Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: crazy_k    06/09/2011    10 recensioni
“Hey papà? Dove stiamo andando?!?!?!” domandò il piccolo Albus voltandosi verso il genitore con gli occhi colmi di ingenua curiosità bambina.
“Andiamo a trovare una persona” rispose pacato Harry.
“Chi?”
“Un…amico”
“Un tuo amico?”
“Si”
“Ed è morto il tuo amico?”
“Si…”
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

My Daddy’s Friend
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il vento soffiava tra i rami spogli degli alberi, scuotendoli e manovrandoli come marionette attaccate a un filo. L’autunno si apprestava a lasciare il posto a un inverno freddo e ostile, tuttavia, per chi nel cuore aveva solo il gelo, la differenza era nulla.
 
La ghiaia del vialetto scricchiolava sotto i passi affrettati del bambino e quelli lenti del padre.
Harry scoccò uno sguardo vigile al piccolo che, allegro, gli trottava al fianco. Il comportamento spensierato del figlio era a dir poco fuori luogo in un posto come quello ma, del resto, forse era meglio così.
Il giovane cuore di Albus era ancora candido e puro, non conosceva la sofferenza, l’odio, il tradimento, ed era bello, era giusto così. L’irritazione dell’adulto non era altro che invidia abilmente camuffata. Anche a lui sarebbe piaciuto ridere spensierato mentre correva a nascondersi dietro le bianche lapidi che costellavano il grande prato del cimitero.
 
- Hey papà? Dove stiamo andando?!- domandò il piccolo Albus voltandosi verso il genitore con gli occhi colmi di ingenua curiosità infantile.
- Andiamo a trovare una persona. - rispose pacato Harry.
- Chi?
- Un… Amico…
- Un tuo amico?
- … Si…
- Ed è morto il tuo amico?
- … Si…
 
 
 
 
Il mausoleo si stagliava imponente contro il cielo terso e senza nubi.
Era una struttura massiccia ed elegante al tempo stesso. Era…magnifico. Uno splendido castello per permettere il riposo di una famiglia che, una volta, era stata tra le più antiche, nobili e potenti dell’intero mondo magico. Una tomba maestosa per chi era abituato al meglio.
 
- Wow!!! Che bello!!! - urlò Albus con gli occhi sgranati e il nasino all’insù.
 
Definire bella una tomba è una cosa che poche persone riescono a fare. Per Harry, definire bella quella particolare tomba, non era possibile.
 
 - E’ grande!!! Perché è così grande papà? Una persona non si sente sola se viene rinchiusa in un posto così grande? Non ha paura la notte senza la mamma?
 
Era difficile comprendere il concetto di morte per chi, nella sua breve esistenza, non aveva mai conosciuto altro se non l’amore e l’affetto di famiglia e amici. Come poteva Harry spiegare al suo secondogenito che, quando una persona muore, non può più provare né paura nè solitudine?
Con voce pacata, puntando l’indice contro l’imponente architettura, Harry risolse la questione posta dal figlio.
 
- Lì dentro… - spiegò - … Non c’è una sola persona ma tante, un’intera famiglia. Per questo è tanto grande e nessuno di loro ha paura o si sente solo.
 
Albus sembrò soddisfatto della spiegazione ricevuta e si mise a girare lentamente attorno al monumento.
Quasi subito il piccolo si accorse di una fine incisione sopra l’ingresso.
 
- Mal-foy… ? - lesse con qualche difficoltà.
 
Harry fissò la scritta elegantemente scolpita nel pregiato marmo bianco dalle venature rosate per poi sospirare pesantemente.
 
- Il tuo amico è lì dentro? - domandò allora il piccolo Potter.
- Sì…
 
Ed Harry aveva un’espressione talmente triste in volto quando rispose quel misero monosillabo, che Albus non potè fare a meno di stringere la grande mano del suo papà e cercare di risollevargli il morale.
 
- Perché sei triste adesso, papà?
- Nostalgia…
- Che cos’è la nostalgia?
- Un sentimento.
- E che cos’è di preciso un sentimento?
- Lui… - rispose Harry, gettando un’occhiata alla tomba - … Avrebbe risposto che un sentimento è una cosa brutta.
- E’ una cosa che usano le persone cattive?
- No… In realtà, principalmente sono le persone buone a farne largo uso.
- Allora un sentimento deve essere una cosa bella!!!
- Un sentimento può essere la cosa più bella del mondo così come la più brutta…
- Non capisco papà…
 
Harry strinse la mano del figlio più forte tra le sue, prima di lasciarla andare.
 
- Sono venuto qui per portare una cosa al mio amico - disse, estraendo dalla tasca una lettera sgualcita.
- Ma papà!!! - lo chiamò forte Albus – Papà, il tuo amico non può leggerla se è chiuso lì dentro!!!
- Scommetto che troverà un modo di leggerla… Però, per facilitargli un po’ le cose, potrei dirgli perché sono venuto fin qui - spiegò paziente Harry.
 
 
 
 
- Bene allora… E così alla fine sono ancora qua. Lo ammetto, sono un codardo malgrado quello che pensano tutti…
- No papà non è vero!!! - interruppe bruscamente, Albus, l’inizio del monologo del padre - Tu sei il più coraggiosissimo genitore del mondo!!! - asserì con piena convinzione e grande forza il piccolo.
 
Harry sorrise amaro. Alzò le mani in al cielo in segno di resa e le riabbassò per scompigliare la zazzera corvina del bambino.
 
- Mio figlio ha parlato… Albus Severus Potter, l’ennesimo Potter che è venuto al mondo.
Grazie Albus ma vedi… Il tuo papà è un vero fifone perché queste cose che adesso dirà, avrebbe dovuto dirle molto tempo fa. Se l’avessi fatto, avrei risparmiato tanto sofferenza a molte persone…
- Però… Però lo stai facendo adesso, perciò conta lo stesso.
 
Merlino, si ritrovò a pensare Harry, fa che nonostante tutto io continui a essere per mio figlio l’eroe che ha sempre visto in me.
Poi, volgendo nuovamente lo sguardo alla tomba, tornò a dire.
 
- Sono venuto qui perché volevo dirti che mi dispiace… E che mi mancherai. Puoi prendermi in giro quanto vuoi, ma ti giuro che mi mancherà la tua voce…
- Il tuo amico aveva la voce dolce come quella della mamma? - domandò Albus, seriamente interessato.
 
Harry pensò alla voce di Ginny, sua moglie, madre di suo figlio. Era una voce calda, una colata di miele. Era la voce di un’amica, di una confidente, di una persona che ci sarebbe sempre stata per ogni cosa. Ma non era la voce dell’amore.
Allora Harry pensò alla voce del suo amico e si ritrovò a ghignare senza nemmeno rendersene conto.
Accorgendosi poi che la sua piccola peste era ancora in attesa di una risposta, si affrettò a spiegare.
 
- Bhè… A dir la verità no.
 
Albus rivolse al padre uno sguardo a dir poco scettico e Harry si sentì bellamente preso in giro. Perciò, grattandosi imbarazzato la nuca, cercò di rimediare alla gaffe.
 
- Non era una bella voce. Non aveva niente di speciale se non si conta l’elevato tasso di acidità. Era aspra come il succo dei limoni più acerbi e tagliente come la lama della spada più affilata. Era così la sua voce, ed era unica come tutte le altre. Era bella perché era unica.
- Quindi…Se tutte le voci sono uniche e, se tutte le voci sono considerate belle proprio per questo… Papà anch’io ho una bella voce allora?!
 
Può un bambino di quattro anni avere una tale capacità logica-argomentativa? Harry se lo stava seriamente domandando… Suo figlio doveva essere proprio un piccolo genio!
 
- Si Al. La tua voce è la più bella in assoluto!!!
- Papà? Che cosa ti mancherà di più del tuo amico?
 
Harry stette un attimo in silenzio prima di aprire bocca per rispondere.
 
- Mi mancherà il suo insopportabile modo di fare. Mi mancheranno gli insulti, la boria, l’egocentrismo che lo caratterizzava. Devo ammetterlo per essere in pace con me stesso, ma… Mi piaceva battibeccare con lui, lo trovavo stimolante. Per Godric, sembro un masochista se lo dico, però… Era, in un modo strano e contorto, bello litigare insieme - vedendo l’espressione perplessa del figlio, Harry si affrettò a continuare il discorso per non dar tempo all’altro di esprimere i suoi dubbi - Mi mancherà la sua faccia tosta. Mi mancheranno le sue Lezioni Terrorismo e i suoi innumerevoli sabotaggi al mio lavoro. Mi mancherà vederlo giocare al piccolo chimico durante le lezioni di Pozioni, così come mi mancherà lo sguardo di trionfale vittoria che mi lanciava ogni volta che Piton elogiava il suo operato e, quello di scherno totale quando il mio veniva, inesorabilmente, senza possibilità di appello, fatto evanescere dal calderone. Mi mancherà sentirmi apostrofare in tutti quei modi assurdi che riusciva ad inventarsi, sono ancora convinto che se li studiasse di notte, invece di dormire… San Potter, Sfregiato, Potty, Golden Boy… E mi mancherà andare in giro chiamandolo Furetto, Biondo Platinato, Malferret. Mi mancherà la sua voce che sibila maligna quante più cattiverie può. Mi mancheranno le partite di Quidditch con lui, perché nessuno era bravo come quel biondo nel disarcionarmi dalla scopa e farla franca - notando lo sguardo allarmato del figlio e, interpretandolo come terrore per le sorti della partita, si affrettò a precisare che… - Tanto poi il boccino lo prendevo io!!!
- Ma…Papà!!! - lo interruppe Albus con l’espressione leggermente sconvolta.
- Si Al?
- Mi hai detto una bugia!!!
 
Harry fissò il figlio con stampato in volto un’espressione maledettamente confusa.
 
- Ma sì  papà, hai detto una bugia!!! Mi hai detto che lì dentro c’è un tuo amico… - urlò tutto agitato il bambino, indicando la tomba bianca - … Ma gli amici non fanno queste cose!!! Hai detto che ti faceva i dispetti, che ti chiamava in brutti modi, che litigava con te e che ti faceva cadere dalla scopa!!! Non era tuo amico, è una bugia!!!
 
Harry era così basito dallo sfogo del piccolo che si perse il piccolo momento di riflessione del figlio. Lo sentì semplicemente annunciare, con lo stesso tono che avrebbe usato una persona che è consapevole di farti un favore immane, che non doveva preoccuparsi perché lui non avrebbe detto alla mamma che il papà ha raccontato una bugia e quindi che lei non gli avrebbe lavato la bocca col sapone.
 
- Sai perché mi mancheranno tutte queste cose, Albus? - domandò Harry appena ripresosi dallo scoppio improvviso di risa che lo aveva colto e gli aveva fatto venire le lacrime agli occhi.
 
Il bimbo scosse la testa più volte, sbuffando, leggermente offeso dalla reazione che il padre aveva avuto al suo discorso estremamente serio.
 
- Mi mancheranno perché, in realtà, quello era l’unico modo che lui conosceva per starmi vicino. Però, piccola peste, lui faceva anche delle cose buffe e divertenti e mi mancheranno anche quelle.
- Ad esempio? - domandò scettico il bimbo.
- Ad esempio mi mancheranno gli scherzi ai danni di Tassorosso che organizzavamo insieme, come due vere menti del crimine. Mi mancherà la mattina svegliarmi e non venire schiantato per aver osato tentare di entrare in bagno prima di lui, sarà strano trovare la porta aperta e la doccia libera. Mi mancheranno tutte quelle boccette di profumo, oli essenziali, lozioni e chi più ne ha più ne metta, che spargeva in giro per la stanza. Mi mancherà svegliarmi perché ho i suoi piedi gelati piantati in mezzo alle cosce, ho sempre pensato che avesse la regolazione della temperatura guasta. Non eravamo della stessa casata ma spesso io andavo a dormire da lui perché il damerino, dopo varie ed estenuanti lagne, era riuscito a farsi assegnare una stanza singola. Mi mancherà la cura maniacale che aveva per i dettagli e tutte le sue innumerevoli ossessioni.  Mi mancheranno gli assalti alla mia persona, tutte quelle piccole cose che faceva per me e, naturalmente, mi mancherà la sua incredibile faccia di bronzo mentre fingeva di non saperne niente.
 
Poi, rivolgendosi direttamente alla tomba, Harry decise di farla finita.
 
- In sintesi Malfoy, quello che sto cercando di dirti è che mi mancherai e il tempo di un secondo mi sembrerà infinito senza te. Dicevi sempre che ti avrei dimenticato… Come potrei dimenticarti? Sai benissimo che non riuscirò a rinunciare mai completamente a te e immagino che tu sia tutto intento a crogiolarti nell’autocompiacimento ora, sia che tu sia all’Inferno o in Paradiso la tua boria non si sarà mica sgonfiata.
Tuttavia voglio dirti che ho deciso che questa sarà la fine del nostro capitolo. Non penserò più a te e mi concentrerò solo sulla mia famiglia; su Ginny, su James, su Albus e sulla piccola Lily in arrivo…Sono consapevole del fatto che, malgrado tutto, continuerò a cercarti. Ti cercherò nell’ultimo dei sogni e spero che tu sarai lì ad aspettarmi, ma, quando sarò pienamente cosciente, tu resterai sempre e solo il mio ricordo migliore, nulla di più, nulla di meno.
 
Il silenzio calò rapido dopo le ultime parole pronunciate dall’ex bambino-che-è-sopravvissuto.
 
- Wow papà! Dovevate essere davvero grandi amici! - sorrise Albus voltandosi a guardare in faccia il genitore. - Come si chiamava di nome? Ce l’aveva un nome vero?!
- Draco. Draco Lucius Malfoy, questo era il suo nome - sussurrò Harry.
- Perché non c’è nemmeno una sua foto in casa? - domandò curioso il piccolo Albus dopo un altro attimo di silenzio - Ci sono un sacco di foto tue e della mamma, e di Zio Ron e Zia Hermione e anche di Zio Neville e Zia Luna, e di tutti i vostri amici ma… Conosco tutte le persone che sono fotografate e perciò Draco non può esserci, perché lui non conosco com’è fatto. - riflettè giustamente il piccino.
- Vedi Albus… Lui… Era un mio amico segreto… - mormorò labile l’uomo.
- Oh…
- E questo… - disse Harry mentre indicava tutto attorno a sé - … Sarà il nostro segreto. Tu ed io saremo le sole persone a sapere di ciò… Ok? Non lo dovrà sapere né la mamma, né nessun altro.
- Nemmeno James?
- No, nemmeno James.
- Neanche Teddy?
- No, neanche Teddy. Va bene ometto? Te la senti di farmi questa promessa? - domandò Harry, inginocchiandosi davanti al figlio e porgendogli il dito mignolo.
- Si… - esalò a bassa voce il bambino, con tono orgoglioso, prima di sancire il patto col padre ed incrociare il suo mignolino con quello del genitore.
 
 
 
 
Harry porse al figlio la lettera che ancora stringeva in una mano e poi si rimise in piedi, scrollandosi la terra dai pantaloni.
- Perché non vai a infilare la busta sotto la porta, nell’angolino a destra? E’ lì che c’è la foto del mio amico, così puoi vedere che faccia aveva… Non sei curioso?
 
Albus fece come gli era stato detto.
Si avvicinò all’entrata della tomba e, non senza qualche difficoltà, riuscì ad infilare la lettera sotto alla porta a vetri senza sgualcirla minimamente.
 
Draco Lucius Malfoy          n. 05-06-1980  02-05-1998
 
Il giovane Potter si prese qualche minuto di tempo per osservare la foto che capeggiava, in tutto il suo splendore, in quell’angolo. La cornice era semplice ma raffinata, in argento, con incastonati, in alto a destra, un paio di smeraldi lucenti. L’immagine ritraeva un bel ragazzo alto, in quella che aveva tutta l’aria di essere una divisa scolastica. Evidentemente, Albus pensò che la cornice della foto doveva riprendere gli stessi colori che erano indossati dal giovane. Ricordandosi delle storie che i suo genitori gli avevano raccontato su Hogwarts, il bambino immaginò che la casa di appartenenza dell’amico del suo papà doveva essere quella di Serpeverde. La giovane serpe aveva capelli biondissimi, quasi bianchi, lisci e sottili. Aveva i tratti del volto leggermente spigolosi e un fisico asciutto e slanciato. Nel complesso, ad Albus sembrò proprio un bel ragazzo. Era in piedi sotto a un salice le cui fronde si agitavano lente e pigre al soffio della leggera brezza primaverile. Sullo sfondo s’intravedevano le acque brillanti di un lago e una serie di montagne dalla cima ancora innevata.
Poco prima di allontanarsi e tornare dal padre che lo aspettava qualche metro più indietro, il bambino notò che il soggetto si trovava leggermente decentrato nell’inquadratura, spostato a sinistra, e sembrava intento a sorridere a qualcuno fuori campo che doveva trovarsi al suo fianco.
 
- E’ un peccato… Sembrava simpatico - disse il piccolo Albus al padre mentre gli prendeva la mano. - Ciao, ciao, Zio Draco!!!
 
Insieme, padre e figlio si voltarono e, con le spalle al sole tornarono verso casa.
 
 
***
 
TREDICI ANNI DOPO
 
- Sei stato gentile ad accompagnarmi.
- Figurati.
 
Due ragazzi di circa diciassette anni se ne stavano ritti in piedi alla fine di un lungo viale alberato in ghiaia, sulla cima di una dolce collinetta, in un piccolo cimitero.
Si trovavano ormai da qualche ora, di fronte a una tomba che, per quanto Albus Severus Potter si sforzasse di guardare da un altro punto di vista, per lui rimaneva sempre bellissima.
 
- Andiamo adesso… Dobbiamo tornare prima di sera o la vecchia megera si arrabbierà. C’è il rischio che le saltino le coronarie e, conoscendola, c’è il rischio che lo faccia apposta per farci accusare di profficidio e rinchiudere ad Azkaban!
- Dovresti mostrare un po’ più di rispetto per la preside McGranitt, sai Scorp? Inoltre non credo che esista il termine profficidio
- Stai sempre a mettere i puntini sulle i!!! La Mc è solo una vecchia bacucca… Quanti secoli avrà? Mi aspetto che cada a pezzi da un momento all’altro…
 
Notando l’occhiata di fuoco che il suo amico gli aveva scoccato a quell’ultima uscita, Scorpius Hyperion Malfoy ritenne più saggio chiudere la bocca e trincerarsi in un silenzio pentito.
 
- Ti chiedi mai come sarebbe stato avere un padre? - domandò il giovane Potter ad un certo punto.
 
Il biondo stette un attimo in silenzio prima di rispondere, per riflettere su cosa sarebbe stato giusto dire.
- A volte… Mia madre dice sempre che sarebbe stato un buon padre perché aveva avuto un ottimo esempio da non seguire.
 
Albus lanciò un’occhiata perplessa al ragazzo pallido di fianco a lui che si limitò a scrollare le spalle in un gesto di indifferenza.
 
- Credo che si riferisse a mio nonno, Lucius Malfoy… Nei libri è citato come braccio destro, nonchè uno dei migliori seguaci di Voldemort. Pare però che abbia dato forfait all’ultimo per seguire la famiglia e che siano tutti morti da eroi in battaglia. Mia madre si era sposata con mio padre poco tempo prima della resa dei conti e scoprì di essere incinta poco dopo.
- Si amavano?
 
Scorpius gettò una fugace occhiata all’amico prima di rispondergli.
 
- No. Erano solo buoni amici - poi continuò quasi se stesse parlando con se stesso - Mia madre era innamorata, ricambiata, del migliore amico di mio padre, Blaise Zabini. Tuttavia Zabini si è dichiarato neutrale alla guerra ed è espatriato in Italia lasciandosi indietro gli altri. Non gliene faccio certo una colpa. Rimasero sempre in contatto e lo sono tutt’ora. Mio padre era innamorato di un’altra persona ma non ho mai saputo di chi.
- Non puoi chiederlo a Pansy?
- No, purtroppo mia madre non me l’ha mai voluto dire.
- Non hai mai cercato foto, lettere o qualcosa del genere?
- Certo che gli ho cercate!!! Non ho trovato niente… Niente tranne la metà di una vecchia foto che aveva scattato mia mamma durante il suo sesto anno di scuola… E’ la stessa foto che c’è nella tomba.
 
Non si sa come e non si sa nemmeno il perché, ma, in quel momento, ad Albus venne in mente una frase che suo padre aveva sussurrato tra sé e sé tanti anni prima, in un freddo pomeriggio di fine autunno, in quello stesso posto.
 
- … Questa la completa… - sussurrò il giovane Potter con aria assente.
- Cosa?
 
Senza perdere tempo, il moro afferrò la mano dell’amico e lo trascinò con forza fino all’entrata della tomba, spingendolo poi ad accucciarsi insieme a lui.
 
- La vedi? - domandò in modo concitato.
- Cosa?
- Come cosa?! La lettera naturalmente!!!
 
Scorpius stava ormai seriamente pensando che il suo amico fosse impazzito all’improvviso.
Stava per rialzarsi e trascinare via con sé l’altro ragazzo, quando notò che, effettivamente, c’era una busta di pergamena gialla sul pavimento nell’angolo.
 
- Prendila!!! - lo incitò Albus.
- E come?!
- Con la magia no?
- E perché non lo fai tu?
- Malfoy a volte mi chiedo se tu sia ritardato o cosa… Sveglia!!! Non siamo a scuola e io non sono ancora maggiorenne a differenza di te!
- Ah già… Accio busta! - enunciò il biondo, puntando la bacchetta verso la lettera che subito gli schizzò fra le mani passando da sotto la porta.
 
Subito Albus gli strappò la missiva dalle mani e iniziò a squadrarla da tutte le angolazioni.
 
- Si può sapere che cosa stai facendo? E che cos’è quella busta?
- Posta…
- Posta? Per un morto?
 
Dopo essersi assicurato solo Salazar sa cosa, il moro slytherin porse la lettera all’amico che iniziava a provare una punta di curiosità per quello che stava accadendo.
 
- Aprila… Se ho ragione non resterai deluso.
 
E il giovane Scorpius l’aprì e dalla busta cadde quella che aveva tutta l’aria di essere la metà di una foto.
Il biondo accostò l’istantanea al vetro, accanto a quella del padre e per entrambi i ragazzi fu subito chiaro che quella era la metà mancante.
 
- Chi è?
- Guardagli la fronte…
 
Tra i capelli corvini e spettinati del ragazzo che sorrideva guardando Draco, Scorpius intravide una sottile cicatrice a forma di saetta.
 
- E’ tuo… - espirò il biondino bruscamente.
- Padre. - concluse per lui l’amico.
 
Il giovane Malfoy girò la metà della foto che aveva in mano e lesse le poche parole che vi erano scritte poi, con infinita gentilezza, come se quello che teneva in mano fosse stato un tesoro raro e prezioso, richiuse nuovamente la busta e la rimise al suo posto.
 
Il sole stava ormai tramontando ed era veramente giunta l’ora di tornare a scuola se i due giovani non volevano incorrere nelle ire della preside.
Con passo lento ed elastico si avviarono fianco a fianco verso l’uscita pronti per il viaggio.
 
 
 
 
Con un secco POP Scorpius scomparve in un momento.
Prima di seguirlo, Albus si voltò indietro e, in controluce, scorse il profilo scuro della grande tomba della famiglia Malfoy che si stagliava contro il cielo all’imbrunire. Con una nuova consapevolezza nel cuore, porse i suoi saluti all’amico di suo padre.
 
- Ciao, ciao, Zio Draco…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
THE END
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Salve popolo di EFP!!!
 
Mi annoiavo e non sapevo che fare…Così ho deciso di scrivere qualcosina che spero che vi piaccia!!!
Fatemi sapere cosa ne pensate mi raccomando e ricordatevi sempre tutti che le recensioni sono il pane quotidiano di un autore e NON creano dipendenza!!!
 
Un grande ringraziamento e un saluto speciale e ognuno di voi!!!
Crazy_k

   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: crazy_k