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Autore: nalu    14/09/2011    2 recensioni
Fanfiction partecipante al concorso scritto "Regnum Insomniae" indetto dai blog Sfogliando e Reading at Tiffany's.
"I suoi occhi erano serrati nella speranza di raggiungere al più presto la linea sottile che intercorreva tra il sonno e la veglia così da permetterle di scivolare facilmente nelle nebbie offuscate e docili che erano i sogni – creature dall'animo gentile, col compito di condurla per mano in un universo parallelo dove non esisteva il male e le cattiverie e i problemi."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Mia nonna invece dice che sono eroi, autentici difensori degli oppressi.

Pare che una volta uno di loro, in fuga dalla Guardia Cittadina,

si sia arrampicato fino al suo balcone

e che lei lo abbia nascosto per tutta la notte. […] »

 

 

Una fitta pioggia picchiava contro i vetri della finestra, oscurando le stelle che quella notte, pallide, cercavano di brillare.

Ma una tempesta interiore, ancora più forte di quella reale che era in corso, le invadeva la mente, bagnando di acqua fittizia −cadente dalla nube nera e minacciosa rappresentata dal suo inconscio − i mille pensieri che, sprovvisti di un ombrello, erano in balia di quella furia, la quale, rumorosa, le impediva di dormire.

I suoi occhi erano serrati nella speranza di raggiungere al più presto la linea sottile che intercorreva tra il sonno e la veglia così da permetterle di scivolare facilmente nelle nebbie offuscate e docili che erano i sogni – creature dall'animo gentile, col compito di condurla per mano in un universo parallelo dove non esisteva il male e le cattiverie e i problemi.

Ma in alcun modo riusciva a far divenire realtà questo suo desiderio.

Le sottili lenzuola di seta erano diventate ormai sue nemiche: era infatti in corso una silenziosa lotta tra esse e le sue gambe, che invece le reputavano un ostacolo, un oggetto inutile.

Alla fine lei stessa ebbe la meglio: ciò che l'aveva coperta, ora, non era altro che un mucchio informe ai suoi piedi.

Sospirò. Il suono si espanse come un eco nella stanza – immobile e silenziosa – e si ammucchiò vicino agli angoli delle pareti.

La cera che colava dalla candela scandiva il passare del tempo – l'inoltrarsi sempre più profondo del buio- che, ancora più lento, si trascinava fra i meandri dell'infinito.

Appoggiò i piedi sul freddo pavimento, dopo aver compreso che il dio del sonno quella notte non l'avrebbe accolta tra le sue braccia, e, con passi accorti e cauti, raggiunse la scrivania dove vi erano ancora i suoi appunti, completi per metà, affiancati dal pennino e dalla boccetta di inchiostro accuratamente chiusa.

Decise di finire di scriverli: se doveva passare la notte in bianco, meglio darsi da fare per cercare di renderla fruttuosa per il suo rendimento scolastico; soprattutto doveva distrarsi con qualcosa che le tenesse impegnate le mani e il cervello, per concentrarsi al punto da non fare caso ai rumori e ai vari scricchiolii che, seppur innocui, potevano assumere, nel buio quasi assoluto, sembianze malevole e oscure.

Intinse il pennino nella boccetta di inchiostro aperta poco prima e ricominciò il lavoro da dove l'aveva interrotto.

Era una relazione assegnata da Domina Heraclis, Responsabile del dipartimento di primo soccorso: “Come riconoscere un caso di esorcismo, con particolare attenzione alle situazioni più gravi” .

Una volta completata, scrisse in fondo − in una grafia ordinata ed elegante – il proprio nome :

Lara Degret.

Coprì il testo con un sottile strato di sabbia, in modo da farlo asciugare più velocemente; pulì il pennino e richiuse la boccetta di inchiostro.

Voltò la testa verso l'esterno: la pioggia batteva ancora incessante; gocce di cristallo, di seta fragile al tatto, che non potevano far altro che cadere ed infrangersi contro i vetri; anche se avessero voluto coalizzarsi insieme, con lo scopo di tornare da dove erano venute − una distesa interminabile di grigio compatto, nessuno spiraglio per scorgere oltre −, esse nulla potevano contro la forza di gravità, che le tratteneva al suolo.

Così picchiavano sulla sua finestra.

Toc. Toc. Toc.

Ancora e ancora.

Toc. Toc. Toc.

Si rese conto, l'istante successivo, che non si trattava affatto delle innocenti gocce di pioggia, o almeno non solo di quelle.

Quello che picchiava contro la sua finestra apparteneva ad un corpo umano.

Nocche bianche e fradice che bussavano

Una creatura,mascherata dalla testa ai piedi, in quel momento completamente bagnata, si era arrampicata fino lassù

Subito la riconobbe come un componente della Fratellanza delle Cinque Lune.

Il cuore della ragazza perse un battito − nonostante il suo lato pratico e razionale, a volte la sua parte romantica prendeva il sopravvento − : sua nonna le aveva raccontato un sacco di storie incredibili su di loro, non meno importante un episodio in cui la situazione era molto simile alla sua; il solo pensiero di questi eroi che salvavano i deboli e gli innocenti − e anche le belle fanciulle − la fece sospirare con aria sognante.

Dopo andò subito ad aprire la finestra: la pioggia penetrò all'interno, bagnandole la sottile camicia da notte ed appannandole gli occhi.

Lei si affacciò e si trovò faccia a faccia con l'uomo mascherato.

« Onorabile Scholara » disse, cercando di restare aggrappato alla finestra. « Onorabile Scholara, le chiedo il permesso di entrare un momento nella sua stanza ».

La proposta formale di lui, detta nonostante la sua non comoda posizione, fece sorridere Lara.

Si tirò da parte e disse: « Permesso accordato ».

Un secondo dopo, con un salto, l'uomo mascherato fu nella sua stanza.

Lei chiuse velocemente la finestra e si voltò verso di lui.

Sentendosi terribilmente in imbarazzo prese la vestaglia appoggiata sopra la sedia e la indossò.

Mentre la annodava le arrivò di nuovo la voce del suo ospite. « La ringrazio, Onorabile Scholara » aveva l'accento della gente di Delamar, a sud della Vecchia Capitale: era una profonda voce maschile, con un timbro basso.

Si avvicinò a lei e si esibì in un perfetto baciamano.

Lara arrossì. Ritrasse la mano.

Lui alzò gli occhi verso di lei − scuri, notò − e la fissò a lungo.

Dal cappello con cui si copriva, si intravedevano fuoriuscire dei riccioli ribelli, scuri anch'essi.

« Mi dispiace, non era mia intenzione spaventarla » e, imbarazzato si passò una mano sul collo.

In quel momento si rese conto che era del tutto bagnato.

Gli fece cenno di aspettare e si diresse verso l'armadio, tirandone fuori un panno.

Glielo porse. « Lo prenda. Gli servirà per asciugarsi. ».

Lui la guardò per un attimo sorpreso, poi lo prese.

«Appartenete alla Fratellanza delle Cinque Lune, giusto? ».

Lui, intento ad asciugarsi il viso, si fermò. « Come ne siete a conoscenza? »

« Le voci girano » rispose semplicemente Lara, andandosi a sedere sul letto.

Lui, in risposta, ricominciò ad asciugarsi.

« Chi siete voi in realtà? » chiese dopo un po' la ragazza. Non voleva ammetterlo a sé stessa, ma era curiosa di scoprire l'identità dell'uomo mascherato.

Lui la guardò ancora a lungo – uno sguardo che cercava di leggere dentro di lei tutte le implicazioni di quella domanda −, poi le rispose. « La nostra identità deve rimanere un segreto. »

Lara si sentì un po' offesa, ma non lo diede a vedere. « La vostra è scorrettezza. Per quale motivo allora mi avete chiesto il permesso di entrare? Cosa volete da me? ».

« Non ho saputo resistere al richiamo di una fanciulla che aveva un urgente bisogno del mio aiuto » disse lui, alzando un angolo delle labbra.

« Vi sbagliate. Non avevo bisogno di voi. » rispose con la testa alta.

«Oh, si invece. Non riuscivate a dormire, vero? »

Lara, presa alla sprovvista, sussurrò « Beh...si. Ma ancora non capisco questo cosa c'entri con voi. »

«Sono qui per aiutare voi ad addormentarvi » sorrise, con un sorriso dolce, privo di sottintesi o doppi scopi.

Lara era confusa. « In che modo? »

« Stendetevi »

Lo fulminò con lo sguardo.

« Giuro che non ho cattive intenzioni. Sono un paladino della giustizia, io» sorrise ancora.

Lara si fidò. Qualcosa in quel ragazzo le diceva che davvero non le avrebbe fatto del male, né avrebbe abusato di lei.

Si stese sul letto.

Il ragazzo lentamente la ricoprì con le lenzuola, poi si inginocchiò vicino la sua testa.

Le accarezzò piano i capelli biondo ramati.

Fece passare delicatamente le dita tra quelle ciocche di capelli setosi.

« Chiudete gli occhi... » sussurrava e continuava ad accarezzarla, facendola rilassare.

Cominciò a cantare con voce dolce e bassa, che toccò i fili della memoria della ragazza.

Quella voce le era familiare, ma non ricordava dove l'avesse sentita. Non ebbe il tempo di rifletterci che la lucidità la abbandonò e i contorni reali mano a mano si sfocarono, fino a quando cadde nella quiete del sonno.

Il ragazzo continuò a cantare per qualche altro minuto, dopo che Lara si fu addormentata.

Poi si chinò, rapido, per deporle sulle labbra un bacio breve e pieno di trasporto.

« Onorabile Lara, prima o poi accetterete di sposarmi » e sparì fuori dalla finestra, con un salto.

La ragazza nella stanza, dormiva.

Inconsapevolmente si toccò le labbra con un dito, dove lo spettro di quel bacio era ancora presente.

Ma la fanciulla ancora dormiva.

Dormiva.....







Salve a tutti quelli che sono arrivati fin qui!
Un enorme grazie perchè avete sprecato un pò del vostro tempo per leggere la mia One-shot!
Ma andiamo subito al dunque!!
Penso che si capisce chi siano i protagonisti: Lara e Gilbert (la storia non si colloca in un punto preciso della saga; a piacere vostro)
Personalmente, amo questa coppia!!!
E sono sicura che prima o poi la nostra bella fanciulla cederà alle lusinghe del nostro bel giovine!
Questa storia, come già detto, è partecipante a un concorso indetto dai blog Reading at Tiffany's e Sfogliando e autorizzata dall'autrice Virginia de Winter.
è stato letteralmente un azzardo partecipare a questo concorso....perchè sono la tipa che si fa vari viaggi mentali e paranoie inutili e che non è mai sicura di quello che scrive.... Mi ci è voluta una bella dose di coraggio - e l'ho fatto soprattutto perchè AMO la saga della de Winter, AMO il suo modo di scrivere, AMO i suoi personaggi, AMO tutto! - per iscrivermi!!
Il tema era l'insonnia; spero di aver sfruttato bene il fattore: perchè in realtà è proprio il non-riuscire a dormire di Lara (la sua insonnia, appunto) che porta a tutte le conseguenti azioni! :)
Ah! Le scritte in corsivo sono prese direttamente da "Black Friars - L'Ordine della Spada".
Adesso non mi resta altro da fare che incrociare le dita!!
Baci, Nalu :DDD









 

  
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