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Autore: Akiram_len    07/09/2011    1 recensioni
Sono passati sette anni dallo scontro con i Volturi, e le cose sono andate avanti per la famiglia Cullen, specialmente per la piccola Renesmee, ormai diventata una giovane donna. "La mia vita è perfetta", dice, e per un po' è così, ma non sa che il passato sta per ripresentarsi alla porta, e purtroppo neanche la veggente di casa riesce a vedere in tempo cosa succederà nel loro futuro, sempre se ne avranno ancora uno...
Okay, a questo punto credo di aver detto troppo: se vi ho incuriositi almeno un po', beh, allora non vi resta che iniziare a leggere la mia storia!
Genere: Fantasy, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Jacob Black, Renesmee Cullen, Un po' tutti, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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La nostra storia insieme_capitolo 1 Ed ecco a voi il primo capitolo! Spero vi piaccia!

Capitolo 1

Il tempo passa, le cose cambiano


RENESMEE

Erano passati ben sette anni dall’ultima volta in cui vedemmo i Volturi, e dovevo dire che furono i sette anni più belli della mia vita, nonostante contenessero vicende tristi per me e la mia famiglia.
I miei genitori erano felici e innamorati come non mai, finalmente potevano godersi la loro eternità senza la paura che qualcuno li disturbasse.
Sapevamo che i Volturi alla fine si sarebbero fatti di nuovo vivi, eravamo sicuri che non avessero digerito di buon grado la loro sconfitta, ma non per questo c’eravamo scoraggiati, anzi. Ci godevamo ogni singolo momento e non potevamo essene più felici.
Loro due, come il resto della mia famiglia, passavano il tempo spensierati, felici, in tutta tranquillità. Ed era strano, visto e considerato il fatto che fin da quando i miei genitori si erano conosciuti non avevano passato un momento di tranquillità. Per questo, con il passare degli anni, erano diventati molto protettivi, soprattutto mio padre, che a volte rasentava il limite della sopportazione con la sua preoccupazione nei miei confronti.
E tutto questo era peggiorato da quando avevo iniziato a frequentare la University of Alaska Anchorage: infatti, sebbene dalla mia nascita fossero passati poco più di sette anni, il mio corpo dimostrava di averne quasi il triplo. E la mia mente non era da meno: impossibilitata dall’avanzamento precoce della mia crescita, non potevo andare a scuola come tutte le bambine “normali“, e quindi fin da piccola trascorrevo le giornate a studiare cose nuove. Tutto questo almeno finché la mia crescita si era fermata del tutto, e così avevo deciso di andare in una vera scuola con veri insegnati per imparare cose che ancora non conoscevo: poiché le mie conoscenze arrivavano agli studi dei liceali, l’unica cosa che mi rimaneva da fare era andare all’università, e quale cosa migliore da fare se non prendere al volo la possibilità di frequentare quella di Anchorage?
Oltre ad essere l’università della città dove c’eravamo trasferiti - Anchorage, appunto - era anche molto grande, e con vari indirizzi e facoltà: tra tutti quelli che proponeva, io avevo scelto la facoltà di medicina. A chi non mi conosce probabilmente verrebbe da pensare che sia una scelta scontata, avendo in famiglia ben due membri laureati in quel campo, ma conoscendomi sono sicura che capirebbero il perché abbia scelto quella strada: i bambini.
Amavo i bambini, specialmente quando erano nell’età in cui hanno bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro;  e per questo avevo scelto medicina, per potermi poi specializzare in ginecologia, e speravo, anche in ostetricia: il mio sogno era quello di poter seguire la crescita di un bambino da quando è un embrione fino a farlo nascere io stessa.
E il mio amore per i bambini era fomentato ogni giorno dall’amore che ricevevo dalla mia famiglia sin dalla nascita, nonché da Jacob.
Il mio Jake.
Era diventato una presenza costante nella mia vita. Se mi fermavo un attimo a riflettere sulla mia piccola ed esigua esistenza, potevo vedere sempre Jacob accanto a me. Lui c’era stato in ogni momento, brutto o bello. Era lì, con me.
E non riuscivo neanche a immaginare una vita senza di lui. Il solo pensiero mi faceva star male. Perché lui era diventato il mio pilastro, il mio rifugio nelle giornate buie, il mio porto sicuro.
Ed erano ormai due anni che da essere il mio migliore amico era diventato il mio ragazzo.
Certo, prima di diventarlo c’era stato un periodo per niente bello tra noi, anzi.
Tutto era successo per il piccolo edgn insiificante segreto che la mia intera famiglia - vampiresca e lupesca - mi nascondeva, e il fatto di averlo scoperto origliando una conversazione tra i miei genitori e Jacob, beh, non è che mi abbia fatto fare i salti di gioia.

~~~ Due anni prima ~~~

Erano le quattro del pomeriggio e stavo tornando dalla caccia fatta con Carlisle ed Esme, avevo rallentato la mia corsa fino a farla diventare una silenziosa passeggiata nel bosco, quando sentii delle voci provenire dall’interno di casa nostra.
Mi fermai all’improvviso dietro un albero, sorpresa di trovare qualcuno in casa a quell’ora.
Concentrandomi riuscii a distinguere le voci di mia madre e mio padre più una terza voce, quella del mio migliore amico. Non riuscivo però a distinguere bene le parole che pronunciavano, anche se percepivo che c’era qualcosa che non andava nel loro tono di voce: era troppo alto e molto più concitato del solito. Così mi nascosi dietro un albero che distava solo una trentina di metri dalla casa per ascoltare meglio, ma quando riuscii a capire cosa si dicevano, sentii chiaramente il rumore dello spezzarsi del mio cuore.
“Jacob questa storia deve finire, non può andare più avanti! Renesmee è intelligente, e sta iniziando a capire che qualcosa non va! Se aspetterai ancora per molto per raccontarle la verità la perderai per sempre! Sono suo padre, e io non voglio che mia figlia soffra! Se non ti deciderai a dirle tutto entro qualche giorno, sarò costretto a rivelarle tutto io, e sono sicuro che non prenderà molto bene il fatto che il suo migliore amico le abbia nascosto una cosa del genere per così tanto tempo!”
“No Edward ti prego! Sai che le racconterò ogni cosa, ma voglio trovare il momento adatto. La amo troppo, non sopporterei di perderla ancor prima di poterla considerare mia in tutto e per tutto.”
“Jake, noi sappiamo che ami nostra figlia, altrimenti non ti avremmo fatto avvicinare a lei fin da quando è nata, ma lei ha bisogno di sapere tutta la verità, ne ha il pieno diritto!”
“Lo so Bells, lo so. Ma non so come fare senza che lei si senta una specie di seconda scelta. Non è proprio facile dire alla persona che si ama che prima di essere innamorato di lei, lo ero di sua madre! E che se non avessi avuto l’imprinting con lei l’avrei uccisa non appena nata! Non credo che ascolterebbe tutto senza batter ciglio per poi rispondere che non fa niente, sai? E forse non le ho ancora detto niente perché sono consapevole che non mi perdonerà tanto facilmente, se non per niente. Io non posso perderla! Lei è la mia vita, e senza di lei non so come farei a vivere! La amo, lo sapete, è come l’ossigeno per me, e Dio solo sa cosa non farei affinché una volta detto tutto lei non pensasse che la ami solamente perché è legata a me per motivi “lupeschi”: ma la conosco troppo bene, e so che penserà quelle cose. E poi voi sapete bene il motivo per il quale ho aspettato tutti questi anni per dirle tutto: io non voglio che una volta detto che lei è destinata ad amarmi lo faccia perché si sente costretta nei miei confronti. Se deve stare con me come compagna, allora il suo deve essere amore, e non una pallida imitazione, altrimenti è meglio rimanere amici per sempre.”
In quel momento, udendo quelle parole, mi sentii spezzata in due dai sentimenti contrastanti che si agitavano dentro di me: da una parte, c’era l’amore che provavo per Jacob - del quale mi ero accorta solo qualche settimana prima - che mi spingeva affinché saltassi tra le sue braccia; dall’altra, la profonda delusione che provavo nei confronti della mia famiglia, ma soprattutto nei suoi, di confronti, e la rabbia, per avermi mentito per così tanto tempo. E quella seconda parte prese il sopravvento sulla prima in modo talmente veloce che non feci neanche in tempo a pensare cosa fare che ero già arrivata di fianco ai miei genitori e a Jacob.
Fu solo quando sentii il suono chiaro ed inconfondibile dello schianto della mia mano sulla guancia di quest’ultimo che mi resi conto di cosa avevo appena fatto.
“Nes-” provò a dire Jacob, ma non lo feci neanche finire.
“NO! Non ci provare neanche a chiamarmi in quel modo! Non ne hai più il diritto, dopo quello che ho sentito pronunciare dalla tua bocca poco fa!” sentii qualcosa di bagnato sulle mie guancie: non mi ero ancora accorta che cercavo di trattenere invano delle lacrime già traboccate.
Sentendo aria di tempesta tra noi, i miei genitori si spostarono in un’altra stanza, ma in quel momento non me ne importò.
“Nessie, ascoltami: non volevo che tu lo venissi a sapere in questo modo, e non ora. Volevo dirtelo solo quando fossi stato sicuro dei tuoi sentimenti verso di me” fece un passo avanti, ma io istintivamente ne feci qualcuno indietro, scansando inevitabilmente una sua mano che si era alzata per afferrarne una delle mie.
Il suo sguardo ferito per quello che avevo fatto mi trafisse come una pugnalata al cuore, ma mi sentii quasi felice per quello che stava provando lui, anche se non era abbastanza, paragonato al tumulto di emozioni che c’era nel mio cuore: dolore, rabbia, sdegno, odio. E si alternavano tra loro come degli operai che si davano il turno per distruggere uno alla volta un pezzo di una casa: purtroppo per me, quella casa che pian piano si stavo distruggendo, era il mio cuore.
“BASTA! Ti prego, basta. Non voglio sentirti. In questo momento non ce la farei - abbassai la testa e sentii il suo sguardo sui miei capelli; non riuscivo a guardarlo negli occhi, ma dovevo dirgli una cosa importante - forse non capirò mai perché tu mi avete mentito, perché tu mi ha mentito, ma volevo solo dirti che se davvero mi conoscessi come hai detto prima ai miei genitori, e se davvero tu volevi aspettare che io ti amassi come solo una donna ama un uomo, beh, allora tutto questo me lo avresti raccontato già da un po’, non credi? ma tanto ormai questo non ha più importanza. Perché per il momento non voglio più vederti.” indietreggiai fino ad appoggiarmi alla parete, a portai istintivamente una mano al petto, dove sentivo che il cuore mi sarebbe potuto esplodere da un momento all’altro, per quanto faceva male.
Presi fiato, e parole che non avrei mai sognato di pronunciare mi uscirono dalle labbra.
“Jacob, ti prego, vai via”

~~~

E lui lo fece, andò via.
Per fortuna però, Jacob era ed è molto testardo, specialmente quando si tratta di me, e durante le settimane che succedettero quella disastrosa giornata, era sempre a qualche metro da me, lasciandomi però tutto il mio spazio.
Passò così un mese, e durante tutto quel tempo cercò in tutti i modi di riconquistare la mia fiducia. Non volevo ammetterlo, ma mi lusingavano tutte le attenzioni che mi rivolgeva, e pian piano riuscì a conquistarmi di nuovo.
Dopo un mese riuscivamo di nuovo a parlare senza litigare;
Dopo due mesi era come se non fosse successo niente tra noi, e anzi, il rapporto in qualche modo era anche meglio di quello che avevamo, ancor più confidenziale, ma non era quello che anelavamo entrambi.
Così un giorno ci ritrovammo soli a passeggiare nel bosco e a parlare di noi due, di cosa volevamo dal nostro rapporto e di cosa provavamo nei confronti dell’altro. Non ricordo esattamente come successe, fatto sta che mi ritrovai con la schiena contro un albero e con le labbra impegnate in un bacio che di casto non aveva niente.
Erano passati due anni da quel giorno e stavamo insieme da allora.
Certo, c’erano sempre litigi e cose varie, ma tutto durava non più di qualche ora, non erano litigi molto seri: l’unica discussione seria che avevamo avuto era durata un mese e non stavamo neanche insieme.
Ora invece erano quasi tre mesi che convivevamo in una casetta ai margini del bosco, e fra poco avrei iniziato a frequentare l’università.
La mia vita era perfetta: stavamo bene insieme, ci amavamo, e non avrei voluto niente di più che restare per sempre solo io e lui…

…o forse no.

Allora? Che ne dite del primo capitolo?
Posterò una volta a settimana - e questa volta è vero, lo prometto! - ma se non vi piace ditelo subito così smetto!
Al prossimo capitolo!
Un bacione, Marie_Cullen
  
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