Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: GioTanner    21/09/2011    8 recensioni
“Ognuno merita la morte. -Specificò DeathMask, scrocchiandosi il collo. -Ma non merita di sapere che sta morendo perché è... Destino. Sono cazzate.”
Capricorn abbassò il capo e quasi spuntò un sorriso sul suo volto, se non fosse che gli faceva davvero male muovere i muscoli facciali per le ferite e le escoriazioni: “L'uomo è nato per tradire il proprio destino; - decise di dire, mentre accarezzava il dorso della mano dove risiedeva la Spada Sacra.

- - - - - - - - - - - - - - -
La volontà degli Dei duole saperlo, ma è a tratti più eccentrica di un umano; solo che l'uomo non ha potere mentre le Divinità quel che vogliono più volte ottengono.
E se dopo la sconfitta di Hades una nuova divinità - o forse è meglio dire tre- si destassero per un torto subito sul loro campo: il destino?
-Marie, nuovo cavaliere d'argento di Pyxis e i neo risorti Gold Saints potranno mai scampare alla divinità che pur da sempre fa parte della loro vita? Forse la più difficile da placare poiché in palio c'è la loro stessa sorte?
E c'è forse qualcosa più grande del fato stesso?
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cancer DeathMask, Capricorn Shura, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

a fine capitolo la scheda*

18 Capitolo

Non è il momento di fermarsi



Il sole sembrava essere scomparso: al suo posto una coltre di nuvole grigiastre continuava ad addensarsi repentinamente, ricoprendo quasi del tutto quella volta celeste ormai priva di luce. Forse un brutto presagio, forse solo brutto tempo.
Il cavaliere della Bussola si fermò per un istante, incerta: era quasi giunta a destinazione -la prima casa dell'Ariete- quando aveva chiaramente percepito il ritorno nei pressi del boschetto del vasto cosmo del Saint di Cancer.
Dell'altro, invece,
non ve n'erano tracce. Strinse i pugni, sino a che le nocche perdendo quasi il loro colorito naturale non le fecero male. Adagiò lungo i fianchi le braccia, chinò la testa. Boccheggiò come a voler sentire l'aria che, arsa, le riempiva i polmoni...
Elikonis era un suo nemico, Elikonis era contro Atena, era contro i suoi ideali... Ma allo stesso tempo era forse giusto uccidere un uomo solo perché egli la pensava diversamente e serviva devoto il Destino? Quanti ne erano morti, quanti altri ancora ne avrebbe visti morire sul suo cammino? Che non avrebbero avuto una tomba, una memoria e un fiore?
Perché tutto questo? Perché nessuno poteva comprendere il grande amore della Dea Atena?
Le partì inavvertitamente un singhiozzo che, prontamente, riuscì a sopprimere: non doveva piangere, non doveva cedere e non doveva farsi soggiogare dalla pietà. Era una donna, ma inanzi tutto era un cavaliere. Più volte doveva farsi ammenda di questo per continuare a persistere nella sua causa. Un ultimo sguardo alla Meridiana, che spenta la prima fiammella ora segnava undici fuochi rimasti, poi salì i gradini.
Quando era ormai arrivata all'entrata del primo tempio sentì piacevolmente l'aura dorata del Cavaliere del Cancro affiancarla. Era giunto anch'egli. Scrollò le spalle e osservò la penombra della casa avanzando con passo felpato sino ad attraversarne la soglia e, come scortata, dietro di lei vagava l'ombra di DeathMask. I tacchi di Marie emettevano un rumore sordo e metallico sulla superficie piana del pavimento il quale, inaspettatamente, era ricoperto da una strana polvere color dell'argento fine come la sabbia del mare.
Pyxis la toccò e quella al contatto con le dita si sbriciolò, a tal punto che sparì in un brillio argenteo. Percorse ancora alcuni passi, il respiro calmo e profondo di Cancer che la seguiva, poi lo vide...
Forse le era persino mancato il respiro per un attimo, ma poi era corsa senza esitazioni verso di lui:
Grande Mu!- Urlò spaventata, con l'eco solitario della sua voce che vagava nel tempio. -Grande Mu, vi prego destatevi!” Sapeva che non era morto, ne aveva la certezza sin dentro le ossa percependone il dolce calore del suo cosmo dorato. Però vederlo lì, atterrito, neanche in grado di alzarsi... Per un istante pensò persino che la sua mente l'avesse tratta in inganno, che avesse fatto cilecca, che quel cosmo che luccicava come una chiara aureola attorno al corpo del Cavaliere fosse solo una sua mera illusione nel volerlo vedere vivo. Ritrovare vivo.
Tuttavia il Saint dell'Ariete era davvero in vita, non era una sua testarda e voluta utopia(!) Si mosse un poco, mentre una ciocca violacea dei suoi capelli era ancora ricoperta di polvere argentata.

M-Marie...- La chiamò lui, monocorde. -Presto... ar.. arriveranno i Caval..ieri di Bronzo...” E le sorrise, pacato e sin troppo calmo per quella situazione. I Cavalieri di Bronzo? Quali? Tutti? O quelli che avevano tentato -e riuscito- la scalinata alle dodici case? Quelli che avevano sconfitto il sopito Dio Poseidone? Quelli che avevano combattuto e prevalso contro gli Specter e il Dio dell'oltretomba Hades? Perché riponeva tanta fiducia in dei semplici cavalieri di casta inferiore a lui? Era insensato...

Era come sperare nell'ardire che il suo maestro facesse affidamento su di lei, oltre che su se stesso!

Il Saint del Cancro intanto, destando lo sguardo altrove aveva potuto notare un paio di orme farsi strada sul pavimento, lucido, colmo ancora di polvere. Un paio di orme* che non erano due come all'inizio del percorso, ma quattro. Seppur due erano più ferme e impresse in quel marginale strato di polvere mentre le altre più indecise e instabili. Guardò l'uscita del tempio: proprio lì le orme conducevano.
Così rivolse lo sguardo nuovamente sul Cavaliere ferito e, accorgendosi or ora, poté costatare con i propri occhi un dettaglio che prima non aveva rilevato: una sagoma, sempre sul pavimento, ove non riposava alcun granello di quella strana sabbia: “Il tuo nemico... dov'è? - Gli chiese, scettico -Quello che ti ha ridotto a questo mod- ...Seth l'ha portato via, vero Ariete?” Lo interrogò con tono inquisitorio Cancer, senza provare pietà per le condizioni del compagno. Forse, la pietà, l'aveva proprio persa pochi minuti prima.
Marie si accigliò, guardandolo imperscrutabile mentre affaticato Mu gli rispose: “Sì. Se... ti riferisci ad un cavaliere dalla stessa armatura rossa. Sai DeathMask,- cercò di mettersi seduto e poggiando bene le mani al suolo riuscì nell'intento. -Loro non sono malvagi. Il loro cuore è puro e privo di malignità... potrei quasi dire che troverei più male in te... che in loro... Purtroppo però non mi è... no, non mi è concessa la pietà ...davanti ad un nemico di Atena...e...- Continuò con aria seriosa.

Falla finita.- Lo interruppe però l'Italiano. -Non mi interessa cosa ne pensi. Loro vogliono la mia morte e io non sono disposto a regalargli la mia testa. Che ti siano più simpatici di me questo a me non interessa.”
Marie li guardò, torva: era insensata quella disputa. E forse per la prima volta, non sapeva davvero a chi dare ragione. Il Sommo Mu, la ragazza, lo considerava uno fra i più grandi Cavalieri che mai avesse conosciuto, amava di lui quella sua aria pacifica, atona, tanto quanto decisa e letale contro i nemici. Come dargli torto sul fatto che anche i Cavalieri del Destino potevano essere dal cuore limpido! Lui sapeva leggere distintamente le menti, saettare e trovarne le verità celate dentro. E poi, anche lei poco prima mentre saliva le scale, aveva provato una sorta di tristezza... pena, rammarico, per ciò che era successo a quel ragazzo.
Ma al contempo doveva dar ragione anche alle parole di DeathMask, non che le desse gioia dargli manforte però era vero: loro erano nemici. Loro volevano la morte dei Cavalieri di Atena, loro volevano un Destino bellico e infelice. Loro... sì, loro erano semplicemente dalla parte sbagliata.
Si scosse impercettibilmente, tutti quei pensieri la stavano soffocando.
Il cavaliere dell'Ariete intanto scrollò evidente il volto: “Non è questione... di simpatia.- Proruppe con debole tono, ma sicuro allo stesso tempo. -Penso che possano cambiare. Capire il torto. Scoprire... che... no, non è il Destino a dettar loro l'ordine, ma solo Atropo.”
A quelle parole Marie s'incuriosì, cercando invano di guardare le iridi del Cavaliere che piano si stava issando su. Cancer lo sorpassò, sorpassò entrambi con passo fiero e guardingo, poi li osservò rompendo il silenzio con un suo solito ghigno stampato sul bel volto: “Io vado. Cercherò di fare in fretta, di raggiungere presto il mio tempio. Sono certo che Aldebaran ne avrà fermato almeno qualcuno e sicuramente anche Gemini insieme a suo fratello. -Schioccò un verso con la bocca, poi fece una strana smorfia. -Forse ne fermerò qualcuno nella casa del Cancro. Se non riuscissi, sappilo Mu... andrò avanti e li ucciderò.”
Mu annuì, cauto si appoggiò al muro: “Buona fortuna allora.”


Se non ci rimetterò la pelle.- Rise lui, scomparendo alla vista -Ma sì, mi terrò stretto il cuore stavolta.” E si batté un pugno sulla Cloth. Il rumore metallico dell'armatura fu l'ultimo suono che si sentì nella penombra della casa. Poi tutto tacque, almeno per un po'. Era sin troppo silenzio, quello, per un tempio che aveva appena ospitato una dura lotta:Si chiamava Mel.” Disse ad un tratto Mu, pensieroso e distante con la mente, mentre i suoi occhi veloci rimiravano le colonne ben scolpite del suo tempio.
Il Saint della Bussola si girò, cercando di comprendere: “Chi?”
“Il Cavaliere del Destino appagato. - Rispose lui, con vivida amarezza. -Il detentore di questa polvere argentata...” E ne toccò col palmo della mano un po' di quei granelli che ignari erano entrati sin dentro le crepe delle colonne.
Marie lo osservò: egli rimuginava. Forse era stato in procinto di essere sconfitto proprio da quella sabbia così insignificante all'apparenza. La sfida, da quanto aveva capito, era finita pari. Entrambi caduti sul crudo e freddo pavimento di quella casa. Poi era venuto Seth, aveva recuperato il compagno d'armi... seppur malconcio. O almeno così doveva esserlo, del resto Aries era un gran Cavaliere d'Oro, ma certo non poteva riuscire a bloccare due Cavalieri vista la condizione in cui riversava.
Seth, Cavaliere del Destino Decretato... si ricordava di lui. Sì, solo poco tempo prima l'aveva quasi uccisa. Ma era il suo dovere, ecco. Non aveva infierito sul Cavaliere dell'Ariete e questo era certo un punto a suo favore. Non erano malvagi.

Ah.” rispose, non sapendo davvero bene cosa dire o rispondere di fronte al cavaliere.
Non c'è bisogno che sosti qui, Marie di Pyxis, vai... va ad aiutare Cancer,- concluse lui, al posto suo, pur di togliere quell'evidente imbarazzo dettato dalla più profonda quiete. -Poiché avrà bisogno anche di te.” Fu pacato, ma gentile. E in quell'istante la ragazza aveva pensato involontariamente al giorno stesso in cui era partita: Mu aveva avuto quello stesso tono sereno, ma colmo di speranza.
Non si fece certo pregare: dentro di sé tuttavia pensava che un abile Cavaliere come DeathMask certo non bramava l'aiuto di una ragazzetta. Ed era vero, lo sapeva... ma era pur sempre un Silver Saint e il suo compito era quello di battersi per la Giustizia.
Quindi doveva correre, doveva andare... non doveva fermarsi. Non voleva la morte del Nobile Aiolos o il veder morire ancora una volta il Grande Cavaliere dell'undicesima casa, il Venerabile Aphrodite o Saga, gran guerriero anch'egli.
E poi... No, non voleva veder perire il Suo Maestro!
E, in fondo, voleva anche rivedere quel ghigno saccente che piegava le labbra di Cancer in uno strano sorriso laconico. Si lasciò alle spalle il tempio presidiato dal Cavaliere dell'Ariete e proseguì il cammino.

La seconda fiammella della Meridiana si spense inevitabilmente, seppur l'antica fiamma della vita in Tauros scorreva ancora veloce. La strada era spianata, le scale ripide e gli attimi di esitazione fin troppi, ma forse era proprio quella stramba fiamma* che infiammava il cuore di entrambi i Cavalieri, di entrambe le parti, di entrambi gli schieramenti...



Chi di voi è Saga di Gemini, chi?” Un cavaliere dall'armatura cremisi comparve sulla soglia della terza casa, mentre gli altri Cavalieri delle Moire continuavano la scalata. Ognuno aveva un compito preciso. Ad ognuno la vita di coloro a cui il Destino l'aveva tolta.
Io.- Rispose una voce emergendo dal buio del tempio. -Sono io Saga dei Gemelli, della terza casa custode”. Una voce imperiosa, una voce che attraversava persino il suo stesso labirinto.
Un labirinto senza uscite...


- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -


*orme: allora, considerate le tormente di sabbia che ha fatto il cavaliere del Destino. E soprattutto la posizione in cui erano caduti entrambi i cavalieri (sia Mu che appunto l'altro). Allora: se il pavimento era colmo di questa sabbia/granelli di polvere argentata, se poi Seth l'ha portato via appunto si vedranno le orme dei due che vanno verso l'uscita...

*fiamma: ovviamente mi riferisco alla fiamma della vita -l'ardore- e alle fiamme della Meridiana.


E insomma eccomi qui.
Ebbene... Mi piace estendere la scrittura anche agli altri personaggi perché mi va di dare spazio anche agli altri...e perché mi ci affeziono a dare loro anche una piccola parte… sigh.

Per esempio mi premurava nella mia storia togliere dei punti che lasciavo in sospeso:

»Saga e Kanon, sono vivi nella mia storia. Dunque: sono insieme? Com'è il loro rapporto -ancora scombussolato dagli eventi o pacifico come due normali fratelli-? Se nell'ultima guerra era Kanon a prendere l'armatura ora chi andrà contro il nemico? Etc...
»Stessa cosa con Aiolia, poiché avevo dato un punto per lui -non concluso appunto- che diceva a Jonah che “la prossima volta prima di passare oltre avrebbe dovuto passare sul suo cadavere”.

E... niente, spero di riuscire a scrivere ciò che ho in testa, perché mi piace l'idea di rimettere in gioco dei personaggi che ho accennato/di cui ho già parlato. ♪

In ultima cosa, ma non per questo meno IMPORTANTE: grazie di cuore a tutti coloro che mi recensiscono, hanno messo la storia fra preferite/seguite e che mi leggono.

SCHEDA:

CAVALIERE DEL DESTINO APPAGATO:

Nome: Mel

Anni: 23

Nazionalità: Europea (non pervenuta)

Luogo d'Addestramento: Germania

Colore occhi: azzurri

Colore Capelli: biondo cenere/castano chiaro

Carattere: riflessivo, tenace, dal passato controverso* (*= quando pensa al suo nome, dice che è insignificante nella battaglia.)

Attacchi: Silvery Dust (altri attacchi non pervenuti), vari colpi provocati dalla polvere/sabbia di cui è detentore.

Armatura:
Rossa Scarlatta. Poiché egli è uno dei sette Cavalieri devoti alle Moire, il sangue è il giuramento con cui legano il proprio Destino. Ha l'elmo che assomiglia vagamente più ad un diadema, lunghe ali dello stesso colore lo sostengono.
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: GioTanner