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Autore: Geil_Flynn    12/09/2011    3 recensioni
"- ... So di non averti mai prestato troppa attenzione e infatti sono qui per questo. - si affrettò a dire lui.
- Come?
- Per ascoltarti. Voglio che tu - sì, tu - mi racconti per filo e per segno quello che mi sono perso. Quando eri piccola, quando eri adolescente, quando hai conosciuto il ragazzo che ami, Oliver, Phoebe, tutto. Tutto, tutto.- concluse. Molly si ammutolì, ma a giudicare dal luccichio dei suoi occhi, sembrava aspettare quel momento da molto, moltissimo tempo."
Spulciando la sezione degli Originali sul magnifico sito di Efp (soprattutto nella sezione 'Romantico') ho notato che quasi tutte le storie finiscono con un meraviglioso e attesissimo lieto fine. Bisogna ammettere che storie del genere sono più che gratificanti da leggere ma nella vita è raro che una storia finisca con il 'e vissero tutti felici e contenti'. Quindi, mi sono messa al computer ed è uscita questa. Non sono sicura di ciò che ho buttato giù, ma lasciatemi dire che ero di pessimo umore. Quindi potrete ben capire da dove viene tutta la tragedia.
Prima classificata a "Crea il tuo personaggio contest" organizzato da Ray08.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Storia partecipante al contest "Crea il tuo personaggio" indetto da Ray08. 1a classificata al suddetto contest, per qualche strano miracolo ^^ Visto che le è piaciuta tanto (O.o) è mio dovere dedicarla alla buona e pia organizzatrice che ha sopportato tutti i miei scleri :)

Nickname: Alex Jimenez (sia sul forum che su Efp)
Titolo storia: 
Genere: Romantico, Malinconico, Slice Of Life
Rating: Verde
Avvertimenti: Raccolta
Introduzione: "- ... So di non averti mai prestato troppa attenzione e infatti sono qui per questo. - si affrettò a dire lui.
- Come?
- Per ascoltarti. Voglio che tu - sì, tu - mi racconti per filo e per segno quello che mi sono perso. Quando eri  piccola, quando eri adolescente, quando hai conosciuto il ragazzo che ami, Oliver, Phoebe, tutto. Tutto, tutto.-   concluse. Molly si ammutolì, ma a giudicare dal luccichio dei suoi occhi, sembrava aspettare quel momento da molto, moltissimo tempo." 
Non ho mai scritto una storia che avesse meno senso di questa. E' che spulciando la sezione degli Originali sul magnifico sito di Efp (soprattutto nella sezione 'Romantico') ho notato che quasi tutte le storie finiscono con un meraviglioso e attesissimo lieto fine. Bisogna ammette che storie del genere sono più che gratificanti da leggere ma nella vita è raro che una storia finisca con il 'e vissero tutti felici e contenti'. Quindi, mi sono messa al computer ed è uscita questa. Non sono sicura di ciò che ho buttato giù, ma lasciami dire che ero di pessimo umore. Quindi potrai ben capire da dove viene tutta la tragedia.
E' semplicemente la storia di una bambina, che poi diventa una ragazza, e infine una donna, e del suo impatto con la realtà. L'amore non è stato molto buono con lei in tutti i sensi e la sua ripresa non sarà molto facile. 
Non dico 'enjoy' perché non è una raccolta granché divertente. Quindi passo e chiudo.
Pacchetti scelti: Arancione (Molly); Grigio (Diego); 13 (ragazza con i capelli scuri); 16 (ragazzo intelligente).
Nota dell'autore: Nessuna.

 

 Collapsed Shield

 

 

 

Arancione : Molly

Grigio : Diego

13 : ragazza con i capelli scuri

16 : ragazzo intelligente

 

 

Intelligente

[in-tel-li-gèn-te]
agg. (pl. -ti)

Che ha facoltà di intendere, pensare e giudicare: gli uomini sono esseri intelligenti.

 

 

Nero
Il nero è associato al potere, all'eleganza, alla formalità, alla morte, alla cattiveria ed al mistero. É un colore misterioso, associato alla paura ed a ciò che non si conosce, il non-manifesto, il vuoto, il male le tenebre, la vergogna, la disperazione e la distruzione.
Indica anche corruzione, dolore, tristezza, umiliazione, rinuncia, ma anche solennità, costanza, il tempo, duro e spietato. Insieme al blu è il colore del caos.
Normalmente ha una connotazione negativa, ma denota forza ed autorità; è considerato un colore formale, elegante e prestigioso.
In araldica è il simbolo del dolore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

31 maggio 2010 - Cedar Hill Christian Church, Cedar Hill, Tennessee, USA

 

- Siamo qui riuniti, fratelli, per onorare la perdita di Felipe Herrera, un uomo che, per chiunque di noi sia qui presente, ha significato qualcosa. Come padre, come fratello, come amico…

Nonostante tutti i suoi buoni propositi Diego non poté fare a meno di distrarsi. Era sempre stato un ragazzo brillante, ma le cose dovevano stimolarlo per poter ricevere una reazione positiva da parte sua. E una cerimonia funebre non era certo il massimo. Sbuffò, torturandosi le mani e guardando il fioco sole primaverile entrare attraverso le coloratissime vetrate della chiesa. Sbuffò ancora e studiò la chiesa. Era piccola e modesta, la navata non era particolarmente lunga e decorata semplicemente. Era lì che lui e sua sorella si erano sposati, era lì che i loro genitori si erano unti in matrimonio ed era lì che era stato celebrato il funerale di entrambi.

Lui e sua moglie Federica avevano fatto un viaggio infinito per arrivare a Cedar Hill in tempo. Dopo un volo di quasi dieci ore, Milano – New York, e uno di due ore New York – Nashville, avevano addirittura dovuto prendere la macchina e fare quaranta minuti strizzati in un’auto noleggiata fino alla fattoria degli Herrera – Lago, che ora apparteneva a Molly.

Quando aveva riabbracciato la sorella l’aveva trovata particolarmente sciupata. Non che Molly fosse mai stata una bambina, una ragazza e in seguito una donna, vanesia e ossessionata dal proprio aspetto, ma si era sempre mantenuta ai limiti della decenza. Ora i capelli nerissimi avevano qualche leggerissima e quasi impercettibile striatura di grigio, i grandi occhi erano eternamente socchiusi e piegati un po’ all’ingiù. L’aveva stretta piano e lei aveva ricambiato. Si erano separati dopo qualche istante e si erano resi conto entrambi che non avrebbero dovuto spendere nessuna parola per Felipe.

Non che lui fosse stato un padre o un marito particolarmente affettuoso. Ma l’idea di non provare nessun sentimento e di essere così neutri all’idea di una morte, li spaventava.

Molly servì loro pane e hamburger, poi sparì. Diego andò a cercarla e la trovò seduta sul pavimento della sua camera, vicino al letto, con il viso nascosto dalla chioma scura e le spalle scosse dai singhiozzi. Non era sicuro che piangesse per il “terribile lutto famigliare”. Forse per l’affetto rubato. E l’uomo si sentì tremendamente in colpa. Come aveva potuto lasciare la sua sorellina sola, negli Stati Uniti, mentre lui era a spassarsela nel Paese del Sole?

Fu in quel preciso istante che ricominciò a pensare al passato, analizzando ogni sfumatura della loro infanzia, cercando qualcosa nei loro ricordi che poteva aver alimentato quel suo particolare carattere, che inizialmente lo aveva affascinato, poi scocciato e infine offeso. Si era sempre ritenuto piuttosto intelligente. Eppure non la riusciva a capire. Proprio non ce la faceva. Passava la sua vita all’ombra degli altri, nascosta. Di cosa aveva paura?

- …La messa è finita, andate in pace.

- Rendiamo grazie a Dio. – mormorarono i fedeli. Diego scivolò fuori dalla panca, sgusciando tra la folla, cercando di evitare qualche parente particolarmente persistente che volesse fargli le condoglianze e informarlo di essere a conoscenza di “quanto atroce possa essere il dolore”.

Vide Molly che, da brava donna, invece, stringeva le mani a ogni persona che incrociava il suo sguardo.

Diego riuscì ad arrivare alla porta e uscì, per prendere una boccata d’aria. Si frugò nelle tasche del completo scuro e si accese una sigaretta.

- Hai da accendere? – gli chiese una voce, non del tutto sconosciuta. Si voltò di scatto, soffiando fuori il fumo, e riconobbe Tom a fatica.

- Ciao. – gli disse, sorpreso. Lui sorrise.

- Ciao. Condoglianze.

- Sì. – gli porse l’accendino. Era un implicito invito a chiudere l’argomento.

- Come ti va la vita? Non ci vediamo da parecchio tempo. – Diego scrollò le spalle.

- Mi sono sposato con un’Italiana. Vivo lì. Ho quattro figli. Tre maschi e un femmina.

- Wow. Congratulazioni.

- Grazie.

- E tua sorella? – si prese un momento di pausa prima di rispondere. Non era certo stupido ed era piuttosto evidente il leggero tremore della voce di Tom.

- Divorziata. Ha una figlia.

- Ah.

Rimasero in silenzio qualche istante e il solo rumore che li accompagnava era il vociare della gente ancora in chiesa.

- Vai, prima che cambi idea. – disse Diego. Tom lo guardò, grato, e schizzò dentro. Con un sospiro Diego si lasciò cadere su una panchina e spense la cicca sotto la scarpa, sperando vivamente che Tom riuscisse ad entrare nella coltre nera che da molti anni proteggeva Molly. Il suo cuore rischiava di diventare di ghiaccio, lì, solo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Continua, ovviamente. Capirete meglio nei prossimi capitoli, è volutamente confusionario. A presto :)


HexRose110

   
 
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