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Autore: Kiki May    23/09/2011    3 recensioni
Storia AU, ambientata nell’Inghilterra dei nostri giorni. Buffy Summers è candidata a sindaco di Londra e trova sostegno in un gruppo di fidati collaboratori. Ben presto la donna dovrà fare i conti col passato e con William, compagno del suo defunto mentore Giles.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Angel, Buffy Anne Summers, Un po' tutti, William Spike
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi col nuovo capitolo!

Nota iniziale: Ho deciso di chiamare anche Angel col suo nome da umano (Liam); visto che l’ho fatto per Spike/William non vedo per quale ragione non dovevo farlo anche per lui. Mi disturbava un po’ la mancata associazione dei nomi! XD
O sono entrambi Spike e Angel oppure sono William e Liam.

Detto questo, ecco a voi il nuovo capitolo di svolta della storia.
Angel fa il sexy *C*








21.








Lo staff assisteva all’intervista in religioso silenzio.
Solo i respiri di Willow, più affannati del solito, intervallavano le dichiarazioni di Warren Maers, determinato a rivelare l’inganno che si consumava dinanzi agli occhi dei londinesi.
La foto scelta dal portavoce del partito conservatore era particolarmente cruda: non solo Buffy era stata immortalata nel giardino di una casa di cura, ma teneva tra le mani un flaconcino di medicinali che, per associazione, i cittadini avrebbero considerato psicofarmaci.
“Vede, la nostra non è un’orribile campagna diffamatoria,” spiegò Maers, sistemandosi meglio nella poltrona.
“Noi vogliamo aprire gli occhi alla cittadinanza, mostrare ciò che deve essere mostrato! La signorina Summers ha taciuto le vere circostanze del suo ritiro dalla scena politica, anni fa. Vogliamo veramente affidare la nostra città, la nostra amata, illustre città, ad una donna così poco trasparente?”
“Ma stiamo parlando di un trattamento terapeutico! Non trova che l’informazione debba rimanere riservata, per rispetto della privacy di Buffy Summers?”
“È molto più complicato di così. Mi permetto di spiegare agli ascoltatori che …”

“Basta.” Mormorò Buffy, deglutendo inutilmente. “Basta.” Ribadì, alzando il capo.
Il primo sguardo che intercettò fu quello di Xander, che la fissava con occhi enormi per lo stupore e la confusione; accanto a lui c’era un’assistente giovane, appena entrata nello staff e … Lindsey.
Lindsey non diceva una parola.
Era serio, quasi indifferente, distaccato.
Buffy si tenne lo stomaco, sopprimendo una fitta di dolore improvvisa.
“Ho sentito abbastanza.” Disse, controllandosi. “Mi ritiro nel mio ufficio.”
Si voltò. Sentì Willow che la seguiva e la affiancava.
“Loro non avrebbero dovuto! Questa è invasione della privacy bella e buona! Hai sentito cosa ha detto quello stronzo di Warren?! Hanno dei certificati! Documenti medici riservati, che hanno certamente estorto a prezzo di profumatissime tangenti! Li distruggeremo! Sguinzaglieremo i nostri avvocati e dovranno pagarci danni per i prossimi due decenni!”
La candidata non ascoltava una sola parola.
Voleva stendersi un attimo in ufficio. Vomitare.
“Chiameremo Wyndham-Pryce col suo staff al completo! Distruggeremo quelle merde schifose prima del ventuno! C’è tempo prima del ventuno, vero? Non siamo in una condizione così disperata, vero?”
Buffy si aggrappò alla porta, esausta.
Cercò di tranquillizzare Willow, ma non riuscì a dire niente di sensato.
Il suono dell’ascensore la fece voltare: Liam era arrivato.
Il suo sguardo scuro, terribilmente serio tradiva la conoscenza della notizia.
Buffy mosse verso di lui, incerta, bloccandosi a metà corridoio.
Liam la fissava, immobile.
“Per fortuna sei qui!” esclamò Willow, disperata. “Hai appena sentito quello che –“
“Certamente. Mi dispiace.” Rispose lui, avvicinando Buffy, sfiorandole le braccia fredde.
In un istante si sentì catapultato nel passato, in un ufficio notarile accanto all’ex fidanzata che piangeva in silenzio la morte del suo mentore.
“Mi occuperò di te.” Disse soltanto.
La candidata si arrese, socchiudendo gli occhi chiari, abbandonandosi lievemente alla presa gentile.
Willow tacque, riflessiva.
“Ho capito.” Mormorò con ritrovata calma. “Io prendo l’incarico di dirigere le operazioni dell’ufficio stampa. Farò a pezzi i miei avversari.”
“Dovranno stare attenti, allora. Sei pericolosa quando ti arrabbi.” Sorrise Liam, nel tentativo di spezzare la tensione.
Abbracciò Buffy e la condusse all’ascensore.
Lindsey li aveva raggiunti di corsa.
“Ottimo.”
“Cosa?” domandò il dirigente, voltandosi a guardare il campaign manager.
La sua espressione più indurita e gelida del solito tradiva una determinazione feroce.
“Stai portando via Buffy: è ottimo.” Spiegò lui, senza tradire alcuna emozione. “Hai già in mente un luogo sicuro? I giornalisti vi staranno addosso dal secondo esatto in cui lascerete questo edificio.”
“Ho i miei metodi per evitare i giornalisti e, sì, ho già in mente un luogo sicuro.”
“Telefonami quando arrivi e tienimi informato. Provvederò a distrarre l’attenzione con qualche comunicato dell’ultima ora. Distruggeremo la campagna denigratoria montata da Maers.”
“Dovrebbe scegliere Buffy, in merito alla questione …”
La candidata strinse le spalle e annuì.
“Per adesso controbattete alle affermazioni di quell’idiota e smontate la legittimità delle accuse. Hanno frugato nei fascicoli che riguardano il mio stato di salute: hanno commesso un grandissimo errore.”
“Seguiremo questa linea. Dovrai rimetterti in sesto a breve, però.” Insistette Lindsey. “Non possiamo perdere tempo a pochi giorni dall’elezione.”
Lei deglutì, muta.
Si lasciò trascinare in ascensore senza aggiungere nulla.



William corse ad aprire, preoccupato.
“Entrate!” comandò, afferrando il modesto bagaglio portato da Liam, attirando a sé Buffy, che pareva più pallida del solito. “Ho appena finito di guardare lo speciale, non ho parole!”
“Non serve che tu ne abbia, si risolverà tutto molto presto.” Sussurrò lei, lasciandosi condurre nel salone principale.
Liam e William la assistevano come due infermieri premurosi.
“Io devo … devo scappare da qui, nascondere quantomeno la macchina …” cominciò il dirigente, aggrottando la fronte. “I giornalisti potrebbero averci individuati!”
“Non sanno che io abito qui? Non verranno ad appostarsi dietro la mia porta?”
“Non preoccuparti. Giles è stato sempre molto riservato e Buffy è venuta solo qualche volta, sempre da sola o con uomini fidati. Dovranno avere a disposizione alcune ore prima di precipitarsi.”
Lo scultore fece spallucce, pensoso.
Liam gli prese il volto con un gesto deciso.
“Non permetterò che prendano di mira anche te. Ho a disposizione un appartamento a Londra: qualora dovessero arrivare qui, saresti libero di trasferirti. Ti darò anche le chiavi.”
“Non c'è bisogno.”
“Ti prego, William.” Intervenne Buffy. “Lasciaci fare questo per te. Hai già aiutato abbastanza.”
Lo scultore annuì.
Chinò il capo ed esitò, allontanandosi da Liam.
“È un piacere per me.” Disse, sedendosi accanto a Buffy. “Ho promesso che ti avrei aiutata e, come vedi, non intendo sottrarmi. Ti ospiterò per tutto il tempo necessario.”
“Grazie.”
“Sistemo il tuo bagaglio in camera da letto.”
William si allontanò, seguito dall'amante.
Sospirò, poggiando le braccia alla parete della stanza scura.
“Cos’hai?”
“Questa situazione è proprio assurda ed io me ne rendo conto ora. Siete nel bel mezzo di una campagna elettorale e non potete lasciare che le vicende personali –“
“Aspetta, frena! Cosa stai per dirmi?” domandò il dirigente, avvicinandosi d’impulso.
“Non dovremmo.” Mormorò lo scultore, sconfitto.
Liam scosse il capo, negativo, e lo strinse tra le braccia.
“Non dire così, ti prego. Non dirlo.”
William sorrise ironico, nell’incavo del suo collo.
“La cosa sciocca è che mi sento trasportato indietro nel tempo. Stavolta sono io a tirarmi indietro per paura, non Giles.”
Liam si staccò e gli prese nuovamente il volto.
“Non c’è niente che sia più importante di te, per me. Se sarò costretto a chiamarmi fuori per questo lo accetterò volentieri.” Dichiarò, determinato e sincero.
William inclinò il capo, studiando la sua espressione.
“Tutto questo per me … è proprio una stronzata.”
“No.” Rispose Liam. “No. È che ti amo.” Confessò.
William trattenne il fiato.
Si premette contro di lui, baciandolo appassionatamente.
Lo spinse contro la parete, bloccandolo, ed esercitò una leggera pressione volta a dominarlo. Liam si arrese, ansimando. Passò al contrattacco, mordendo la bocca del suo amante con contenuta aggressività, aggrappandosi a lui con forza.
“Sono sincero, ti amo.” Ribadì, prima di staccarsi.
Sistemò la camicia sbottonata e la giacca scura, leccandosi le labbra arrossate.
Tornò in corridoio.

 

 

 

 

 

 

 

  
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