Ok e vai
col cap7!!!ke fatica xò…quando ho iniziato a scrivere nn credevo k la storia
sarebbe proseguita così…è il difetto delle storie trp
lunghe e incasinate di cui so inizio e fine ma nn quello k c’è in mezzo… (tu
NON sei normale… @_@ ndseto)(non ti voglio mai più
sentire è kiaro?lo sai, vero k Leryn
dovrà ancora fare qlk altra vittima prima della fine,
sì?? Ndme)(ecco, così hai anke
fatto anticipazioni…ndseto)(x te qst
e altro…ndme).
Thanks to:
killkenny:oh credimi, è quello k pensa Yami, povero…
happy78:ehhhh,povero, povero tesoro…(ce l’hai cn
me?ndyami)(SI, AMORE!!!! ♥.♥ ndme)(ehi!!!!! Ndtea)...ma
sai cm è…DA GRANDI POTERI DERIVANO GRANDI RESPONSABILITA’…(spero k gli autori
del film spiderman nn mi fucilino x la citazione…ndme)(PUM!!!! Ndautori
di spiaderman)
coldfire:è vero, hai ragione…mi hai giusto fatto venire in
mente 1 paio di idee…tremate,tremate miei adorati personaggi!!!!!!(speriamo
bene….=.=’’’’ ndadorati personaggi)
heven89:nn
so qnt nuova poxa exere cm trovata, cmq spero k ti
piaccia!!!!alla prox!
CAPITOLO 7 – SOGNI
…Rumore, grida, clangore di ferro… il
turbinio del vento, la sabbia calda dà fastidio agli occhi… il sole alto sta
bruciando la mia pelle… sento le forze venirmi meno… non resisterò ancora a
lungo… no, no, non può finire così, n-non può… non deve!!!...
- Arrenditi! Arrenditi o sarò costretto a ucciderti! Sapevi bene di non poter vincere. Perché l’hai fatto? Ti stimo per il tuo coraggio, ragazzo,
ma ci sono delle regole da rispettare nella nostra sfida! Arrenditi, e resta prigioniero, oppure muori!-
…Il suo invito è come un’offesa… no, io
Atem, umile contadino di Tavialis ma fiero apprendista guerriero, non mi arrenderò mai… cosa
diceva sempre mio nonno Taita? …
–La resa è per i deboli, Mahad, servitore sacro della Regina Leryn!
Dovresti saperlo…- parole di sfida… saranno le mie
ultime parole, presto sarò ucciso per la mia insolenza… come ho potuto
concepire una follia simile? Io, povero contadinello
sedicenne, mettermi contro un portatore di un oggetto del millennio? Eppure…
qualcosa mi diceva che potevo riuscirci…ma cosa?
Quella strana impressione di avere dei ricordi di una
vita diversa nella mia infanzia, forse? Mi ero forse illuso di essere di sangue
reale… di essere quel fratello scomparso che la regina d’Egitto cerca da otto
anni? Sciocco!
-Vuoi la morte dunque? Avanti, parla!-
…Sto per morire nella polvere e nel
disonore, eppure mai come ora provo quella incredibile
sensazione di essere io il principe d’Egitto scomparso, l’unico figlio maschio
del defunto Faraone Aknamkanon, possa egli vivere per l’eternità… …la mia mente
si ottenebra…non vedo più il terreno sabbioso e riarso, non sento più la voce
del mio avversario che si avvicina, la folla qua intorno urla…
-Ora basta! E’ finita. Sei stato uno
sciocco e pagherai per questo! Un contadino non potrà mai sconfiggere un
servitore sacro!-
-IO… NON SONO… UN CONTADINO!-
-AH!!!!- Yami si svegliò di soprassalto, sudato e ansimante. Si
guardò intorno, nell’ombra della cabina della Mintaka dove lui e Tea dormivano. Le lancette luminose della sveglia segnavano le 2:30. La fresca aria della notte egiziana filtrava dall’oblò
socchiuso. Tea stava dormendo profondamente, un braccio languidamente
appoggiato sul petto del marito.
Yami la spostò
dolcemente, per non svegliarla, e scese dal letto. Andò all’oblò e lo aprì
completamente, per far entrare la brezza fresca del porto. I raggi lunari lo
investirono in pieno, dando l’impressione che dal suo corpo emanasse
una tremula luce.
-Mmmmhh che c’è, è già giorno?- mugugnò Tea stiracchiandosi.
-Scusa, tesoro,
non volevo svegliarti.-
-Che c’è? Perché non vieni a dormire?Cosa ti
preoccupa?-
Al silenzio di
Yami, Tea rispose avvicinandosi a lui e abbracciandolo con fare protettivo. Lui
si girò e ricambiò l’abbraccio. Tea si accorse che i suoi occhi erano
irrequieti e sfuggenti, e prese il suo volto tra le mani, costringendolo a
fissarla.
-Guardami: cosa
c’è? Se me lo dici posso aiutarti… E’ per Leryn, non
è vero?-
In risposta Yami la strinse più forte tra
le sue braccia, ricacciando indietro le lacrime che stavano per solcargli il
volto ancora giovane. Poi la prese per mano e la
condusse alla cabina dove dormiva la figlia. Shepena era profondamente
addormentata, abbracciata stretta stretta
al cuscino.
-Guardala…-disse
Yami sottovoce, sbirciando da uno spiraglio dalla porta con Tea – Quant’è bella… quando l’ho vista
per la prima volta in ospedale appena nata non avrei mai immaginato di vederla
un giorno così grande…-
-E’ la degna figlia di un Faraone, non
trovi?-
-Ecco, hai
capito cosa mi preoccupa?-
-Temi per la sua
incolumità, non è vero?-
-Per quella di
tutti voi.-
-Non hai più
notizie di tua sorella?-
-No,
da quando ho saputo che tutti gli operai di Cartier
che erano stati catturati da lei sono stati lasciati andare illesi. La cosa risale a più di un mese fa,
però.-
-Hai più sentito
tuo padre?-
-Ho telefonato
al vecchio Maximillian giusto stasera, e ha detto che stanno tutti bene, però io non riesco a darmi
pace… So che sta per succedere qualcosa, ma non so COSA…-
-Se sei così
preoccupato per lui, se pensi che Leryn gli possa far
del male, allora perché non torniamo in Giappone?-
-Perché so che
quello che sto cercando è qui.-
-Cosa cerchi?
-Eppure… io
sento che devo rimanere qua, non capisco… C’è qualcosa qua in Egitto… è come se
la mia terra mi stesse parlando…-
-Che
vuoi dire?-
-Vieni,
torniamo di là.-
Ritornarono in
silenzio nella loro cabina e si sedettero sul letto. I raggi della luna
illuminavano gli occhi di Yami, che iniziò a raccontare…
-E’ da un mese che faccio sempre lo stesso
sogno… Ripercorro un preciso giorno della mia vita passata. Quando
Shimon fu costretto a nascondermi da mia sorella, mi
portò con sé nella terra di Nubia. Lì finse di essere un veterano dell’esercito
egizio, che aveva lasciato il paese con il suo nipote di otto
anni, dopo che questi aveva perduto la memoria…
Tea fece una
faccia stupefatta.
-Vedo che hai
capito- proseguì Yami con un sorriso amaro –perdere la
memoria non è una novità per me. Quella volta non fu per mia scelta, però. Fu Shimon a farmi dimenticare tutto, per proteggermi. Sempre
per proteggermi cambiò nome, divenne Taita, e io il suo nipote Nefer.
Lavoravamo la terra come due semplici contadini. Io ero convinto di aver perso
la memoria a otto anni, in seguito ad un attacco di
predoni del deserto, predoni che avevano ucciso anche i miei genitori. Passai
sette anni vivendo così, e feci amicizia con quella che sarebbe poi diventata
mia moglie, e che allora era solo la mia vicina di casa e mia
migliore amica.
-Mintaka.
-Proprio lei. Cioè, proprio tu. Un giorno però giunse al nostro villaggio
un gruppo di giovani egizi della corte di mia sorella,
che cercarono di fare del male a Mintaka. Nel tentativo di difenderla fui
costretto ad ucciderne uno. Gli altri fuggirono, ma tornarono poco dopo,
scortati da uno dei servitori sacri della regina, Mahad,
per punirmi. Inutile dire che Mahad
mi riconobbe subito per quello che ero… In segreto accordo con Shimon decise che era giunto il momento per me di
riconquistare ciò che era mio, ma perché ciò accadesse dovevo prima
riacquistare la mia memoria. Perciò si organizzò uno scontro tra me e il
servitore sacro; queste le condizioni ufficiali: se il contadino Nefer avesse vinto, sarebbe stato scagionato dell’accusa di omicidio; se avesse perso, sarebbe stato ucciso; se si
fosse arreso, sarebbe diventato schiavo. Ma la ragione
recondita era un’altra: per vincere avrei dovuto ricordare di essere il figlio
del Faraone Aknamkanon. Così io e Mahad combattemmo: in quegli anni Shimon
mi aveva istruito nell’arte del combattimento con le armi: se avessi recuperato
la memoria durante quello scontro, e Mahad fece di
tutto per aiutarmi in questo, sbloccando le chiavi della mia memoria, avrei
anche imparato a sfruttare i poteri magici dei Giochi delle Ombre. Vinsi lo
scontro, e imparai a evocare mostri anche senza
l’aiuto degli Oggetti del Millennio. Ero pronto per combattere mia sorella.-
-Ed è questo che sogni tutte le notti?-
chiese Tea dopo un po’.
-Gli ultimi
momenti della lotta. Non so perché, non riesco a capire. E’ come se ci fosse un
particolare che mi sfugge, un particolare importante che devo aver trascurato
anche in passato… E non riesco a capire qual è… Sento che quel particolare può
essere la chiave di tutto…-
Mentre diceva
questo Yami iniziò a camminare su e giù per la cabina, in preda a una profonda agitazione. Il suo sguardo si spostava
irrequieto verso la sua terra. Sapeva di non avere raccontato a Tea tutta la
verità, e si chiedeva il perché. Cosa l’aveva spinto a
nasconderle alcune cose? Di cosa aveva paura? Perché
non riusciva ad aprirsi con lei, quando lei cercava in tutti i modi di
aiutarlo, quando lei si fidava ciecamente di lui?
Tea gli si avvicinò
e lo strinse fra le sue braccia affettuose. –E’ inutile preoccuparsi ora di
questo.- disse –Non arriverai alla soluzione stando sveglio tutta la notte a
rimuginarci su… Dai, torna a letto.-
-Scusa, è che
non so proprio più che fare…-
-Perché non inizi
venendo qua… e baciandomi…-
Le parole di Tea
si persero nel silenzio mentre i due si stringevano
l’uno all’altra sul letto, baciandosi con foga. E le
preoccupazioni di Yami si persero nel buio della notte insieme alle sue
lacrime, cancellate dalle materne labbra della moglie…
Oh,dai che ce l’ho fatta a finire anke
qst cap!!!ke fatica ragazzi!!!!!!alla prox!!!!(sperando
di aggiornare un po’ più in fretta delle ultime volte…)