Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Tecla Sunrise    09/09/2011    4 recensioni
[...]
Spero che tu venga a sapere un giorno quello che sto per fare. Perché lo faccio solo per te.
Prendo il calice, traboccante di quella pozione, e me lo porto alle labbra, deciso. Non è più tempo di ripensamenti.
Dolore. Quello che sento è solo un immenso dolore. Niente in confronto alla Cruciatus, è una cosa sconvolgente, non riesco a respirare, non so chi sono, dove sono e cosa sto facendo. C’è solo un incredibile dolore.È dappertutto, solo dolore.
[...]
Adesso tu sei qui, davanti a me, con la mano tesa che ho sempre voluto vedere e lo sguardo di chi è pronto a perdonare.
“Sir-Sirius…” balbetto, mentre tento di raggiungerti, senza però riuscire a muovere un muscolo.
No, no, no! Forza, raggiungilo, è la tua ultima possibilità! Solo uno sforzo!
“UCCIDIMI!” ti urlo, Sirius, quando capisco che non riuscirò a raggiungerti, né ora né mai più.
Mai come adesso la consapevolezza dell’incombente fine mi si presenta, limpida e inevitabile.
***********************
un Regulus Black in punto di morte, i suoi pensieri ed i suoi rimorsi.
Perchè eroi non si nasce, si diventa.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Regulus Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quando si muore, si muore soli.
 

      Cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato.
Cadesti interra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno
La Guerra di Piero, Fabrizio De Andrè

 

       

È il momento. Sono mesi, anni forse, che sapevo sarebbe arrivato. Forse sin da quando il Cappello Parlante mi smistò tra i Serpeverde, gli scaltri, furbi e calcolatori Serpeverde. Sapevo che avrei dovuto seguirti, Sirius. Avrei dovuto ascoltarti, ma la verità è che c’è un motivo per il quale sono un infimo Serpeverde: sono un codardo. Non ho mai avuto la forza d’animo per ribellarmi, neanche quando papà arrivò a Cruciarti al tuo sesto anno, neanche quando mamma mi “suggerì” di diventare un Mangiamorte.

Mangiamorte. Un nome più azzeccato non potrebbe esistere: si nutrono di morte, di dolore. Ci nutriamo. Quante cose che non avrei voluto vedere, Sirius, quante volte avrei solo voluto scappare, lontano da quegli assassini, lontano da quel perenne odore di morte.


Ma non ce l’ho fatta. Ancora una volta ho dimostrato che avevi ragione, a definirmi succube e debole. Niente più che un burattino, passato dalle mani della madre a quelle del Signore Oscuro.

Il Signore Oscuro. Colui che non deve essere nominato. Voldemort.

Lui non è un uomo, non più, o forse non lo è mai stato. È una bestia, assetata di sangue, un mostro, un abominio, un rifiuto della natura.

Ha fatto cose, Sirius… cose che solo a pensarle mi vengono i conati di vomito.

Ho letto tanti libri, Sirius. Tu lo sai, no? Se ancora ti ricordassi qualcosa di tuo fratello, quello vero, allora sapresti come sono sempre stato studioso. Sono passato dalla biblioteca di Hogwarts, la più fornita di tutto il mondo Magico, a quella del Signore Oscuro.

Quella bestia, assetata anche di conoscenza.

Conoscenza significa potere. E lui ama il potere. L’unica cosa al mondo che gli interessi davvero.

E poi, dopo tanti, tantissimi, raccapriccianti libri, sono giunto a quello.

Poche volte mi sono sentito in trappola come in quel momento, fratello. Si possono contare sulle dita di una mano: la prima volta che hai chiamato quel Potter fratello; quando sei scappato, senza portarmi con te; quando sono stato Marchiato, sotto lo sguardo orgoglioso di Bellatrix e Mamma e Papà; e adesso.

Adesso, che sto per morire. Finirà tutto.

Non avrò più la possibilità di venire da te, a chiedere scusa.

Ti ho visto, l’altro giorno, e ho capito: quando si arriva al punto da trovarsi faccia a faccia e doversi uccidere, si è davvero oltrepassato il limite.

Perché forse tu non lo faresti, ma io, purtroppo, sì: sono troppo codardo, troppo spaventato dalle conseguenze di una mia eventuale esitazione.

E quando, guardandoti Smaterializzarti, mi hai lanciato un ultimo sguardo, disperatamente addolorato, ho capito: era il momento di renderti orgoglioso di me, per la prima volta nella mia vita.

Ho chiesto a Kreacher cosa fosse successo in quella dannata grotta, e ho fatto quello che era giusto fare, per l’unica e ultima volta.

E ora sono qui, a pensare a te. Ingiusto, perché tu non penseresti mai a me in punto di morte.

Spero che tu venga a sapere un giorno quello che sto per fare. Perché lo faccio solo per te.

Prendo il calice, traboccante di quella pozione, e me lo porto alle labbra, deciso. Non è più tempo di ripensamenti.

Dolore. Quello che sento è solo un immenso dolore. Niente in confronto alla Cruciatus, è una cosa sconvolgente, non riesco a respirare, non so chi sono, dove sono e cosa sto facendo. C’è solo un incredibile dolore. È dappertutto, solo dolore.

Poi, così com’è partito, il dolore scompare improvvisamente, lasciando la mia mente annebbiata e il corpo intirizzito.

Mi prendo qualche minuto per regolarizzare il respiro, mentre sento in lontananza i sussurri concitati e preoccupati di Kreacher. Ti è sempre stato antipatico, forse ti ricordava troppo il sentirsi superiore tipico dei Black.

Riesco a rimettermi in piedi, un altro bicchiere.

Non c’è il dolore, sta volta. Ci sei solo tu, davanti a me, Cruciato da nostro padre.

Cazzo, avevi sedici anni. Cos’hai dovuto passare, cos’abbiamo dovuto passare.

Abbiamo vissuto quelle sofferenze insieme.
 
Siamo uguali, in fondo. Anche tu sei stato un codardo, con me. Non hai mai voluto scavare dentro di me, non hai mai captato la mia silenziosa richiesta di essere salvato. Era più facile credere alla storiella del fratello cattivo, più comodo.

Ho detto a Kreacher di costringermi a bere, e anche se adesso lo imploro di smettere, lui continua.

Altre visioni, tu che piangi in una angolo a nove anni, tu che soffri quando ti dico che non ho più un fratello, tu che vieni cruciato, ancora e ancora, tu che scappi, tu che con le lacrime agli occhi mi vedi dopo anni, sul campo di battaglia. Tu, che ancora una volta soffri, per colpa mia.

È insopportabile, non ci riesco. “Basta… uccidimi, io non-”

“Padron Regulus deve bere” singhiozza Kreacher, facendo tremare l’ennesimo calice “L’ultimo, signore”

Sento il liquido entrare e bevo come un bambino, per poi pentirmene, ancora.

Adesso tu sei qui, davanti a me, con la mano tesa che ho sempre voluto vedere e lo sguardo di chi è pronto a perdonare.

“Sir-Sirius…” balbetto, mentre tento di raggiungerti, senza però riuscire a muovere un muscolo.

No, no, no! Forza, raggiungilo, è la tua ultima possibilità! Solo uno sforzo!

“UCCIDIMI!” ti urlo, Sirius, quando capisco che non riuscirò a raggiungerti, né ora né mai più.

Mai come adesso la consapevolezza dell’incombente fine mi si presenta, limpida e inevitabile.

“Pad- padron… Regulus, beva questo sig- signorino, solo un ultimo sf-sforzo…” singhiozza ancora Kreacher, portando l’ennesimo calice alla mia bocca.

D’improvviso tutto finisce, l’immagine di te che scappi mi abbandona, così come tutte le volte che ti ho deluso.

E arriva un bruciante, enorme, immenso bisogno di acqua. Credo che potrei strapparmi la lingua se non riuscissi a bere nel giro di due secondi.

“Acqua” biascico, e sento confusamente Kreacher piangere. “Acqua!” ripeto, tentando di far suonare il mio tono perentorio.

Poco dopo finalmente l’agognata acqua mi raggiunge “Padron Regulus, mi dispiace… me l’avete ordinato voi, non posso disubbidire mi dispiace” e un forte Crack raggiunge le mie
orecchie.

L’acqua mi ha snebbiato un poco il cervello, e finalmente ricordo quello che succederà adesso.

E infatti, neanche un secondo dopo, due mani mi artigliano il braccio, cominciando a trascinarmi verso l’acqua. Ben presto se ne aggiungono altre due, quattro, sei…

Sento già l’acqua attorno a me, in un ultimo disperato tentativo di salvarmi ho trattenuto il respiro. Non ho più tempo, adesso.

Ho alcuni ultimi, flebili sprazzi di lucidità che mi mandano solo la tua immagine ridente tra Potter, Lupin e Minus.

Siamo uguali, Sirius, è vero: abbiamo vissuto le stesse sofferenze, reagendo in modi diversi, ma siamo pur sempre fratelli.

Ma questo pensiero non mi consola, quando si muore, si muore soli.
 
N/A
Buongiorno a tutti. Comincio col dire che Regulus è forse uno dei miei personaggi preferiti, uno dei più coraggiosi che rimane quasi sempre non calcolato.
Sono dell’opinione che Regulus negli ultimi mesi della sua vita avesse completamente cambiato idea su Sirius e su Voldemort. Secondo me, un conto è essere razzisti e puristi per comodità, come faceva Regulus, un altro è invece mettersi ad uccidere e torturare le persone. Come dice Sirius parlando del fratello, tutti i Purosangue erano pro Voldemort, all’inizio. Poi, vedendo cosa era in grado di fare, avevano cambiato idea. Tuttavia credo che Regulus fosse uno dei primi a farlo.
Ho tentato, probabilmente male, di trascrivere quello che Reg deve aver provato prima di morire.
Ovviamente il titolo è preso dalla canzone “il testamento” di Fabrizio de Andrè, che appena ho sentito, mi ha fatto pensare  a Reg e Sirius.
Il pezzo della guerra di Piero, invece, riassume a grandi linee tutto quello che ho scritto, ovvero Reg ed il suo tempo limitato ed il suo bisogno di chiedere perdono.
 
Forse è banale, forse invece vi è piaciuta, non lo so, a voi ardue sentenza. A me è piaciuta, altrimenti non l’avrei pubblicata, e sinceramente non sopporto la gente che alla fine dice che è una schifezza solo per essere contraddetta. Voglio dire, un minimo di amor proprio in più e un pizzico di ipocrisia in meno?
Però un parere è sempre ben accetto, magari ho scritto con i piedi e dovrei solo tornarmene a casa con la coda tra le gambe. Sono pronta anche ad accettare un: “BUT WHERE DO YOU WANT TO GO, VICTORIE15?!”
Baci, Vicxx 

 

  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Tecla Sunrise