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Autore: ArtRevenge_M    11/09/2011    9 recensioni
Eppure c’era qualcosa…
..una sorta di luce seria nei suoi occhi: che ogni tanto, quando il resto del mondo non vi faceva attenzione, si perdevano in una malinconia fitta di dolore.
Quello pensò Nami, era uno di quei momenti.
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solo Rufy.

 

I cappelli arancioni si sollevarono lievemente, mossi dalla brezza di quella notte e il suo sorriso si distese.

Lui era sopra la polena e nel vederlo attraverso il chiarore della luna si disse che dopotutto, quegli anni non l’avevano cambiato.
L’espressione allegra nel suo viso era quella di sempre, quasi il tempo non fosse affatto passato.
Il suo corpo non aveva subito particolari mutazioni, eccetto l’enorme cicatrice che portava nel petto, reduce sicuramente, dalla battaglia che lui aveva affrontato senza di loro
.

Eppure c’era qualcosa…
..una sorta di luce seria nei suoi occhi: che ogni tanto, quando il resto del mondo non vi faceva attenzione, si perdevano in una malinconia fitta di dolore.

Quello
pensò Nami, era uno di quei momenti.
Lo sguardo del suo capitano era perso nel cielo notturno e l’espressione smarrita, simile a quella di un bambino, non riusciva nemmeno ad essere celata dal fedele cappello di paglia, posato come sempre nel suo capo.

Non aveva bisogno di chiedersi perché ciò avvenisse o cose gli passasse nella mente in quel momento.
Lei sapeva..capiva…la sua sofferenza.
Aveva perso una persona che amava di fronte ai suoi occhi e Dio solo conosceva, come lui, era riuscito a continuare il suo viaggio.

Ed ecco che ebbe la risposta ad una domanda, che per paura di fallimento non si era mai posta.

Come aiutarlo?

Sentì i suoi passi riecheggiare nell’avvicinarsi a lui, che sorpreso si voltò a guardarla.

I tratti del suo volto mutarono in un sorriso, celando il turbamento iniziale che l’aveva scosso, nel vedere proprio lei lì.
-Nami..sei…-le sue parole si bloccarono, mentre la mano della navigatrice si calava sul suo tesoro, portandoselo al capo, come solo a lei era permesso fare.
Sorrise dolce, abbagliata dal chiarore della luna.
-Questa notte non sei più il nostro capitano..-sussurrò decisa, mentre Rufy la fissava con sguardo incantato, ormai del tutto voltato verso di lei.

-…questa notte, sei solo Rufy. -

E lui capì.

La fissò con serietà inaudita, non avrebbe voluto che lei conoscesse..
..avrebbe preferito continuare a logorarsi internamente, proteggendo i suoi compagni dal dolore che l’aveva mutato.
Impercettibilmente certo, ma era cambiato e proprio lei…

..perché lei…?

Abbassò il capo e le sue mani si chiusero inconsapevolmente a pugno, scese con noncuranza dalla polena, incapace di guardarla.

-Rufy..- una preghiera:
il suono era quello, lei lo pregava.

E lui, combattendo contro se stesso l’afferrò per le spalle, senza alcuna grazia, lasciando che il capo si abbassasse a sfiorare il suo morbido petto.

Perse la sua personale lotta, nell’esatto attimo in cui le fragili braccia di Nami lo cinsero dolcemente contro di sé e ormai vinto,
il dolore fluì.
Prima lentamente, con calde lacrime d’incredula sorpresa, trattenute lievemente dall’orgoglio che lei stava infrangendo, e poi..

Non sapeva in quale preciso attimo era accaduto, ricordava solo di esserne stato sopraffatto.

Ed era a lei che si era aggrappato, trascinandola col suo peso giù, verso le assi della nave.
Lei, a cui avrebbe preferito non doversi mai mostrare così debole.
Lei
, che nello stringerlo a sé gli accarezzava distrattamente il capo, dandogli il conforto che ricercava.

In quei due anni di allenamenti era cresciuto, mantenuto vivo dalla promessa che gli avrebbe rivisti e dalla sua determinazione nell’accrescere la sua forza.
Non aveva fallito nella sua impresa, ma qualcosa..si era come spezzato.
Gli allenamenti non gli avevano dato modo di capirlo prima, ma dopo…quando aveva realizzato, si era detto che non poteva
.

Lui doveva restare forte, perché la sua ciurma aveva bisogno di lui!
Nami però aveva appena sciolto la sua determinazione e mentre continuava a piangere e singhiozzare, confortato dal tocco gentile della sua mano, si domandò con timore se nel guardare il suo volto, d’ora in poi, avrebbe scorto pena.

Tuttavia quel pensiero e i seguenti sfumarono,così come le lacrime e singulti, le carezze e i sospiri, lasciando posto alla silenziosa notte il cui cielo, unico testimone, li vide assopirsi insieme.
L’uno appoggiato all’altro, stretti, in quella sorta di strano abbraccio silenzioso.

 

Fu la mattina a confermare la testimonianza della notte e il giudice che seguì il caso né restò sconvolto:

Sanji infatti, mattiniero come sempre, osservò la scena con totale incredulità.
Soffermandosi sul volto di Rufy, che sprofondava tra i seni della navigatrice, e sul cappello di paglia posta sulla testa di lei.
Quando l’urlo simile ad un rantolo disperato fuoruscì dalle sue labbra, Nami  e il restate equipaggio si svegliarono, sopraggiungendo verso la polena.
-Sanji?-chiamò lei, leggermente intontita dal profondo sonno di quella notte.

La scena che i suoi occhi stanchi osservarono, fu pressappoco questa:

Il cuoco, al centro di quello strano “dipinto”, avevo la mascella spalancata, lo sguardo rattristito o schifato? Nel volto solitamente imperscrutabile della bella archeologa, a pochi passi dietro il cuoco, sorgeva un incredulo divertimento, condiviso pienamente da Franky al suo fianco.
Chopper, nascosto dietro la gamba di quest’ultimo, pareva imbarazzato e Usop, quasi fianco al cuoco sembrava scioccato, immagine che creava un forte contrasto con la risata allegra di Brook, a poca distanza dal resto della ciurma.
L’unica cosa che i suoi compagni avevano in comune, era la direzione dei loro occhi.
Tutti infatti, guardavano lei …e il capitano, che placidamente addormentato, quasi non avesse risentito dell’urlo prodotto dal cuoco, teneva la testa sprofondata verso il seno di Nami.

-Non è come sembra..-forse fu quella, la frase che più della loro visione, confermò le “idee” del gruppo, oppure il semplice rossore delle guance, nel viso di lei.
-Certo.-confermò quasi con serietà Robin, dando una penetrane occhiata al volto beato di Rufy
.

Con un azione veloce, dettata dall’imbarazzante situazione, la navigatrice se lo scrollò di dosso assestandoli una poderosa spinta.
Il colpo, fu un brusco risveglio per cappello di paglia, che sorpreso nel vedere i suoi compagni raggruppati, mormorò:
-Ma che succede?- si toccò distrattamente la testa ed era già pronto a sbraitare che fine avesse fatto il suo tesoro, quando il suo sguardo si posò sulla figura slanciata di Nami che lo custodiva.
I ricordi tornarono a galla e nel soffermarsi sul volto di lei Rufy, fu contento di non scorgere alcuna traccia compassionevole.

-Questo dovresti dircelo tu!- tuonò Sanji, afferrando il bavero della camicia blu del suo capitano e iniziando a sballottarlo fortemente avanti e indietro.
-Cos’hai fatto alla mia dolce Nami-swan, eh!? Non ti sarai mica approfittato di lei?!!Guarda che se scopro che hai fatto..-

Il cuoco continuò a sballottare il povero capitano, che si chiedeva di cosa stesse parlando il suo amico, ma per fortuna ci pensò Nami ad appianare ogni cosa.

-Sanji è solo un malinteso, ieri notte io e Rufy stavamo parlando e ci siamo addormentati..-chiarì, abbindolando subito l’ingenuo cuoco, che lasciato il bavero del suo capitano afferrò dolcemente le mani della navigatrice.
-Dici sul serio Nami-swan?- domandò e l’interessata annuì.
-Ma certo..-aggiunse e l’amico si mise a ballare felice, mormorando frasi incomprensibili e scomparendo verso la cucina per preparare la colazione.

-Lo sai, come bugia faceva pena..-mormorò Usop e le guance di Nami si colorarono nuovamente.
-Non ho detto alcuna bugia.- ribatté, col suo solito temperamento aggressivo e il cecchino con aria vissuta,  e sotto lo sguardo ammirato di Chopper, le disse:
-Le donne sono maestre nell’arte del mentire.-la frase gli costò un poderoso pugno nella nuca e vari calci sugli stinchi, che finirono per lasciarlo a terra privo di forze
.

-In questo caso tu saresti una prima donna, signor filosofo!-esclamò con stizza, sotto lo sguardo perplesso di Franky, divertito di Robin, e preoccupato di Chopper, Rufy e Brook che chini su di Usop, tentavano, poco gentilmente, di farlo rinvenire.
Alla fine aiutato da Brook, il piccolo dottore portò Usop nell’infermeria, lasciando i quattro soli.
-Non sei stata molto gentile, l’hai ridotto proprio male..povero Usop. - sospirò Rufy, con lo stesso volto rattristito di un bambino e Nami per tutta risposta colpì anche lui,
facendolo finire contro le assi della nave
.

Il silenzio che si era creato, venne spezzato poi dalla domanda del Robot.
-Scusa una cosa sorella,ma come avete fatto ad addormentarvi abbracciati?- ma lo sguardo cupo di Nami e l’aurea maligna che le aleggiava intorno, fu una risposta più
che sufficiente per il povero Franky, che borbottando qualche scusa si defilò verso la sua cabina.

La risata cristallina di Robin si frappose a quella scena e Nami, ritornata al suo aspetto normale, si voltò lievemente verso di lei.
-Che c’è?Anche tu credi che.. si insomma, che io e Rufy..-balbettò impacciata e l’archeologa interruppe la sua risata, osservandola con sguardo sempre divertito.
-No.-mormorò e Nami sospirando di sollievo, sorrise.

-So bene che è ancora troppo presto, infondo siete ancora due bambini e bruciare le tappe velocemente, non è affatto bello sorellina.-aggiunse, con volto serio e pensieroso, mentre la navigatrice la guardava incredula e senza parole.
-Comunque quando arriverà il momento, sai dove trovarmi..-concluse Robin, incamminandosi senza attendere risposta, verso la cucina
.

Allibita restò a guardarla, fin quando Rufy, inginocchiato di fianco a lei,( e ripresosi dal suo amorevole pugno) non spezzò il silenzio che si era creato.
-Non ho mica capito..cos’è che dovremo aspettare?-

Nami, con la mano serrata e il viso lievemente rossastro, spedì un formidabile gancio destro contro il volto del capitano che finì, con grande fragore, contro l’albero
maestro.
-Non me lo chiedere!!-
Stizzita, camminò verso Rufy, posandogli senza indugio il cappello di paglia in volto e superandolo silenziosamente.

Lui, confuso per il colpo subito se lo sistemò nel capo, mettendosi seduto e poggiando le spalle contro l’albero maestro.
-Ehi Nami..-chiamò cappello di paglia e la navigatrice, ancora innervosita da tutto quello che era accaduto, fermò la sua camminata seccata e voltando solo il capo chiese:
-Che c’è?!-
Il volto celato dal suo prezioso tesoro lui, rispose esitante:
-Potrò essere anche questa notte…. solo Rufy?-
Quella domanda spazzò via la tensione della mattinata e il volto di lei, si distese in un dolce sorriso.
-Ogni volta che lo vorrai.. capitano.-
Nami riprese a camminare con un nuovo ritmo e sta volta, nemmeno il fidato cappello, poté celare il gioioso sorriso nel volto di Rufy.

 

*

Zoro dalla vedette sbadigliò, essendo toccata a lui la guardia quella notte aveva assistito alla scenetta tra i due assopendosi come loro,
per poi risvegliarsi a causa dell’urlo di quello stupido cuoco.
E dalla sua postazione, non si era perso neanche una virgola di quanto accaduto, perfino poco fa;
ma infondo…
dove stava la novità?
pensò, sbadigliando nuovamente.

 -Io non voglio navigare senza di lei!-

 

Lui dopotutto..l’aveva sempre saputo.
E chiudendo gli occhi, riprese a russare.

 

ghghghgh....xD

Ok, questa storia è nata dalla mia domanda, "Rufy si è ripreso del tutto dalla morte del fratello? Oppure qualcosa in lui è cambiato?"

Pian piano, come tutte le mie idee su One piece è diventata una Runami, senza alcuna prestesa, se non quella di mostrarvi un altro dolce momento tra il re e regina, facendovi (spero) abozzare un sorriso, per il resto della ciurma.

Fatemi sapere come l'avete trovata e se il colore prugna della scrittura prende a gli occhi! Un kiss..a tutte le runamiste!

  
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