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Autore: Ili_sere_nere    12/09/2011    7 recensioni
Chi a Capodanno non dice "Anno nuovo, vita nuova" sperando che accada qualcosa di sconvolgente e di inaspettato che ti cambi la vita in meglio? Anche la nostra protagonista, Andrea Belmonti, 21 anni originaria dell'Italia, se lo è augurato. Ed è accaduto. La sua semplice vacanza,fatta per riposare e pensare un po' a sè, si trasformerà in qualcosa a cui non aveva assolutamente pensato. Punto di partenza del nostro viaggio? Atlanta. Punto di arrivo? Ancora tutto da decidere...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Never Let Me Go'
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Cao o28

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Capitolo 28

Venne così il giorno di dire nuovamente addio all’Italia. Insieme a Silvia e ad Aurora, piansi un fiume di lacrime. Riuscii a salire sull’aereo solo grazie al pensiero che sarei tornata in Italia. “Primo o poi”. Il viaggio di ritorno fu più lungo di quello d’andata e, una volta messo piede in America, ritornammo alle nostre vite, sul set a girare le scene, a uscire con i ragazzi.
Così passò Gennaio lasciando il posto a Febbraio. Eravamo in pausa pranzo quando il telefono di Ian squillò. Ian si allontanò dicendo che era una telefonata importante. Lo guardai incuriosita e lo stesso fecero i ragazzi.
<< Chi sarà secondo te? >> chiese Nina mentre sgranocchiava un grissino.
Scrollai le spalle mentre continuavo a osservare Ian parlare al telefono. << Sarà una telefonata di lavoro come dice lui.. >>
<< Per la serie ‘Ian è al telefono con l’amante’ >> disse scherzando Joseph.
Lo fulminai con gli occhi e lui alzò le mani in segno di resa. << E’ troppo calmo. Se stesse parlando con l’amante, si dovrebbe un minimo agitare, o almeno muoversi impacciato >>. I ragazzi mi guardarono aggrottando la fronte. << Che c’è? Ho studiato il linguaggio del corpo e le microespressioni >>
Stava quasi per finire la pausa quando Ian tornò. << Scusate, il lavoro >>
<< Tutto ok? >> chiesi e lui annuì.
<< Smolder la tua donna può competere con il Dottor Lightman >> disse Michael alzandosi e ritornando sul set con Candice.
<< Dottor Lightman? Che centra ora Lie To Me? >> chiese perplesso Ian. Mossi la mano come per scaricare una mosca e, alzandomi, mi recai sul set a mia volta. << Dai che c’entra? >>
<< Joseph ha detto che parlavi con l’amante ma io gli ho spiegato che eri troppo calmo. Saresti dovuto essere un minimo agitato o roba simile >>
<< Ah già, il tuo amore per Lie To Me ti ha spinto a studiare il linguaggio del corpo. Me ne stavo dimenticando >>
<< Bravo per cui – mi girai verso di lui, poggiando l’indice contro il suo petto – faresti bene a non mentirmi o nascondermi qualcosa perché ti scoprirei >> gli sorrisi e, mettendomi sulle punte, la baciai prima di correre a cambiarmi.

Le riprese furono lunghe e faticose tanto che tornai a casa stanchissima. Mi feci una doccia, indossai qualcosa di comodo e mi buttai sul divano, iniziando a vedere qualcosa in tv. Non trovando nulla spensi e accesi il lettore musicale del telefono. Avrei dovuto prepararmi la cena ma volevo rilassare i muscoli un po’. Iniziai a cambiare traccia dopo traccia non riuscendo a trovare qualcosa che mi piacesse. Finalmente, però, lasciai il lettore su una canzone italiana. Era L’Amore Conta di Ligabue. Non risentivo qualcosa nella mia lingua da tantissimo tempo e iniziavo a temere che di questo passo avrei dimenticato a parlare italiano. Più sentivo la canzone e qui non potevo far altro che associarla a Ian. Iniziai a cantarla mentre chiusi gli occhi.
<< Grazie per il tempo pieno. Grazie per la te più vera. Grazie per i denti stretti, i difetti, per le botte d'allegria, per la nostra fantasia >>
Sebbene odiassi il romanticismo e tutto ciò che ne comportava, non potevo non pensare a Ian durante quella strofa. Sospirai a occhi chiusi quando la canzone finì lasciando il posto a Il centro del mondo. Cantai anche quella e, beh, la voglia di canzoni rilassanti era bella che sparita.
<< Portami ovunque, portami al mare, portami dove non serve sognare! >> cantai aprendo gli occhi. Sobbalzai impaurita quando mi ritrovai il viso di Ian a pochi centimetri dal mio. Mi tolsi una cuffietta. << Volevi farmi morire d’infarto? >> chiesi con una mano sul cuore che batteva da impazzire. << E comunque, come sei entrato? >>.
In risposta Ian mi mostrò le chiavi. << La seconda chiave, ricordi? >>. Annuii. Già, ci eravamo scambiati il duplicato delle chiavi così entrambi eravamo liberi di andare dall’altro.
<< Non mi avevi detto che saresti passato >> corrugai la fronte mettendomi seduto.
Lui sorrise soddisfatto. << Ho preso un po’ di cibo cinese. Io sto morendo di fame, andiamo? >> disse porgendomi la mano che presi per poi alzarmi.
Raggiungemmo la cucina e sistemammo la tavola per cenare.
<< Che cantavi prima? >>
<< Prima che avessi un principio di infarto? Una canzone italiana >> dissi posando l’acqua sul tavolo. Mi girai verso di lui, cingendogli il collo con le braccia. << Sei sempre così il centro del mondo. Ti prendi il mio tempo, ti prendi il mio spazio, ti prendi il mio meglio >> sussurrai contro le sue labbra, prima di lambirle con la lingua.
Ian mi strinse i fianchi intrappolando tra i denti il mio labbro inferiore. << Devo iniziar a prendere lezioni di italiano >>.
Risi e il mio sguardo finì su di una busta posta accanto alla credenza. << Ian, quella busta cosa contiene? >> chiesi scansandolo leggermente e avvicinandomi.
Fui bloccata da Ian, che mi trattenne per un polso. << Sorpresa. Prima ceniamo e prima l’avrai >> disse con un tono di voce sensuale. Mi morsi il labbro e feci come aveva detto.

Ian aveva preso tantissimo da mangiare ma tutto era dannatamente squisito e rifiutare o non assaggiare era un insulto. Mangiammo tutto e quando finimmo Ian si alzò dalla sedia, prendendo le varie scatole e gettandole nel cestino. Credetti che si sarebbe rimesso seduto, invece, prese la busta “misteriosa”, posandola sulla tavola. Stavo per scostare la busta quando Ian mi rimproverò. Si avvicinò ad una credenza e prese il tubetto dello sciroppo al cioccolato che tenevo. “Cioccolato? La cosa si fa.. gustosa”.
Alla fine, Ian prese dalla tasca una benda.
<< Che vorresti fare? >>
<< Questa è una benda per cui.. – scrollò le spalle – ti bendo >> e prima che potessi sfuggirgli, mi bloccò. Mi dovetti arrendere e far bendare. << Su, non fare la musona. Giuro, ti piacerà da.. impazzire >>. Non mi sfuggì quel suo tono malizioso.
Sentii il rumore della busta che veniva aperta e il rumore di qualcosa che veniva appoggiato sul tavolo. La mia sedia venne girata. Il dorso di una mano di Ian mi sfiorò la guancia scendendo, poi, lungo il collo e ciò mi provocò un brivido sulla pelle. Avevo indosso una sua camicia volutamente presa dall’armadio del proprietario di nascosto. L’avevo presa perché sapeva di lui, profumava di lui e volevo sentire il suo odore sempre con me. << Quella camicia ha un’aria familiare, lo sai? Ora capisco perché non la trovavo più >> mormorò basso mentre le sue mani presero a slacciare i bottoni.
<< Ian.. >>. Non potei continuare perché le sue labbra si posarono sulle mie.
<< Sshhh >>. La camicia venne aperta ma non tolta lasciandomi così a petto nudo. Le mani di Ian finirono sulle gambe lasciate scoperte dai pantaloncini mentre le sue labbra stuzzicarono la pelle del collo. Non sentii più il contatto con le mani di Ian perché qualcosa prese a sfiorarmi la gamba. Risalì sul fianco, sulla pancia, arrivò al seno, al collo fino alle labbra che schiusi. Subito dopo, però, non sentii più nulla. Ian mi fece mettere in piedi e mi sfilò il pantaloncino. Qualcosa di umido si posò sulla coscia e sobbalzai quando riconobbi le labbra di Ian. Risalì fino all’incavo del petto che baciò. Si staccò per poi baciarmi le labbra che sapevano di dolce. Avevo un sapore zuccherino, squisito come quello che di solito ha la frutta estiva, come quello che caratterizza le fragole. Fragole? A Febbraio?
<< Ian.. come ti sei procurato le fragole? >> chiesi prima di ritrovare le sue labbra.
<< Ho le mie fonti >> disse avvicinando alla mia bocca la fragola che subito morsi. Dolce, succosa come le fragole estive, come quelle appena colte. Volevo togliermi la benda, tanto ora sapevo che la sorpresa riguardava le fragole. Così feci per levarla me le mani di Ian me lo impedirono. << Non ho ancora finito >>. Corrugai la fronte. Un dito di Ian passò veloce sul mio labbro sporcandolo con qualcosa. Ci passai la lingua sopra. “Cioccolato”.
Sorrisi. << Signor Somerhalder, quale delle sue fantasie erotiche sta per mettere in atto? >>
Finalmente venni liberata dalla benda. Veloce baciai le sue labbra, inserendo le mani al di sotto della sua maglietta, che sfilai. Gli baciai il petto e lo schiacciai al muro. Lo guardai sorridendo maliziosa mentre mi riavvicinai al tavolo. Presi una fragola e il tubetto di cioccolato, riavvicinandomi a lui che mi guardò eccitato e incuriosito. Con la fragola mi sfiorai il petto prima di far la stessa cosa con lui, scendendo fino alla cinta dei pantaloni e risalii. Gli feci mordere la fragola prima di intingerla nel cioccolato e mangiarla.
<< Cioccolato e fragole. Devo dire signor Somerhalder che ha avuto proprio una bella idea >>.

<< Ho sempre belle idee >>
<< Oh no. La bella idea sto per averla io >>. Aprii il tubetto e, capovolgendolo, versai un po’ del contenuto sul suo petto. Il cioccolato prese a gocciolare fino ad arrivare alla pancia. Mi piegai sulle ginocchia e posai le labbra sul suo ombelico. Cacciai la lingua e leccai il cioccolato presente su tutto il petto. Lo “pulii” e mi leccai le labbra. Fu un attimo. Ian mi prese a cavalcioni e mi fece sedere sull’isola della cucina. Mi baciò il collo, il petto, soffermandosi su un seno. Le sue mani invece accarezzavano le cosce, arrivando fino all’inguine. Chiuse le mani sul mio intimo e, facendomi inarcare la schiena, me lo sfilò. Fu il suo turno di usare il cioccolato. Come avevo fatto io, cosparse il mio petto con il cioccolato. Ma non fu l’unico. Infatti continuò sporcandomi la pancia. Il cioccolato colò su ogni centimetro della mia pelle, anche su zone in cui il cioccolato non sarebbe mai dovuto finire.
<< Ricordi cosa ti dissi poco prima di farti mia per la prima volta? – mormorò contro il mio collo – Avrei trascorso ore ed ore a passare la mia lingua su tutto il tuo corpo >>. Quel suo tono basso e roco, unito a quelle parole, mi provocarono una fitta al basso ventre. E così fece. La sua lingua lambì tutto il mio corpo dal seno alla pancia. Leccò l’ombelico e prese a scendere. Inarcai la schiena appena la sua lingua passò sulla pelle del ventre. La sua lingua passò sulla mia intimità provocandomi una serie infinita di brividi e sospiri. Continuò a “pulirmi” alias darmi piacere a lungo, fino a che non si ritenne sazio. La sua bocca tornò sulla mia e le mie mani scesero sui suoi pantaloni che slacciai. Misi la mano al loro interno e toccai la sua erezione prima da sopra i boxer e poi, dopo averlo spogliato dei pantaloni e dell’intimo, potei toccare la pelle. La mia mano si mosse sicura e veloce su di lui andando a tempo con i suoi sospiri. Quando i suoi muscoli iniziarono a contrarsi, Ian mi fece togliere la mano e, prendendomi in braccio, mi portò contro il lavello.
Portai le mani a intrecciarsi tra i suoi capelli mentre le mie gambe si intrecciarono alle sue. Le sue, invece, si posarono una su di una coscia, l’altra dietro la mia schiena. Ian strusciò la sua erezione contro la mia intimità prima di entrare in me con un’unica spinta. Poggiò la fronte contro la mia e per tutto l’amplesso ci guardammo negli occhi, bocca contro bocca. Ogni volta era come se fosse la prima volta con lui. Riusciva a rendere perfetto ed unico ogni minimo dettaglio.
Quando la bolla di piacere si ruppe, affondai il viso nell’incavo del suo collo gemendo e mordendo la pelle della spalla. Lui, invece, continuò a lasciarmi baci su tutta la tempia. Restammo immobili, affannati, l’uno stretto all’altro fino a che il cuore tornò a battere regolarmente e il respirò si calmò.
<< Dovremmo farci una doccia >> suggerì Ian trovandomi assolutamente d’accordo.
Tenendomi in braccio, arrivammo in bagno ed iniziammo a lavarci e, una volta finito, ci vestimmo.

Mi buttai sul letto aspettando che anche Ian facesse lo stesso e non appena si distese al mio fianco, posai il capo sul suo petto, sfiorandolo con i polpastrelli.
<< Non sei brava come dici nel capire se tengo qualcosa nascosto. Sono riuscito a farti la sorpresa senza che tu te ne rendessi conto >>
<< Dettagli – dissi con aria risoluta – Chi ti dice invece che io non avessi capito tutto ma ero solo curiosa di sapere di cosa si trattasse? >>
Ian rise. << Se lo dici tu >>
Lo guardai malissimo e mi misi seduta, incrociando le braccia. << Allora Joseph aveva ragione nel dire che parlavi con l’amante? >> dissi piccata.
Si mise seduto anche lui con le spalle contro la ringhiera del letto. << No, era una telefonata di lavoro inerente all’I. S. Foundation – gli feci segno di continuare – Hanno organizzato una serata benefica con tutte le organizzazioni per la salvaguardia dell’ambiente. Il ricavato verrà usato per la salvaguardia del pianeta >>
Annuii assorta dalle sue parole. << Per cui ti vedrò indossare una tuta aderente verde in perfetto stile Superman? >> chiesi ridacchiando.
<< Simpatica >>
<< Dai, ti donerebbe – mi sporsi verso di lui baciandogli le labbra – Ti dona tutto. Ma come si svolgerà la serata non lo sai? >>
Ian ci pensò un po’. << Non so molto ma so che ci sarà un’asta – lo guardai incuriosita – E vogliono che mi unisca anche io mettendo all’asta un mio bacio >>
Inarcai un sopracciglio. << Un tuo bacio all’asta? Dovresti quindi baciare qualche sconosciuta? – lui annuì – Ah >>
<< Non posso tirarmi indietro. Lo sai che.. >>
<< Lascia stare – sbuffai – Vorrà dire che verrò con tutti i miei risparmi e sfiderò le signore plurimiliardarie che ci saranno >>
Ci furono alcuni minuti di silenzio alquanto strani. << La serata è stata organizzata da una società amica di molte organizzazioni, la Auld’s Society >> disse il nome di questa società con un po’ di preoccupazione.
<< Auld’s Society? Non ho la minima idea di chi siano – scrollai le spalle – Ma ok, se devi andare vai pure. Io ora ho sonno >>. Mi riallungai vicino a lui, chiudendo gli occhi.
<< Semmai se dobbiamo andare. Dovresti accompagnarmi >>.
Io annuii prima di sbadigliare. Auld’s Society. Più ci pensavo e più non riuscivo a venirne fuori. Eppure c’era qualcosa in quel nome che mi metteva una strana ansia addosso. Forse era una semplice ansia per via di un evento mondano come quello. Si, doveva essere per forza quello. Liberai la mente da quel nome e, rilassata, mi addormentai.



Spazio Autrice ( per modo di dire )
Buongiorno e Buon inizio settimana! Direi anche buon inizio di scuola -.- Sono finite le vacanze ma fa comunque caldo. Mi stavo per morire di caldo in più su 5 ore, 5 professori a ripeterci "Ragazzi vi ricordo che quest'anno avrete l'esame di stato" -.- ANSIA!!
Cooomunque.. Passiamo a cose più rilassanti.. Andrea ed Ian tornano in America. E dopo tutto questo tempo in astinenza, non potevano non darsi nuovamente da fare sti due ù.ù Cioccolato e Fragole, buon gusto si ù.ù Per quanto riguarda Lie To Me.. Io amo follemente questo telefilm e soprattutto gli argomenti, non a caso sto leggendo un libro di Paul Ekman sulle micro espressioni.. Consiglio di vedere il telefilm e/o di leggere il libro.
Poi poi poi.. Ian e le telefonate di lavoro.. Telefonata per la ISF.. Serata di beneficienza ad opera della Auld's Society ( NdA nome inventato ). Vediamo se a qualcuna di voi si accenderà la lampadina e scoprirà cosa ho in serbo per i nostri piccioncini *risata malefica*
Cooomunque.. Ringrazio chi ha letto, chi ha recensito, chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare e chi mi ha messo tra gli autori preferiti. Grazie mille..
Ora scappo che ho un amico di nome KANT che mi aspetta -.-"
A Venerdì ;) Ps.. Ho scritto una ennesima Os Delena, sempre raiting rosso.. Se qualcuno la volesse leggere il titolo è _Ops.. I Did It Again_
  
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