Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: monochrome    13/09/2011    5 recensioni
Seconda classificata e vincitrice del premio Miglior Personaggio nel contest A Song For Darkness indetto da LoLLy_DeAdGirL
È la battaglia di Hogwarts, quella che tutti conosciamo, che tutti adoriamo e durante la quale, almeno io, piango a dirotto. Ma è la battaglia di Hogwarts per una coppia e un personaggio di cui non si conosce la fine. Mi sono sempre chiesta: che fine ha fatto Rodolphus Lestrange?
Questa songfic è la mia risposta a questa domanda.
Non vedo stupore sul tuo volto. Non vedo emozioni. Non vedo niente. Continui a guardarmi.
Una risata gutturale mi sale dirompente dall'addome, fino a sfociare dalle mie labbra incartapecorite. E rido, rido ancora. Rido della tua espressione impassibile. Mi sono innamorato di te per quella fredda compostezza Black. Non potresti mai manifestare il tuo dolore.
Ma, solo per questa volta, ti dispiacerebbe versare una lacrima?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange | Coppie: Rodolphus/Bellatrix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tutta la fanfiction è nata ed è stata costruita ascoltando Merciless Cult dei Dir en Grey, amandone il testo, la voce e tutto ciò che riesce a trasmettermi. Ve ne consiglio l'ascolto qui. :)

A _Trixie__,
perchè, senza saperlo, mi ha ispirata questa fic
e mi ha aiutata a correggerla e migliorarla.
Grazie di cuore.






Danza Macabra




Danzano nell'aria di Hogwarts, fra i resti della magnificenza del castello, scontrandosi con le macerie, con le scale, con le statue. Danzano nel mandare in frantumi qualunque cosa fosse appartenuta a quelle mura. Danzano, distruggendo vite umane, quei lampi di luce verde, rossa o bianca. Uno spettacolo agghiacciante, tanto bello da tenerti con gli occhi incollati, grazie a quel non so che.
Il fascino della distruzione.
Il fascino della morte.
Il fascino della pazzia.
Lo stesso fascino di Bella, la mia consorte. Sembra danzare anche lei, con la sua febbrile smania di uccidere. Lancia incantesimi in ogni direzione, agitando veloce la propria bacchetta. Sembra non sia nata per nient'altro che non sia uccidere.
E danzo anch'io, senza la sua grazia, senza la sua velocità, ma danzo in quella tarantella di distruzione e con Bellatrix al mio fianco non vorrei fare altro.
Intercetto il suo sguardo, la sua lucida follia e non riesco a reprimere un sorriso -il mio sorriso, il nostro sorriso- quello che riservo soltanto a lei e che lei dice racchiudere promesse di sofferenza atroce.
Barcollo, sotto l'impatto di un incantesimo ben piazzato.
Non so cosa sto provando. Non credo sia dolore. È come se qualcuno stia tentando di tirar via qualcosa dal mio corpo e stia vincendo. Non realizzo cosa stia tentando di portarmi via, non subito, non in quel momento, non con gli occhi di Bella incatenati nei miei.
Sento il mantello, infradiciato da qualcosa, qualcosa che non so, attaccarsi al mio addome.


La te pessimista, la te crudele e la te che ama se stessa,
cosa stanno dunque guardando?


La vita che mi sta scivolando via dalle dita? O magari i ricordi che affollano i miei occhi?

Non ti ho amata, non dal principio. Nessuno di noi due voleva questo matrimonio, ma eravamo troppo rispettosi dei doveri che la nostra famiglia ci aveva imposto per rifiutarci. Eravamo troppo fedeli alle nostre responsabilità di purosangue per opporci. So per certo da tua sorella che una volta provasti, con un fiacco tentativo fallimentare, a convincere i tuoi di rinunciare a questa unione. Anche in quell'occasione eri frenata dai tuoi doveri di figlia modello? Che io ricordi, ogniqualvolta tu abbia voluto qualcosa, te la sei presa senza molti complimenti.
Ci eravamo notati, a scuola. Ci siamo conosciuti, ma nessuno di noi si è mai interessato all'altro. Io ero troppo tranquillo per i tuoi gusti. Tu preferivi personalità più espansive, capaci di trainare le folle. È per questo che avresti scelto lui. All'atto pratico è come se lo avessi fatto. E l'ho fatto anch'io, per te, quando tuo padre ti vietò di schierarti apertamente con lui. Non sapeva quanto onore avresti portato alla famiglia Black sotto la sua ala. Non sapeva di quale fascino ti saresti avvolta. Non lo sapeva. Altrimenti ti avrebbe lasciato prendere il suo marchio a diciassette anni, lasciando i tuoi occhi illuminarsi della follia dei fanatici, pura e terrificante, meravigliosa e temibile.
Non ricordo quando tutto questo cambiò. Non ricordo quando cominciai ad essere davvero legato a te, mia cara assassina e consorte, né quando cominciai a cercare i tuoi lucidi capelli neri nella folla di Death Eaters sempre più crescente, ad anelare davvero alle tue labbra rosse, ad accarezzare le tue curve con lo sguardo. Non ricordo quando realmente iniziai a pensarti mia.
Forse furono le innumerevoli sere passate davanti al caminetto a ignorarci l'un l'altro, io impegnato a sorseggiare il mio whisky incendiario, tu immersa nei migliori libri di magia oscura? Sembravi più bella, ogniqualvolta alzavi lo sguardo da uno di quei tomi.
So per certo di essermi reso conto di amarti quella notte, quel giovedì di novembre. Avrei potuto scorgerti nel cielo da quanto il cielo era terso, ma mai come quella notte io fui catturato da te, dalla tua dedizione e ossessione. Mai i tuoi occhi furono tanto luminosi.
Hai sempre amato la maledizione Cruciatus, ma mai come quella volta te ne servisti.
Ce ne servimmo.
E mai urla di dolore furono più deliziose di quelle degli insulsi Longbottom, mai la luce delle nostre bacchette illuminò il tuo volto in modo altrettanto macabro e meraviglioso.
Non esistevano più i Longbottom. Erano urla melodiose che accompagnavano quell'euforia, quell'eccitazione, il mio inebriarmi della tua esaltazione e del loro dolore. Volevo soffrissero per poter continuare a vedere quell'espressione sul tuo volto. Li volevo torturare, solo per continuare a cavalcare con te quell'onda di dolore.
Non me ne pentii mai, nemmeno quando ci trascinarono ad Azkaban in catene, neppure quando passarono gli anni e il Signore Oscuro non risorgeva. Tu avevi fede e la tua fede era la mia, la tua speranza era la mia.
Hai ceduto una volta sola, solo una volta quella sicurezza ti ha abbandonata. Una volta soltanto hai lasciato che l'amore da te tanto represso si manifestasse in lacrime di disperazione.
Non ti avrei raggiunto comunque, nemmeno se non ci fossero state sbarre, muri e Dementors a separarci. Non mi avresti mai perdonato per averti vista piangere per lui, per averti vista debole.
Non ti ho mai più sentita versare una lacrima. In quel pianto silenzioso riversasti tutta la tua ragione e i tuoi dubbi.
Da quel giorno, per molti giorni, sei rimasta ad aspettare.


Hai pianto e sei completamente impazzita.
Probabilmente sei davvero romantica.


Sento le gambe cedermi. Barcollo, sotto la spinta di non so quale forza oscura.
La morte? È bella tanto quanto te, mia cara Bellatrix. Nonostante i tuoi capelli neri abbiano perso la loro lucentezza, nonostante la tua pelle di porcellana si sia ingrigita negli anni di prigionia, nessun'altra ha mai avuto quel tuo macabro sorriso a illuminarle il volto.
Istintivamente porto una mano all'addome, scoprendolo impregnato di sangue. Rosso. Vivo. Non vedo stupore sul tuo volto. Non vedo emozioni. Non vedo niente. Continui a guardarmi.
Una risata gutturale mi sale dirompente dall'addome, fino a sfociare dalle mie labbra incartapecorite. E rido, rido ancora. Rido della tua espressione impassibile. Mi sono innamorato di te per quella fredda compostezza Black. Non potresti mai manifestare il tuo dolore.
Ma, solo per questa volta, ti dispiacerebbe versare una lacrima?


Ti prego, amami.
E ama anche questo sangue e il suo significato.


Ma io amo la tua furia irruenta, amo la tua smania di morte. Amo quel fascino di distruzione, amo il terrore che incuti.
Ti prego, Bella, continua a ballare. Continua a ballare questa danza macabra, la tua danza macabra. Non ti fermare. Non farlo mai.
Come quella notte, quel giovedì di novembre, vorrei vedere ancora una volta il tuo viso illuminato in quel modo sinistro, in quel modo grottesco. Vorrei vedere, ancora una volta, il tuo volto sfigurato dalla furia e dall'estasi che il dolore altrui può produrre.
Puoi farlo per me, Bella?


All’improvviso
riaffiora il ricordo del fatto che qui non c’è amore,
mi trafigge ripetutamente,
giungerà ad infrangersi in qualche luogo.


Cado a terra, non riuscendo più a reggermi in piedi. È il peso della morte o di questa consapevolezza? Il mio sguardo saetta, frenetico, dalle mie mani, intrise di sangue - il mio sangue - a te, che ancora continui a guardarmi. È questo il tuo desiderio Bellatrix? Guardarmi morire, finalmente?
La mia risata ancora non si spegne. Mi arriva attutita, lontana, come il delirio di un pazzo. Ma è così divertente, così... perfetto. È così che volevi finisse, non è vero?


È probabilmente la conclusione che desideravi.
Probabilmente sei davvero romantica.


Che cosa stai dunque guardando? La morte di un marito? La morte di un peso, di un ostacolo? La morte di un compagno? La realizzazione di un sogno?
Sento sapore di ferro sulle labbra e il mondo si fa più vacuo.
Ci sono Dementors qui? Fa così freddo...
Lasciatemi solo ricordare, solo un altro po', quella danza macabra. Perché non balli più, Bella?


Ti prego, amami.
E ama anche questo sangue e il suo significato.
Ansimo per respirare.












Punteggio: 49,25/50

Correttezza grammaticale: 9,75/10
Stile e lessico: 10/10
Originalità: 9,50/10
Caratterizzazione psicologica e fisica dei personaggi: 5/5
Utilizzo della canzone scelta: 10/10
Apprezzamento personale: 5/5

Giudizio: Questa è una fanfiction che mi ha davvero stupita per la sua geniale bellezza e che per questo è salita sul podio come seconda classificata. Sono poche pagine, eppure sono intense, pregne di significato, stilisticamente parlando praticamente perfette. Sei riuscita a descrivere appieno il personaggio di Bellatrix Lestrange, così diabolica, crudele e folle, ma debole nella sua unica crisi di pianto, e ancora bellissima e fatale nel modo in cui uccide durante l’attacco a Hogwarts. Per questo non ho potuto fare a meno di dare a te il premio per il Miglior Personaggio descritto, per la complessità e le diverse sfaccettature che hai dato al suo carattere, impreziosendolo nonostante nei libri della Rowling sia già piuttosto ben descritta da questo punto di vista. Hai saputo cogliere le sue caratteristiche e sfruttarle facendone un personaggio quasi nuovo, eppure IC sotto tutti gli aspetti.
Gli occhi di Rodolphus, questo personaggio su cui si sa davvero poco e che quindi può adattarsi perfettamente ad un interpretazione psicologica come la tua, la descrivono in modo quasi perfetto. Si comprendono perfettamente i suoi sentimenti verso di lei, questo amore nato all’improvviso durante la tortura ai coniugi Longbottom. Mi è veramente piaciuta quest’introspezione, come hai descritto quella notte di novembre, mi hai lasciato in bocca un sapore agrodolce di pura pazzia sfumata da una vena sottile di fascino per una relazione di tipo, permettimi il termine, quasi masochistico, in cui Rodolphus rimane affascinato, anzi, stregato dalla forza e dalla malvagità di Bellatrix.
Ho trovato perfettamente IC la risata della donna alla vista del marito morente, perché questa era la reazione che lei, così sprezzante e cinica, sicuramente avrebbe avuto.
Il testo della canzone che hai scelto sembrava oltretutto scritto apposta per questa lunga introspezione di Rodolphus, la musicalità della canzone mi ha permesso di visualizzare perfettamente l’epicentro della battaglia nel castello. La tua scelta insomma è stata davvero azzeccata anche da questo punto di vista.
Per quanto riguarda la grammatica non ho potuto darti il punteggio pieno poiché ho riscontrato un errore grave nella frase “Lasciatemi solo ricordare, solo un'altro po', quella danza macabra.” anche se penso che sia stata solo una svista nella battitura, vista la correttezza della lingua che hai usato nel testo e lo stile di scrittura che ho trovato meravigliosamente scorrevole, né troppo pesante ma nemmeno banale. Hai usato termini sempre appropriati e nel complesso il lessico è uniforme ed omogeneo, coerente con il tipo di tema che hai trattato.
E’ stata una storia breve, ma che mi ha profondamente colpita e che ho apprezzato davvero tantissimo! Complimenti per il podio!

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: monochrome