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Autore: Nakara86    07/09/2011    2 recensioni
Questi racconti mi sono venuti in mente molti anni fa, intorno al 2006, quando la mia vena scrittoria e capace di inventarsi storie si è presentata. In quel periodo ho inventato un personaggio degli x-men, uno che non avrebbe futuro all'interno della squadra per la semplice ragione che il suo potere non permetterebbe più ai suoi colleghi di vivere avventure. Può esistere solo se Logan è nei dintorni perché in quel caso lui non terrebbe conto dei suoi consigli e farebbe comunque di testa sua. Così farà per tutta la durata di queste scene che di per sé non hanno l'obiettivo di raccontare avventure ma di studiare i personaggi e il fascino che Wolverine esercita su di me.
I momenti mancanti sono inseriti all'interno della vicenda del primo film degli x-men quando la mia mutante non era altro che una giovane studente del professore che sognava di entrare a far parte della squadra.
La vicenda è la stessa narrata nel film, solo che ho fatto come se Pantera esistesse e nei film non fosse presentata.
Ho immaginato la vicenda divisa indicativamente in 5 giorni.
Genere: Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Secondo giorno

Il mattino seguente fu il professore a svegliarla. Si era addormentata sulla sedia accanto a Logan e quando aprì gli occhi si chiese come avesse fatto ad addormentarsi in quella scomodissima posizione.
"Buongiorno." le disse in tono delicato il Professore.
"Buongiorno" rispose la giovane stiracchiandosi. I capelli castani le cadevano disordinatamente sul volto e gli occhi verdi erano gonfi di sonno.
"Non avresti dovuto..." iniziò il Professore, ma Pantera alzò la mano verso di lui per zittirlo. 
"È tutto vostro." disse poi alzandosi ed indicando il mutante addormentato sul lettino.
"Hazel... - le disse il professore mentre lei si allontanava verso l'uscita e gli mandava uno sguardo avvelenato – dammi del tu."
La giovane annuì  ed uscì dalla stanza.
Logan si mosse ed aprì gli occhi verde bottiglia piantandoli sul volto del Professore.
"Buongiorno." si limitò a dire il mutante più vecchio muovendosi con la sedia a rotelle verso di lui.
"'ngiorno - grugnì lui e si mise seduto tenendosi la testa. - Mi sembra che mi sia passato sopra un trattore" commentò facendo scrocchiare il collo e producendo un suono duro e secco … l'adamantio.
"Hai dormito molto."
"Come sta Rogue?" fu il suo primo pensiero. Quella ragazzina che era entrata nella sua vita senza bussare e con la quale aveva instaurato un rapporto paragonabile a quello di un genitore con un figlio. Erano due anime sole, due fuggiaschi, due perseguitati... due lupi solitari che però avevano messo su' un branco tutto loro che non aveva intenzione di unirsi a nessun altro. Era quello il suo segreto, per quello non voleva farsi toccare.
"Lei sta bene, ma tu, piuttosto..."
"Io sto benissimo, devo andare a parlarle."
"Non esce dalla sua stanza da ieri notte."
Il mutante sospirò: 
"Ci devo provare lo stesso." disse muovendosi verso l'uscita.
"Vai a ringraziare Pantera..." gli disse Xavier.
"E per cosa?" chiese l'uomo sulla soglia, freddo.
"È rimasta qui in infermeria, su quella sedia, per tutta la notte."
Logan sorrise beffardo: 
"Ma non prevede il futuro? Che bisogno c'era di..."
"Prevede i pericoli e le tragedie imminenti, ma preferisce stare accanto alle persone piuttosto che fare completo affidamento sui suoi poteri."
Logan rimase sulla soglia ad osservare il professore, senza parole.
Era difficile che Wolverine restasse senza parole, l'aveva capito dal primo momento in cui l'aveva visto, e quando lo faceva era perché era sconvolto o particolarmente colpito dalla notizia. Lo osservò uscire dalla stanza senza dire una parola e sentì i suoi passi muoversi verso i piani superiori.
Logan si stava muovendo verso la propria stanza per avvicinarsi a quella di Rogue e convincerla ad uscire dalla sua.
"Pantera!" esclamò stupito l'uomo vedendo la donna uscire da una porta molto lontana dalla sua camera. Si chiese come avesse fatto a raggiungere lui, quella notte, in così poco tempo, perché anche prevedendo l'accaduto quella distanza non indifferente doveva essere stata coperta.
"Bentornato tra i vivi Logan." disse la giovane sorridendogli. I capelli castani, lunghi fino alle spalle, erano scalati e leggermente disordinati, mentre gli occhi verdi sembravano due smeraldi incastonati in due fessure allungate intagliate nel nocciolo. Aveva l'aria selvatica e ricordava molto il felino a cui aveva preso in prestito il nome.
"Stai bene?" riprese lei osservando pensierosa Logan che dal canto suo, per un momento, rimase sconvolto da quanto fosse bella.
"Si, io sto bene, stavo cercando..." ma ad un tratto gli occhi della mutante divennero opachi ed assenti, non lo stava più ascoltando.
Rogue che veniva rapita da qualcuno ed usata in qualche modo sconosciuto, chiusa dentro una struttura a diversi metri di altezza, che urlava spaventata davanti ad un uomo più anziano di lei, un'esplosione e poi lei agonizzante.
"Rogue!" sussurrò poi iniziò a correre verso l'ufficio di Xavier, doveva dirglielo, doveva assolutamente dirglielo. Logan non fece nemmeno in tempo a capire cosa stesse succedendo che le stava già correndo dietro e capì come avesse fatto lei ad accorrere in suo aiuto in così poco tempo: era velocissima.
La ragazza spalancò una porta facendo sobbalzare Ciclope e Xavier intenti a conversare di piani troppo alti perché potesse venirne messa a parte pensò amaramente.
"Rogue è in pericolo!" disse.
"È in pericolo?" chiese Logan.
"È scappata..." disse Xavier osservando il vuoto.
"Che cosa? - chiese Logan entrando con furia nell'ufficio e spostando di peso Pantera – Dov'è?"
 
Le porte di Cerebro si spalancarono davanti ai loro occhi e Charles entrò mentre le due pesanti porte circolari si richiudevano su loro stesse.
"Tu hai mai provato a...?" chiese Logan a Jean mentre erano radunati davanti al macchinario.
"Usare Cerebro? Ci vuole un grande potere per manovrarlo e per una come me è..."
"Pericoloso..." concluse Scott che le stava accanto come un guerriero romano fa la guardia alla tenda del Re.
Pantera era nervosa, mentre loro erano lì ad aspettare che Charles la trovasse poteva già esserle successo di tutto.
"Cos'hai?" le chiese Logan.
"Niente, sto solo cercando di immaginare cosa le possa essere successo mentre noi siamo qui a chiacchierare..." disse secca.
"Ma tu non prevedi?..."
"Si, ma mi preoccupo lo stesso esattamente come tutti i comuni mortali..."
"È alla stazione." disse Xavier uscendo da Cerebro.
"Che cosa facciamo?" chiese ansiosa la veggente.
"Tu niente Hazel!" disse lapidario Charles.
"Ma..." cercò di controbattere.
"È un ordine!" disse serio l'uomo e lei poté vedere distintamente il sorriso compiaciuto di Scott a quelle parole, cosa che la fece tremare di rabbia come non mai.
"Rogue rischia di essere uccisa, anzi, sta per essere uccisa io..."
"Tu farai esattamente quello che ti dirò io!" disse l'uomo e cercò di entrare nella mente della mutante.
Lei se ne accorse e ringhiò incurvando la schiena e scoprendo leggermente i denti. Era istintiva, detestava il suo inutile potere e ricevere ordini insensati. Non le piaceva in generale prendere ordini da qualcuno ma per qualche strana ragione Charles lo ascoltava sempre. Fu così che si calmò stringendo tanto i pugni da farsi male per controllare la forza sovrumana che le vibrava nelle vene e facendo appello a tutto il suo autocontrollo, molto scarso per la verità, per evitare di esplodere. Senza dire più una parola lanciò uno sguardo al veleno ai due mutanti e sparì oltre il corridoio per raggiungere la palestra, doveva sfogarsi.
Logan la osservò marciare decisa su per il corridoio e rimase interdetto da lei ma sopratutto dal comportamento del Professore.
"Avete un potenziale del genere e non lo sfruttate?" chiese sconvolto.
"Pantera è in gamba, generosa, sveglia ed intelligente, ma avventata... un po' come te... non è ancora pronta per una cosa del genere." disse l'uomo abbassando lo sguardo.
"Secondo me state facendo un errore Professore." disse in un modo tale che i mutanti rimasero spiazzati incapaci di comprendere il tono con cui quella frase era stata detta, mentre lui riprendeva l'ascensore e saliva ai piani superiori.
Uscì dall'Istituto, prese la moto parcheggiata fuori e partì alla volta della stazione.
 
Avvolse forte la stoffa intorno ai pugni e strinse le mani. Un colpo, poi un altro... in pochissimo tempo Hazel stava quasi massacrando il povero pounch ball che penzolava impotente davanti a lei. Perché il professore la tagliava sempre fuori dalle missioni? Perché la trattavano tutti come una pericolosissima mina vagante? Ma soprattutto, perché Rogue era scappata? Diede un ultimo colpo fortissimo al sacco immaginando i faccioni di Scott e del professore penzolarvi a turno. Era convinta che la ragione della fuga fosse la più normale e semplice vergogna... la stessa che aveva spinto lei a scomparire dopo la morte dei suoi genitori che aveva previsto in sogno. Si sentiva ingiustamente in colpa a quel tempo, giusto 11 anni prima, quando i suoi poteri iniziarono a presentarsi timidamente per poi diventare un'ossessione dopo lo shock della morte della sua famiglia. Poco per volta aveva tagliato fuori dalla sua vita tutte le persone a cui aveva tenuto, solo per non soffrire nel vedere i pericoli che ogni tanto correvano, fino a diventare un'eremita che usciva di casa con gli occhiali da sole sempre e solo per comprare un po' di cibo, quel tanto che le bastava per non morire di fame. Finché una sera, uscendo per buttare l'immondizia, Xavier non le aveva teso un agguato e l'aveva convinta a seguirlo in quella scuola. Lei gli aveva creduto, era andata con lui ed era convinta che se fosse stato lui a trovare Rogue avrebbe convinto anche lei a tornare sui proprio passi, ma il Professore era lì, nella scuola e c'era solo da sperare che gli altri fossero in grado di farlo. In cuor suo sapeva però che loro difficilmente ci sarebbero riusciti perché per quanto la squadra fosse compatta e disponibile era spaventata dal mondo esterno e dagli umani. Probabilmente se avesse avuto dei poteri tanto forti e dirompenti come i loro, sarebbe stata spaventata anche lei. Poi fece per riprendere a massacrare il sacco ma il niente l'avvolse in un silenzio ovattato: vide Rogue che veniva portata via da Magneto e dai suoi scagnozzi e Logan riverso per terra, impotente.  La ragazza urlò di rabbia riprendendo a picchiare il pounch ball che dopo l'ennesimo colpo contro il muro cadde a terra con un tonfo, la catena che penzolava spezzata dalla sua cima.
 
Uscendo dalla palestra e muovendosi nei corridoi Pantera sentì la squadra che stava tornando. Marciò verso la porta ed attese l'arrivo dei mutanti con le braccia incrociate. Il primo ad entrare fu Logan seguito subito dopo dal Professore.
"Te l'ho detto Logan, Erik è..."
"Ha degli strani amici Professore!" disse solo Logan.
"L'ha presa vero?" chiese Pantera.
"Chi ha preso cosa!"
"Magneto ha preso Rogue! Non è vero?"
Logan la guardò incrociando le braccia e spostando lo sguardo sul Professore. Di lì a poco la sala si riempì di mutanti e tutti parevano così tranquilli che Pantera si sentì molto infastidita da ciò che stava vedendo.
"Ebbene?" esclamò.
"Hazel, per favore..." sospirò il Professore portandosi una mano alle tempie.
Poi Logan, senza guardare nessuno in faccia, salì le scale per raggiungere la sua stanza. Hazel fu la prima a seguirlo mentre Tempesta e Charles si avviavano verso l'ascensore.
"Logan! Logan aspetta!" esclamò la giovane ma lui entrò nella sua stanza lasciando la porta aperta, lei lo seguì.
Il mutante si sciacquò il viso ed incontrò lo sguardo smeraldino della donna osservarlo dispiaciuta.
"Perché non l'hai previsto prima?" chiese lui sbattendo l'asciugamano sul bordo del lavandino.
"Io... io non vedo a comando..." sussurrò la ragazza che aveva sempre più voglia di piangere.
"Dovresti..."
"Logan per favore calmati!" disse lei spostandosi verso di lui che la ignorò rivolgendosi a Charles che era appena arrivato.
"Avevi detto che voleva me!"
"Ho commesso un terribile errore... - disse Charles mentre Logan si voltava verso la porta – usa un elmetto particolare che scherma il mio potere..."
"Ma dove vai?" gli chiese Tempesta.
"A riprenderla!"
"Come?" gli chiese il Professore.
"Nel modo tradizionale, cercando!"
Quella volta però non fu Pantera a seguirlo, ma Tempesta. Hazel era troppo mortificata da quello che le aveva appena detto... DOVRESTI. Quelle parole l'avevano trafitta, lasciandola per la prima volta incapace di pensare ad un modo per difendersi da quell'accusa, ma non poteva... aveva ragione lui.
Sentì lo sguardo del Professore su di lei ed alzò il suo.
"Cosa ti ha detto?" le chiese.
"Che avrei dovuto prevederlo" rispose con un fastidioso groppo in gola.
"Pantera, non ascoltarlo..." 
"Ha ragione però! Cosa mi avete preso a fare in questa scuola se il mio potere è totalmente inutile?" sputò finalmente il rospo dopo anni che desiderava farlo.
"Ma Pantera! Non lo crederai sul serio?" ma lei non rispose e lui capì che si, lo pensava sul serio.
Le si avvicinò prendendole le mani: 
"Nessuno di noi è inutile, e non lo sono nemmeno i nostri poteri. La cosa difficile è trovare il nostro posto in modo tale da non sentirci tali." disse lui cercando il volto della donna con lo sguardo.
"Allora il mio posto non è qui, Professore."
"Pantera – disse paziente – io avrei desiderato tante volte avere un potere come il tuo, solo per prevedere in anticipo i pasticci che i tuoi colleghi avrebbero combinato."
"E dopo?"
"Avrei potuto cercare di evitarlo..." disse lui sorridendole e ricevendone uno in cambio.
"Promettimi che non penserai più di essere inutile."
"Solo se voi mi promettete che cercherete di aiutarmi a controllarlo sul serio."
"Promesso." le disse.
"Promesso." rispose lei.
"Ah, tra l'altro, tieni d'occhio Logan è avventato e tu che sei come lui sicuramente riesci a prevedere le sue mosse molto meglio di me."
"Professore!" la voce di Tempesta arrivò forte al piano superiore ed i due mutanti, la sibilla ed il telepate, scesero al piano inferiore per cercare di capire cosa fosse successo.
 
Il Senatore Kelly, che in quel periodo si stava dando un gran da fare per complicare ancor più di quanto già non fosse la vita dei mutanti, si trovava sdraiato sotto flebo sullo stesso lettino su cui era stato Logan. Il mutante era appoggiato ad un tavolino ed osservava critico ed incuriosito il politico davanti a loro. Pantera si mise accanto a lui e questi si voltò e le sorrise. Dopo quello che le aveva detto era una completa mancanza di tatto, ma già da quelle poche ore in cui lui era lì con loro, aveva capito che non avrebbe potuto aspettarsi niente di diverso da lui.
"Avevo paura ad andare in un normale ospedale perché avevo paura che mi avrebbero trattato come..."
"Un mutante? - concluse per lui Charles – non siamo tutti così terribili."
"Lo dica a chi mi ha fatto questo!" esclamò il Senatore.
Charles si avvicinò alla fronte dell'uomo ma quando alzò lo sguardo sui mutanti era sperso e preoccupato.
"Il Senatore ha bisogno di riposare adesso. Andate nelle vostre stanze, io mi fermo qui ancora un po'." disse Charles e così i mutanti fecero per andarsene ma Logan rimase lì. Hazel lo vide ed una volta sulla soglia si fermò ad osservarlo tanto insistentemente che dopo uno sguardo al Professore ed un cenno della sua testa, Logan la seguì fuori dall'infermeria.
 
"Che fai mi tieni d'occhio?" le chiese ad un tratto l'uomo dopo il lungo silenzio che li accompagnò per il tragitto attraverso i laboratori.
"Cosa te lo fa pensare?" chiese lei beffarda.
"Che sei sempre nelle vicinanze, ho notato."
"Hai notato? Cosa ti fa pensare che abbia ragioni valide per stare sempre accanto ad un uomo proibitivo e burbero come te... siamo nello stesso Istituto, gli spazi sono quello che sono..." disse lei mentre raggiungevano la stanza dell'uomo.
Logan ci rimase un po' male per quella affermazione, evidentemente aveva frainteso gli sguardi della mutante al suo indirizzo.
"Buona notte..." disse lei.
"Buona notte..." rispose lui.

Note dell'autrice.
Mi rendo conto che forse c'è troppo dialogo, però teniamo conto che questo è il film e la storia viene raccontata dalle voci dei protagonisti. Volevo che l'inserimento della mia mutante sembrasse naturale quindi ho cercato di essere il più fedele possibile al film. 
Spero vi piaccia.

 
  
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