondo del burrone.
Voglia di
vivere? E chi l'aveva più?
Avrei potuto
buttarmi da un momento all'altro, che avevo da perdere?
Al massimo
avrei raggiunto Luke negli Inferi... non sarebbe stato affatto male,
considerando come stavano andando le cose per me in quel momento: il
giorno prima ero stata bloccata sotto una stupidissima statua di
trenta tonnellate sull'Olimpo, impossibilitata persino a vedere la
morte dell'uomo di cui ero innamorata.
Tutto questo
per confermare come la sorte se la fosse presa con me per qualche
motivo che non mi era tenuto conoscere.
Sospirai di
nuovo, convinta di non dover più soffrire per quello stupido
figlio di Ermes.
L'avrei raggiunto, quello era poco ma sicuro.
Alzai lo
sguardo al cielo e vidi Zoe Nightshade che mi scrutava con
un'espressione perplessa dalla costellazione della Cacciatrice.
-Sai anche
tu quello che sto per fare, Zoe.- le dissi, ostentando una
tranquillità che non avevo affatto. In compenso, ero
veramente risoluta. -E sai che è la cosa giusta.
Zoe, dal
canto suo, continuò a fissarmi confusa, senza darmi nemmeno
uno straccio di risposta.
Abbassai lo
sguardo, per concentrarmi nuovamente sul fondo del burrone.
Chiusi gli
occhi per evitare che le lacrime mi rigassero il volto, e saltai.
Non potevo
più fermarmi, ero in caduta libera.
Sentii
l'urto contro la superficie rocciosa, ma nulla accadde.
Mi aspettavo
di veder crollare il mondo da un momento all'altro, di iniziare a
vedere tutto buio e di svegliarmi negli Inferi. Niente di quello che
successe soddisfò le mie aspettative.
Ero sicura
di non stare morendo.
Aprii gli
occhi e mossi le dita delle mani, un po' dolorante. Ma il dolore che
provavo dentro era un milione di volte peggio di come mi sentivo esteriormente.
Mi guardai
attorno, senza però osare alzarmi dalla superficie di
pietra:
riuscivo ancora a vedere le rocce, le loro minime crepe ed il muschio
che ne avvolgeva una parte; riuscivo ancora a sentire i grugniti del
drago Ladone in lontananza ed i richiami di qualche uccello notturno.
No,
decisamente non ero morta.
Nel
constatarlo, la rabbia s'impossessò di me. Mi rialzai,
infuriata e frustrata, ed inizia a gridare al cielo in greco
antico.
-E così
adesso non posso neanche morire, eh? Nemmeno questo mi è
concesso ora?- sbraitai, inferocita. -Forza,
uccidetemi! Voglio morire, capito? Voglio morire!
Tuoni e
fulmini interruppero la pacata quiete del primo mattino, scatenando una
tempesta come non se n'erano mai viste. Quella volta avevo veramente
perso il
controllo.
L'immagine
del volto di Luke mi ricomparve davanti: sorridente e con gli occhi
scintillanti, come lo ricordavo
io quando ero dodicenne, però con la cicatrice lungo la
guancia. Aveva lasciato
questo mondo solo un giorno prima del mio tentato suicidio e non me
n'ero ancora fatta una ragione.
Mi sentii
gli occhi pericolosamente umidi.
“Non
piangere, Talia.” mi dissi, tentando di calmarmi.
“Sei
una figlia di Zeus, tu non puoi piangere.”.
Ma fu del
tutto inutile: una lacrima più testarda e più
salata
delle altre mi rigò la guancia, giungendo poi sino al mento
e
cadendo sulla roccia.
Infondo,
perché non potevo piangere? Chi aveva detto che una figlia
di
Zeus non poteva permetterselo?
Già,
datemi una valida spiegazione del perché non potessi
restarmene là, in piedi in mezzo a quella tempesta, a
piangere come una stupida.
Il dolore
lacerante che provavo dentro era qualcosa d'inimmaginabile: ancora non
riuscivo a
capacitarmi del fatto che Luke fosse morto davvero.
Speravo di
vederlo comparire da un momento all'altro da dietro una roccia con un
sorriso dicendo “Ehi, ci sei cascata! È stato
tutto uno
scherzo, ah ah!”. Chiaramente, poi gli avrei tirato un pugno
nello stomaco e sarei scoppiata a ridere. Forse gli avrei tirato anche
più di un pugno.
Ma uno
scherzo è bello finché dura poco: allora
perché
Luke non sbucava fuori? Perché non ricevevo alcuna risposta?
La pioggia
continuava a bagnarmi i capelli, ma nemmeno quella riusciva ad
appiattirmeli un po'.
-Luke!- lo
chiamai, con un debole accenno di sorriso.
Nessuna
risposta.
-Luke,
tanto so che ci sei!- la voce mi tremò un po'.
Nessuna
risposta.
-Luke, so
che questo è uno scherzo!
Nessuna
risposta.
-Luke,
stammi a sentire!- urlai ancora più forte, per essere sicura
che la tempesta non coprisse la mia voce. -Luke, io tornerò
da
te!
Nessuna
risposta.
-Con o
senza questa maledettissima immortalità!
Nessuna
risposta.
-Luke,
questa è una promessa!
Anche quella
volta, nessuna risposta.
My
little corner:
Beh, salve a tutti!
Lo so, il titolo è estremamente stupido, ma per una storia
priva di alcun fondamento ci vuole un titolo all'altezza.
Francamente non avrei voluto nemmeno postare questa fic, dato che non
era in programma: in più, ero partita dall'idea di scrivere
una
Talia x Luke, ma di quel buon intento è rimasto poco o
niente.
ç-ç Vabbè, mi rifarò (prima
o poi... :3).
Ah, se state dicendo: -Ma che corta questa storia!- avete perfettamente
ragione. Ero partita dal presupposto di farla diventare una flashfic e
non di più, dato che ero vittima di un momento di follia
alquanto passeggero, ma ho voluto comunque allungare ed ecco qua!, a
metà tra la flashfic ed una one-shot che si possa definire
tale.
Ovviamente, dato che il mio momento di follia ha ormai fatto le
valigie e ha tolto il disturbo, non riesco proprio a vedere nulla di
buono in questa storia... =.="
Grazie per la pazienza e per anche solo aver letto! Se poi sarete
così gentili da lasciarmi un vostro parere al riguardo,
grazie in anticipo.
Alla prossima!
Bacioni, Aly.
Credits:
Characters © Rick Riordan
Title Font = Windlass
Text Font = Arial
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà
di
Rick Riordan. Questa storia non è stata scritta a scopo di
lucro.