- Epilogo
– E’ tempo di essere
felici.
- Sette anni
dopo…
- BELLA’S
POV
- “A
me questo piace molto.”
- Alzai
gli occhi al cielo, dopo l’ennesimo consiglio di
Alice.
- No,
a me quell’abito bianco non piaceva affatto. Era… troppo.
- Il
velo troppo lungo, il punto vita messo troppo in
evidenza a causa della pancia enorme che mi ritrovavo.
- “Sono
una balena, Alice!”
- “Oh,
ma che dici!” Si avvicinò, dandomi un lieve
buffetto
sulla testa. “Tu sei perfetta. E la pancia si vede a
malapena!”
- “Dici?”
Non ne ero del tutto sicura.
- Avvicinai
tutte e due le mani alla mia pancia,
accarezzandola lievemente.
- Ero
incinta di sei mesi, e quella pancia si vedeva! Ed
anche bene!
- Un
abito bianco non andava bene. Volevo sposarmi, ma non
andava bene.
- Mi
fasciava troppo, e no. Non andava bene.
- “Bella,
sarai perfetta. Per mio fratello saresti perfetta
anche con un sacco dell’immondizia addosso.”
- “Peccato
che così sembro una balenottera spiaggiata!”
Sbuffai, alzando le braccia in alto.
- Maledetti
ormoni.
- Quello
che facevo ultimamente era innervosirmi per tutto
quello che riguardava il matrimonio, e poi piangere.
- Piangere,
fino a non avere più la forza necessaria per
farlo.
- E
Edward ed Alice, mi ammonivano sempre per questo.
Ero pessima. - Una
pessima madre, ancor prima di diventarlo.
- Alice
si mise dietro di me, massaggiandomi lievemente le
spalle.
- “Ora
tu ti provi altri vestiti. Tutti quelli che vuoi,
Bella. Il matrimonio sarà fra quindici giorni. E devi stare
calma, capito? Sei
bellissima, così. E se decidi di andare all’altare
con una tuta premaman, ci
andrai.” Fece una smorfia con la bocca quando
pronunciò le ultime parole.
- Certo,
Alice non avrebbe mai immaginato che andassi
all’altare con una di quelle tute enormi, e che la maggior
parte delle volte
erano anche orrende.
- “Non
andrò all’altare con una tuta premaman.”
Annuncia,
scendendo dal piedistallo che era al centro del salone.
“Però neanche con
questo vestito. Alice, mi fido di te. Sei diventata una stilista molto
rinomata, in quasi tutto il mondo. E lo so che mi sto cacciando in un
pasticcio, ma… Che ne pensi di disegnare tu il mio abito da
sposa?” Allargò gli
occhi a dismisura, diventando rossa.
- “Cosa?
Bella, ne sei sicura? Cioè… io non disegno abiti
da
sposa!” Sbottò, iniziando a camminare per il
salone.
Ecco, ora iniziava ad agitarsi. E dopo di lei anch’io! - “Alice!
Non ti ho chiesto che devi farlo per forza! Solo
che… non ho trovato un vestito che mi piaccia, e sono
convinta che tu farai un
ottimo lavoro… sempre che tu lo voglia,
ovviamente!” Sorrise, avvicinandosi
nuovamente a me.
- Questa
volta si alzò in punta di piedi, per poi
abbracciarmi.
- “Vorresti
davvero farmi da cavia, Isabella Swan?” Sussurrò
nel mio orecchio, con la voce emozionata.
- Le
accarezzai la schiena in modo gentile.
- “Certo.
Tutto e di più, per la mia cognatina
preferita!”
- “Ottimo!”
Alice si staccò repentinamente da me,
prendendomi per mano e trascinandomi verso il camerino.
Con il suo aiuto riuscii a sfilarmi l’abito pieno di merletti e paillettes, infilandomi un vestito lungo e largo. - Ottimo,
per il mio stato attuale.
- “Quindi,
su cosa posso basarmi? Cosa vuoi per il tuo
abito? Perline a quantità?” Questa volta la
smorfia la feci io, mentre ci
dirigevamo verso casa Cullen.
- “Se
fai una cosa del genere, ti denuncio Alice Cullen.”
Lei rise sommessamente, parcheggiando nel vialetto.
- Riuscii
a scendere dalla macchina senza nessun problema,
anche se la pancia mi faceva piuttosto male da un po’ di
giorni.
- “Bella!”
Sorrisi ad Esme, stampandole un bacio in guancia.
- Era
giovedì. E tutti i giovedì, ci riunivamo a casa
Cullen, per la cena in famiglia. Ed io, ormai, facevo parte della
famiglia.
- “Edward?”
Domandò Alice, facendo capolino nella cucina.
- “Ha
chiamato per dire che tarderà di qualche minuto. Ed ha
chiesto di aspettarlo.” Spiegò Carlisle, salutando
sia me che la sua bambina.
- “Hey,
Bella! Che ne pensi di queste? A me piacciono!”
Esordì Rosalie, entrando anche lei in cucina con una
bomboniera in mano.
- Un’altra
cosa che odiavo dei matrimoni, era scegliere le
bomboniere.
- Stavamo
organizzando quella maledetta cerimonia da più di
quattro mesi, ed ancora dovevo decidermi su quale prendere.
- Scartai
immediatamente quella che Rosalie aveva in mano.
- “Giallo…
canarino?”
Chiesi scettica, allontanandomi da quell’orrore.
“Rose, grazie per il pensiero,
ma proprio non mi piace. Qualcosa di più
semplice?”
- “Okay,
vado a dare un’occhiata.” E sempre a passo spedito,
si diresse nuovamente verso l’ufficio di Carlisle.
- Sì,
quel povero uomo il cui ufficio era stato trasformato
in una sala di prova.
- “E
per i fiori hai già deciso?” Mi voltai verso Esme,
sorridendole
amorevolmente.
- “Non
ancora. Pensavo a qualcosa di viola.”
- “Il
viola è orrendo.” Sbottò Alice,
socchiudendo gli
occhi.
- “Ed
il matrimonio è il suo.” Continuò Esme,
dandole una
piccola spintarella per spostarla di qualche centimetro.
- “Ed
il viola è orrendo.”
- “Ma
volete lasciare in pace mia moglie?” Questa volta il
sorriso che spuntò sulle mie labbra era enorme, mentre girai
la testa.
- Edward,
con la sua solita valigetta in mano si avvicinò
per stamparmi un bacio sulle labbra.
- “Ciao.”
Sussurrò, staccandosi qualche secondo dopo.
- “Ciao.”
Mi ripresi parzialmente, continuando a sorridere
come un ebete.
- “Allora,
come
procede?” E lui ovviamente era il primo a sapere
com’era il mio stato
d’animo ultimamente, dovuto sia alla gravidanza che
all’imminente matrimonio.
- “Mmh.”
Borbottai, mentre una smorfia dipingeva il mio
volto.
- “Non
bene, direi.”
- “Non
riesce a trovare il vestito.” Disse Esme, poggiando
la sua mano sulla mia.
- “Oh,
per questo non c’è problema!” Alice
batté le mani
euforica, facendo un piccolo saltino su sé stessa.
- Tutti
nella stanza si voltarono verso di me.
- “L’hai
trovato?” Chiese Esme, sorridendo.
- “Oh,
Bella! Sono felice per te!” Disse Carlisle.
- “Perché
diamine non me l’avete detto? Sarei venuta con
voi!” Sbottò Rosalie, quasi arrabbiata.
- “Qualche
indizio?” Domandò invece Edward, carezzandomi una
spalla.
- “Non
l’ha ancora trovato.” Spiegò Alice,
accasciandosi sul
divano. “Ma conosciamo la designer!”
- “E’
un bel passo avanti, Bella! E’ famosa?” Chiese
tutta
eccitata Esme.
- “Veramente
se ti volti la vedi con i tuoi occhi.”
- Tutti
si voltarono, trovandosi davanti al sorriso a
trentadue denti di Alice.
- “Tu
sei pazza.” Soffocai una risata, guardando negli occhi
Carlisle.
- “PAPA’!”
Alice indignata si alzò, per fronteggiarlo.
- “Tesoro,
io amo tutto quello che crei, ma sei sicura che
Bella voglia un tuo abito?”
- “Perché
no?”
- “No…
non so.”
Fece finta di pensarci, quando tutti conoscevamo la risposta.
- Lo
stile di Alice era alquanto… vario. Colori accesi, e
accessori da ogni parte. Però, avevo messo in mano a lei il
giorno più bello
della mia vita.
- “Uff!
Non vi fidate mai di me!” Sbottò lei, alquanto
arrabbiata. Anche Esme le si avvicinò, accarezzandole
dolcemente i capelli.
- Intanto,
io seduta sulla mia sedia di legno guardavo tutta
la scena.
- “Ne
sei proprio sicura, eh?” Sussurrò Edward nel mio
orecchio, facendomi ridacchiare.
- “Sì.
Mi fido di lei.” Spiegai, posandogli un altro bacio
sulle labbra.
- “Ed
io mi fido di te.” Rispose, ricambiando.
- Quindici
giorni dopo…
- Mi
passai una mano fra i capelli, agitata come non mai.
- Di
certo, essere agitata non mi faceva bene. Né a me,
né
alla mia bambina.
- Guardai
per un istante il riflesso allo specchio,
ammirandomi.
- Alla
fine Alice aveva fatto un lavoro perfetto. Il vestito
bianco non aveva perline o paillettes, e ricadeva perfettamente sul mio
corpo.
- Perfetto.
- “E’
tutto perfetto, dentro. Tu sei pronta?” Appunto…
- Annuii,
voltandomi verso Rose.
- “Sì…
credo di sì.” Balbettai, incerta.
- Cautamente
si avvicinò, posandomi tutte e due le mani
sulle mie spalle.
- “Bella,
è normale.” Iniziò, sorridendomi
amorevolmente.
“Mi sono sposata anch’io, ed è normale
avere una fifa pazzesca. Ti chiedi se
quello che ti sta aspettando qui fuori sia davvero l’uomo
della tua vita,
quando sai perfettamente che è lui. E tu hai una cosa che io
non ho avuto
Bella. L’amore della tua famiglia, e quello della famiglia
Cullen.” Finì, con
gli occhi lucidi.
- Non
potevo biasimarla.
- Il
suo matrimonio si era svolto in una piccola Chiesa in
Alaska, con pochi amici e la madre di Rosalie.
- Niente
di più. Neanche i parenti di Emmett.
- L’abbracciai
di slancio, intralciata dalla mia pancia
sempre più enorme.
- “Grazia,
Rose.”
- “Oh,
tesoro! Non piangere ora, va bene?”
- “Certo.”
L’assicurai, con la voce roca.
- Ero
pronta.
- Potevo
affrontare tutto quello.
- Certo,
che potevo farlo.
- “Charlie
ti sta aspettando all’entrata.”
Annunciò,
dileguandosi dopo due minuti.
- Buttai
un’altra occhiata allo specchio, uscendo dal
camerino formato da un gazebo malfatto con un tavolo ed una sedia di
plastica
dentro.
- Mio
padre era proprio là fuori, che si sistemava la
cravatta nervosamente.
- “Hey.”
Si voltò di scatto, guardandomi dalla testa ai
piedi.
- “Sei
bellissima, Bells.”
- “Non
esagerare.” Lo spintonai, diventando rossa come non
mai.
- “Pronta?”
- In
risposta strinsi il suo braccio, stropicciandogli la
giacca sul polso.
- “Tu… cerca di
non farmi cadere, va bene?”
- “Stai
tranquilla, Bells.”
- Sospirando
Charlie tirò l’enorme porta di vetro,
lasciandomi totalmente basita da quello che trovai davanti ai miei
occhi.
- Avevo
dato ordini precisi ad Alice e Rosalie, su come
volevo il mio matrimonio. E ci avevo pensato proprio due giorni prima.
- Entrai,
guardando le sedie di legno poste alla mia destra
e sinistra, dove c’erano gli invitati.
- Tantissimi, invitati.
- Poi,
proprio vicino a quel piccolo altare creato lì per
lì, c’erano due sgabelli alti da un lato, ed altri
e due dall’altro.
- Due
a destra, per Esme e Carlisle.
- Due
a sinistra, per papà e Sue.
- E
poi, guardai proprio dinnanzi a me.
- Edward era
perfetto.
- Nel
suo smoking nero, con il sorriso a trentadue denti che
aveva stampato sul viso.
- Solo per me.
- Deglutii,
stringendo ancora di più la giaccia di papà.
- E
poi, tutti i miei dubbi andarono a farsi benedire.
- Dentro
di me c’era
nostra figlia.
- Ero
circondata dal legno,
e da un bancone con sopra bicchieri di
vetro.
- Mi
stavo per sposare, nel nostro Pub.
- E
davanti a me, c’era proprio lui.
- Il ragazzo
del Pub.
- **
- NOTE:
- E’
davvero finita? Sì.
- ‘Il
ragazzo del Pub’ è finita. Sembra ieri, che
scrivevo il
primo capitolo di questa FF. Ed eccoci qui, giunti alla fine.
- A
me questo finale piace, stranamente.
- Volevo
dirvi che ho pubblicato una piccola One shot, che trovate
QUI.
- Poi,
per la storia degli EXTRA: io vorrei scriverli, ma non ho
proprio idee. Metto la storia come CONCLUSA, ma se volete leggere delle
scene
in particolare, basta che me lo dite. Io valuto, e se mi stanno bene
inizio a
scrivere e poi postare.
- Non
so davvero cos’altro dire… se non un GRAZIE
immenso. A tutti
voi. Dal primo all’ultimo, davvero.
- Quindi,
ci sentiremo nelle mie altre storie, vero?
- Lo
spero ;)
- Un
abbraccio immenso. :**
- Tatiana.