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Autore: SPWinchester    15/09/2011    11 recensioni
Certe volte scopri di avere tutto, qualunque cosa si possa volere, tranne ciò che si desidera veramente ed allora si è disposti a tutto, soprattutto per la persona che si ama!
Misha rimase incantato a guardare quell'uomo che era poco più alto di lui, leggermente muscoloso, con corti capelli ed occhi verdi che luccicavano alla luce del sole.
Non poteva certo essere il mingherlino... -Jensen?-
Lui lo guardò confuso e si grattò la testa con la mano destra -E chi altri dovrei essere scusa?-
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jensen Ackles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Other Universes'
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9 Capitolo
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~ Fear and Courage
~




Rimasero a lungo a tavola mentre la pioggia scendeva lenta dal cielo. Quando terminarono la cena, in poco tempo Misha e Jensen sparecchiarono e lavarono i piatti e non rimaneva loro altro da fare che sedersi accanto al fuoco ad aspettare l’alba e, se tutto fosse andato bene, la riattivazione delle linee telefoniche.
Il resto della serata si prospettava interminabile e Misha non sapeva come impiegarlo, a parte ascoltare i battiti del proprio cuore che sembravano un martello pneumatico, e tutto questo a causa della vicinanza dell’amico. Per superare l’imbarazzo, si voltò verso lo zaino, estrasse il portatile con la convinzione che, lavorare, l’avrebbe aiutato a far passare la serata più in fretta.
Esasperato, dopo solo pochi minuti, ripose al suo posto il computer.
Non riusciva a concentrarsi se sentiva il suo sguardo su di sé. Infatti, quando si voltò, incontrò direttamente i suoi occhi smeraldo.
Jensen era rimasto a guardarlo senza dire una parola. Aveva avuto l’impressione che Misha stesse solo fingendo di concentrarsi e che la sua mente fosse, in realtà, mille miglia lontano da quello schermo.
Come mai? Sembra che sia nervoso ma, perché?”
–Ho dato un’occhiata alla bozza del prossimo capitolo mentre eri in cucina- disse, cercando di rilassarlo.
-Ah sì?- domandò lui, mettendosi subito sulla difensiva. Jensen doveva essersi riconosciuto nel tecnico della TV e Misha si preparò per un commento compiaciuto.
Se avesse dato ascolto al proprio orgoglio, Jensen avrebbe detto che il nuovo personaggio descritto prendesse spunto da lui, ma non si sentiva così egocentrico –Mi sembra un’ottima bozza- poi, tanto per metterlo ancora di più a suo agio, aggiunse –Leggo la tua storia ogni venerdì prima di andare a lavoro-
-Come mai?-
Jensen non voleva dare l’impressione che lo stesse prendendo in giro. A lui piaceva davvero farlo –Mi piace leggerla, mi ricorda che esiste ancora il senso dell’umorismo in questo mondo-
Visto il proprio lavoro in continuo contatto con criminali e malviventi, un po’ di umorismo era di vitale importanza per lui -E inoltre per me è un modo per vedere quello che succede nella tua vita- concluse sorridente.
-E come mai t’interessa quello che mi succede?- chiese sorpreso.
Lui scrollò le spalle con noncuranza. Non voleva parlare troppo, almeno fino a che anche lui non avesse mostrato un barlume d’interesse nei suoi confronti –Beh, tu ed io siamo amici, no?-
Sì, lo erano. Altrimenti non ci sarebbe stato tra loro quel feeling, pur non essendosi visti per tutti quegli anni niente era cambiato tra di loro.
-Sai, è grazie a te che è nata la mia voglia di scrivere-
Jensen non ne comprese il nesso. Alzò il sopracciglio e lo guardò perplesso –A me?-
-Sì- Misha si voltò a fissare le fiamme nel cammino –Ricordi quando ti facevo leggere quelle stupidaggini che scrivevo su di te?-
-Sì- Jensen ricordava molto bene, erano sempre storie in cui o veniva descritto con indosso vestiti da principessa e veniva mangiato dal drago cattivo o eterni monologhi sulla sua poca forza fisica.
-Una volta mi hai detto che sarebbe stato interessante vedere quello che sapevo fare senza usare te come protagonista. Così ho fatto un piccolo passo in avanti…-
Piccolo passo in avanti??”
La storia di Misha era conosciuta in tutto il continente ed era molto popolare. Non avrebbe mai creduto che l’amico fosse capace di tanta modestia ma, d’altronde, non avrebbe mai nemmeno immaginato che, un giorno, quel ragazzino impertinente gli avrebbe fatto girare la testa solo con un bacio.
-Credo che sia riduttivo definirlo piccolo passo. I tuoi personaggi sono molto amati-
-E tu come lo sai?- gli chiese sorpreso.
-E chi non lo sa? In quasi tutte le librerie della città ci sono i tuoi lavori raccolti con il tuo visetto stampato sopra…foto davvero orrida, se posso permettermi, sembri un vecchio di ottant’anni- aggiunse, divertito.
-Non sono mai stato fotogenico…- rispose imbarazzato –E comunque non credevo che un avvocato di successo come te, facesse caso a cose del genere-
Jensen si rese conto che forse aveva ragione. Forse lui aveva seguito la carriera dell’amico con un po’ più di un normale interesse.
-E così…- Misha si sistemò meglio sul divano e incrociò il suo sguardo pensieroso –Tu hai modo di controllare la mia vita ma io non ho nessuna finestra che affacci sulla tua. Non pensi che sarebbe corretto contraccambiare?- domandò, sorridendogli.
-No- rispose diretto.
Non gli piaceva parlare di sé. Non era un caso che avesse scelto un lavoro in cui era lui che doveva ascoltare la vita degli altri e non parlare mai della propria.
-Andiamo, dimmi qualcosa di te!- lo spronò lui, tirandogli leggermente la manica della camicia –Com’è avvenuta la metamorfosi da ragazzino pelle e ossa a muscoloso avvocato che fa il boscaiolo per hobby?-
Lui rise tra sé e rifletté per un istante prima di rispondergli –Immagino che, per un certo verso, il responsabile sia tu-
Misha lo guardò sorpreso e confuso –Io?-
-Già, proprio tu- confermò lui. Non ci aveva mai pensato molto, ma doveva ammettere che Misha aveva avuto un grande peso nella sua vita –Le continue liti e discussioni con te sono state come un banco di prova che mi hanno permesso di perorare una causa di fronte ad una giuria senza arrendermi-
Misha inclinò il capo e le sue guance arrossirono inspiegabilmente. I suoi muscoli si contraevano e i nervi si tendevano come le corde di un equilibrista nel guardare il volto di Jensen illuminato dalla luce rossastra delle fiamme che crepitavano nel camino.
-E il tuo fisico atletico?- disse, cercando di risultare ironico.
-Ho cominciato ad allenarmi dopo che tu mi hai rotto il naso-
Misha aggrottò le sopracciglia –Credevo avessimo risolto ieri questo stupido problema…Hai fatto tutto da solo-
-Non sarebbe successo se non mi avessi chiuso la porta in faccia- gli rammentò.
Lui sorrise divertito –Hai proprio ragione. Eri destinato a diventare un avvocato- tacque un istante, studiando di sottecchi i suoi bicipiti –Allora potremmo dire che quelli sono miei-
-Di cosa stai parlando?- chiese, perplesso.
Misha puntò con un dito i suoi muscoli –Senza di me non avresti mai cominciato attività fisica, per cui…per la proprietà transitiva, ciò che ne è il risultato appartiene a me-
Jensen rise, lasciando cadere la testa sullo schienale –Ti rendi conto che è un modo di ragione completamente assurdo?-
Il verde dei suoi occhi si accese e Misha si sentì scaldare il cuore –Questo è ciò che mi rende unico-
-Se lo dici tu- commentò Jensen, notando il modo insistente con cui lui lo guardava si sentì fremere –Perché mi guardi così?-
Solo allora Misha si rese conto di essere appena stato colto in flagrante e così, distolse velocemente lo sguardo –Scusa…stavo solo pensando- cercò di giustificarsi.
Jensen capì di averlo messo in imbarazzo –A cosa?- gli chiese incuriosito.
Misha non avrebbe mai ammesso la sua voglia di studiare più attentamente e più da vicino quel corpo che intravedeva dal tessuto della sua camicia celeste. Fece un gesto noncurante con una mano –Stavo riflettendo che non vedo l’ora che sia domani quando questo incubo sarà finito-
-Tutto questo è stato davvero un incubo per te?- domandò, realizzando che quelle parole, che l’amico aveva scelto per definire l’accaduto, non gli piacevano.
-A te piace stare in un posto sperduto come questo?-
-Dipende dalla circostanza-
Misha si schiarì la gola e voltò il capo verso il fuoco, cercando di nascondere il disagio –Giusto…Infatti, suppongo che tu non veda l’ora di tornare in città-
Jensen sorrise stizzito –Credo di riuscire ad aspettare- disse, passandosi una mano tra i capelli e andando a cercare il suo sguardo.
Misha poteva quasi sentire il suo tocco su di sé e il cuore cominciò a battere come un tamburo impazzito –Intendi dire che non ti manca il tuo lavoro?-
Jensen gli rivolse uno sguardo enigmatico –Amo il mio lavoro…- allungò le dita verso un laccetto del cappuccio della sua felpa e iniziò a giocherellarci –…ma non era a quello che stavo pensando-
Misha spostò lo sguardo dalla sua mano, pericolosamente vicina a lui, ai suoi occhi smeraldo “Respira Misha, respira profondamente…”
-A cosa stavi pensando?- chiese in un sussurro.
Lui sorrise e incrociò i suoi occhi color del mare –Indovina-
Non era nell’abitudine di Misha tirarsi indietro davanti ad una sfida ma, per la prima volta, aveva paura di quello che stava accadendo. Ora era lucido: non poteva scaricare la colpa a nessun vino e a nessun dolore. Il timore di sbagliare e di sembrare sciocco lo attanagliò.
-Stai cominciando a spaventarmi-
-Perché mi dici che ti sto spaventando?- il suo tono era dolce e basso.
Misha si umettò le labbra e chinò il viso diventato rosso –Forse…perché sto pensando proprio a quelli che pensi tu e…non dovrei. Cioè, voglio dire…- alzò lo sguardo e cercò una risposta nei suoi occhi –E’ sbagliato no? E’ strano…stiamo parlando di me e te…capisci?-
-So benissimo che siamo io e te- mormorò Jensen, sporgendosi con il busto e sfiorando con le labbra la tempia sinistra.
-Non…non dovremmo trovarci in una situazione così…beh…intima-
Misha si rese conto che ogni secondo che passava diventava sempre più difficile far avvalere i suoi dubbi.
-Non so quello che dovremmo o non dovremmo fare ma, in questo momento, non posso fare nulla per cambiare la realtà- a ogni parola lasciava dei piccoli baci, dolci e leggeri, sulla sua fronte, sentendolo fremere sotto le proprie labbra –Sto provando delle sensazioni così intense che non riesco a fermarmi-
Misha chiuse gli occhi e si lasciò attraversare il corpo da mille saette –Che…Che tipo di sensazioni?-
Jensen gli si avvicinò ancora di più, ispirando il suo odore alla vaniglia –Una voglia irresistibile di baciarti ancora- disse in un sussurro vicino al suo orecchio –E di stringerti forte…E di sentire il battito del tuo cuore all’unisono con il mio…- gli prese il viso tra le mani ed incrociò il suo sguardo –E di fare l’amore con te-
Misha sentiva tutte le energie lasciare il suo corpo.
-Dimmi che provi anche tu lo stesso… - aggiunse malizioso.
Ogni sua parola era come un invito al peccato più delizioso e appagante che esistesse, ma non poteva ammetterlo, non a Jensen.
-No…cioè…Sto cercando di non pensarci…-
Jensen sorrise –Hai proprio un modo strano di ragionare- sussurrò, continuando a giocare con il laccetto della felpa.
-Non…non riesco a ragionare se fai così…-
-Non posso fermarmi se continui a dire queste cose…- disse, con l’eccitazione che pulsava nei jeans.
Misha inspirò l’aria che aveva preso l’odore di Jensen, forte e prepotente, proprio come il suo carattere, e rialzò il viso –Forse non voglio che ti fermi-
Jensen sgranò gli occhi al suono di quelle parole e subito dopo gli si stampò un sorriso dolce sul viso –Ne sono contento- fece scendere le mani lentamente sugli addominali coperti dalla felpa, studiando minuziosamente quel corpo, per fermarsi sulla cerniera dei pantaloni.
Lo fece stendere sul divano e si posizionò tra le sue gambe. Lesse un lampo di desiderio nei suoi occhi zaffiro e il suo turbamento si alimentò.
-Se tu indossassi solo la mia felpa tutto questo sarebbe molto più veloce-
-Ma a te non piacciono le cose veloci- mormorò lui –Perché altrimenti mi avresti già tolto i pantaloni-
Jensen fece scivolare lentamente il tessuto sulle sue gambe, continuando a fissarlo nelle sue iridi.
-Ti stai lamentando?-
-No. Stavo solo…constatando- spostò velocemente un dito tra le labbra per morderlo e trattenere così il gemito che era salito improvviso dalla gola.
–Non farlo! Voglio sentirti!- disse con tono apprensivo.
-Forse…ho paura- ammise lui, voltando il capo.
–Sentilo…- Jensen gli afferrò la mano e la poggiò sul suo petto.
Misha avvertiva la sua pelle calda, imperlata di gocce di sudore, che si alzava e abbassava ritmicamente ed avvertiva il battito veloce del suo cuore -Anche io ho paura…ma ti desidero con tutto me stesso…- gli sussurrò, avvicinandosi alle sue labbra carnose.
Misha sorrise sulla sua bocca, spostò una mano dietro la nuca e lo attrasse di più a sé.
Si baciarono a lungo e con passione fino a che il desiderio e l’eccitazione li inebriarono completamente.
Misha sentiva di desiderare quell’uomo più di quanto avesse mai pensato di poter desiderare qualcuno e, di sicuro, più di quanto avrebbe mai desiderato in futuro qualsiasi altro.
Un senso di colpa distante ma percettibile, s’insinuò dentro di lui.
Si staccò lentamente nel mormorare in un sussurro –Non dovremmo andare avanti-
-Vuoi che mi ferma? Dimmi di farlo e ti giuro che non ti toccherò più con un dito- gli chiese a malincuore, alzando il busto.
Calò il silenzio nella stanza.
Gli unici suoni ancora presenti erano: il crepitare dei ceppi che bruciavano nel camino, il respirare di Kira acciambellata sul tappeto e la pioggia che scendeva lenta dal cielo battendo sulle finestre.
I loro respiri si fermarono, entrambi in attesa di una scelta, e Misha sapeva che doveva essere la sua scelta.
-Se tu lo facessi potrei anche ucciderti- disse, tutto di un fiato.
Jensen fece una risata profonda, liberatoria e maledettamente sensuale. Incrociò di nuovo il suo sguardo sorridente, si tolse la maglia e i pantaloni con un movimento fluido e deciso e capì di non riuscire ad aspettare oltre.
Cominciò ad accarezzarlo impaziente al suono basso dei suoi gemiti. L’immagine del ragazzino spensierato e prepotente si fuse con quello dell’uomo che gemeva di piacere sotto il suo tocco.
Misha si mosse incerto a sfiorargli l’eccitazione attraverso i boxer e arrossì di colpo sentendola crescere e pulsare sotto le sue mani.
La passione stava prendendo il sopravvento e la ragione li stava abbandonando.
Quando Jensen scivolò dentro di lui, provò un’esplosione di piacere improvvisa mentre Misha stringeva con forza i suoi capelli castano chiaro per il bruciore e il dolore.
Jensen chiuse gli occhi e respirò profondamente, chiamando a raccolta tutte le forze per trattenersi dal muoversi.
Massaggiò delicatamente la sua erezione così che lui potesse concentrarsi sulla sua mano, continuando a baciarlo senza sosta.
Misha gemette forte sotto il tocco delle sue mani esperte –Ti…voglio sentire di più…muoviti…ti prego-
Jensen sorrise malizioso, lo baciò di nuovo ed iniziò a spingere il bacino con ritmicità mentre l’accurato massaggio continuava.
I loro muscoli guizzanti si muovevano all’unisono sotto la luce rossa delle fiamme.
Il mondo era sparito: la pioggia, l’incidente, il matrimonio, Victoria; tutto era sparito, trasformandosi in un sogno perfetto.
Il loro sogno perfetto.
Raggiunsero l’apice insieme al suono di mille campane assordanti: Jensen trattenendo il gemito tra le labbra, respirando affannosamente, e Misha provando un misto di bruciore e piacere profonda.
Sembrò trascorrere un’eternità prima che Jensen potesse tornare a riflettere lucidamente. Si spostò da sopra di lui e lo trascinò con sé dall’altro lato del divano, stringendolo tra le braccia.
-Sei veramente tu?- chiese con voce roca.
Lui emise un lungo respiro di soddisfazione, i suoi meravigliosi occhi blu erano chiusi e il capo appoggiato sul suo petto –Penso di si-
-Forse è meglio controllare-
Jensen inclinò il capo verso il suo viso, i suoi occhi viaggiavano veloce alla ricerca di qualcosa –Hai segni particolari o cicatrici?- domandò ironico.
“Solo quelli che hai lasciato dentro di me”
Misha fu di nuovo assalito da quel senso di colpa insistette e seccante –Sto per sposarmi- disse in un sussurro.
-Non puoi dirlo ora- questa volta non si sarebbe fatto lasciare ingannare, sapeva che anche lui capiva cosa c’era stato davvero. Non era stato solo del sesso per sfogare la tensione accumulata, era stato qualcosa di speciale ed unico.
-Tu stavi cercando di capire se sposarti o meno…e credo che a questo punto le tue idee siano chiare-
-Ah sì?- disse Misha, cercando inutilmente di risultare impertinente.
Jensen fece passare la mano tra i capelli e scese, lentamente, verso la nuca –Lascia che ti rinfreschi la memoria-
Sentendo il corpo di Jensen di nuovo eccitato, Misha sussultò e scoppiò a ridere maliziosamente –Credo di doverti dare ragione- concluse, baciandolo appassionatamente.








~~~~~~ • L'angolo di ShiroHime • ~~~~~~
Salve a tuttiiii ^__^
Avete visto?? Ho aggiornato presto ^__^ *clapclap* a me X'D
Che dire di questo capitolino..ah si...è il penultimo ^^ non so essere felice o triste XD
E poi sinceramente sono un pò agitata perchè, che voi ci crediate o no, ho già scritto un pò del 10 capitolo ma non ho la più pallida idea di come farlo finire... potrei essere molto buona...ma anche molto cattiva...uhm...ci penserò U__U
Precisazioni...precisazioni...credo che questa volta non ci siano...
Se nel caso avete dubbi o curiosità di qualunque tipo (anche su altre storie etc...) potete chiederlo qui oppure potete chiederlo (sarebbe meglio XD) sul mio account Twitter *___*
Ebbene si, anche io mi sono iscritta (solo per diventare una minion di Misha *ç*) ed è il caso che sorvoliamo sui secoli che ci ho impiegato per capire come cavolo funzionava...ringrazio Illunis per la pazienza che ha avuto nell'aiutarmi U__U
Ok...Tanti bacini a tutti coloro che leggono, seguono e recensiscono!! *w*
Baci!
:3

   
 
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