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Autore: Epicuro    22/09/2011    9 recensioni
Non sempre le cose sono come ce le aspettiamo. Il Sommo Sion lo capì aprendo le tende che davano sulla grande sala del trono. Dopo aver dato una rapida occhiata nell’ambiente le richiuse e disse:
«Ragazzi, li lascio a voi. Mi sono appena ricordato di avere un appuntamento dal dentista!»
«Eh?! Sta scherzando vero?» esclamarono in coro Aiolos e Saga.
«No! Ecco la lista con i nomi e i segni corrispondenti. Là ci sono le armature e i templi sapete dove sono! Buona fortuna!»
Due inesperti quattordicenni alle prese con degli irruenti piccoli eroi in armatura: disastro assicurato!
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi, padroni e dei: il nuovo Grande Sacerdote!'
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CHE OCCHI ROSSI CHE HAI!

 

Mentre Sion preparava le valigie per le Hawaii e Saga era intento a recuperare il pugnale d’oro tra il marasma di oggetti sacri conservati nei magazzini del Tredicesimo Tempio (tra cui il filo di Arianna, il tripode Delfico e gli album delle figurine dei Mondiali di calcio), i baby sitter mancanti facevano il loro ingresso al Santuario e la conoscenza dei goldini.

 

Casa dell’Ariete...

 

SBAM!

«Ouch! Ma che...» un ragazzo moro dalla faccia bonacciona e scanzonata, carico di pacchetti e borse di ogni tipo, aveva sbattuto una facciata contro quella che a lui parve una lastra di vetro.

«Ma dai che figo! Hanno messo anche qui le porte di vetro scorrevoli come nei negozzi di Milano!»

«Ehm.. veramente quello contro cui hai sbattuto è il mio Muro di Cristallo! Scusami, mi stavo allenando e non ti ho visto!»

Il ragazzo osservò il bimbo dai capelli viola che lo osservava pacioso oltre il muro di cristallo, che scomparve a comando del pargolo.

«Ehi, ma allora sei tu il saint dell’Ariete! Piacere io sono Mario!» il soldato semplice andò a stringere la mano del cavaliere, che rispose: «Sì, sono io e mi chiamo Mu! Posso sapere cosa sono tutti quei pacchetti e perché sei entrato nella casa del Montone Bianco?»

«I pacchetti sono i miei acquisti. Sono appena tornato da Milano e siccome c’erano i saldi ne ho approfittato. Io invece sono il tuo nuovo assistente, ma deduco che Sion non ti abbia informato!»

Mu scosse la testa e Mario tirò fuori dalla tasca della camicia una lettera che porse al saint, che se la mise a sua volta in tasca.

«Non la leggi?»

«Non ho voglia e poi mi fido. Fammi solo capire bene... tu saresti una sorta di domestico?»

«Più o meno sì, nella lettera mi veniva inoltre chiesto di aiutarti nelle riparazioni dei cloth, visto che come fabbro sono abbastanza abile.» disse Mario, che rovistando tra i pacchetti tirò fuori una scatola di Lego:

«Questa è per te!»

«Cos’è?»

«Un gioco di costruzioni. Ho pensato che potevano farti piacere. Io da piccolo ne andavo matto!»

Mu sorrise e prese il regalo ringraziando, per poi passare ad argomenti più seri:

«A proposito di armature... seguimi.» e Mu condusse Mario in una sorta di officina riparazioni sul retro della prima casa in cui facevano bella mostra dei cloth ridotti piuttosto male.

«Visto che sei un fabbro riparale.»

«Eh? Aspetta un attimo! Fin ora ho fabbricato solo le protezioni per i soldati semplici, ma non ho mai messo mano su un cloth d’argento!»

Mu fece spallucce: «O bhe, nemmeno io! Quindi buon lavoro!»

«Ma...» fece per replicare Mario, ma Mu lo bloccò.

«E quando hai finito riordina e pulisci la casa, fai il bucato e, visto che ci sei, prepara anche la cena»

«Ehi!»

«E ancora una cosa... te l’ho già detto che sono l’allievo prediletto di Sion?»

«Non so perché, ma la cosa non mi stupisce!» rispose ironico Mario, mentre Mu lasciava l’officina con un serafico sorriso per dedicarsi al gioco di costruzioni.

“Iniziamo bene! Cosa mi tocca fare per guadagnare la pagnotta! Mia madre me lo diceva sempre: fai l’idraulico!” sospirò Mario cercando tra gli scaffali del locale qualche manuale che potesse aiutarlo nelle riparazioni.

 

Casa del Toro...

 

«Aldy! Fatti abbracciare!» una signora tonda sulla quarantina andò a spupazzare il saint del Toro, felice come una pasqua di vederla.

«Palmira, lascialo respirare! Ormai è un ometto! Vero campione?» un omone alto e massiccio, con un cappello da cuoco scompigliò i capelli del cavaliere.

«Carlos, non rompere! L’ho praticamente allevato io insieme agli altri allievi del saint della Chioma di Berenice, quindi per me saranno sempre i mie bambini!» rispose la signora per poi rivolgersi ad Aldeberan osservando bene il suo viso: «Cielo come sei sciupato! Ma ti hanno dato da mangiare in questo posto?»

«Sì, ma la cucina era pessima!» rispose Al

«Sbobba per soldati immagino! Qui al Santuario non hanno mai prestato troppa attenzione al rancio e alla qualità della vita! Ok che è praticamente una sorta di caserma, ma godersi ogni tanto i piaceri della vita non sarebbe una cosa negativa neanche qui.» commentò il cuoco.

«Chi mangia bene cresce sano, è più allegro e combatte meglio! Me lo diceva sempre il mio maestro!»

«Ben detto figliolo!»

«Allora che ne dici di un bel pollo ai ferri con salsa piccante con contorno di patate al forno?» chiese Palmira al saint del Toro.

«E se facciamo lasagne? Dobbiamo festeggiare il vostro arrivo!» disse invece speranzoso Aldy.

«E vada per le lasagne, golosone, ma solo perché sei tu!» rispose Carlos tirandosi su le maniche, mentre Aldebaran lo accompagnava in cucina.

 

Casa del Cancro...

 

«Ehi! Che mi@@@ia ci fai qui Salvatore?» Death Mask si rivolse sorpreso al cugino che aveva fatto il suo ingresso nell’androne della quarta casa mentre il saint era intento ad attaccare le sue maschere scaccia intrusi alle parate dell’ambiente.

«Calogero, ancora a giocare con quegli aggeggi? Quand’è che ti decidi a mettere su un business come si addice alla tradizione de famighia! E si che come picciotto futuro avresti avuto! E invece no! Il cavaliere volli facere!»

«E passare la mia vita a leccare il c@@o a nostro zio don Carmelo? No grazie, preferisco mettermi al servizio di questa dea. Vado in giro ricoperto d’oro, guadagno bene e ho una casa bella grande, anche se c’è da fare qualche lavoretto di ristrutturazione. Inoltre faccio fuori chi mi pare in nome della giustizia senza nemmeno sporcarmi le mani! Mi diverto e sono pure paraculato dalla dea!»

«E al business de famighia chi ci pensa? Eh? Don Ciro, il tuo maestro, non è minimamente contento del tuo operato! E per colpa della tua svogliatezza negli affari ora sono finito a farti da sguattero per gestire il traffico di alcol e fumo al Grande Tempio al posto tuo! Giuro che prima o poi questa te la faccio pagare!»

«Ti rendi conto con chi stai parlando fetuso? Mi basta uno schiocco di dita per spedirti nell’Ade!»

«Sì, sì, lo so! Mi usavi come cavia per i tuoi addestramenti! Così mi è toccato pure cercare di espandere il business anche lì, appena Ciro ha capito il tuo potenziale! Bel cugino, tu te la spassi e io lavoro!»

E Salvatore furente se ne andò dalla casa del Cancro, lasciando Death Masck alquanto irritato:

«Parenti, meglio perderli che trovarli; non sanno far altro che lamentarsi e rimanere attaccati alla tradizione! Sono un inventore incompreso!» commentò Calogero amareggiato, per poi riprendere ad attaccare la sua merce sulle pareti.

 

Casa del Leone...

 

«Ciao Aiolos, come mai mi hai chiesto di incontrarci qui?»

«Galan, non vedevo l’ora che arrivassi! Ti ricordi della mia intercessione presso Sion per evitarti la pena di morte?»

«Sì, ti sarò eternamente riconoscente e sai che per te sono sempre disposto a fare qualunque cosa. Basta chiedere!»

«Ottimo! Allora ti comunico che da ora in avanti sarai tu il nuovo tutore di Aiolia!»

«Aspetta Aiolos, parliamone!»

«Un debito è un debito e poi l’hai detto tu che avresti fatto qualunque cosa!»

«Si, ma...»

«AIOLOS QUANDO DIAVOLO TI DECIDI A RINCHIUDERE TUO FRATELLO IN UN SERRAGLIO! Quelle peste ha buttato giù un palo della luce e adesso tocca a te rimetterlo in piedi! In più Sion mi ha spedito da te per il saldo dei danni provocati da tuo fratello! Visto che sei il suo tutore è compito tuo rimediare ai guai che combina Aiolia e io sono stufo del tira e molla tra te e il Grande Sacerdote per chi deve saldare il conto!» la voce furente di Antonio risuonò per tutta la casa del Leone Dorato.

«Mi dispiace Antonio, ma non sono più io che devo pagare per i casini che combina Aiolia e tra l’altro capiti proprio a fagiolo! Galan, ti presento Antonio, l’elettricista. Antonio, questo è Galan il nuovo tutore di Aiolia. Quindi da ora in poi rivolgiti a lui per reclami, insulti ed eventuali danni provocati dal mio fratellino! Ora scusate, ma devo scappare. É ora della pappa della piccola Atena. Ah, Galan... condoglianze!» e Aiolos tagliò la corda lasciando il suo ex migliore amico a saldare di tasca sua il conto dell’elettricista incazzato.

 

Casa dello Scorpione...

 

Nestore e Milo erano uno di fronte all’altro e si scrutavano in silenzio e con l’aria da duri. Ci mancava solo una delle colonne sonore dei film di Sergio Leone e poi l’atmosfera sarebbe stata quella giusta. Una goccia di sudore scese sulla fronte di Nestore, che lentamente portò la mano alla tasca dei pantaloni. Milo percependo il pericolo sfoderò repentino la scarlet needle, ma mancò il bersaglio. Nestore si era infatti agilmente buttato a terra avendo ormai capito che il piccolo saint era solito scagliare la prima cuspide frontalmente per fare il figo e, con una mossa fulminea placcò lo Scorpione:

«Thò! Sei troppo prevedibile mio caro signorino! Ed è ora di ristabilire la giusta gerarchia! I grandi comandano e i piccoli obbediscono!» e impietoso Nestore estrasse un taglia unghie dalla sua tasca e con un colpo netto rese innocuo l’indice destro del goldino: «Per un po’ ti converrà fare meno lo spaccone!»

Milo però non si scompose e sorrise sadico:

«Nestore, non per deluderti, ma tagliarmi un’unghia non serve a nulla! Perché, come puoi vedere... il pungiglione dello Scorpione ricresce istantaneamente a comando del mio cosmo!»

«Oh no!» disse il soldato semplice alla vista della cuspide velenosa che brillava rossa sull’indice del marmocchio.

«Oh, sì!» disse invece Milo con fare compiaciuto...

 

Casa dell’Acquario...

 

«Ho finito! Posso andare ad allenarmi?»

«No! Fermo lì e composto sulla sedia! Prima correggo le tue divisioni e i risultati dei problemi, poi, se hai fatto tutto giusto, potrai andare a giocare con gli altri ragazzini buzzurri ed ignoranti!»

Sonya fece schioccare pericolosamente la bacchetta e Camus istintivamente portò le mani dietro la schiena e si rimise a sedere composto. Le dita gli facevano ancora male e bene si ricordava dell’arrivo della donna nel suo Tempio: le si era semplicemente rivolto dandole del tu per le domande di rito e Sonya, in risposta, aveva tirato fuori la sua bacchetta da insegnate per dargliela fulminea sulle dita ad una velocità impressionante.

“Dare del tu ad un’insegnante è maleducazione, nonché irrispettoso. Da ora in avanti, quando ti rivolgerai a me, mi darai del Voi!” disse la donna per poi chiamare a se un graziosa bambina bionda che era rimasta sull’ingresso: “Io sono Sonya la tua tutrice e insegnate. Questa è mia figlia Natalia e la ci sono i nostri bagagli. Muoviti a portarli nelle nostre stanze e poi di corsa in salotto per la lezione di aritmetica. Non accetto ritardi!” e con un altro colpo di bacchetta fece scattare il cavaliere dell’Acquario.

Al ricordo, Camus rabbrividì e, osservando quell’arma micidiale, che l’insegnate maneggiava manco fosse una lancia, sperò ardentemente di aver fatto tutto giusto. Non era mai stato così desideroso di poter precipitarsi all’arena per gli allenamenti e sorbirsi così Milo. Quasi quasi iniziava a rimpiangere la Siberia, quando venne riportato alla realtà da un bigliettino allungatogli sotto il tavolo da Natalia, che era seduta vicino a lui.

Camus aprì il bigliettino e lesse: “Mia mamma è molto severa, ma lo fa per il nostro bene. Ormai senza un diploma non si può far carriera nemmeno nel mondo dei saint. Almeno lei dice così! Comunque, se ti va, dopo possiamo giocare al dottore!”

Camus ripiegò il biglietto e si girò verso la graziosa biondina nordica che gli sorrideva innocente e pensò: “bhe... infondo non tutti i mali vengono per nuocere....”

 

Casa dei Pesci...

 

«No! No! E poi no! Questi interni sono tutti da rifare!»

«A me piacciono!» disse timidamente Afrodite, ricevendo in risposta lo sguardo fulminate di Andrea (una sorta di drag queen, per intenderci)

«Il classico è fuori moda! Come te lo devo dire! Vuoi o no essere il cavaliere più glamour delle zodiaco e avere la casa più fashion dei 12?»

«Sì, lo voglio!»

«Allora, leopardato! Leopardato dappertutto!» esclamò in estasi Andrea squittendo come una zitella isterica e con gli occhi sognati per le stanze del dodicesimo tempio.

«Andrea, secondo me il piccoletto ha ragione... sarà anche fuori moda ma questa catapecchia la preferisco così che completamente maculata...» disse Riccardo (la versione greca di Raul Bova, per intenderci!)

«Hai ragione...» si fermò quindi l’esteta effeminato.

Riccardo emise un sospiro di sollievo. Al solo pensiero di vivere in una casa così gli veniva il rigetto.

«... alterniamo leopardato a zebrato!»

«Cosa? Ma è un obbrobrio!» esclamò il futuro fisioterapista.

Andrea lo guardò con sufficienza: «Se non ti va, puoi sempre andartene... ops, dimenticavo, senza di me non sapresti nemmeno dove andare, visto che hai speso tutti i soldi per la retta universitaria!»

Riccardo ammutolì e Andrea sorrise soddisfatto: «Bene, domani chiamo i decoratori e il mio arredatore d’interni di fiducia. E adesso passiamo a te principino!»

L’esteta fece un giro completo attorno al saint di Pesci che pendeva ormai dalle sue labbra:

«Ora facciamo i colpi di sole, la manicure e mettiamo un bel neo posticcio che fa tanto divo e poi passiamo al tuo guardaroba, perché nell’armadio di persone di mondo come e, in futuro, ma solo se seguirai i miei consigli, come te, non deve mai mancare un boa di piume di struzzo, zeppe e capi paiettatti molto chiccosi! Capito ciccino?»

Afrodite con gli occhi luccicanti prese diligentemente appunti, mentre Riccardo continuava a ripetersi:

«Se non divento fisioterapista dopo tutti questi sacrifici giuro che mi suicidio!»

 

Più tardi...

Magazzini del Tredicesimo Tempio...

 

«L’ho trovato!» esclamò Saga dopo essere riemerso da un marasma di scatoloni impolverati.

“Bene. Ripassiamo solo il piano come da manuale del perfetto cattivo: prima fai fuori Sion e ne prendi il posto, poi infilzi la gagna e dai la colpa ad Aiolos!”disse la parte malvagia del saint di Gemini.

«Ho solo una domanda.»

“Sì?”

«Un coltello da cucina non andava ugualmente bene?»

“Ehi! Ma questo è più figo! Farai un’entrata in scena da oscar; non vedi come luccica...sembra quasi... il mio tesssorooo....sì, sì, sì è il mio tesssorrro! Ridammelo maledetto piccolo hobbit! ... Ehem scusa e che quando mi faccio trasportare... deformazione professionale, capisci?”

«Hai mai pensato di farti vedere da un buon psichiatra?»

“A volte, ma costano troppo. Ora però muoviti, dobbiamo agire questa notte....”

 

Ancora più tardi...

Al levar della luna.

 

ANF, PANT, ANF

«Non riesco a credere che quel pigrone di Sion tutte le sere scali lo Star Hill per andare ad interpretare le stelle!»

“Ehi, genio! Guarda bene alla tua sinistra!”

Saga fece come dettogli dal suo alter ego ed esclamò stupito: «Una scala mimetizzata tra le rocce?»

“É uno dei segreti che si tramandano da Sacerdote a Sacerdote. Mica pensavi veramente che le voci che circolavano sul fatto che i Grandi Sacerdoti scalassero lo Star Hill, fossero vere?”

«E perché non me lo hai detto prima di farmi arrivare quasi in cima?»

«Scusa, ma altrimenti che parte malvagia sarei?»

 

Intanto...in cima allo Star Hill...

 

«Le stelle girano rapidamente...eccome che girano!» disse Sion appoggiando a terra il calumet della pace per poi commentare: «Questa sì che è roba buona! Prima di partire per le Hawaii devo passare a rifornirmi da Salvatore! Ehi, Saga tienimi compagnia e fatti un tiro anche tu!» Sion si rivolse allegro e fatto come una pera verso il saint di Gemini, che a fatica aveva finito di scalare l’altura delle stelle.

«Ehhh, bricconcello, anche tu qui per farti una tirata in santa pace? Al Grande Tempio sono tutti così bacchettoni!» disse barcollando Sion per poi appoggiarsi a Saga, che si tappò il naso per l’odore di fumo che proveniva dal Grande Sacerdote.

«Veramente non sono qui per quello...io non fumo. Il tabacco, la cannabis e affini fanno ingiallire i denti, appestano l’alito e rendono meno splendenti i capelli.» disse Gemini.

«Allora sei qui per sapere perché ho nominato Aiolos Grande Sacerdote al posto tuo?»

«Questa è già una cosa che mi piacerebbe sapere...»

«Perché ho scorto in te il germe del male! Sicuro che non vuoi nemmeno provare?»

«No!»

«Certo che...» Sion squadrò il volto di Saga: «Che occhi rossi che hai!»

«Servono per calarmi meglio nella parte!»

«E che capelli grigi che hai!»

«Servono per mascherarmi meglio!»

«E che cosmo grande che hai!»

«Serve per ucciderti meglio!»

«Ah!... Va bene, ma prima fammi fare ancora una cannetta, d’accordo?» e fu così che Sion diede le spalle a Saga per l’ultima volta.

 

Bhe, che dire ancora... il resto è storia e Masami Kurumada è un ben più degno narratore del qui presente scribacchino (il maestro mi perdoni per come sto riducendo i suoi saint in questa serie e in particolare il sommo Sion).

 

Per quando riguarda i miei servetti bastardi...alcuni li ritroveremo incazzati ed in sciopero in “Quando anche le stelle ti girano le spalle...”, altri purtroppo schiatteranno durante la serie di Episode G e Clessica senza essere menzionati nel manga, nonostante il loro lavoro dietro le quinte (una vera ingiustizia, ma a fare notizia non è mai il popolo, ma solo i signori). Comunque fidatevi che c’erano! Chissà che risfogliando attentamente il manga o rigustandovi il cartone non abbiate la fortuna di scorgerli tra le varie comparse...

 

Tolto ciò, Penelope finì a fare la cameriera di Shura per pagarsi gli studi di giurisprudenza, in quanto, per via di un incidente che le ha provocato seri danni alla schiena, fu costretta a rinunciare al cloth.

 

Cassandra, invece, diventò l’ancella di Milo, che fu ben felice di scoprire che in realtà la sua amica non era Atena. Come ha fatto a rendersene conto? Bhe, quando Saga ha dato l’allarme del tradimento di Aiolos e del tentato rapimento di Atena, Milo stava giocando a freccette con Cassandra (il bersaglio era ovviamente Nestore), quindi non poteva essere lei la rapita. Come ha fatto Cassandra a finire all’ottavo tempio? Ovviamente per colpa di sua madre che, avendo intuito l’interesse dell’allora ormai adolescente saint dello Scorpione nei confronti della figlia, aveva pensato bene di spedirla a calci in culo a fare da sguattera presso di lui... con la speranza che da cosa nascesse cosa! (Vi lascio immaginare la felicità di Nestore che se li ritrovò tutti e due in casa!)

 

Gianni, il savio giardiniere della sesta casa, morì invece di vecchiaia, ma non prima di aver strappato a Shaka, in punto di morte, la promessa che si sarebbe occupato del nipote Luca.

E fu così che l’illuminato saint di Virgo ottenne l’ottavo senso visto che condividere la propria dimora con Luca aveva reso la sua vita un vero e proprio inferno, nonché vedere mandare a sfacelo la sua reputazione. Quindi per Shaka tra Ade e vita reale non c’era poi tutta questa differenza.

 

Mario, per sua somma gioia, si cuccò ben presto anche il fratello di Mu: Kiki, che era venuto al Grande Tempio per diventare cavaliere, per poi doversi trasferire in Jamir diventando un accanito lettore fantasy per scacciare la noia, trovando però in Spaccaossa (il capo degli scheletri del cimitero dei Cloth) un fervente sostenitore del Signore degli Anelli.

 

Palmira e Carlos... che dire... la cucina rimase il loro regno e spesso anche Saga grande Sacerdote si faceva preparare il pranzo da loro.

 

Lucio, non essendo scemo, decise di tenere acqua in bocca e salvarsi la pelle diventando ben presto il servo personale del Grande Sacerdote (destando non poche perplessità) per poi salvarsi nuovamente la pellaccia buttandosi ai piedi di Saori leccandole ben bene il deretano.

 

Salvatore, morto Sion e non trovando quindi più vita facile al Santuario, si concentrò ad allargare il business di famiglia agli inferi con ottimi risultati; soprattutto nel traffico di alcolici. La promessa di farla pagare al cugino però non venne mai dimenticata.

 

Galan superò indenne i vari scontri, ma come gli sfigati di Mario e Nestore, si ritrovò ad occuparsi anche lui di una bimbetta svampita di nome Lytos, per colpa di una genialata del suo padroncino Aiolia.

 

Leda finì invece a fare prima l’amante del Grande Sacerdote, stupendosi ogni volta di quanto fosse in forma nonostante l’età, e poi a fare da badante a Doko (Per comprendere come i saint d’oro siano rimasti in vita dopo lo scontro con Ade rimando a “quando anche le stelle ti girano le spalle”).

 

Sonya morì di polmonite (ma non accusate Camus nonostante tenga il riscaldamento spento anche d’inverno. Potrebbe prenderla male), mentre Natalia, abituatasi al clima dell’undicesima casa, diventò l’amante ufficiale del saint dell’Acquario.

 

Riccardo riuscì ad ottenere la laurea in fisioterapia e venne assunto al Grande Tempio ritrovandosi, con immenso disappunto, a fare da massaggiatore a Misty e ad Afrodite. E Andra? Bhe... Andrea ebbe la pessima idea di dare un consiglio estetico non richiesto nel momento sbagliato e al Titano sbagliato. Morale: ora riposa sotto un metro di terra.

 

Ugo, dal canto suo, maturò una vera e propria avversione nei confronti di Camus, mentre Antonio continuò a non vedere l’ombra di un quattrino del conto aperto dalle devastazioni di Aiolia.

 

Ed infine Socrate ed Epicuro... Socrate morì di dolore insieme a Sabina per la perdita di Aiolos, il cui corpo non venne mai ritrovato (insieme ai biglietti per le Hawaii di Sion). Lo ritenevano un’idiota, ma gli volevano bene.

Epicuro invece venne presto a scoprire l’imbroglio ordito da Saga, ma anche quello escogitato da Aiolos... (Vedete intri di "Quando anche le stelle vi girano le spalle") passandosi tredici anni d’inferno. Tredici anni in cui ha rischiato grosso per proteggere il suo padrone, ma anche tredici anni in cui ha potuto affinare l’ingegno e annotarsi tutti i difetti, le fobie, gli asti e i rancori repressi degli abitanti del santuario....

 

PERCHÉ LA VENDETTA É UN PIATTO CHE VA GUSTATO LENTAMENTE E AL MOMENTO GIUSTO!

 

 

FINE

 

XXXXXXXXXXXXXXXXXX

 

Un grazie a tutti coloro che hanno seguito questa pazza storia e in particolare a tutti coloro che hanno recensito ed inserito questo mio passatempo tra le storie seguite, ricordate e preferite!

 

Prossimamente in rete (tempo permettendo): I discendenti di Asclepio; perché forse Sion qualcosa di buono l’ha fatto! Saga e Aiolos nuovamente a confronto per colpa della bastardaggine di Atena, che li invia in missione speciale per tentare di salvare Seiya, che tanto per cambiare è finito in coma per proteggere il roseo deretano della dea della Giustizia da uno dei suoi olimpici parenti. Ce la faranno nell’impresa o si ammazzeranno prima fra di loro?

  
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