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Autore: SPWinchester    11/09/2011    7 recensioni
Certe volte scopri di avere tutto, qualunque cosa si possa volere, tranne ciò che si desidera veramente ed allora si è disposti a tutto, soprattutto per la persona che si ama!
Misha rimase incantato a guardare quell'uomo che era poco più alto di lui, leggermente muscoloso, con corti capelli ed occhi verdi che luccicavano alla luce del sole.
Non poteva certo essere il mingherlino... -Jensen?-
Lui lo guardò confuso e si grattò la testa con la mano destra -E chi altri dovrei essere scusa?-
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jensen Ackles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Other Universes'
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Premetto che il capitolo non è betato U__U Appena lo sarà, sistemerò gli eventuali errori ^^
Buona Lettura vi aspetto all'angolino :D



8 Capitolo
-
~ The Morning
~



Nella stanza inondata dalla luce del giorno, Misha ebbe l’impressione che un intero battaglione stesse marciando avanti e indietro senza sosta.
Sentendosi più morto che vivo e con un sapore amaro in bocca, aprì lentamente gli occhi iniettati di sangue.
Alla vista di quella luce troppo intensa richiuse immediatamente le palpebre che si ridussero a due fessure minuscole e solo dopo qualche istante di riflessione, Misha si rese conto che era sorto il sole e che perciò il temporale doveva essere finalmente finito. Quei pensieri acuirono ancora di più il terribile mal di testa che lo stava affliggendo.
Quando si alzò, si sentì completamente disorientato, si guardò intorno e vide Jensen accovacciato davanti al caminetto e un pentolino posto sulla brace. Chiuse di nuovo gli occhi, si portò le mani alle tempie che gli pulsavano furiosamente e gemette involontariamente.
A quel suono Jensen si girò verso l’amico –Finalmente ti sei svegliato-
-Cosa mi hai fatto bere ieri sera?- chiese confuso –La testa mi gira in modo vorticoso-
Jensen immaginava come si stesse sentendo Misha perché era capitato anche a lui di bere troppo, soprattutto dopo Danneel. Una buona cura era il caffè che stava appunto cercando di preparare.
-Non puoi incolparmi di nulla. La mia responsabilità è finita quando ho cercato, più di una volta, di allontanare la bottiglia di vino da te- si voltò a guardare l’acqua che non stava ancora bollendo nel pentolino –Il caffè non è pronto- commentò, sbuffando.
Con uno sforzo, Misha si girò lentamente verso la finestra –Vedo che almeno ha smesso di piovere-
Il temporale era finito poco dopo la mezzanotte. Jensen era uscito alle prime luci dell’alba per controllare la situazione e poi era andato a piedi fino al luogo dove avevano lasciato le macchine -Credo che Dio ci abbia ripensato e abbia rimandato a un’altra volta il secondo diluvio universale-
Non riuscì a notare la sua ironia perché l’unica cosa che gli interessava, in quel momento, era il caffè.
-Cosa stavi dicendo a proposito del caffè?-
-Sono uscito presto stamattina- iniziò a spiegare, fissando il pentolino –Ho preso dalle nostre auto alcuni oggetti che ho pensato fossero utili: quella cartellina, il tuo zaino, la torcia elettrica e una bustina di caffè solubile-
-Ca…caffè solubile?- ripeté lui, confuso.
Jensen si voltò sorridendo dolcemente –Già. Ne avevo giusto una bustina in macchina-
-In macchina?- fece di nuovo eco lui.
-Si Rio!-
-Cos!? Ma chi mai terrebbe del caffè solubile in macchina?-
-Si tratta di un campione gratuito arrivato ieri mattina per posta…credo…non ricordo precisamente- guardò Kira acciambellata sul divano e aggiunse –Ho dato da mangiare a quella tua strana gatta e le ho fatto fare un giretto- incrociò i suoi occhi blu e sorrise –Dopotutto, non credo che sia tanto male- “Come il padrone” concluse mentalmente.
-Posso dire lo stesso di te- disse, abbozzando un sorriso –Che stai facendo?-
-Sto cercando di scaldare l’acqua per il tuo caffè. Non sarà buonissimo, ma almeno sarà caldo- l’avvisò.
Con cautela, Misha si alzò e prese la bustina del caffè. Nonostante il mal di testa, lesse le istruzioni sul retro. –Ma è solo per una tazza?- guardò Jensen –La lascerai a me?-
Lui scrollò le spalle con indifferenza –Certo! Ne hai senz’altro più bisogno di me- ammise, studiandolo.
Misha si avvicinò al caminetto e si sedette sulla coperta che era sul pavimento –La lista delle tue buone qualità si sta allungando-
Lui la guardò, sorridendo –Non esagerare o mi convincerò che quello che mi hai detto ieri sera lo pensi sul serio-
“Ieri sera? Cosa gli ho detto?” Misha cercò di ricordare, ma non ci riuscì. Spero con tutte le sue forze di non aver fatto la figura dello sciocco. Gli diede un’occhiata e notò che Jensen aveva un’espressione compiaciuta in viso –A proposito di ieri sera…-
Jensen inarcò le sopracciglia –Si?-
Misha sapeva di non poter bluffare, non con lui. Inspirò e ammise velocemente  –Non ricordo assolutamente nulla!-
Jensen girò la testa per guardarlo meglio e capì che non avrebbe avuto un’altra occasione come quella.
Spalancò gli occhi e assunse un’espressione di incredulità –Stai dicendo sul serio? Veramente non ricordi quella che è stata la notte più bella della mia vita? Beh…forse potrei anche dire della Nostra vita-
“Oh…Porca…cosa diamine ho fatto?”
Misha sentì un nodo alla gola e una strana fitta alla pancia –Più…bella della nostra vita?- ripeté incredulo –Cos’è successo?- gli chiese, tradendo un certo nervosismo.
-Vorrai dire cosa non è successo? Farei prima…Quello che posso dirti è che non avevo assolutamente idea che tu fossi così…vitale e, dopo un incidente di quella misura, per giunta-
Jensen lo guardò con attenzione, soffermando lo sguardo nelle sue parti intime. Non era così difficile dimostrarsi pieno di entusiasmo quando lui gli era di fronte con quell’aspetto così ingenuo e seducente allo stesso tempo. –Non immaginavo che fossi capaci di tale…acrobazie-
Il mal di testa aumentò drasticamente e quando il sorriso, stampato sul viso di Jensen, divenne ancora più malizioso, il suo cuore galoppo veloce.
-Sai di cosa sto parlando- aggiunse sornione.
“Il problema è proprio questo: IO NON SO DI COSA STAI PARLANDO!”
Agitato, si avvicinò a lui lentamente e gli poggiò una mano sulla spalla –Ascolta Jensen, io ero…ero sotto l’influenza dell’alcol e…-
Jensen si finse comprensivo –Questo lo capisco, ma vorrei che ti spiegassi meglio. Mi spiacerebbe pensare che sia stata soltanto un’avventura-
“Avventura!?”
I suoi nervi si tesero come corde di violino -Qualunque cosa sia successa … io… non volevo che accadesse. Si è trattato di un errore, un maledetto e stupido errore e noi… tu, devi dimenticartene. Io sto per sposarmi...Oddio, mi sto sentendo male-
Jensen tolse il pentolino dal fuoco e lo guardò negli occhi –Perché? Il pensiero di aver fatto l’amore con me è veramente così…disgustoso?-
Misha guardò in quelle iridi verdi e capì di non potergli mentire –No…non lo è ma…non sarebbe dovuto accadere. Sai, ero venuto qua solo per vedere di nuovo questa vecchia casa, per ricordare il passato e, magari, cercare di capire cosa fare del mio futuro che ho lasciato sul mobile della cucina a casa mia- deglutì, guardandolo serio –Non avrei mai pensato di fare l’amore con te…-
-Misha…ti ho solo coperto…Non è successo niente- disse Jensen, cercando di non incrinare il tono di voce.
-Niente?- ripeté lui incredulo, fissandolo intensamente per cercare di capire se stesse mentendo di nuovo.
Lui scosse la testa –Assolutamente niente- lo rassicurò.
Misha fece mente locale sulla sera prima e disse imbarazzato –Mi ricordo un bacio…- Di quello ne era sicuro. Ricordava perfettamente un bacio lungo, caldo e appassionato.
Jensen scrollò le spalle –Beh sì. Quello c’è stato, ma non è successo altro- vide nei suoi occhi ancora un’ombra di sospetto e ne fu seccato –Eri completamente ubriaco e dovresti sapere che non sono il tipo che fa cose del genere. Non abbiamo fatto l’amore!- Avrebbe voluto essere del tutto sincero e dirgli che era stato incredibilmente tentato da quella eventualità, ma non ne vedeva alcuna utilità ammetterlo in quel momento.
Esasperato, Misha prese un cuscino e glielo tirò –Stronzo!-
Jensen cercò di ripararsi con le mani da quell’assalto mentre Kira miagolava furiosamente verso il suo padrone, aggiungendo altra confusione –Sei arrabbiato con me perché non è successo?-
Misha depose il cuscino e lo fulminò con lo sguardo –Sono arrabbiato perché mi hai preso in giro-
-Mi stavo solamente divertendo un po’ alle tue spalle. Dovresti sapere com’è, visto che l’hai fatto tante volte a mie spese- Kira non smise di miagolare e si frappose tra i due, Jensen rise di gusto –Inoltre stai attento, la mia nuova amichetta non sembra gradire il modo in cui mi tratti-
Aggrottando le sopracciglia, Misha si alzò in piedi –Traditrice!- disse alla gatta.
Tirò un sospiro di sollievo al pensiero di non aver fatto nulla con Jensen ma avvertì anche una strana sensazione di delusione ingiustificata.
-L’acqua è pronta?-
-Si- Jensen prese una tazza dall’armadio, aprì la bustina del caffè, lo versò nell’acqua e la porse a Misha.
Lui lo sorseggiò e si sentì un po’ meglio –Penso di aver bisogno di uno spazzolino da denti-
Jensen non poté evitare di riflettere su quello che era successo poco prima. “Perché avrà avuto una reazione così violenta? Trova davvero così disgustoso l’idea di fare l’amore con me? Ha ragione potrebbe essere un po’…ok un bel pò strano…ma da qui a disgustoso ce ne vuole.”
-Il mio spazzolino è nel bagno di sopra. Puoi usarlo, se vuoi- disse, ritornando alla realtà.
Misha nascose la faccia con la tazza –No grazie…Hai già fatto abbastanza per me- S’inumidì le labbra e diede uno sguardo fuori dalla finestra –Allora, com’è la situazione in questo posto dimenticato dagli uomini civili?-
-L’energia elettrica e il telefono sono ancora fuori uso e lo stesso è per il ponte…il livello dell’acqua si è abbassato, è solo questione di tempo prima che tutto torni alla normalità, sperando che non piova di nuovo- spiegò.
-Non c’è un’altra strada?-
-Sì, c’è un’altra strada, ma vorrei ricordarti che le nostre macchine sono state messe K.O. ho cercato di mettere in moto la mia quando sono andato a prendere la torcia, ma non ci sono riuscito. Più tardi tornerò lì e cercherò di capire qual è il problema-
Misha ricordava che Jensen non era molto abile nei lavori manuali. “Quando è avvenuta la trasformazione?”
-Tu sei in grado di riparare una macchina?- chiese, dubbioso.
Jensen si poggiò al mobile –So fare solo le cose basilari. Tempo fa ebbi un cliente che faceva il meccanico. Era stato accusato di furto in una stazione di servizio e, visto che non aveva denaro a sufficiente per pagarmi, abbiamo fatto uno scambio: io ho accettato di occuparmi della sua difesa e lui mi ha insegnato qualche cosetta sulla meccanica- stava facendo il modesto perché in realtà aveva imparato un bel po’ da quell’uomo.
Misha lo guardò con ammirazione perché qualsiasi altro avrebbe preteso che il meccanico gli riparasse gratuitamente la macchina piuttosto che sforzarsi d’imparare a farlo da solo. Era la prima volta che scopriva quel lato di Jensen –Hai vinto la causa?-
Jensen rizzò la schiena e si sgranchì le ossa –Naturalmente-
-Sarebbe dovuta essere una conclusione scontata, vero?-
Lui non voleva risultare presuntuoso –No, ma non avrebbe potuto insegnarmi molto da dietro le sbarre- Abbassò lo sguardo su di lui e sentì un fremito scendere verso l’inguine ma, avendo appurato poco prima che quell’ammirazione non era reciproca, decise di allontanare ogni tentazione.
-I tuoi abiti sono asciutti ormai, e puoi cambiarli se vuoi… Sebbene debba ammettere che mi dispiace abbandonare questa vista- aggiunse sornione.
Misha sentì un’ondata di calore invadergli il corpo, ma cercò di ignorarla perché era evidente che Jensen si stava di nuovo prendendo gioco di lui. Si voltò e, a piedi scalzi, si diresse in bagno per andare a vestirsi –Non sei ancora stanco di prenderti gioco di me?-
-Non puoi neanche immaginare fino a che punto sia vero- disse Jensen a se stesso.
 

~~~~~~ • ~~~~~~
 

Misha si tenne occupato per la maggior parte del giorno, scrivendo sul portatile che Jensen aveva salvato dalla macchina, inventando nuovi dilemmi per il protagonista della sua storia. Verso la fine del pomeriggio, un nuovo personaggio cominciò a prendere forma dalla sua abile mente: un tecnico della TV dalla strabiliante somiglianza con Jensen.
Indugiando sulla discrezione delle maniche arrotolate sopra i bicipiti e sugli addominali scolpiti, Misha capì che doveva prendere una pausa.
Jensen era stato fuori casa per la maggior parte del pomeriggio, probabilmente a cercare di riparare la propria auto. Per quella di Misha, invece, non c’era alcuna speranza.
Dopo averla vista, quasi non riusciva a credere di essere stato lì dentro ed essere riuscito a cavarsela soltanto con qualche graffio. Anche se la cosa che lo sconvolgeva di più era immaginare Jensen che lo salvava dai rottami sotto la pioggia battente.
Raddrizzò la schiena immediatamente, imponendo alla sua testa di pensare a qualcosa di completamente diverso, così decise di uscire per vedere cosa stesse combinando e Kira, stanca di poltrire sul tappeto, trotterellò dietro di lui.
Non ci impiegò molto a trovarlo dato che Jensen era seduto sugli scalini del portico e sfregava una pietra sulla lama di un’ascia.
Curioso, Misha gli si sedette accanto e Kira si accucciò dietro di loro. Fece un gesto verso l’ascia e domandò –Cosa stai combinando?-
In realtà Jensen stava cercando di far luce dentro di sé a proposito di quegli strani sentimenti che provava per il vecchio amico, e averlo seduto al proprio fianco non lo avrebbe aiutato molto, soprattutto con quell’odore di vaniglia che lo inebriava.
Perché questo dannato profumo non svanisce?”
-Sto affilando l’ascia, non lo vedi?- rispose annoiato.
-Vedo, vedo- replicò lui, seguendo il movimento ritmico della mano lungo la lama –Devo chiudermi in bagno?-
Lui gli diede un’occhiata piuttosto eloquente –Questo non è Shining e io non sono Jack Nicholson- borbottò, tornando alla propria occupazione. Odiava l’effetto che gli faceva lui quando gli era così vicino, lo odiava perché non era lo stesso per Misha.
Misha cominciò a sentirsi di nuovo a suo agio e gli parve di essere tornato indietro nel tempo –Mi piace quando capisci al volo-
-Trascorrere tanto tempo qui con te in passato e dover seguire i tuoi strampalati ragionamenti, ha contribuito molto-
Jensen si alzò e si diresse verso il retro della casa –Abbiamo bisogno di legna da ardere-
Si alzò in piedi anche Misha e lo seguì –Se vuoi ti tengo compagnia mentre la tagli e magari ti potrei dare una mano-
Jensen studiò i muscoli di Misha e sorrise –Puoi farmi compagnia se non ti annoi ma non vorrei che ci lasciassi una gamba vicino al ceppo- commentò ironico, mettendo un coccio di legno sul ceppo.
Il colpo fu preciso e secco e andò a spaccare il legno in due parti che caddero da entrambi i lati.
Misha guardò come i muscoli di Jensen si contraevano e rilassavano ad ogni colpo, affascinato.
-Immagino che abbiano chiamato te per la controfigura di Tom Hanks- disse con aria divertita.
-Mi hanno scartato perché ero troppo bello per essere sprecato come controfigura- rispose conciso.
-Hai sempre la risposta pronta eh?-
-Sempre-
Il rumore dell’ascia sul coccio vibrò nel silenzio circostante.
-Come sta la tua testa?-
Misha se ne era quasi dimenticato di aver avuto mal di testa e il bernoccolo aveva smesso di fargli male da un po’ –Meglio. Credo proprio che sopravvivrò-
-Victoria sarà contenta di saperlo- disse lui, continuando imperterrito nel suo lavoro.
-Ho l’impressione che ci sia un tono di disprezzo nella tua voce- osservò.
Jensen scrollò le spalle, si passò una mano tra i capelli sudati e colpì di nuovo –Ti sbagli! Perché dovrei criticarti? In fondo è la tua vita-
-Già lo è- rispose lui cominciando a raccogliere i pezzi di legno che erano sparsi per terra –Non ti devo alcuna spiegazione-
-Non mi sembra di averle chieste- colpì con forza un nuovo pezzo di legno. Si fermò un attimo per osservarlo e ammise –E va bene. Te le sto chiedendo. Perché stai gettando la tua vita con…?-
-Con chi?- lo interruppe lui –Con una donna meravigliosa e di successo?-
-Con qualcuno che non riesce a farti sentire il suono delle campane- lo corresse Jensen con aria di sfida.
Lui lo guardò con aria interrogativa –Chi te l’ha detto?-
-Tu- altri due pezzi caddero a terra – Ieri sera-
Misha chinò il capo e continuò a raccogliere la legna, rifiutandosi di incrociare il suo sguardo –L’ho detto solo perché ero sotto l’effetto dell’alcol-
Jensen rise, asciugando il sudore che scendeva lento dalla fronte –In vino veritas-
Misha gli diede le spalle –Vado dentro a vedere se riesco a preparare qualcosa di creativo con prosciutto e uova. Tu continua a tagliare- si fermò un attimo quando aggiunse –Pensi che l’energia tornerà domani?-
-Penso che vengano riattivate prima le linee telefoniche in modo che coloro che hanno disagi possano chiamare i soccorritori…e tu potrai chiamare Victoria- aggiunse stizzito.
-Già- disse lui con convinzione, sbattendo la porta dietro di sé.
-Se ci fosse stata neve sul tetto le sarebbe caduta addosso- disse Jensen, rivolgendosi a Kira –E penso proprio che avrei aspettato un po’ prima di tirarlo fuori- aggiunse con un sorrisetto.
Kira miagolò in segno di approvazione.
 

~~~~~~ • ~~~~~~
 

-Mi piace questa novità- commentò Jensen, portando la sedia vicino al tavolo.
Misha aveva apparecchiato in cucina invece che in salotto e aveva anche messo due candele al centro del tavolo. Erano una diversa dall’altra, ma non importava perché, bene o male, il risultato finale era apprezzabile. Nei piatti vi era del prosciutto e delle uova strapazzate.
Misha guardò pensoso i boccali pieni d’acqua e la loro cena –Mi spiace che non ci sia di meglio o del vino-
Lui sorrise ricordandosi di quello che era successo la sera prima –Anche a me- rispose malizioso –Almeno c’è acqua a sufficienza-
Misha sorrise divertito così Jensen alzò il suo bicchiere verso il centro della tavola e mormorò –Brindiamo a questo-
Misha fece cozzare il suo bicchiere e bevve tutto d’un sorso.
Un tuono ruppe il silenzio e il rumore della pioggia li accompagnò per tutto la cena.



 








~~~~~~ • L'angolo di ShiroHime • ~~~~~~
Salve a tutti :D
Da quanto tempo *___________*
Vi sono mancata??? Prometto di non allontanarmi mai più per così tanto tempo ^^
Allora inutile parlare di me parliamo di questo capitolino...ci ho impiegato un pò perchè, sinceramente, ci avevo perso un pò la mano XD
E quindi....Cosa ne pensate? :D
Poi passiamo alle precisazioni, che ce ne sono ben tre questa volta, anche se sono convinta che una sia superflua, anyway:
1) Chi è Rio?? Rio è un pappagallo creato dalla Pixar, non chiedetemi perchè mi sia venuto in mente lui ma dato che Misha ripeteva sempre ho pensato ai pappagalli e avendo l'immagine dei suoi capelli sempre arruffati ho pensato a lui XD Perdonate la mia mente malata XD
2) Misha afferma di aver lasciato il suo futuro sul mobile della cucina, perchè è lì che lascia l'anello di matrimonio di Victoria prima di andare alla casa sul lago.
3) e credo inutile spiegazione è quella di Shining...chi non lo conosce?? Beh se non lo conoscete è questa la scena del bagno di cui parla Misha ^^

Grazie a coloro che mi seguono, recensiscono e che sono pazienti di aspettare i capitoli ^^
Il prossimo aggiornamento ci sarà a giorni perchè mi sono riproposta di finire questa long prima di riprendere a pubblicare Swept Away ^^
Grazie ancora :3
   
 
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