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Autore: Thumbelina    22/09/2011    5 recensioni
Innanzi tutto, questa storia è un plagio di me stessa, ossia il suo primo capitolo è la copia esatta di quella che era stata una mia shot (L'ultima sera, per l'appunto). Questa è appunto quella che dovrebbe essere l'ultima sera di vita di Lily, diciamo che comincia dalla fine, e poi... e poi basta, se siete curiosi leggete! Non so che dirvi, io la trovo una storia molto romantica, penso che vi potrebbe piacere, tutto qui. Ovviamente, cambierò il nome orrendo del titolo appena me ne verrà in mente uno migliore, e sono aperta ai suggerimenti. Che altro dirvi? Un bacio a tutti. Buona lettura.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Lily Evans, Mangiamorte, Severus Piton, Voldemort | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto
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L'ultima sera

Lo aveva già capito, lo aveva già capito da un pezzo. Lo aveva capito nell’esatto istante in cui James le aveva detto che andava tutto bene, e che non c’era nulla di cui preoccuparsi, e che adesso sarebbe andato a farsi una doccia, e che era invitata a raggiungerlo, se l’idea le fosse piaciuta. Ma lei lo aveva capito.
Avrebbe voluto parlarne con James, scoppiare a piangere fra le sue braccia, chiedergli di scappare. Ma sapeva benissimo, sapeva benissimo cosa lui le avrebbe risposto. Le avrebbe mentito. Le avrebbe detto che andava tutto bene, che non c’era nulla di cui preoccuparsi, e glielo avrebbe detto perché, e Lily lo sapeva più che bene, suo marito preferiva essere l’unico a preoccuparsi per tutti e due.
Quindi, la donna si tenne la propria consapevolezza per se e, non appena suo marito fu uscito dalla stanza, chiuse a chiave la porta.
Le venne da piangere, ma trattenne le lacrime, perché sapeva che il piccolo Harry, che ora le sorrideva dalla culla di fronte a lei, era spesso spaventata dalle lacrime della madre. Quindi le respinse via tutte, e sorrise al suo piccolo gioiello.
Tutto solo, tutto solo sarebbe stato dopo che la mamma ed il papà lo avrebbero abbandonato, tutto solo, il suo bambino, la sua piccola stella. Si odiò con tutta se stessa per non essere stata in grado di proteggerlo da tutta quella solitudine.
Sapeva che sarebbe morta, sapeva che James sarebbe morto, prima o dopo, ma sarebbero morti entrambi, lo aveva sempre saputo. Eppure aveva sperato di ritardare quell’evento il più possibile, di vivere ancora per sette mesi, almeno. Sì, sette mesi le sarebbero bastati. No, non per uno stupido ed inutile senso di attaccamento alla vita, ma per non lasciare suo figlio da solo.
Se solo avesse potuto godere di soli sette mesi in più sarebbero stati in due.
Pensandoci, con le lacrime abilmente trattenute ben salde agli occhi, portò una mano sul proprio grembo, e chiuse gli occhi.
Forse, poteva ancora scappare.
Poteva prendere in braccio suo figlio in quel momento, e correre da James, afferrarlo per un braccio se si trovava in corridoio, o tirarlo fuori dalla doccia, se poteva servire, e uscire fuori da quella casa infernale il prima possibile, per poi smaterializzarsi chissà dove.
Ed a cosa sarebbe servito? Probabilmente lui li aspettava già fuori alla porta. E se, pur così non fosse, dove potevano andare? A chi avrebbero potuto chiedere aiuto? Probabilmente Peter li aveva appena traditi, chi altro lo avrebbe fatto? Forse, forse solo ad Hogwarts sarebbero stati in salvo, ma Lily sapeva bene che non potevano smaterializzarsi lì, e, tempo di giungere nei dintorni della scuola e di farsi aprire, probabilmente avrebbero finito per essere raggiunti. In qualunque modo andassero le cose, Lily poteva sperare al massimo di vivere qualche giorno di più, ma nessuno le avrebbe mai regalato i sette mesi che le servivano ancora.
Quindi desistette da tutti i suoi piani e si piegò in terra per sorridere all’unico dei suoi figli che avrebbe mai potuto vedere la luce.
- Harry, sei tanto amato – gli sussurrò carezzandolo con la voce.
Un rumore forte dalla porta d’ingresso le giunse alle orecchie. Qualcuno era appena riuscito ad entrare.
- Harry, il papà ti ama, - continuò trattenendo per l’ultima volta le lacrime – la mamma ti ama.
Un grido dal soggiorno. Suo marito James, che le aveva detto che tutto stava andando bene, doveva appena aver cessato d’esistere. E fra poco sarebbe toccato anche a lei.
Sentì i passi del suo carnefice farsi sempre più forti, sempre più vicini.
- Harry, sii prudente, - disse a suo figlio con l’ultima voce – sii forte.
Sotto bacchetta, la porta della stanza si aprì in un momento.
Lily Evans, con le lacrime agli occhi, finalmente, si alzò in piedi parandosi dinnanzi alla culla di suo figlio.
L’uomo dinnanzi a lei avanzava coperto da un lungo mantello nero, ma Lily riusciva comunque a scorgerne il volto. Magro, pallido, poche rughe a incorniciarne lo spettro, l’uomo che stava per ucciderla doveva avere sì e no l’età di suo padre. La cosa le sembrò buffa.
- Tuo marito è morto, mia cara. – le comunicò il mostro in quella che le parve captare come la voce di un serpente.
- Lo so. – rispose lui Lily, ripudiando le lacrime.
- E tu e tuo figlio, molto presto, vi unirete a lui. – continuò Voldemort.
Lily trasse a se tutto il coraggio accumulato in una vita e strinse a se la bacchetta. Sette mesi, ripeté a se stessa impugnandola con forza, sette mesi ancora.
- Io non credo proprio! – disse puntandola contro il suo aggressore.
Non aveva mai pronunciato un’Avada Kedavra prima d’ora, quella fu la sua prima volta, ed andò a perdersi nel vuoto insieme alla sua bacchetta, che volò via distante da lei colpita dall’incantesimo del suo avversario, più veloce di lei.
Perfetto. Era morta. Erano morti tutti.
- Che cosa credevi di fare? – scandì l’uomo dinnanzi a lei, sorridendo leggermente.
Forse tentare di salvare me e i miei figli da quel mostro che si trovano dinnanzi, avrebbe voluto rispondergli la donna, ma tacque.
Volse gli occhi in direzione di suo figlio.
- Oh, beh, è comprensibile comunque, - continuò lui – ed ora possiamo andare avanti.
Andare avanti. Uccidere lei. Uccidere i suoi figli. Questo per lui significava andare avanti. Complimenti, gran bella concezione della cosa.
- Sai, - fece lui muovendo qualche passo nella sua direzione, cosa che la fece indietreggiare - io non voglio ucciderti.
Io. Non. Voglio. Ucciderti.
Io. Non. Voglio. Ucciderti.
Io. Non. Voglio. Ucciderti.
Queste sole quattro parole risuonarono nella sua mente per mille, per mille e mille volte. Il pensiero di rimanere in vita, di sopravvivere a quella notte non le aveva mai sfiorato la mente.
- C,che cosa vuoi, che cosa vuoi dire? – balbettò la donna, gli occhi ridotti a fessure.
- Che tu mi interessi. – le rispose semplicemente il Signore Oscuro – Che la tua vita non mi interessa.
Quell’affermazione suonò quasi insensata agli occhi di Lily, non presa da sola, ma in relazione a quella che l’aveva lasciata di stucco in precedenza.
Lo sapeva che non gli interessasse nulla della sua vita, come non gliene era mai importato della vita di nessuna delle persone che aveva ucciso in precedenza, ma allora perché lasciarla in vita?
- Che cosa vuoi da me? – chiese lui Lily, con un cenno di diniego.
- Nulla. – rispose lei il mago – Nulla davvero. Come ho già detto, - continuò piegando la curva delle sue labbra in una specie di sorriso – la tua vita non mi interessa, ma si dà il caso che interessi ad uno dei più fidati uomini che lavorano per me.
Lily tacque aspettando che il mostro che aveva dinnanzi continuasse il suo discorso. Qualcuno che lavorava fra i suoi che poteva avere a cuore la sua vita, la cosa le sembrava assurda. Un mangiamorte voleva forse salvarla? Strano, nonché impossibile, a dirla tutta.
- Non credo davvero, – rispose lui Lily – sono fiera di non conoscere neppure uno dei tuoi seguaci.
Lord Voldemort abbassò un momento il cappuccio del suo mantello nero per portare la mano sinistra ad asciugarsi le stille di sudore che gli ricoprivano la fronte.
- Ah no? – le chiese risistemandosi il cappuccio sulla nuca.
- No. – scandì Lily.
- Interessante. – commentò l’uomo, penetrandola con lo sguardo.
Le iridi grigie pietrificarono completamente quelle verdi della donna, la agghiacciarono a partire dall’interno, e poi si diffusero per tutto il resto del corpo.
- Strano, – commentò poi a impresa riuscita – davvero, davvero strano. Eppure, mi sembra che quel mio mangiamorte, quel Severus Piton, beh, beh lui diceva di conoscerti.
In frantumi. La statua di ghiaccio a cui Voldemort aveva condannato Lily appena un secondo prima andò in frantumi in quell’esatto istante.
Severus, Severus Piton, dio se se lo ricordava.
Erano stati migliori amici per così tanto tempo che Lily s’era allora illusa che lo sarebbero rimasti per sempre, mentre il motivo della loro rottura le puntava adesso contro la bacchetta.
Le era sempre dispiaciuto che fosse finita, avrebbe sempre voluto riallacciare i rapporti, sempre. L’aveva invitato al suo matrimonio, aveva scritto il suo invito nel momento stesso in cui James le aveva chiesto di sposarlo, eppure lui non era mai venuto. Non le aveva neppure risposto alla lettera, magari non per colpa sua, magari l’invito era andato perduto. Questo, probabilmente, Lily Evans non lo avrebbe mai saputo.
Le era venuta un’altra idea, qualche anno dopo, e le era venuta ben tre giorni dopo aver appreso la fantastica notizia della sua gravidanza. Aveva pensato, e so che era assurdo, aveva pensato che forse avrebbe potuto far lui da padrino al piccolo Harry, che magari gli avrebbe fatto piacere. Lo aveva anche detto a James, con un’aria alquanto entusiasta per l’idea così graziosa che le era venuta. E James, beh, James l’aveva smorzata subito. Aveva detto qualcosa, ora Lily non riusciva così perfettamente a ricordare, le aveva detto qualcosa del tipo “Mocciosus, intendi, ma vuoi scherzare?”, e lo aveva detto ridendo, al che lei gli aveva risposto che era serissima. Non c’era nulla, nulla da ridere. Lui aveva replicato che non si poteva, che lo aveva già promesso a Sirius. “Anche senza chiedermelo?” gli aveva domandato lei, alquanto accigliata, e lui le aveva risposto che aveva dato per scontato che anche lei fosse d’accordo, e che era più giusto che lo facesse Sirius, perché era li loro migliore amico lui. Al ché, lei aveva detto che non era bello esser dati per scontato, comunque, e che si poteva reputare seriamente offesa, e che avrebbe voluto davvero che Severus facesse da padrino a suo figlio, perché era lui il suo migliore amico. James le aveva risposto che sarebbe stato per il prossimo.
Peccato, pensò Lily in quell’istante, peccato davvero che il secondogenito non sarebbe mai nato.
E pensare che James neppure sapeva della sua esistenza, ch’era morto ignorando il piccolo germoglio di vita che stava fiorendo in lei, e che lei, lei stessa, aveva appreso quella notizia solo quella mattina.
Tutte questi ragionamenti e ricordi, si susseguirono nella mente di Lily Evans nel solo arco di sette secondi.
Le parole del suo carnefice che seguirono poi la risvegliarono, tristemente.
- Sai, è un alleato davvero molto fedele il mio Severus, – continuò il Signore Oscuro, mentre Lily rabbrividiva nel sentire quell’orribile suo – quindi avevo sempre pensato che, nel caso mi avesse chiesto un favore, lo avrei accontentato. Ed è per questo che ti sto offrendo la più piena disponibilità a lasciarti in vita, perché me lo ha chiesto in modo così insistente…
Lily fissò il suo interlocutore in modo interrogativo.
- Quando me lo ha chiesto per la prima volta, - spiegò lei Voldemort – devo ammettere di aver rifiutato. Insomma, tenere in vita un stupida piccola sudicia mezzosangue, non ne vedevo davvero il motivo, e poi, francamente, credo che lui possa avere di meglio. Ma lo ha ripetuto più volte, davvero, fino alla nausea, “risparmiala, uccidi chi vuoi ma lei lasciala in vita”, mi ha detto che avrebbe fatto qualunque cosa, qualunque cosa pur di saperti viva. Non sua, bada bene, solo viva. E, alla fine, gli ho detto che forse ti avrei risparmiata. Quindi, mia cara, ti offro adesso quello che non ho mai offerto a nessun altro, a nessun altro prima di te, ti sto offrendo la possibilità di rimanere in vita: consegnami tuo figlio, e almeno tu sopravvivrai. Non devi far altro che toglierti di mezzo.
Lo so che cosa sapete tutti voi, sapete che Lily scelse di non scansarsi, che morì pur di difendere il suo amato figlio, ma la scelta non fu così immediata. Può sembrare strano, ma prima di compiere tale decisione, la donna dovette rifletterci e, badate bene, non perché le stesse a cuore poi più di tanto la propria vita, ma semmai per quella dell’essere che viveva ora dentro di lei.
Se lei si fosse arresa, se lei si fosse scansata, almeno uno dei suoi figli sarebbe potuto rimanere in vita. Il pensiero le solleticò la mente.
Si sarebbe salvato, il bambino che non aveva ancora avuto il privilegio di nascere, si sarebbe salvato con lei, ed avrebbero ricominciato da capo. Severus, l’uomo già destinato a fargli da padrino si era già rivelato più che idoneo per tale compito, salvandogli, a quanto pare, la vita.
Se solo si fosse scansata, avrebbe potuto vivere quei dannati sette mesi, e poi godere della vita di almeno uno dei suoi figli, che sarebbe cresciuto con lei nel mondo babbano, lontano dagli orrori della guerra.
Forse Severus li avrebbe raggiunti. Forse colui che s’era tanto prodigato al fine ultimo di salvarla avrebbe mollato il Signore Oscuro per tornare da lei, e sarebbero stati migliori amici, come prima.
E lei avrebbe dimenticato. Avrebbe dimenticato di James, avrebbe dimenticato di Harry, e sarebbe andata avanti, per il bene di suo figlio. E suo figlio non avrebbe mai saputo di loro.
Sarebbe cresciuto al sicuro, amato e protetto, suo figlio, e non sarebbe stato solo perché lei sarebbe sempre rimasta al suo fianco.
Avrebbero comprato una bella casa, avrebbero cambiato nome, e lei poteva trovarsi un lavoro, sarebbe tutto andato per il meglio. Forse avrebbero avuto un cane, da tempo parlavano di adottarne uno con James. D’estate, sarebbero andati al mare, e Lily avrebbe potuto godere del sorriso di suo figlio che la guardava mentre costruiva gioioso il suo castello di sabbia. Magari poi avrebbero fatto il bagno insieme.
Suo figlio, il suo unico figlio, sarebbe stato un bambino felice.
Forse, potevano ancora farcela loro due.
Pensò di accettare.
Ma poi…
L’idea di dover sopravvivere alla morte di un figlio, chiunque dei due esso fosse, le fece rivoltare il corpo membro a membro. Come avrebbe potuto sopravvivere anche per soli sette mesi al pensiero di non essersi opposta mentre un mostro uccideva suo figlio? Come avrebbe potuto sopravvivere sapendo in sé di non aver fatto di tutto pur di provare a salvarlo? Come avrebbe potuto vivere suo figlio stesso, nell’inganno e nella menzogna di una vita perfetta, senza sapere che suo padre e suo fratello erano morti, mentre sua madre li aveva consegnati al suo assassino su un piatto d’argento pur di salvarlo?
Ed Harry. Quale sarebbe stata l’ultima immagine che quel bambino avrebbe avuto della sua mamma? Una mamma che gli si parava davanti difendendolo fino alla fine, o una che si spostava, restando a guardare l’omicidio del suo carnefice.
No, non poteva sopravvivere all’idea.
Lei sarebbe morta, ed anche il suo bambino, e, probabilmente, tristemente, poco dopo anche Harry li avrebbe raggiunti. E sarebbero stati insieme, loro tre, morti, ma insieme. Anche con James. Potevano esser felici anche così.
L’unico per cui le dispiacque, in tutta questa storia, fu il povero Severus Piton, il suo migliore amico. Lui che tanto s’era prodigato per salvarla, chissà come sarebbe stato distrutto dalla sua morte. Lily, a un passo dalla morte, non riuscì a non provare compassione per lui. Forse, se non si fossero mai separati, se fossero rimasti amici come da bambini, le cose sarebbero andate diversamente. Dopo tutto quello che aveva fatto per tentare di salvarla, la sua anima, probabilmente, sarebbe morta con lei. Un altro piccolo omicidio, signorina Evans, prima sé stessa, poi il suo bambino, ed ora lui. Complimenti davvero.
Ma Severus Piton era un uomo forte, pensò Lily, lo era sempre stato. Lui, lui si sarebbe salvato, Lily ne era sicura. Sarebbe stato triste, forse, devastato, avrebbe pensato di farla finita. Ma alla fine, alla fine sarebbe riuscito ad andare avanti. Lily glielo augurò con tutto il cuore.
Alla fine, quando sarebbe morto anche lui, il più tardi possibile magari, e li avrebbe raggiunti, lei gli avrebbe chiesto scusa, per l’occasione che lui le aveva offerto e che lei aveva sprecato, e gli avrebbe spiegato il motivo della sua scelta, ed avrebbero fatto la pace. Sì, avrebbero potuto tornare ad essere amici anche così, non era necessario rimanere in vita.
La sua decisione era già presa.
La donna guardò negli occhi il proprio carnefice e portò una mano sul grembo come a chiedere al suo bambino il suo consenso. Questo le comunicò che era pronto.
Lily lasciò andare per un istante le lacrime, prima di ricacciarle ai bordi degli occhi. Non c’era nulla da piangere, sarebbero stati felici, sarebbero stati insieme, tutti insieme.
Forse, e questo è davvero assurdo, forse Harry si sarebbe salvato grazie al suo sacrificio. Sarebbe stata una cosa stupenda. Magari sarebbe riuscito a scappare, e a sopravvivere, e Silente di sicuro lo avrebbe protetto. Sarebbe cresciuto, sarebbe diventato grande e forte, ed avrebbe ricordato sempre di come la sua mamma fosse morta pur di salvarlo.
Forse, chissà, Severus lo avrebbe aiutato, comportandosi come il padrino che James non gli aveva permesso di essere, forse avrebbe completato il suo lavoro di angelo custode proteggendo se non lei almeno l’unico dei suoi figli che era riuscito a sopravvivere. Sarebbe stato un sogno. E, soprattutto, sarebbe stato da lui. Sì, Severus era esattamente il tipo di persona che avrebbe potuto fare una cosa del genere. Era una delle persone più buone e coraggiose che lei avesse mai conosciuto, anche se lui stesso non lo sapeva.
Si parò dinnanzi alla culla.
- Dovrai uccidermi, e passare sul corpo straziato mille e mille volte, e non sarà comunque abbastanza, - rispose alla fine Lily, guardando con tutto l’odio del mondo – perché nemmeno la morte potrà mai impedirmi di proteggere mio figlio da te, sappi che non lo consegnerò mai ad un mostro.
I momenti che passavano fra quel discorso e la sua morte furono così interminabili che la Evans si illuse, per un momento, che sarebbe riuscita a sopravvivere.
Sì, lei era lì, le mani sul grembo, forte e fiera, suo figlio poco dietro.
Forse lo avrebbe impietosito. Forse si sarebbe commosso. Forse li avrebbe lasciati andare.
Forse si sarebbero salvati, tutti e tre.
Se solo avesse provato pietà per anche solo un istante, quell’attimo le sarebbe bastato. Se avesse abbassato la bacchetta, avrebbe afferrato il suo bambino e sarebbe fuggita via prima che quel mostro cambiasse idea.
Sarebbe corsa ad Hogwarts, più veloce del vento, con i suoi due bambini, e sarebbero sopravvissuti.
Sopravvissuti per almeno sette mesi, sette mesi sarebbero stati abbastanza. E poi sarebbero stati in tre, e sarebbe stato ancora più bello.
Sì. sarebbero sopravvissuti. E Albus li avrebbe protetti, glielo doveva.
Sarebbero stati al sicuro tutti e tre, e vivi, addirittura.
Forse Severus li avrebbe raggiunti.
Sì, magari li avrebbe raggiunti. Poteva unirsi a loro, lui che aveva tentato di salvarli, poteva essere felice con loro.
Potevano essere amici ancora, stare insieme, sarebbe stato il padrino dei suoi figli, dopo tutto.
Magari, magari avrebbero ricominciato daccapo, tutto daccapo, e sarebbe stato tutto perfetto.
Magari sarebbero cresciuti insieme, i suoi due bambini, e sarebbero stati al sicuro. Lei li avrebbe protetti. Severus li avrebbe protetti.
Magari la guerra sarebbe finita un giorno, e Voldemort sarebbe stato sconfitto, e allora sarebbero stati liberi.
Magari avrebbero potuto comprare una casa, una piccola le sarebbe bastata, ed avrebbero potuto vivere insieme, ed essere felici, perché se lo meritavano tutti e tre, tutti e quattro.
Magari sarebbe stato tutto perfetto, o almeno ci sarebbe andato vicino, non importava poi molto, sopravvivere sarebbe già stato abbastanza, potevano accontentarsi.
Magari sarebbero andati in vacanza al mare, ed il castello di sabbia i suoi bambini avrebbero potuto costruirlo insieme.
Magari sarebbero andati anche in montagna, ed, anche se lei non era capace a sciare, probabilmente avrebbe imparato, avrebbero imparati tutti insieme.
Magari avrebbero potuto stringersi davanti al fuoco nelle domeniche fredde d’inverno, e dormire abbracciati tutti e tre nel lettone quando i bambini avrebbero avuto gli incubi. Avrebbe potuto portarli alle giostre, ed aiutarli a fare i compiti quando li avrebbero trovati troppo difficili. Avrebbero potuto andare a cavallo, a primavera e a vedere una partita di quidditch di quelle che piacevano tanto al loro papà. Avrebbe potuto leggere loro delle favole prima che si addormentassero, e poi avrebbe potuto…
- Avada Kedav...


[continua]

Salve! Ovviamente sì, ho appena plagiato me stessa! Questa fan fiction, infatti, è il seguito di una mia shot, chiamata appunto l'Ultima Sera, di cui ho immaginato un seguito, tutto qui. Spero davvero che la storia non vi deluda. Bacioni. Giulia.
   
 
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