Nickname: __Flipper__
Genere: Sentimentale, malinconico
Rating: Verde
Avvertimenti: One shot
Introduzione: "Il latte è una forma di vita intelligente e dispettosa,
capace di bollire solo se ti distrai."
Pacchetti scelti: F (Farewell - Guccini), Blu (Luca), Arancione (Molly),
7 (ragazza solare), 16 (Ragazzo intelligente)
Nota dell'autore(facoltative): Il corsivo rappresenta le frasi della canzone, le “teorie” di Luca provengono da “Tutta da rifare”
di Giorgia Würth e da “Mi piaci così” di Francesco Gungui.
La
voglia di vivere, che scoppia un giorno e non
spieghi il perché,
poi
svanisce a poco a poco, come la nube di un'esplosione. E, proprio come
un'esplosione, spesso lascia dietro di sè morti e feriti.
Non
è oggi il giorno, non è qui il luogo, non
è questo
il momento, ma rivedersi era come rinascere ancora una volta,
guardare il
tuo sorriso che ogni volta mi
entrava nel cuore quando aprivi la
porta del mio appartamento con le chiavi che ti avevo dato, e
io nascondevo
i libri di storia della musica e del cinema, perché: "Io non
parlo con i
secchioni", e poi mi sorbivo la ramanzina: "Finisci la scuola, vieni
all'università con me a ottobre, ci trasferiamo entrambi!".
Ma
a me lo studio non importava, non mi interessa
nemmeno adesso; a scuola devi parlare latino e greco, calcolare i
vettori e
studiare le formule; io voglio scrivere un libro con le mie teorie e
guadagnarci quel poco che basta per camparci un mese, se va bene due,
finchè
non riesco a scrivere il secondo e così via. Ne ho tante di
frasi idiote che alla
fine hanno un senso, e se riuscissi a metterle tutte in fila una con
l'altra,
riuscirei anche a scrivere una cosa seria.
E sentire i
tuoi passi che arrivavano, il tuo buonumore sparso
nell'atrio, un saluto
alla volta. L'ammirazione che scatenavi in tutti quelli che ti
incontravano:
"È sempre così allegra, beata
gioventù!"; e sorridevi, e sapevi
sorridere, sempre e a tutti.
Quando
entravi in casa neanche mi salutavi, ma subito
chiedevi: "Che teoria abbiamo oggi?" e ogni giorno ne cercavo una
diversa, a volte me le preparavo, altre improvvisavo: "Il latte
è una
forma di vita intelligente e dispettosa, capace di bollire solo se ti
distrai.", "Dio è un amministratore di condominio in
vacanza, ci sono
quelli che pensano che tanto non tornerà mai e fanno
ciò che vogliono, e ci
sono quelli che fanno i bravi perché sono assolutamente
certi che
tornerà.". Poi giù al bar dove ci si
ritrova, tra gli amici che ridono
e suonano attorno ai tavoli pieni di vino, religione del tirare tardi e
aspettare mattino. Giorni a chiedersi tutto cos'era, vedersi ogni sera.
La
città addormentata non è mai stata
così tanto bella
come in quelle sere confuse, dimenticate, bevute e
ricordate, quando ci ritrovavamo ad aspettare l'alba sotto le fronde di
"Eldar l'albero guardiano", come lo chiamavi tu. Era facile
vivere
allora ogni ora. Ma stupiti e felici, quasi per caso, dopo
mesi di parole
scambiate che sembravano un codice nostro per tutt'altri discorsi,
scoprimmo
che era nato qualcosa più in fondo, che c'era
altro da donarci l'un l'altra,
a parte sorrisi e teorie. Ci sembrava d'avere trovato la
chiave segreta del
mondo.
Però
la chiave si è inceppata, e forzarla non ha fatto
altro che spezzarla nella toppa. Ottobre è arrivato, e
davvero non eravamo
più quegli eroi pronti assieme ad affrontare ogni impresa,
improvvisamente
tutte le promesse che ci eravamo fatti non contavano più, eravamo
come due
foglie aggrappate su un ramo, in attesa che l'autunno ci
facesse ingiallire
e cadere. Tu l'università in un'altra regione, io litigare
coi miei perchè non
volevo nemmeno un diploma, solo soldi per l'affitto finchè
qualcuno non fosse
stato disposto a pubblicarmi.
Ogni
giorno mi spedivi una mail, tutte le sere ti
chiamavo per dirti una nuova teoria, e tu mi ricompensavi con un
sorriso così
grande da arrivare persino via telefono. Ma non fu facile
volersi bene,
restare assieme, o pensare d'avere un domani e stare lontani. E il
peccato fu
creder speciale una storia normale. Un giorno, poi due, tre,
il telefono
squillava a vuoto, la mail non arrivava e il tuo sorriso era destinato
qualcun
altro.
Oggi
però, che finalmente ti rivedo, tutto puoi fare
meno che sorridere, nè a me nè a chiunque altro.
Tanti motivi avresti avuto per
tornare qui: scappare dallo smog, prenderti una vacanza, magari anche
solo vedermi
per un secondo... Invece hai deciso di tornare solo oggi, vestita di
nero,
triste, che esci dalla chiesa dando la mano a tua madre. Non sono
entrato, non
la conoscevo abbastanza bene da sapere se erano parole vere o di
circostanza.
Sono qui, sotto Eldar, immaginandoti lasciare la mano di Grazia per
abbracciare
quella ragazza bionda che ho visto entrare con te (chi è?
Perché siete legate
così tanto da portarla qui, oggi? Le vuoi più
bene che a me?), e decido di
andarmene anch'io. Via da qui, da chi mi chiede dov'è quella
ragazza così
sorridente, se magari un giorno tornerà, e capire qual
è il mio posto nel
mondo. Magari manca una sedia.
Lascerò
questa città, questo stato, questo mondo, non
tornerò finchè non ci avranno dimenticati. Non
lascerò tracce né di me né di
noi. L'unico segno della nostra presenza sarà una scritta
poco sopra le radici,
il tuo nome inciso da me e il mio impresso da te. Perché una
Molly e un Luca
saranno sempre una accanto all'altro, vedranno i bambini giocare
nell'erba e
sentiranno l'albero crescere e portarli sempre più in alto.
Una Molly e un Luca
che però non ci rappresentano più, due nomi che
ormai sono solo tagli sul
legno. Vorrei raccontarti questo mio pensiero, forse un tempo
ti avrebbe
commosso, ma ora è inutile, credo, perché ogni
volta che piangi e che ridi non
piangi e non ridi con me.
IV° a parimerito Farewell- _Flipper_
Grammatica e sintassi: 7/10 punti
Lessico: 7/10 punti
Originalità: 11/15 punti
Caratterizzazione dei personaggi: 11/20 punti
Utilizzo del prompts/canzone: 5/5 punti
Punti bonus: 2/5 punti (velocità)
Giudizio personale: 7/10 punti
Per un totale di: 50/75 punti.
Inizio partendo dalla grammatica. Fai alcuni errori che potresti evitare grazie ad una lettura più accurata. Ad esempio all'inizio scrivi dietro di se, quando dovresti accentarlo, mentre scrivi finché con l'accento grave invece che con l'acuto. C'è qualche imprecisione con la punteggiatura e qualche passaggio non troppo chiaro. Sommamente però la sintassi non è sbagliata.
Il lessico è lineare, semplice ma non per questo scarno. Brava.
Questa storia ha una buona originalità; certo l'innamoramento scoperto piano piano e poi la fine di una storia sono temi molto abusati, ma rivisti nella chiave di una separazione per studi e mancanza di diploma, acquista un non so che di particolare. Un qualcosa di originale lo ha dato la ragazza bionda: mi ha colpito molto il fatto che Luca si chieda chi sia, che rapporti abbia con Molly, e se lei le vuole bene più di quanto lo vuole a lui. Mi sarebbe piaciuto un approfondimento su di lei!
Parlando dei personaggi: riesco a vedere in Luca quell'intelligenza particolare di cui sono dotate solo alcune persone, quella capacità di vivere bene la vita, l'essere brillanti nelle cose. Devo dire che mi è piaciuta la sfumatura che hai dato a questa peculiarità del carattere; Molly invece l'ho vista solo come un personaggio di contorno, permettimi la critica. E' vero, dalle descrizione si vede che è una ragazza allegra e solare, ma avrei preferito che fosse più descritta. E' questo quello che è mancato: un'introspezione maggiore, una descrizione più accurata, quel qualcosa che avrebbe reso i personaggi più vicini e palpabili.
Hai usato la canzone in un modo pressoché perfetto. Le frasi di Guccini si amalgamavano perfettamente alla storia, e sei riuscita a creare una trama seguendo bene le parole del cantautore. Complimenti ;-)
Posso dirti che la storia mi è piaciuta, ma che allo stesso tempo mi ha delusa. Non so, avrei preferito che tu la allungassi, inserendo più descrizioni, una migliore introspezione dei personaggi e ampliando anche la trama. E' come se tutta la storia scorresse via troppo velocemente, e non c'è neanche il tempo di apprezzarla in pieno.
In conclusione, questa è una storia con ottimi potenziali, che non sono stati sfruttati pienamente.