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Autore: Kiki Hiwatari    21/09/2011    3 recensioni
Chiuse il portone. Il guidatore ingranò la retro, uscendo dal giardino, poi partì frenetico per allontanarsi il più possibile. Tuttavia i misteriosi aggressori parvero non essere d'accordo e lanciarono i loro bey all'inseguimento.
- Impossibile! Ci stanno raggiungendo!- urlò Daichi guardando indietro.
- Cosa?! Come possono essere così veloci?- chiese Mao
- Tenetevi ragazzi. Sarà un viaggio movimentato-
.
spero di avervi incuriosito almeno un po' (ma ne dubito)
.
ciao piacere sono Kiki (: questa è la prima storia che pubblico in assoluto, abbiate un po' di pietà perfavore. commenti, consigli e critiche sono ben accetti (:
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7

 

Quando riaprì gli occhi gli ci volle qualche minuto per realizzare ciò che stava succedendo. Davanti a lui stavano tutti i suoi compagni, legati. O meglio: quasi tutti. Mariam, infatti, era anch'essa legata, ma in piedi sorretta per la collottola della maglia da una strana figura incappucciata. La ragazza non aveva ancora ripreso conoscenza ed attorno al suo piede era legato con grosso masso.

-Ben svegliato, Guerriero dell'Acqua- disse Delta con un ghigno. Max si alzò velocemente, nonostante il forte male alla testa che lo attanagliava. L'americano guardò prima il misterioso individuo, poi Mariam ed infine tutti i suoi amici tutti privi di conoscenza. Sentì montare una grandissima rabbia. Strinse i pugni, accorgendosi che il ciondolo che teneva in mano era scomparso.

Ma ma in quel momento non gli interessava.

-Che cosa le hai fatto?!- urlò infatti riversando addosso al ragazzo incappucciato tutta la sua rabbia

-Niente.. Per il momento- decretò -Ti sfido a beyblade: se vinci tu potrai riprenderti la tua fidanzata, ma.. se vinco io tu mi darai il medaglione-

“E adesso che cosa faccio” si chiese preoccupato Max “Ho perso il ciondolo, ma se non accetto farà sicuramente del male a Mariam. Devo affrontarlo è l'unica soluzione. Sfidarlo e sconfiggerlo è l'unico modo per salvarla”

-Accetto- sentenziò prima di mettersi in posizione

-Tre, due, uno... Pronti? Lancio!- esclamarono all'unisono. I due bey si scontrarono in aria, ricadendo sul terreno innevato. Il primo ad attaccare fu Draciel che sferrò una serie di attacchi frontali, che furono prontamente schivati dal bey nero.

-Questo è tutto quello che sai fare?- chiese Delta -Ora è il mio turno. Attacca BlackDraciel!-

Il beyblade nemico aumentò la propria velocità colpendo il bey verde con una rapidissima e potentissima scarica di attacchi. Nel frattempo gli altri ragazzi si erano svegliati e, dopo essersi resi conto di essere legati, si voltarono verso l'unico membro libero della squadra.

-Max che succede?- chiese preoccupato Takao

-Ragazzi! Per fortuna state bene- l'americano non poté aggiungere nient'altro a causa degli attacchi sempre più incalzanti da parte dell'avversario. Max era in serie difficoltà, così raccogliendo le forze evocò la Tartaruga. Delta non si lasciò impressionare ed attinse anch'egli all'energia del proprio bit-power. La battaglia andò avanti in perfetta parità per diversi minuti. Le due Tartarughe si scontravano furiosamente sopra le teste dei blaider.

-Ora basta giocare- asserì Delta. Il tono era sprezzante e la bocca si piegò in un ghigno sadico e malvagio. Il bey nero aumentò ulteriormente la velocità di rotazione. Draciel stava esaurendo a tutte le sue energie. “Non resisterò ancora a lungo. Devo assolutamente trovare un modo per sconfiggerlo, altrimenti per Mariam sarà la fine” Un colpo particolarmente potente risciò di arrestare definitivamente la rotazione del bey verde.

-Attento Draciel!- gridò Max. Pochi secondi dopo si sentì un leggero mugugnio. Fu Delta il primo ad accorgersi che la giovane presa come ostaggio si stava risvegliando, quindi rinforzò la presa sulla maglia della giovane. Mariam aprì lentamente gli occhi, premendosi una mano contro la testa. Era alquanto confusa ed intontita, inoltre trovarsi con uno strano individuo incappucciato che la tratteneva, non fu di aiuto. Poi notò l'americano davanti a lei, visibilmente affaticato, che lottava contro un bey nero. Allora realizzò cosa stesse succedendo. Con un movimento fulmineo si liberò dalla presa dell'aggressore e scattò in avanti, ma cadde rovinosamente a terra. Solo in quel momento si accorse di una grossa pietra legata alla sua caviglia. Come aveva fatto a non accorgersene?

Approfittando dell'attimo di smarrimento della ragazza, Delta la ricatturò, trattenendola per la gola. Mariam cercò di divincolarsi, ma fu tutto inutile. Max intanto continuava a chiederle come stesse, mentre il suo sguardo diveniva sempre più preoccupato. La preoccupazione divenne ben presto paura, quando si accorse che Draciel si stava fermando, era questione di pochi secondi. L'americano attinse a tutte le sue forze, riuscendo a ristabilire in parte la velocità del proprio bey. Tuttavia BlackDraciel non sembrava essere d'accordo e sferrò un nuovo potentissimo attacco che fece fermare la trottola verde ai piedi del suo possessore, prima di tornare nella mano del suo possessore. Sembrava che il tempo si fosse fermato. Non un suono od una parola che osasse rompere quel silenzio irreale. I blaider trattenevano il fiato, mentre Max osservava con sguardo vacuo il bey fermo. Poi una risata agghiacciante si diffuse nell'aria gelida. Delta sghignazzava sotto lo sguardo attonito degli altri. Max cadde in ginocchio. Come? Come aveva potuto perdere? Eppure si era impegnato. Aveva dato il massimo. E ora? Che cosa sarebbe successo? Il ciondolo non lo aveva, come avrebbe fatto? Raccolse lentamente il suo bey con mani tremanti, rimettendoselo in tasca. Poi si alzò avvicinandosi di qualche passo a Delta.

-Hai perso- sentenziò il nemico -Ora dammi il medaglione- Max esitò, una sola domanda continuava a ripetersi nella sua mente: “Adesso che cosa faccio?”

-Sbrigati se non vuoi che la tua amichetta faccia una brutta fine!- Delta si stava arrabbiando e non prometteva nulla di buono

-Non... non posso- esordì il biondo abbassando la testa. Il ragazzo incappucciato sfoderò un ghigno che mise i brividi a tutto il gruppo.

-Come preferisci.. Se non vuoi darmelo di tua spontanea volontà dovrò costringerti- disse, poi, tenendo stretta Mariam per la gola, si avvicinò al lago con lentezza misurata

-Ora tu farai il bravo e mi darai il ciondolo, altrimenti la ragazza si farà un bel bagnetto- il ghigno sul suo volto sembrava sottolineare la veridicità di quelle parole -Sai.. avevo previsto anche questa possibilità. È per questo che le ho legato addosso questa pesante pietra-

-Fermo! Non farlo! Io non ho il ciondolo! Non l'ho mai avuto!- gridò Max. Il suo cuore aveva perso qualche battito. Presto la paura divenne vero e proprio terrore. No. Non poteva finire così.

-Molto bene allora- dopo aver pronunciato queste parole Delta spinse la ragazza in acqua. Fu allora che lo vide. Quel piccolo bagliore sul collo della blaider. Il ciondolo! Ecco dov'era. Max non ebbe nemmeno il tempo di chiedersi il motivo per il quale fosse al collo della giovane, che già aveva iniziato a correre in direzione del lago. Il suo cuore iniziò una galoppata furiosa. Tanto che il biondo credette che gli fosse uscito dal petto. Correva. Il più velocemente possibile. Ancora una manciata di metri e l'avrebbe raggiunta. Mariam intanto annaspava, tentando di rimanere a galla, ma dopo pochi secondi il peso del masso la trascinò sott'acqua. “Più veloce!” la sua testa gridava solamente questo, raggiunse il lago con poche falcate tuffandocisi dentro. Max nuotava velocemente per raggiungere la ragazza. Finalmente riuscì a raggiungerla. La prese per un braccio, trascinando il corpo della corvina davanti al suo. Fu in quel momento che gli splendidi occhi smeraldini di Mariam si chiusero. Era svenuta. Max allora la prese in braccio, con una mano le avvolgeva le spalle, mentre con l'altra le sorreggeva le gambe. In questa posizione gli era difficile nuotare, inoltre il peso del masso era notevole. Continuava a nuotare, senza riuscire a riemergere. Non doveva arrendersi, non poteva arrendersi. Non avrebbe mai permesso che la sua Mariam morisse. La sua Mariam. Era strano anche solo pensarlo, ma allo stesso tempo così bello. Non le aveva nemmeno detto cosa provava.

Una lacrima solitaria scese sul volto del ragazzo disperdendosi quasi immediatamente nel lago fredda. Poi l'acqua scura fu schiarita da una luce azzurrina. Proveniva dallo zaffiro legato al medaglione. La luce era così intensa che Max dovette chiudere gli occhi. Quasi contemporaneamente il bey nella sua tasca divenne bollente. Il ragazzo si sentì trascinare verso l'alto molto velocemente. L'acqua che lo attorniava scomparve e poté nuovamente assaporare una manciata d'aria frizzantina. Lentamente aprì gli occhi. Dovette richiuderli e aprirli nuovamente almeno un paio di volte per capacitarsi della situazione. Davanti ai suoi occhi si ergeva la sua Tartaruga, in tutta la sua grandezza e forza. Era enorme. L'americano teneva ancora in braccio Mariam e si accorse che Draciel teneva entrambi nel palmo della zampa come se nulla fosse. Osservò senza parole il suo bit-power a metà tra l'incredulo e l'euforico.

Il resto dei ragazzi osservava la scena bocca aperta, mentre Delta aveva gli occhi sbarrati ed iniziò ad indietreggiare lentamente. Max lo vide con la cosa dell'occhio ed ordinò a Draciel di attaccare. La Tartaruga ubbidì sferrando una potentissima zampata in direzione del nemico. Questo però scomparve in una nuvola di vapore.

-Maledetto- imprecò sottovoce l'americano. L'Animale posò i ragazzi sulla terra ferma. Mariam però non aveva ancora ripreso conoscenza ed il biondo era sempre più preoccupato, la paura di non essere riuscito a salvarla gli pesava sul cuore più del macigno che le era stato legato alla gamba. Iniziò a premere entrambe le mani sull'addome della ragazza nella speranza di aiutarla. Niente. Rimaneva un unica soluzione. L'americano arrossì di botto. Non aveva scelta, doveva farlo. Lentamente si avvicinò alla sua bocca, quando però fu a pochi millimetri da essa di paralizzò. Mai le era stato così vicino. Aveva già immaginato come sarebbe stato baciare la corvina, ma mai e poi mai aveva pensato che il loro primo bacio sarebbe dipeso da una respirazione bocca a bocca. Esitò ancora raggiungendo la colorazione di un pomodoro maturo. “Devo farlo, c'è la sua vita in gioco” Max inspirò quanta più aria poté ed appoggiò le labbra su quelle della blaider. Tentò di darle quanto più ossigeno gli fosse possibile. Ripeté l'operazione per un paio di volte. Fino a quando Mariam non aprì gli occhi di botto, sputando un po' d'acqua. L'americano si lasciò scappare un lungo sospiro di sollievo, prima si buttarsi pesantemente a terra, stendendosi al fianco della ragazza. Mariam lo guardava intensamente. A prima vista sembrava che lei gli rivolgesse uno sguardo carico d'ira, ma ad un occhio attento come quello di Max non poté sfuggire la nota di gratitudine che traspariva da quelle due pozze smeraldo. Gratitudine, dolcezza e felicità. Lui le sorrise dolcemente e, per la prima volta, lei fece lo stesso. “Quando sorride è ancora più bella” pensò Max.

-Eh-Ehmm!!- Kate tossì rumorosamente -Se avete finito, potreste liberarci?-

I due avvamparono e si rialzarono velocemente, liberando anche il resto del gruppo.

-E di lei che ne facciamo?- chiese Rex indicando il gigantesco Animale. Tutti si voltarono verso l'americano, in attesa di una qualche risposta. Lui agitò le mani davanti alla faccia

-Non chiedetelo a me- poi prese il bey dalla tasca

-Guardate! Manca il bit-power- esclamò il professor K. Intanto la Tartaruga li osservava placidamente rimanendo immersa nel lago. I ragazzi convennero che la soluzione migliore per il momento fosse decidere le prossime mosse, così si sedettero sulla neve. Ormai avevano tutti i vestiti umidi, ma a questo avrebbero pensato dopo. Il freddo era pungente ed il cielo iniziava ad imbrunire.

-Allora ragazzi, la prima cosa da decidere è cosa fare per questa notte- iniziò Rico

-Sicuramente non possiamo rimanere qui- fu il commento della sorella

-Ma dove possiamo andare? Quel camionista ha detto che siamo ancora molto distanti dalla città- intervenne Rei

-Professore, quando siamo distanti dalla costa?- chiese Hilary

-Adesso controllo... Ah, ecco! Cinque chilometri più o meno. Perché ti interessa?-

-Se salissimo tutti sul guscio di Draciel potremmo farci trasportare. Sarebbe un metodo sicuramente più rapido per camminare. Se ricordate bene quello che ci ha detto quell'uomo, la città è un porto. Quindi sarà sicuramente possibile accedervi dall'oceano-

-Geniale. Allora anche le ochette hanno un cervello- esclamò sorpreso il più giovane del gruppo, beccandosi un violento pugno sulla testa.

-Ok allora è deciso! In marcia!- sentenziò Takao incamminandosi. Si bloccò di colpo.

-... Da che parte?- chiese imbarazzato. Le reazioni a quella domanda furono delle più disparate. C'era chi scoppiò a ridere, chi si schiaffò una mano sulla faccia, chi cadde a terra e chi come Kei, Mariam e Kate, ostentò la solita indifferenza. Una volta trovata la direzione corretta Max chiamò la sua Tartaruga ed invitò tutti a salire, anche se non erano ancora arrivati all'oceano i passi dell'Animale erano sicuramente più ampi di quelli dei ragazzi. I giovani salirono sulla zampa di Draciel per poi sistemarsi sui grossi spuntoni che partivano dal suo guscio. In pochi minuti raggiunsero la distesa d'acqua. Ben presto però i ragazzi si resero conto del calo di temperatura. Inoltre ora soffiava un vento freddo, che a contatto con i vesti umidi dei ragazzi, li fece rabbrividire. Dopotutto erano in Norvegia, ma avevano addosso vestiti abbastanza leggeri. Rischiavano di ammalarsi seriamente. Le ragazze tremavano visibilmente. Rico approfittando di quel momento con molta nonchalance mise un braccio attorno alle spalle di Hilary. La brunetta gli sorrise timidamente.

Kei, al fianco del bicolore, gli rivolse uno sguardo apparentemente neutro. Fu proprio in quel momento che un'onda più alta del normale investì interamente il russo, che si ritrovò completamente bagnato. Si maledisse velocemente per non essersi seduto al centro dell'ampia schiena dell'Animale.

Raggiunsero la piccola città nell'arco di un'ora. Quando entrarono in porto era già buio e non fecero fatica a passare inosservati. Una volta scesi a terra rimanevano solamente due piccoli problemi. Il primo era trovare un posto per la notte, il secondo era nascondere la Tartaruga.

-Max, potresti passarmi Draciel per favore?-

-Certo prof.-

-Lascia glielo passo io- intervenne Daichi. Il bey però gli cadde di mano, rimbalzò un paio di volte sul cemento, per poi fermarsi con il bit rivolto verso la Tartaruga.

-Scusami non l'ho fatto apposta-

L'americano gli disse di stare tranquillo e fece per raccoglierlo, quando il bey verde si illuminò, risucchiando al suo interno l'enorme Tartaruga. Max esibì un ampio sorriso. Perfetto, ora dovevano solamente trovare un riparo. Il gruppo si inoltrò per le vie della città deserte. Vagabondarono senza metà per una decina di minuti, quando una vecchia insegna cigolante attirò la loro attenzione. Non capirono cosa vi fosse scritto, ma sotto era ben distinguibile l'immagine di un letto intagliata nel legno del cartello. I ragazzi bussarono. Dopo vari minuti gli aprì una vecchia donna, dal volto gentile.

-Oh, poveri cari. Entrate presto. Ma guardate come siete ridotti. Coraggio entrate- li incitò l'anziana signora. La locanda era abbastanza spartana. I ragazzi si ritrovarono subito in una piccola sala con al centro un tavolo di legno e qualche sedia. In fondo alla stanza vi era una vecchia scala, probabilmente al piano superiore c'erano le camere. La donna fece segno ai giovani di seguirla. Una volta arrivati al piano di sopra mostrò loro le camere.

-Mi spiace molto. Purtroppo abbiamo solamente tre camere. Invece il bagno è in fondo al corridoio. Sistematevi pure- disse con un sorriso che tirò la pelle rugosa -Io sono Vilde, per qualunque cosa rivolgetevi a me- poi scomparve al piano sottostante. Poco dopo i blaider constatarono che avevano a disposizione una quadrupla, con un letto matrimoniale e due singoli, e due doppie, con letto matrimoniale. Dopo una breve riflessione alle ragazze fu assegnata la camera più grande. Takao, Daichi, il prof e Rico presero una delle due doppie ed i restanti blaider presero l'ultima stanza. Come il resto della locanda che camere erano arredate solamente con l'essenziale: i letti, un piccolo comodino per stanza ed una sedia.

Hilary, Mao e Christal decisero di dormire nel letto matrimoniale. Nonostante la stanchezza dalla camera delle ragazze provennero risatine e rumori fino a notte fonda. Chiacchierarono come se nulla fosse del più e del meno, ma evitando accuratamente l'argomento ragazzi. Erano tutte silenziosamente d'accordo che non fosse il momento giusto per parlarne. Christal inoltre si dimostrò una ragazza molto simpatica, dolce e sensibile, ma che non aveva paura ad esternare il proprio disappunto se qualcosa non la convinceva.

Nelle due camere dei ragazzi però era sorto un problema: anche stringendosi nel letto matrimoniale non potevano dormire più di tre persone. Nella camera di Takao fu Daichi a dover dormire per terra.

-Sei il più giovane, inoltre mentre dormi tiri un sacco di calci e ci butteresti giù dal letto- aveva detto il giovane campione del mondo.

Nella camera degli altri, invece, Kei si propose per dormire per terra. Infondo lui non aveva mai dormito molto. Non sarebbe stato un problema dormire su di una sedia per una notte. Come sua abitudine si sedette a braccia conserte. Il russo iniziò a riassumere i fatti della giornata. Pensando e ripensando più volte al tragitto sulla schiena di Draciel. C'era qualcosa in Rico che non lo convinceva. Hilary avrebbe fatto meglio a stargli lontano. Ma a che cosa stava pensando? Ciò che faceva la blaider non era affar suo. Anzi blaider non lo era ancora, avrebbe dovuto insegnarle lui. Ancora non riusciva a capacitarsi di essersi proposto come allenatore. Un forte capogiro interruppe le sue riflessioni. Alla fine anche lui cedette alla stanchezza, nonostante il forte male alla testa.

 

 

 

Spazio Autrice:

ciao a tutti (: Mi spiace, il capitolo è un po' più corto del solito, ma ho pensato fosse meglio spezzarlo qui. Ammetto che non mi convince molto la scena del combattimento tra Max e Delta, non sono sicura di averla descritta bene. Ditemi voi se è troppo lunga o noiosa. Lascio a voi l'arduo compito di commentare questo nuovo aggiornamento.

Ringrazio chi ha commentato lo scorso capitolo, chi ha inserito la storia tra le seguite, ecc. e ovviamente tutti voi che avete l'ardore di leggere questa “cosa” xD

Purtroppo non riuscirò ad aggiornare molto velocemente a causa della scuola -.-

Grazie mille, ci vediamo al prossimo capitolo

un bacione, Kiki (:

  
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