Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: shy angel    27/09/2011    2 recensioni
Gli Angeli esistevano. Non poteva negarlo.
Jorge era un Angelo. Vero anche questo.
Lei era la protetta di Jorge. Discutibile.
Lei era destinata a fare grandi cose. Assolutamente e categoricamente, no!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 3_ Ma non dovevamo vederci più?!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Si spostò dalla posizione statuaria che aveva assunto. Jorge continuava a fissarla scrutando ogni suo respiro mozzato, ogni spostamento involontario del suo corpo.
Il vento gelido che ogni Angelo della stella nera portava con se scompose gentilmente la folta chioma bruma della giovane Ginevra.
Lei attendeva una risposta; voleva sapere chi fosse quel meraviglioso sconosciuto apparso improvvisamente sulla sua veranda.
Jorge deglutì in difficoltà con le parole. Attendeva quel momento da tanto, forse troppo, tempo ed ora la sua spavalderia era scomparsa.
Gli occhi di Ginny ardevano di curiosità di eccitazione e allo stesso tempo di paura.
<< Dimmelo!! >> sussurrò, capendo inconsciamente di non poter rivelare a nessuno l’esistenza di quel ragazzo << Chi sei? >>.
Deglutii a vuoto alla ricerca di aria.
<< Ginevra >> iniziò lui sporgendosi meccanicamente verso di lei.
Ginny fece un passo indietro e sporse una mano in avanti per bloccare il cammino del giovane.
<< Non avere paura di me, ti prego… >> le intimò con voce roca.
<< Rispondi ! >> rapida e schietta lei.
<< Forse dovresti sederti… è un po’ diff.. >>
<< Rispondi… >> strillò Ginny.
<< Shhhh… >> spalancò gli occhi lui atterrito dalla reazione della ragazza << ok … parlo … ma tu stai calma, eh!? >>
<< Parla >> scandì lei.
Jorge sospirò.
<< Ginevra >> alzò lo sguardo per fissare il cioccolato nei suoi occhi << io sono un Angelo, il tuo Angelo e… >>
Ma fu interrotto ancora, da una risata isterica. Ginny si dimenava in  preda a una qualche pazzia.
<< Sei pazzo… >> altre risa << Pazzo.. >>
Jorge si spazientii ad essere preso in giro e, con una velocità unica e angelica,  si spostò alle spalle di Ginny senza che lei lo sentisse.
<< Ma.. >> la moretta non lo vide più di fronte a se e spalancò gli occhi meravigliata.
<< Sono qui >> sussurrò Jorge al suo orecchio, posando una sua mano sul fianco caldo di Ginny.
 Quest’ultima si scostò immediatamente nonostante quel tocco gelido non  la disturbasse affatto.
<< Come hai fatto?? >> chiese sottovoce incredula.
<< Siediti e ascoltami >> la fissava intensamente negli occhi mentre le parlava.
Lei trattenne un attimo il fiato, indecisa su cosa fare. Poi annuì, più a se stessa che al presunto Angelo ed entrò in casa.
Jorge fece un mezzo sorriso e la seguì.
Osservò molto attentamente ogni azione: lei che si avvicinava alla scrivania, lei che scostava la sedia, lei che vi si sedeva, lei che gli indicava con un cenno di mano il letto invitandolo a sedersi.
Jorge si avvicinò al materasso e vi sprofondò sedendovi; scostò il romanzo di Charlotte Bronte che stava leggendo Ginny e poi iniziò a parlare.
<< Esistono diversi tipi di Angeli; io sono fra gli Angeli della stella nera. Noi non siamo gli angioletti bianchi che si fanno disegnare ai bimbi; noi siamo Angeli dalle ali nere in attesa di redenzione. Viviamo sulla Terra il nostro Purgatorio in attesa del nostro prescelto: un prescelto la cui iniziale ci viene impressa con dolore sul cuore >> spiegò brevemente.
Dicendo questo sbottonò i primi tre bottoni della camicia nera e la scostò per farle vedere la stella sul suo petto.
Ginny si alzò cauta e si sedette al fianco di Jorge. Fissò i suoi grandi occhi neri, poi quella specie di tatuaggio. La sua mano destra si avvicinò al petto del giovane; l’indice percorse i bordi della stella nera e poi la G bianca disegnatavi all’interno.
<< Perché con dolore? >> chiese infine lei.
<< In punto di morte qualcuno ha pregato per me e per purificare la mia anima impura. L’unico modo di purificazione di un’anima peccatrice è venir toccata dalla spada infuocata di un Angelo giustiziere. Toccando quell’anima, lascia sul corpo un’incisione riguardo il suo distino: io sarei stato l’Angelo protettore di un predestinato, qualcuno che avrebbe fatto grandi cose; l’avrei curato, consolato, custodito. In sua attesa avrei vagato sulla Terra senza meta >> ammise riabbottonandosi la camicia.
<< Ti sbagli >> disse lei << Non sono proprio nessuno e non sono destinata a fare nulla di tanto particolare >>
Ginny si alzò dal letto spaurita. Jorge la bloccò afferrandole la mano.
<< E’ difficile, posso capirlo, ma fidati! Tu sei una predestinata >> affermò convinto lui.
<< Ma tu, vieni a casa mia, non mi dici neanche come ti chiami, mi riempi di frottole e pretendi che ti creda?? Vattene!! Per favore. >> lentamente abbassò il tono della voce << voglio pensare… non voglio vederti! >>
Jorge si alzò avvicinandosi al balcone mentre sentiva Ginny che camminava alle sue spalle.
Si voltò e la osservò. Si stava stringendo le braccia al petto, come se sentisse freddo, dai suoi occhi fissi sul pavimento traspariva paura.
Le sfiorò con le dita delicatamente la guancia morbida e calda infondendole coraggio. Immediatamente lei si sentì rincuorata da quel potere ancora sconosciuto dell’Angelo. Poi lui le disse: << Il mio nome è Jorge >>
Dispiegò le sue grandi ali nere e scompari nella notte che ormai era calata.
Ginny rimase li, senza parole, atterrita da tutto, mentre un’altra piuma nera cadeva davanti a se.
Tornò in camera con gli occhi ancora sbarrati dall’incredulità, si chiuse alle spalle la portafinestra e si sedette sul suo comodo letto.
Rifletteva su ciò che aveva visto pochi minuti prima e continuò a farlo durante la cena insolitamente silenziosa e mentre si svestiva prima del bagno caldo e ancora durante la notte passata quasi insonne.
Era stesa supina con la paura di voltarsi verso la vetrata che dava sul balcone, dove lui era volato via.
Un Angelo…. un Angelo custode… e lei una “destinata a fare grandi cose”. Rise.
Era tutto tremendamente folle.
 
La mattina seguente, la sveglia non era ancora suonata che lei era già in piedi.
Arrivò a scuola presto. La sua amica Alice aveva raccolto i suoi lunghi capelli biondi in una treccia laterale ed, entrata in classe, si immobilizzò.
<< La regina dei ritardatari è alle.. >> guardò il cellulare << alle otto meno venti in classe?! >>
Lasciò cadere lo zaino e corse incontro all’amica che fino a quel momento era rimasta immobile.
<< Cos’è successo, Ginny? >> nonostante cercasse di trattenersi, dalla voce di Alice traspariva una nota di preoccupazione.
<< Devo parlarti! >> disse seria la mora.
Uscirono dalla classe sottobraccio; avevano circa quindici minuti prima che iniziassero le lezioni.
Iniziarono a girare in tondo lungo il corridoio del primo piano, Ginny sciolse il suo braccio da quello dell’amica e iniziò a parlare.
<< Ieri ho… incontrato >> pensò ai termini giusti da usare << un… >> ed ora? Che avrebbe detto? Un angelo? Alice le avrebbe riso in faccia… continuò allora così << un ragaz… >> ma sbatté contro qualcosa, o meglio, qualcuno.
<< E guarda dove cammini! >> si stizzì Ginny per poi fissarlo negli occhi e riconoscerlo.
<< Scusami >> Jorge la guardò intensamente mentre con le mani la sorreggeva dagli avambracci.
Ginny si perse ad analizzare ogni spigolo angelico del suo volto, ogni curva dei suoi ricci, ogni sfumatura dei suoi occhi, oscuri come il mistero che celavano.
Jorge invece si immergeva nel cioccolato fuso dei suoi occhi scorgendovi anche delle striature verdi, onorava quelle labbra carnose e desiderava poter sfiorare ancora quelle rosee guance.
Alice li fissava con un sorriso furbo dipinto sotto quel nasino a patata.
Ginny si svegliò da quel torpore che l’aveva assopita per quello che pensò fosse troppo tempo e si scostò quasi bruciata dal tocco di lui.
<< Spero proprio di non doverti incontrare continuamente… >> sibilò scansandolo e sorpassandolo.
Alice senza parole si scusò per l’amica e raggiunse la sua amica che si era trasformata in un’auto da corsa. La fermò.
<< Ma che t’è preso? >> la rimproverò la bionda.
<< Niente >> sbuffò.
<< Niente?! Quello non era niente!! Un momento vi studiavate come due innamorati e il momento dopo lo hai respinto come se avesse la rabbia!! >>
Ginevra distolse lo sguardo mentre Alice passava a perlustrare lo spazio alle sue spalle.
<< E poi >> continuò sempre la bionda << non è neanche male!! >>
Alice lo stava ammirando: spalle larghe, jeans leggermente calati, la tracolla appesa ancora ad una spalla, riccioli perfetti.
Ginny sbuffò e tornò in classe girando dal corridoio opposto a quello dove si trovava Jorge.
<< Ehi… ehi… >> la richiamò  Alice spazientita << Ma che hai?! Si può sapere!? >>
<< Nulla… solo che non voglio vederlo, ok ? >> era infuriata.
<< Ok, ok >> disse Alice alzando le mani in segno di resa << Ma appena ti calmi mi spieghi perché…>>
Le lezioni passarono mentre la nostra Ginny fissava la pioggia battere sui vetri. Era uno dei soliti acquazzoni primaverili: venivano giù proprio il primo giorno che mettevi un paio di sandali o lasciavi l’ombrello a casa.
La pioggia le era sempre piaciuta; lo scrosciare imperterrito sui vetri di tutte quelle gocce fredde erano, per lei, come una ninna nanna; la faceva pensare. La sua mente ora vagava alla ricerca di una risposta alla domanda che la opprimeva da quell’incontro sul balcone: cosa avrebbe dovuto fare con Jorge? O per meglio dire col Sono-il-tuo-Angelo-Jorge?
Tre ore di lezione erano passate – Biologia, Latino, Storia – in cui i professori che si erano alternati avevano perso inutilmente la voce; Ginny era nel suo mondo fatto di gocce che battono sui vetri e di rugiada su fiori rossi come il fuoco.
A ricreazione lo evitò cambiando per ben tre volte strada, percorrendo scale e piani inutilmente pur di non trovarselo in front of, avrebbe detto la sua amica inglese Cameron.
Altre tre ore di lezione annoiarono i poveri alunni della scuola ****.
Come il giorno precedente e come lo sarebbero stati i successivi 32 giorni l’unica fonte di salvezza, la campanella, suonò alle 14 in punto.
Ginny quel giorno non sorrideva, era pensierosa. Si dimenticò persino di salutare le sue amiche e di accordarsi per l’incombente fine settimana – era già Venerdì-.
Alice le lanciò uno sguardo preoccupato fino a quando scomparì dalla sua vista svoltando l’angolo.
Stessa strada da tanti anni eppure quel giorno qualcosa doveva accadere. Mettere un piede dopo l’altro era veramente difficile, specialmente se la tua mente è affollata da un volto dai lineamenti angelici. Ginny inciampò e con lei il cellulare le sfuggì di mano.
Ma un braccio fermò la sua caduta e l’altro afferrò al volo l’oggetto azzurrino.
Per la seconda volta in quella giornata il suo sguardo incrociò quello di un Angelo.
<< Ancora tu >> si rimise in piedi con un esaustivo sguardo esasperato.
<< ...ma non dovevamo vederci più?! >> rise lui citando una canzone di uno dei più importanti cantanti italiani e capendo al volo lo sguardo di lei.
Ginny afferrò bruscamente dalle mani di Jorge il cellulare, poi guardò male l’Angelo e con passo celere tornò a casa.
Dopo la solita routine, salì dalla zia.
<< Bentornata cara! >> l’accolse la donna.
<< Ciao! >> Brusca! Si… era veramente brusca!
<< Com’è andata a scuola? >>
<< Bene! >>
<< Cosa avete fatto? >>
<< Niente! >>
<< Riusciremo ad avere una conversazione normale oggi? >> chiese scettica.
<< No! >>
Silenzio.
Ginevra mise il broncio e tragugiò quello che c’era nel piatto senza capire bene cosa fosse.
<< Vado a stendermi! >> e con sguardo infuriato andò in camera sbattendo la porta.
“ Spero sia l’adolescenza ” penso la donna col piatto da lavare ancora fermo a mezz’aria.

Intanto una voce sexy accolse la giovane in camera. << Ciao! >>
Se avesse potuto l’avrebbe incendiato con lo sguardo.
Jorge, in tutta la sua perfezione angelica, era steso sul suo letto, le spalle appoggiate alla testiera del letto, le braccia incrociate al petto e un ghigno sulle labbra.

_______________________________________________________________

Scusate scusate scusate per il terribile ritardo ma come al solito la scuola (appena ricominciata) ha già iniziato a gravare sulle mie povere spalle da liceale/maturanda O.O
Spero che questo capitolo abbia iniziato a intrigarvi... Jorge si rivela a Ginevra? 
Vi aspettavate che lei reagisse così??? E che lui fosse così ostinato??
Spero che continuerete a leggere questa storia e che vi piaccia :D
Shy angel




 

Piccolo Spoiler del prossimo capitolo: 

Eppure la sua mente era assillata dallo sguardo color notte del suo Angelo. “No!” si corresse mentalmente “Non ho alcun Angelo io!”. 

Sapeva in cuor suo di essere legata in modo ancora sconosciuto a quel ragazzo di un’altra epoca ma non voleva farsene una ragione. 

A presto! :D
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: shy angel