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Autore: samy_97_    29/09/2011    1 recensioni
[Due sorelle venute dall'Italia, una rossa tutta pepe, tre bellissimi ragazzi conosciuti nella nuova scuola. Mescolate tre etti di amicizia, due d'amore, un pizzico di gelosia, e...] "La storia che mi appresto a narrarvi inizia dopo cinque anni di assoluta “sorellanza” tra me e mia sorella, precisamente il 9 Giugno dei nostri 17 anni. Destinazione Fell's Church." AGGIUNTO IL PROLOGO AL PRIMO CAPITOLO
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ecco finalmente il nuovo capitolo. Come ho scritto nell'avviso, purtroppo, il pc è tornato solo ieri dalla sua lunga convalescenza (lasciatemi dire che quelli dell'assistenza sono degli incapaci!) e appena ho potuto ho pubblicato.

Comunque, oltre a questo capitolo, mancano il 14 e infine l'epilogo. Il 14 è già pronto, quindi pubblicherò prima di un mese, almeno spero!

Spero che seguiate ancora la mia storia!

Buona lettura!


13.

-Cioè, in pratica, voi ci state dicendo che questi tre sarebbero vampiri? Cioè, in pratica, succhiano sangue e uccidono persone?-

-Non mi sembrava che avessi tutta questa paura dei vampiri, prima.- disse Alyssa gelida. Io le lanciai un’occhiataccia e le chiesi di occuparsi del suo fidanzato che sembrava stesse per andare in iperventilazione.

-Non c’entra! Era un gioco, uno stupido gioco!-

Presi la mia tazza di camomilla e la portai alle labbra bevendola a piccoli sorsi e cercando di calmare il cuore.

-Perché non me l’hai detto?-

Lo guardai –Mi avresti creduto?-

Lui annuii, sicuro –Certo che si!- ma io ne dubitavo sinceramente.

Sarei stata io la prima a non crederci, figuriamoci Nicola.

Mi accomodai meglio sul divano, aspettando la prossima reazione del mio migliore amico.

-Comunque- sbottò alzandosi dal divano –Io da qui me ne vado.-

Mi alzai anche io di scatto e mi parai davanti di lui ancora con la tazza in mano.

-Ma sei matto? A quest’ora? Potresti incontrare altri vampiri come quello di prima e questa volta potresti non riuscire a scappare!-

-Ma per favore. Quanti vampiri vuoi che ci siano in una cittadina così piccola?-

-Vedi perché dico che era meglio che rimaneste allo scuro di tutto?- iniziai ad urlare. –Reagisci in modo stupido e sconsiderato, inizi a sragionare e ti metti in pericolo.-

-Non mi succederà niente, come non mi è mai successo niente in questi 18 anni.-

Aprii la bocca per urlargli qualcosa ma Damon mi mise una mano sulla spalla e mi fece risedere a fianco a lui.

-Aspetta almeno domani mattina, quando non farà più buio.- disse Elena –Poi andrete dovunque vorrete.-

Lui annuii.

-Ma io non me ne voglio andare. Insomma, se aveste voluto farci del male in questo momento non saremmo ancora qui.- disse Jessica

Stefan annuii e mia sorella si strinse di più ad Alessandro.

Sorrisi pensando che era lo stesso pensiero che avevo fatto io mesi prima.

Dopo un po’ andai in camera mia, lasciando gli altri giù a discutere. Entrai in bagno e mi feci una doccia lunga e calda e cercai di rilassarmi sotto il getto regolare dell’acqua.

Lo sapevo che Nicola non doveva sapere niente, lo sapevo. Magari gli piaceva giocare ai vampiri, ma tra giocare e sapere che esistevano veramente ne passava di acqua sotto i ponti.

Scossi la testa triste pensando che avevo perso il mio migliore amico e mi vennero le lacrime agli occhi. Il giorno dopo sarebbe partito e dieci anni di amicizia sarebbero andati a puttane e non sapevo se fossi riuscita a sopportarlo.

Insomma, lui è sempre stato il mio migliore amico c’è sempre stato in tutti questi anni, è sempre stato una presenza costante nella mia vita perfino quando ci sono stati chilometri e chilometri a dividerci. E ora stava per finire tutto, solo per una stupidata.

I vampiri c’erano sempre stati solo che lui non lo sapeva.

Uscii dalla doccia, mi asciugai e mi misi il pigiama, il tutto cercando di trattenere le lacrime.

Stavo per uscire quando sentii bussare alla porta del bagno. Pensai che fosse mia sorella, ma quando aprii la porta e mi trovai davanti Damon mi buttai tra le sue braccia e cominciai a singhiozzare.

Lui mi portò verso il letto e mi carezzò i capelli lentamente, sussurrandomi di calmarmi.

Non lo ascoltai e continuai a piangere, afferrando la camicia nera di Damon tra le dita e stringendola, mentre le lacrime continuavano a scendere dai miei occhi.

Quando mi calmai notai che Damon aveva smesso di accarezzarmi i capelli. In quel momento aveva tutte e due le braccia sui miei fianchi e la testa posata sulla mia.

Dio, quanto l’amavo. Anche in quel momento di assoluta disperazione mi misi a pensare a quanto ero innamorata di quel vampiro. A volte mi faceva anche paura. Se lo avessi perso sarei impazzita, sarei andata fuori di testa.

Non riuscivo a immaginare il mio futuro senza vederlo accanto a me. Futuro.

Ma lui era un vampiro e io prima o poi sarei cresciuta e poi morta. Anzi no, prima della morte sarei diventata una vecchietta rachitica e con il morbo di Parkinson.

Rabbrividii a questo pensiero e mi strinsi di più a lui, poi alzai la testa.

-Và meglio?- mi chiese accarezzandomi il viso impiastricciato di lacrime.

Io scossi la testa e lo guardai nei suoi occhi azzurri.

-Trasformami.- gli chiesi in un sussurro appena udibile.

Lui mi guardò scioccato, con gli occhi spalancati. -Quando ti è venuta quest'idea stupida?-

-Non è stupida!- protestai subito. -Io invecchierò e tu rimarrai sempre uguale a come sei ora.-

-Ora come ora non è il momento di pensarci. Un attimo fa non eri sconvolta per la partenza di quel tipo?-

Sorvolai sul fatto che non aveva usato il suo nome -Si, ma non ci posso fare niente. Chi sono io per decidere quello che deve o non deve fare? Mi dispiace certo...- dissi parlando più a me stessa che a lui.

Lui scuote la testa e tace.

Dopo qualche minuto di silenzio dissi: -Guarda che non mi sono arresa, sai? Prima o poi mi trasformerai.-

Avvicinai il mio viso al suo e lo baciai.

Ci baciammo per parecchio tempo e ci staccammo solo per riprendere fiato.

Le labbra di Damon scesero sulla mia guancia e poi sul mio collo, facendomi venire mille brividi per tutto il corpo.

Mi stese sul letto e io lo strinsi di più per dargli il consenso.

Sentii, come le altre volte, i denti che mi perforavano la pelle del collo e poi tutto divenne magnifico.

Era ogni volta migliore, ogni volta più meraviglioso.

Era come se mi stessi fondendo con Damon, sentivo tutte le sue emozioni, tutti i suoi sentimenti. Era come essere in paradiso.

Si staccò dopo molto, ma a me sembrò sempre troppo poco. Aprii gli occhi, ma dovetti richiuderli subito perchè la luce accecante del lampadario mi dava un fastidio tremendo.

Sentii Damon che si alzava e si metteva seduto e lo stesso feci io, aprendo gli occhi e alzandomi allo stesso tempo. Sbaglio terribile.

Barcollai e mi dovetti sorreggere a Damon per non ricadere distesa sul materasso.

-Ne ho preso un pò troppo.- disse il vampiro accanto a me prendendo dal comodino un coltellino multiuso e tagliandosi la base del collo.

Guardai i suoi occhi accesi di passione come, probabilmente, erano i miei e mi avvicinai alla ferita che si stava già rimarginando.

Bevvi avidamente e sentii che, a mano a mano, le forze ritornavano.

Quando finii mi stesi sotto le coperte e Damon si stese accanto a me, stringendomi con un braccio attorno alla vita.

Dopo qualche minuto di silenzio capii che non avevo per nulla voglia di dormire, così aprii gli occhi e sciogliendomi dalla stretta di Damon mi misi seduta.

Lui alzò gli occhi la cielo e posò la testa su un braccio, guardandomi.

-Tutte le persone normali dopo quello che è successo oggi si metterebbero subito a dormire.-

-Non ho sonno.- dissi alzando le spalle e sorridendo.

-Ovviamente.- disse scuotendo la testa.

-Ehi!- gli dissi indignandomi –Vuoi dire che non sono normale?-

-Stai con un vampiro.- mi rispose solamente. E quello diceva tutto.

Iniziai a ridacchiare, poi mi venne in mente una cosa che volevo chiedergli da tempo.

-Oltre che in un corvo puoi trasformarti in qualcos’altro?-

Lui sorrise –Questo dimostra che stai dormendo in piedi!-

Io lo guardai stupita e, sotto i miei occhi, la sua figura iniziò a tremolare fino a che non divenne un lupo con il pelo nero con i riflessi dell’arcobaleno.

-Oh, giusto.- sussurrai incantata dall’animale che avevo davanti.

La sua figura trasmetteva eleganza e maestosità.

Alzai titubante una mano e la diressi verso il muso che iniziai ad accarezzare piano. Il lupo-Damon mi fissò e poi si avvicinò fino a che non fummo a pochi centimetri di distanza, poi di mise seduto con il muso sulle mie gambe.

-Oh, ma come sei carino!- esclamai continuando ad accarezzarlo.

Ma a quanto pareva non gli piaceva essere definito “carino” visto che si mise a ringhiare piano, cosicché io alzai le mani verso l’alto dicendo –Oltre che terribilmente spaventoso, ovviamente!-

Lui smise di ringhiare e si riacquattò sulle mie gambe e io continuai ad accarezzare il suo pelo fulvo per un po’, finchè non decise di ritornare ad avere un aspetto umano e io mi ritrovai a passere le dita tra i suoi capelli corvini.

Damon fece forza sulle braccia muscolose e raggiunse la mia altezza, così fummo occhi contro occhi. Dopodiché mi baciò. Fu un bacio profondo e terribilmente lungo, tanto che quando ci staccammo mi ritrovai ad ansimare.

Lui mi carezzò dolcemente una guancia e poi mi prese tra le braccia e tornammo a stringerci sotto le coperte.

Non mi addormentai facilmente, quella sera, perché sentivo che nell’aria c’era odore di cambiamento, ma non sapevo se era per la partenza di Nicola o per qualche altro avvenimento.

Riuscii a dormire solo seguendo il ritmo dei respiri calmi e lenti di Damon.


♥ ♥ ♥


Il mattino dopo mi svegliai all’alba perché sentii Damon svegliarsi e alzarsi di scatto. Alzai il busto dal letto, ancora assonnata e lo guardai aprire le finestre e guardare fuori con attenzione.

-Che succede?- gli chiesi piano.

-Niente, torna a dormire.- mi disse senza girarsi verso di me. Non facendo come mi aveva consigliato, mi alzai e lo affiancai, ma non potevo pretendere di vedere qualcosa che non vedeva nemmeno lui con la super-vista.

Dopo qualche minuto chiuse la finestra, tirò le tende e scosse la testa, girandosi e augurandomi il buongiorno.

Io gli sorrisi e andai in bagno a farmi la doccia e a vestirmi decentemente.

Scesi a far colazione stando attenta a non fare rumore e a non svegliare gli altri che dormivano nelle camere vicino alla mia, anche Stefan ed Elena.

Trovai Damon in salotto seduto su una sedia della cucina che mi aspettava sorridendo.

-Wow,- dissi appena lo vidi –Mi hai preparato la colazione! Ma che carino!- risi pensando alla scena della sera prima.

Il suo sorriso sparì e sollevò le sopracciglia. Io scoppiai a ridere e andai a dargli un bacetto sussurrandogli –Scherzavo- sulle labbra, per poi sedermi a tavola e iniziare a mangiare con avidità tutto quello che c’era in tavola.

Quando finii diedi una sciacquata alla tazzina e la misi nella lavastoviglie che c’era appena sotto il lavabo, poi mi andai a sedere sul divano insieme a Damon, dove passai le seguenti due ore a prepararmi psicologicamente per quello che sarebbe successo nella mattinata.

Verso le sette e mezza scesero tutti, Nicola compreso. Non ebbi il coraggio di guardarlo negli occhi, ma cercai con lo sguardo le valigie pronte che non vidi.

Fecero tutti colazione in perfetto silenzio fino a che non sentimmo un botto provenire dal bosco.

Damon scattò in piedi e si avvicinò alla porta principale senza però superarla e tutti noi lo accerchiammo cercando di vedere qualcosa al di fuori degli alberi e della neve che, ormai, ricopriva ogni cosa.

Guardai il mio ragazzo in viso: aveva i lineamenti induriti e gli occhi ridotti a due fessure. Nello stesso momento Elena gemette guardando qualcosa dalla finestra che noi comuni mortali non potevamo neanche immaginare.

Ma dopo pochi secondi anche noi potemmo vedere ciò che terrorizzava Elena.

La rossa Gisèle arrivava dal bosco accompagnata da una mezza dozzina di vampiri tutti affamati e con i canini allungati. Gisèle stava proprio nel mezzo e, a mano a mano che procedeva, iniziammo a sentire i ringhi affamati dei vampiri attorno a lei. Uno si provò a buttare verso la porta, ma lo scudo che proteggeva la casa era invalicabile, a meno che non fossero stati invitati. E statene certi: nessuno di noi aveva intenzione di invitarli ad entrare.

Alessandro strinse di riflesso mia sorella a sé e lei nascose la testa nel suo petto.

-Mi sa che non andrai a casa quest’oggi.- disse Jessica con gli occhi sgranati a Nicola.

-Oh, se ti può far stare tranquilla non avevo intenzione di farlo.- rispose lui non distogliendo lo sguardo dall’armata di vampiri che procedeva nel nostro giardino.

Alle parole del mio amico mi concessi solo un piccolo sospiro di sollievo, ma non feci altro se non guardare Gisèle che si metteva esattamente davanti a Damon e allungava una mano fino a poggiarla nello scudo.

-Ti trovo très bien, Dàmon.- disse con la sua vocetta ammaliante.

-Cosa sei venuta a fare qui con tutti questi vampiri affamati, Gisèle?- chiese lui, non rispondendo alla sua affermazione.

-Beh, potrei dire che sono venuta qui per fare a pezzi i tuoi amichetti- e nel dirlo guardò me –visto che i miei cari petits amici sono molto affamati. Ma ti propongo una cosa Dàmon.- disse guardandosi le unghie smaltate di rosso rubino.

-Voglio una lotta all’ultimo sangue. Solo tu e io.- gemetti –Se vinco, beh, i miei amici avranno il pranzo assicurato per un bel po’ di tempo, ma se vinci tu loro se ne andranno per sempre.-

-E cosa ci fanno qui, se posso permettermi, visto che vuoi che lottiamo solo tu e io?-

Lei sorrise malandrina e agitò una mano –Un incentivo a non scappare.- disse minimizzando.

-Allora ci stai?-

-Assolutamente no!- urlò Stefan mettendosi a fianco di suo fratello.

In quel momento ripresi a respirare. Pensare a Damon lì da solo a combattere contro quella pazza mi mandava in panico, ma se c’era Stefan al suo fianco era tutta un’altra cosa.

-Accetto.- disse, invece, lui non curandosi delle parole del fratello. Ritrattenni il respiro, mentre Stefan si girava.

-Noi siamo una squadra.-

-Anche loro.- rispose il mio Damon semplicemente.

-Ha ragione, Stefan.- iniziò Violet andandogli vicino –Siamo solo umani e tre vampiri non nel pieno delle forze contro sette non è equo. Damon ce la potrebbe fare se non lo intralciamo.-

A quel punto iniziarono a fischiarmi le orecchie e la vista mi si annebbiò.

-NO!- urlai e corsi verso Damon –Non puoi! Non lì fuori da solo!-

Lui mi mise i palmi delle mani sulle guancie e mi fissò negli occhi –Se non lo faccio morirete tutti, Katherine. Sopravvivrò, te lo prometto, e a quel punto giuro che ti farò diventare come me, così passeremo tutta l’eternità insieme.- poi mi baciò dolcemente e a lungo.

Si staccò e uscì dalla porta e il mio cuore perse un battito.


Spero, come sempre, che il capitolo vi sia piaciuto!

Chissà cosa succederà a Damon... vivrà o morirà???

Eheh, solo io lo so xD

Alla prossima!

°°Samirina°°


  
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