Capitolo due: Where are we?
L’atterraggio in una nuova dimensione non fu uno dei più piacevoli, al
contrario. Ttutti si ritrovarono dolorosamente
schiacciati a terra, qualcuno con addosso un suo nakama
di avventura. I ragazzi compresero di trovarsi ancora in mare, grazie
all’oscillare dell’imbarcazione dove erano finiti, ma il rumore di alcuni
passi, non permise loro di rendersi conto su quale trasporto erano finiti.
“Mi domandavo quando sareste arrivati!” Disse una voce di uomo divertito
dalla situazione e per nulla preoccupato degli intrusi che si trovavano sul suo
territorio.
Zoro si alzò di scatto da terra e impugnò le sue
spade pronto alla battaglia. Di istinto anche un altro uomo compì il suo stesso
gesto.
“Volete calmarvi babbei!” disse un terzo individuo che li raggiunse con le
mani dentro le tasche dei pantaloni.
Tutti rimasero a bocca aperta a vedere le fattezze di quelle persone che si
ritrovavano davanti. Erano un po’ diversi ma impossibili da non riconoscere.
Il terzo uomo si avvicinò alle ragazze e porse loro la mano per aiutarle ad
alzarsi e con gli occhi a forma di cuore, si preoccupò di domandare loro se si
fossero fatte male.
Sia Nami che Robin, troppo incredule da quanto
stesse avvenendo, non riuscirono a spiccicare parola.
Fu Usopp il primo a trovare il coraggio di
parlare “Dove accidenti siamo finiti? Questa sembra tanto la nostra Sunny!”
“Ma allora non ci siamo mossi!” disse Chopper.
“Ti sbagli e se guardi bene questi individui, dovresti comprendere anche tu
quanto è successo!” disse Sanji accendendo una
sigaretta e aspirando.
La piccola renna guardò i tre uomini uno ad uno. Il primo si presentava
loro con capelli neri e occhi dello stesso colore, una leggera barba che si
intravvedeva sul suo volto maturo, una casacca rossa sbottonata, che lasciava
intravedere tranquillamente le cicatrici lasciate da scontri duri affrontati.
Quello che lo colpì maggiormente furono la cicatrice sotto l’occhio sinistro e
il cappello di paglia legato al collo e appoggiato alla schiena. Il secondo
uomo aveva lungi capelli verdi legati in un codino, tre orecchini sull’orecchio
sinistro a forma di spada, un occhio con sopra una cicatrice e indossava una
maglia giallo pallido e una bandana
appesa al collo nera, dei pantaloni scuri. Quello che fu subito visibile,
furono le tre spade che sfoggiava alla sua destra, una delle quali bianca.
Il terzo invece si mostrava con capelli biondi a caschetto, con un piccolo
codino, un pizzetto dello stesso colore dei capelli, due buffe sopracciglia
arrotolate. Indossava una camicia verde chiaro a mezza manica, abbottonata solo
in centro e dei pantaloni neri. Il suo carattere da don Giovanni era visibile
da un miglio di distanza.
“Incredibile! Quelli sono identici a Rufy, Zoro e Sanji!” disse Chopper
spalancando la bocca “Questo significa che…”
“Siamo nel futuro!” disse tranquillamente Rufy
come se trovarsi in quella situazione fosse la cosa più naturale al mondo.
“è lo dici con quel tono? Ti rendi conto del pasticcio in cui ci siamo
cacciati?” disse Nami mostrando dei denti simili a
quelli degli squali.
“Perché mi sgridi? Io sta volta non centro. Sei stata tu a cadere dentro la
distorsione temporale!” disse Luffy sorridendo,
beccandosi però un sonoro pugno in testa.
“Credi che lo abbia voluto io?” disse la navigatrice ormai con il fumo che
le usciva dalle orecchie.
“Indipendentemente di chi sia la colpa, il problema rimane. Dobbiamo
tornare nel nostro tempo, prima che accada qualcosa di irreparabile!” disse Sanji accendendo una sigaretta.
“Tipo?” chiese Usopp “Cosa può esserci di male a
scoprire cosa il futuro ha in serbo per noi?”
“Che le cose potrebbero cambiare e non andare esattamente come il futuro ci
ha mostrato. Però se il futuro a cui ognuno di noi è destinato non piace, si ha
la possibilità di modificarlo a proprio favore!” disse Robin.
“Si, ma se in questo futuro io dovessi essere diventata ricca, rischierei
di non diventarlo!” disse Nami sconsolata.
“Con la tua mania dei soldi? Ne dubito!” disse Zoro.
“Ne dubito anche io, dato che sei indebitato fino al collo con la
sottoscritta. inoltre ti ricordo che gli interessi stanno aumentando!” disse Nami colpendo
anche Zoro.
I tre mugiwara del futuro a braccia conserte
aspettavano che venisse loro concesso un po’ di attenzione. “Comportamento
tipicamente nostro! Noi ci troviamo nel futuro e nemmeno ci facciamo caso!”
disse ZORO sospirando.
RUFY sorrise “Dai loro il tempo di fare mente lucida della situazione e
vedrai che si ricorderanno di noi!”
“Ragazziiiii!” Urlò Chopper “Vi devo ricordare
che siamo nel futuro e non sappiamo come tornare indietro?”
Tutti i ragazzi del passato tacquero guardando il dottore, dopo di chè, comprendendo quanto detto dalla renna, si girarono
verso i tre uomini del futuro.
“Che vi avevo detto!” disse RUFY divertito.
“Bene, ora prepariamoci a essere invasi dalle domande! “ disse ZORO
grattandosi la testa.
Ma non si sentì fiatare, solo il rumore delle onde del mare era udibile.
“Se non ricordo male, noi siamo stati più curiosi!” disse SANJI guardando i
suoi compagni. “Nel frattempo che pensate a cosa vi incuriosisce di più, vi
porto un bel bicchiere di thè al limone!”
RUFY sorrise guardando i nuovi arrivati “Forza coraggio, non siate timidi,
non vi interessa sapere niente?”
“Bhe si, di quanti anni più avanti siamo e dove
sono gli altri membri della ciurma?” chiese Usopp
“Non ditemi che siete rimasti solo voi tre!”
“Siamo un capitano, uno spadaccino e un cuoco. In cibo e difesa non ci
batte nessuno, ma dove potremo andare senza un navigatore e un medico che ci
cura?” disse RUFY.
“Senza contare un cecchino che affondi le navi della marina e un
carpentiere che aggiusti la Sunny!” disse ZORO.
“e un musicista che rallegri le nostre giornate!”continuò RUFY sempre
sorridendo.
“Ehi voi due, non dimenticate qualcuno?” disse SANJI fulminando i compagni.
“Ci stavo arrivando, ma se ci tieni tanto perché non lo dici tu!” disse ZORO
ricambiando lo sguardo minaccioso di SANJI.
“Con grande piacere, ovviamente non può mancare la nostra adorata
archeologa!” Disse il cuoco del futuro guardando con adorazione la Robin del
passato, la quale, sorridendogli, gli provocò un arresto cardiaco a cui Chopper
dovette porre rimedio.
“Il solito babbeo. Non cambia proprio mai. Pensavo che fosse maturato in…quanto tempo abbiamo detto?” chiese Zoro.
“Credo su una decina di anni!” disse lo spadaccino del futuro.
“Non siamo andati tanto in là con gli anni!” disse il capitano del passato
“Dieci anni passano in fretta!”
“Volevi arrivare direttamente alle nostre tombe?” disse Usopp
guardandolo storto. “Ah lasciamo perdere? Dove sono io? Sono proprio curioso di
vedere come sono diventato. Scommetto che sono più affascinante di prima!”
disse Usopp vantandosi come al suo solito, ma il suo
entusiasmo venne messo a tacere da uno scoppio.
Dalla parte opposta da dove si trovavano loro, i ragazzi poterono notare un
fumo nero uscire dalla porta di una cabina. Quella stanza apparteneva a FRANKY
e USOPP quando si divertivano a giocare agli inventori, molte volte con ottimi
risultati. Quella volta però qualcosa doveva essere andato storto perché si
sentirono delle urla. “Brutta monella,
se ti prendo ti insegno io a mettere le mani dove non devi!” disse una voce che
tutti assegnarono ad USOPP, il quale, con un martello in mano, inseguiva una
bambina sui cinque anni, che scappava dal cecchino ridendo a più non posso.
La bimba era allegra e spensierata, per nulla preoccupata delle minacce del
povero USOPP. Indossava un vestitino semplice color verde limone, con i bordi
delle maniche e della gonnellina rosa. I suoi occhi neri, risaltavano rispetto
ai suoi capelli arancioni che le arrivavano poco sotto le spalle legati in due
codine, tutte disordinate a causa della marachella appena compiuta.
“Fermati!” disse USOPP, ma ottenne
come risposta una linguaccia e un sorriso divertito. Notando che l’uomo l’aveva
quasi raggiunta, la piccola tornò a scappare. Giunse a prua, dove i suoi piedi
scalzi presero a calpestare il bel prato appena falciato.
“Ah il prato appena risistemato! Mi sento male!” disse USOPP abbattuto,
lasciando cadere il martello, il quale finì proprio sul piede del mal capitato
che cominciò a urlare del dolore.
La bimba cominciò a ridere a crepapelle, mentre USOPP riprese a rincorrerla
girando intorno a RUFY, il quale, dopo un paio di giri, prese per il vestito la
bambina, sollevandola, mentre con l’altra mano fermò USOPP dalla sua corsa
sfrenata.
“Calmatevi un po’ voi due, abbiamo visite!” disse il capitano mettendo
nuovamente giù la bambina, che curiosa si mise a osservare i nuovi arrivati.
La ciurma di Mugiwara del passato, aveva
osservato la scena non capendo cosa stesse succedendo. L’unica cosa ben chiara
era che Usopp, crescendo, sarebbe rimasto il solito
bambinone combina guai. Anche il suo
aspetto non si poteva definire diverso, aveva il volto più maturo e un
orecchino che gli pendeva dal lobo dell’orecchio destro. I suoi capelli neri e
ricci erano tenuti legati, probabilmente per un fatto di comodità. Indossava
una t-shirt attillata, che permetteva di intravvedere i suoi pettorali scolpiti
e indossava un marsupio con all’interno le sue armi segrete. Inoltre indossava
anche una fascia a tracolla di pelle di animale, dove teneva legata la sua
inseparabile fionda. In testa, come di sua abitudine, indossava degli
occhialini di ultima generazione, i quali erano dotati di un piccolo computer
ai lati, che gli consentiva di studiare meglio le strane situazioni in cui
andava a ficcarsi insieme all’intera ciurma.
“Accidentaccio, RUFY. Potevi anche avvertirmi che erano arrivati, non mi
sarei presentato tutto affumicato. Volevo dare una buona impressione!” disse
USOPP sconsolato.
“Non preoccuparti, hai già dato il meglio di te!” lo punzecchiò ZORO
beccandosi uno sguardo in cagnesco da parte del cecchino.
“Fantastico, questo sarei io fra una decina di anni? Sono magnifico!” disse
Usopp ammirandosi dalla testa ai piedi, mentre il
cecchino del futuro si era messo in posa. “Potrei firmarti un autografo!” disse
divertito.
Gli occhi di Usopp si illuminarono “Dici davvero?”
“Anch’io lo voglio!” disse Chopper con lo stesso sguardo sognatore del compagno.
“E questa chi è?” disse Zoro seccato, indicando
la bambina che toccava con poca grazia le sue spade. Esso si abbassò
all’altezza della bimba e guardandola in modo minaccioso disse “Non sono
giocattoli per bambini, mi hai capito signorinella?”
Per tutta risposta la piccola rispose, alla poca grazia dello spadaccino,
con un calcio alla caviglia, per poi passare a un altro membro della ciurma.
Si avvicinò a Robin e le girò intorno per osservarla e l’archeologa vedendo
la sua curiosità le chiese se cercasse qualcosa in particolare. La bimba con
fare timido scosse la testa.
Passò accanto a Sanji, lo guardò e gli disse “Tu
mi sei antipatico!” e lo sorpassò non degnandolo più di uno sguardo.
“Ce l’ha ancora con me per averle fatto la torta di mele, invece che di
fragole?” disse SANJI con un tic nervoso nell’occhio.
La vittima successiva fu Rufy che la guardò con
un aria curiosa “Ciao!” le disse “Fai parte della mia curma?”
“Si, sono il capitano e ho un bel da fare con questi tipi qua!” disse la
bambina sorridendo con aria furba e indicando gli uomini del futuro.
“Ma sentitela!” disse USOPP alzando gli occhi al cielo “Ehi bimba, se qui
c’è un capitano, quello sono io!” ci tenne a precisare.
“Guarda che vi sbagliate di grosso entrambi. Il capitano sono io! Sono
ancora io vero?” chiese Rufy dubbioso.
“Certo, non lasceremo mica il comando a una mocciosa e a un racconta
frottole!” disse ZORO divertito dall’ingenuità del suo piccolo capitano.
La bimba sbuffò dovendo ammettere che non ricopriva il ruolo di capo.
“Perché sei ricoperto di bende? Sei ferito?!”
“Già, ma niente che non sia risolvibile con una mangiata di un quintale di
carne!” disse nuovamente affamato.
“Sempre se quel cibo non ti esce dal buco che ti ritrovi in pancia!” disse Nami esasperata.
Successivamente prese a giocare con le dita di Rufy
tirandole a dismisura.
“Quanti anni hai?”
“Diciannove!”
La piccola lo guardò sorpresa “E hai già i poteri del frutto del diavolo?”
“Ce li ho da quando avevo sette anni!” rispose il ragazzo tranquillamente.
RUFY si portò una mano sul viso e si preparò a sentire le lamentele della
bambina, che avvicinandosi a lui, lo guardava dal basso verso l’alto con il
broncio “Mi hai sempre detto che non potevo mangiare un frutto del diavolo
perché ero troppo piccola e che dovevo aspettare la maggiore età. Invece ora
scopro che tu l’hai mangiato quando eri solo un bambino!” disse furiosa la
ragazzina.
“Non mi pare che questo ti abbia fermato però!” disse RUFY abbassandosi
all’altezza della piccola e facendo una smorfia simile a quella della piccola.
La bimba gli fece una linguaccia, per poi dirigersi verso Nami. La guardò sorpresa e con poca grazia le disse “Non
sei una balena, sei magra!” disse queste parole dandole delle pacche sulla
pancia scoperta.
“Certo che sono magra nanerottola e per tua informazione, nè in questa vita né mai, potrò diventare una balena,
intesi?”
La bambina a vedere lo sguardo minaccioso della ragazza, annuì intimorita e
andandosi a nascondere dietro le gambe del capitano del futuro.
“Tu sembri conoscerci bene, quindi ci faresti l’onore di dirci il tuo
nome?” chiese Nami incrociando le braccia ancora
offesa per essersi sentita chiamare balena.
RUFY fece uno dei suoi enormi sorrisi e disse “Il suo nome è Umi! è mia figlia!”
Ecco il secondo capitolo con un disegno per
darvi un idea di com’è Umi e di quanto sia diverso
ora RUFY…irriconoscibile vero? XD bhe ma voi riuscite
a immaginarvi un Rufy con dieci anni di più, magari
con qualche ruga? Sinceramente io no, poi chissà magari a causa della gomma il
suo corpo si mantiene piuttosto
giovanile.
Passando al capitolo, cosa
ve ne pare? Forse un po’ troppo discorsivo come il primo e probabilmente altri
capitoli, ma sinceramente a me piacciono i momenti di calma e tranquillità e
quindi forse a volte esagero, anche se penso che in questa occasione sia
necessario per raccontare la storia.
Spero vi sia piaciuto.
Lasciatemi un commentino
e fatemi sapere.