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Autore: Justice Gundam    09/06/2006    5 recensioni
Prima di Taichi, Yamato, Sora... c'erano altri cinque ragazzi prescelti, chiamati per sconfiggere le forze del male e riportare la pace a DigiWorld. Ma chi erano questi ragazzi? E quali vicende hanno vissuto? Finalmente, questi interrogativi avranno una risposta! Prequel di 'Digimon Adventure' e delle mie storie 'Adventure 02 Reload', 'Lord of Digital Rings', 'Invasion'... e le altre che arriveranno in seguito!
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Digimon Zero-02

Digimon Zero

Una fanfiction di Digimon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 2 - Arrivo a DigiWorld

Quella mattina, Sho Kusanagi si era alzato insolitamente presto: il sole aveva appena iniziato a far filtrare i suoi primi raggi oltre l'orizzonte, e l'orologio digitale appoggiato sulla credenza vicino al suo letto non segnava ancora le sette del mattino. Con un sospiro preoccupato, il ragazzino si era messo seduto sul suo letto, scostando le coperte e il copriletto azzurro decorato con stelle e pianeti. Si stiracchiò pigramente, detestando l'idea di non riuscire a dormire ancora come era sua abitudine nei weekend, e si stropicciò gli occhi con una mano, in modo da scacciare il torpore che ancora appesantiva il suo corpo. Poi, scostò di poco le tende della finestra sotto alla quale stava il suo letto. Un raggio di sole filtrò dal vetro, illuminando il letto disfatto e il suo occupante, vestito di un pigiama grigio a maniche lunghe.

Gli occhi di Sho si strinsero, non ancora riabituati alla luce, e il ragazzino si mise una mano davanti alla bocca per trattenere uno sbadiglio che minacciava di uscirgli dalla gola. Finalmente, quando la vista gli fu tornata normale, Sho si mise seduto a gambe incrociate sul materasso, gli occhi semichiusi che guardavano verso il comodino, concentrati sulle cifre in rosso splendente sul quadrante del suo orologio, e su quel piccolo dispositivo con lo schermo a cristalli liquidi...

"Già... quello..." mormorò Sho, ripensando con fastidio alla sera prima, al momento in cui lo schermo del suo computer veva iniziato ad emettere tutte quelle strane lucine, e quell'aggeggio era saltato fuori. "Ma che cosa diamine sarà, poi? Da dove è venuto? Io me ne intendo un pò di computer... ma una cosa del genere non l'avevo vista mai!"

Sho non aveva parlato ai suoi genitori di quanto era accaduto quella sera. Dopotutto, era sicuro che non lo avrebbero mai creduto. Aveva cercato di comportarsi come tutte le sere, restando a tavola con i suoi genitori, parlando del più e del meno... e tuttavia, ne era convinto, non era riuscito a nascondere ai suoi genitori il fatto che ci fosse qualcosa che non andava. Si era accorto di parlare meno del solito, di sembrare distratto... e, soprattutto, che i suoi genitori si erano resi conto del suo disagio. Prima che lui ritornasse in camera, sua madre gli aveva chiesto se c'era qualche problema che lo turbasse, e Sho l'aveva rassicurata dicendole che era stanco per la lunga giornata di scuola, e che non aveva bisogno d'altro che un pò di riposo. Detto ciò, aveva salutato i suoi genitori, e aveva loro augurato la buona notte, ritirandosi poi nella sua camera, infilandosi il pigiama, e fiondandosi a letto.

Il sonno, però, non era stato per niente facile. Quel piccolo aggeggio uscito dallo schermo del suo PC, qualunque cosa esso fosse, continuava a rimanere nei suoi pensieri, e Sho ci aveva messo un'ora buona per piombare finalmente nel mondo dei sogni. Sogni che, purtroppo per lui, continuavano a riportargli alla mente quella strana cosa. In sogno, Sho aveva visto sè stesso, Yurika, e altri tre bambini camminare assieme lungo quella che sembrava essere una strada di campagna: tutti avevano in mano dei dispositivi elettronici assolutamente identici al suo, e portavano al collo, come delle medagliette, degli oggetti non meglio identificati che brillavano di luce dorata. Ma la cosa forse più peculiare era che ognuno di loro era accompagnato da una strana creatura, ognuna di un tipo che Sho non aveva mai visto prima: un tirannosauro in miniatura dalle squame bianche, una grossa larva gialla striata di nero, un orsacchiotto con il berretto da baseball, un gatto nero che si reggeva sulle zampe posteriori, e uno strano uccello simile ad un incrocio tra un falchetto ed un gufo. Sembrava una scena tanto calma ed idilliaca, ma c'era qualcosa che non andava... per esempio, perchè il cielo era di un cupo colore blu oltremare, e solcato da una malata aurora boreale verde e gialla, che gettava una luce innaturale sull'intero paesaggio? E perchè ad un certo punto sembrava che la strada scomparisse nel nulla, finendo in un immenso, apparentemente infinito, buco nero?

Ma non era stato quello l'unico sogno strano della nottata: subito dopo ne era venuto un altro, decisamente meno tranquillo: Sho, Yurika, e gli altri tre ragazzi stavano assistendo, sbracciandosi e facendo il tifo, al duello che altre cinque strane creature (un drago alato, una gigantesca vespa meccanica, un uomo-leone cibernetico, una demonessa vestita di nero, e un corvo gigante) stavano sostenendo contro un'orrenda aberrazione dal corpo sferico e privo di arti, costellato di tentacoli che terminavano ciascuno con un occhio lucente e maligno. I cinque ragazzini avevano tutti in mano i famosi oggettini simili a videogiochi tascabili... e dallo schermo di ognuno di quegli strani aggeggi partivano dei raggi di luce che irradiavano i corpi del drago, dell'insetto robot, e degli altri mostri che affrontavano la bestia dai tanti occhi...

Poi, un cavaliere dai tratti draconici e dall'armatura azzurra che duellava con un demone umanoide vestito di una tunica e un cappuccio rossi...

Infine, nell'ultima visione, Sho aveva assistito al terrificante spettacolo di un colossale mostro dall'aspetto demoniaco, il cui corpo fuoriusciva da una struttura viola a forma di poliedro sospesa nel vuoto dello spazio. Numerosi artigli di metallo fuoriuscivano da svariati bocchettoni dorati sparsi qua e là... e due di essi erano diretti, con chiari e raggelanti intenti distruttivi, verso la Terra... e verso uno strano pianeta ad essa molto simile, ma i cui mari si trovavano là dove sul nostro c'erano i continenti, e viceversa!

A quel punto, il sogno era finito, e Sho si era alzato con uno scatto improvviso, respirando affannosamente in preda ad un terribile attacco di ansia. Gli ci erano voluti alcuni minuti per calmarsi, guardarsi attorno, e rendersi conto di essere ancora nella sua camera, nel suo letto dalle lenzuola bagnate di sudore. Un rapido sguardo verso l'orologio digitale gli fece notare che erano appena suonate le cinque del mattino... la notte era volata via senza che il ragazzino neanche se ne accorgesse!

Sho imprecò silenziosamente contro quegli strani sogni che avevano fatto volare via una notte di meritato riposo, e si alzò finalmente dal suo letto, infilando i piedi in un paio di pantofole blu lasciate lì vicino. Mormorando ancora qualcosa tra sè, si alzò in piedi e si stiracchiò di nuovo, voltandosi poi verso la finestra per aprirla completamente e permettere ai raggi ancora pallidi del sole di rivelare la sua disordinatissima stanza. Sho aprì la finestra e prese una boccata dell'aria del mattino, e questo ebbe l'effetto di svegliarlo completamente e scacciare le ultime vestigia di sonno.

"Allora, vediamo un pò..." si disse, andando verso la sua scrivania e consultando un piccolo calendario che teneva attaccato al muro vicino al suo PC. Vide che non aveva segnato niente sulla data attuale, il che gli parve un pò strano. "Niente... eppure mi sembrava di dover fare qualcosa oggi, ma non mi ricordo esattamente che cosa..." disse tra sè, sforzandosi di pensare a cosa potesse aver dimenticato. Dopo qualche minuto, finalmente gli si riaccese la lampadina.

"Oh, diavolo, è vero... stamattina ho appuntamento con Yurika a casa sua!" esclamò Sho, sobbalzando e alzando involontariamente la voce. Ricordandosi poi che i suoi genitori stavano ancora dormendo, si premette entrambe le mani sulla bocca, rimproverandosi per la sua sbadataggine. Non c'era niente da fare, da quando quella stupida sottospecie di inutile giochetto elettronico senza comandi gli era arrivata tra le mani, era finito nel pallone...

Dopo aver atteso in silenzio qualche istante, le orecchie tese pronte a cogliere qualsiasi suono potesse provenire dalla camera dei suoi genitori, Sho si tolse le mani dalla bocca e tirò un sospiro di sollievo. Meno male che mamma e papà avevano il sonno pesante, soprattutto durante il weekend... nemmeno la sua esclamazione ad alta voce li aveva smossi!

"Okay, è ufficiale... la giornata non è cominciata col piede giusto..." riflettè Sho, facendo per dirigersi verso l'uscita. Senza accorgersi di un modellino rimasto per terra, finì per dargli un calcio con il tallone destro, e un forte dolore gli esplose nel calcagno, facendolo sobbalzare e quasi strappandogli una colorita imprecazione.

"AHIOOO... cavolo, altro che... non è giornata, punto e basta!" sibilò a denti stretti, chinandosi verso il piede dolorante e massaggiandoselo nel tentativo di far cessare la fitta. Irritato, il ragazzino rivolse poi tutta la sua attenzione verso il giocattolo rimasto a terra, in mezzo a magliette, figurine ed altre amenità. Senza tante sottigliezze, Sho fece un mucchio di tutta la roba che stava lì vicino e la gettò in un angolo della stanza, dove non avrebbe più potuto dargli fastidio.

"Hmph. Se la giornata va avanti così, stiamo freschi..." si disse, raccogliendo dalla scrivania i suoi occhiali da aviatore e mettendoseli sulla testa per trattenere i suoi capelli blu-neri che schizzavano da tutte le parti, ulteriore prova della notte agitata che il loro proprietario aveva passato. Per qualche motivo, il gesto lo fece sentire meglio. Quegli occhialoni erano un pò il suo portafortuna. Non sapeva neanche lui come fossero capitati nelle sue mani, ma sapeva che li aveva avuti fin da prima che Yurika si trasferisse a Nerima, e che fin da quando era molto piccolo, ci era sempre stato affezionato. Alcuni dei suoi amici trovavano strana la sua abitudine di tenersi sempre gli occhialoni in testa, ma ormai facevano parte del suo look, e sembrava impensabile vedere Sho senza di essi...

Prima di andarsene, il ragazzino gettò un'occhiataccia verso il suo comodino, e più esattamente verso il malefico aggeggio che aveva tormentato i suoi sogni e lo aveva fatto svegliare in un bagno di sudore. Ora, lo schermo a cristalli liquidi sembrava restituirgli lo sguardo, quasi a prenderlo in giro per la situazione in cui si trovava. Sapendo di fare una cosa molto stupida, ma non riuscendo comunque a trattenersi, Sho 'rispose a tono' al congegno elettronico.

"Per la cronaca, la colpa di tutto questo la dò a te!"

Poi, si diresse verso la porta e uscì dalla camera. Provare a dormire ancora sarebbe stato inutile, quindi tanto valeva prepararsi un pò di colazione...

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Se non altro, la colazione era stata buona: qualche fetta di pane imburrato e un tè verde bollente avevano fatto tornare il buonumore a Sho dopo quell'inizio mattinata decisamente incerto. Il ragazzino era poi passato in bagno per farsi una rapida doccia e lavarsi i denti, e alla sua uscita aveva visto che anche i suoi genitori si erano alzati ed iniziavano a prepararsi per la giornata: la porta della loro camera era aperta, e i signori Kusanagi, con addosso le vestaglie e le pantofole, erano impegnati a rimettere a posto il loro letto. Sho, con addosso un accappatoio bianco e con i capelli ancora umidi, si affacciò alla loro porta e alzò una mano per salutarli.

"Oh, buongiorno, Sho!" lo salutò di rimando sua madre, la signora Kyoko Kusanagi, una donna dai corti capelli neri a caschetto, vestita di un elegante kimono azzurro decorato con motivi floreali e con un obi rosso dietro la schiena, che si stava avvicinando alla quarantina d'anni, ma aveva ancora un aspetto abbastanza giovanile, per quanto poco appariscente. Aspetto che bene si spostava con il suo animo tranquillo e riservato, da donna giapponese tradizionale. "Che sorpresa, vedo che ti stai già preparando!"

"Già... di solito il sabato mattina ci vogliono le cannonate per svegliarti!" replicò con un sorriso bonario suo padre Hideo, raccogliendo gli occhiali dal suo comodino e mettendoseli. Aveva uno o al massimo due anni più di sua moglie, ed era un signore dall'aspetto abbastanza anonimo, non robusto ma neanche gracile, con corti capelli castani e un'aria sempre allegra e cordiale che rifletteva il suo carattere: era un uomo saggio, divertente e gentile, sempre pronto a dispensare qualche buon consiglio a chi gli stava attorno... pur avendo il difetto di prendere le cose un pò alla lontana e di disperdersi, di tanto in tanto, nei ricordi del passato. Indossava in quel momento un kimono grigio chiaro, legato in vita con una cintura dello stesso colore.

Tenendo gli occhi chiusi, il signor Kusanagi rivolse un sorrisetto arguto al figlio. "Non sarà per il fatto che oggi ti vedi con la tua amica, Yurika? Questo ha contribuito a svegliarti prima?"

Sho, colto alla sprovvista dalla domanda di suo padre, spalancò gli occhi, e il suo viso assunse un interessante colorito rosato. "Che... che cosa stai cercando di dire, papà? Ma cosa ti salta in mente, tutt'a un tratto? Io e Yurika siamo soltanto amici, e sto andando a casa sua per aiutarla a risolvere un problema con il computer! Tutto qui, davvero!" esclamò in fretta e furia.

La risposta strappò una breve risata ai due coniugi. Avevano già sentito quei discorsi diverse volte prima di allora...

"Sai, figliolo, io e la tua mamma dicevamo esattamente le stesse cose quando avevamo la tua età." spiegò, avvicinandosi a sua moglie e mettendole un braccio attorno alle spalle. "Ci siamo conosciuti che avevamo sette od otto anni, e siamo diventati amici in breve tempo... e in seguito... beh, i risultati sono evidenti a tutt'oggi, non è vero, tesoro?"

La signora Kusanagi arrossì timidamente quando il marito la strinse leggermente a sè, e dei cuoricini rosa iniziarono a fluttuare comicamente attorno alla coppia, assieme a delle stelline di luce che illuminavano la camera da letto tutt'attorno a loro.

"Già, caro, hai ragione... la nostra storia ha resistito all'erosione dei decenni, ed è sopravvissuta intatta fino al giorno d'oggi... e sono sicura che anche per i nostri ragazzi sarà così..." commentò Kyoko, appoggiando la testa alla spalla di Hideo. Sho scosse la testa, mentre una grossa libellula nera stilizzata gli passava dietro la nuca in segno di disappunto. Ancora una volta, si erano persi nel loro mondo, e chi ce li toglieva più?

"Sigh... sì, conosco la storia... anche se l'ho sentita soltanto un centinaio di volte..." mormorò Sho con sarcasmo, rimettendosi a posto l'accappatoio e facendo per tornare in camera sua. "Va bene, lasciamo perdere... comunque, devo vedermi con Yurika soltanto per quella faccenda del computer, giusto perchè non vi facciate strane idee! Tornerò per pranzo!"

"Certamente... oh, e come la mettiamo con i compiti, signorino?" gli arrivò la voce della madre, ancora allegra, ma questa volta velatamente imperiosa. "Non credere che, solo perchè è sabato, mi riserverò di tormentarti con il tuo lavoro scolastico! Hehehee..."

Mormorando qualcosa riguardo il sadismo di certi genitori, Sho si sbattè una mano sulla fronte. E lui che sperava che, con la scusa di andare dalla sua amica, si sarebbe risparmiato i compiti, almeno per quel giorno! "Ah... Ehm... no, no, figurati, mamma, non me ne sono affatto dimenticato! Li faccio oggi pomeriggio, dopo essere tornato da casa di Yurika!"

La signora Kusanagi, uscendo dalla sua stanza, alzò una mano in segno di approvazione. "Bene, così mi piaci! Allora, per stamattina, divertitevi, voi due! Ah, già, e se vuoi un consiglio... mettiti un pò di profumo, alle ragazze piace!". Accompagnò l'ultimo consiglio con un occhiolino che fece scendere una goccia di sudore dalla fronte del ragazzino. Le gocce divennero due quando il padre, uscendo dalla stanza da letto e seguendo la moglie al piano terreno, gli rivolse un segno dell'ok e gli disse qualcosa come: "Buona fortuna, conquistatore!"

Imbarazzato, Sho rimase a guardare il suo espansivo papà e la sua gentile mamma che scendevano le scale e arrivavano alla cucina, iniziando a prepararsi la colazione. Proprio non riusciva a capirlo... come mai tutti pensavano che tra lui e Yurika le cose dovessero evolversi oltre l'amicizia? Lui e Yurika sarebbero rimasti amici per la vita, era tutto così semplice! Come mai tutti sembravano pensare ai due come ad una coppia romantica? Oddio, certo, gli faceva piacere stare con lei, e tutte queste cose, ma non lo aveva mai sfiorato l'idea che potessero diventare fidanzati in futuro... certo, non voleva dire che non ci fosse alcuna possibilità che le cose si sviluppassero in quel senso, ma insomma...

"Argh! Adesso mi vado anche ad incantare!" esclamò, sbattendosi una mano sulla fronte. Si era impegolato in una sfilza di pensieri e contropensieri, e aveva finito per rimanere impalato nel corrisoio, come uno spaventapasseri. Si riscosse rapidamente e si diresse in camera sua per vestirsi, trattenendo un sospiro esasperato, e borbottando ancora tra sè. "E con questo, la giornata prosegue nel migliore dei modi... Sono un uomo, non posso fermarmi a pensare a queste romanticherie! Al diavolo, ora mi vesto, vado da Yurika a vedere cos'ha il suo computer, e buona notte al secchio!"

Chiudendosi in camera sua, Sho andò a frugare nel suo guardaroba, alla ricerca di qualcosa di decente da mettersi per andare dalla sua amica: dopo aver pescato una maglietta rossa a maniche corte, un paio di pantaloncini corti neri, un paio di calzini bianchi e le sue scarpe da ginnastica rosse, si vestì in fretta e raccolse dal suo comodino lo strano 'videogioco portatile' che lo aveva tormentato quella notte, mettendoselo in tasca. Per qualche motivo, aveva la sensazione che c'entrasse qualcosa con il 'problema con il PC' di cui Yurika gli aveva parlato il pomeriggio prima... non sapeva esattamente perchè, ma lo sentiva, e lui si fidava delle sue impressioni.

"D'accordo, ora sì che sono pronto!" disse tra sè, guardandosi allo specchio e rimettendosi a posto la maglietta rossa con un gesto della mano. Raccolse le scarpe da ginnastica con la mano e, sentendosi già di umore migliore, uscì dalla sua camera, scese al piano terreno, e raggiunse la porta di casa, salutando i suoi genitori, intenti a prepararsi la colazione, mentre passava vicino al tavolo della cucina. I coniugi Kusanagi gli risposero alzando lo sguardo e salutandolo a loro volta.

"Mamma, papà, io esco! Se mi cercate, sapete che sono qui, a casa di Yurika!" esclamò Sho, sedendosi sul gradino d'uscita ed infilandosi le scarpe.

"E va bene... allora, buon divertimento, tesoro!" rispose Keiko, che stava preparando il tè. Suo marito, che stava mettendo alcuni piatti in tavola, proseguì la frase. "Mi raccomando, sii cortese... e salutaci tanto Yurika-chan... e anche i suoi, se per caso li vedi!"

"Senz'altro!" rispose il ragazzino, finendo di allacciarsi le scarpe, e alzando il pollice verso i suoi genitori. Dopodichè, varcò la porta di casa e la richiuse dietro di sè, godendosi la sensazione del tiepido sole e della brezza primaverile sul suo viso.

Iniziò ad fischiettare un motivetto mentre si incamminava verso la casa in stile tradizionale della famiglia Kagura, che si trovava lì a due passi. Una volta raggiunto il cancello d'entrata e suonato il campanello, si vide rispondere da una bambina sugli otto-nove anni, con i capelli castani chiari legati in due buffi codini ai lati della testa e con addosso una leggera tuta da casa di colore blu. Chiaramente, si trattava di Mieko, la sorellina di Yurika.

"Ciao, Mieko-chan!" esclamò il ragazzino, alzando una mano e salutando la ragazzina apparsa da dietro la porta scorrevole. "Tua sorella è in casa? Mi dovevo vedere con lei, stamattina..."

La piccola Mieko lo guardò per un secondo, prima di ricordarsi di chi si trattava. "Um... ah, sì, tu sei Sho Kusanagi, vero? Sì, Yurika è in casa... adesso dev'essere in camera sua, doveva mettere a posto due cose con il suo computer... te la chiamo, aspetta!"

Sho annuì, e la più piccola delle sorelle Kagura si voltò verso l'interno della casa. "Yurika! Sorellina, vieni, è arrivato Sho!"

"Sì, arrivo!" la voce di Yurika, proveniente da una delle stanze più interne, si sentì appena. Qualche secondo dopo, la vivace ragazzina dai capelli blu, in quel momento legati in una coda dietro la nuca, apparve sulla soglia di casa e sorrise agitando una mano verso Sho. "Ehilà, Sho-kun! Lieta di vederti, sei in perfetto orario! Entra pure!"

"Ciao, Yurika-chan!" rispose Sho, varcando il cancello e mettendo piede sul sentierino di rocce che portava all'abitazione. "I tuoi genitori sono in casa?"

"No, sono già andati al lavoro... sai com'è, loro hanno degli orari piuttosto proibitivi, visto che l'attività al centro commerciale inizia presto..." rispose Yurika storcendo il naso. Entrambi i suoi genitori lavoravano in un grande magazzino di Shinjuku, uno dei quartieri più popolosi e indaffarati di Tokyo: la madre come commessa in un negozio di abbigliamento, e il padre come Junsa-cho. Per questo motivo, si trovavano spesso a stare fuori casa tutta la giornata, e non avevano molto tempo per stare con le figlie. Per fortuna, sia Yurika che Mieko erano bambine abbastanza indipendenti, e la cosa non dava loro problemi... tuttavia, entrambe le figlie sentivano di tanto in tanto la mancanza dei genitori, e avrebbero voluto poter passare un pò più di tempo con loro.

Sho raggiunse la porta d'ingresso e si slacciò le scarpe, lasciandole vicino a quelle delle due ragazzine, a fianco della porta d'ingresso. "Ah, capisco... vabbè, quando li vedi, dì loro che io e i miei genitori gli mandiamo tanti saluti! Posso entrare?"

"Prego! Ti ho già detto che potevi entrare". Yurika scostò del tutto la porta scorrevole, permettendo all'amico di entrare in quella casa che ormai a lui era così familiare, una casetta accogliente e funzionale nella sua semplicità, pervasa da un'atmosfera di calore e cordialità: la sala d'ingresso era un'ampia sala da pranzo, con un basso tavolino di legno, sul quale la famiglia era solita consumare i pasti della sera, nel centro, e un piccolo televisore, posto su un mobiletto, nell'angolo più lontano. Appesi qua e là sui muri c'erano dei piccoli quadri ed incisioni che raffiguravano scene di vita del Giappone dell'era Meiji, in qualche modo in accordo con il sapore di passato che quella casetta dava. La casa era sempre tenuta meticolosamente pulita, il che riusciva sempre a mettere un pò a disagio il disordinato Sho, abituato com'era a sguazzare nel caos. Il ragazzino fece un passo dentro casa, dandosi un'occhiata intorno, poi, dopo aver cercato le parole per qualche attimo di imbarazzato silenzio, si rivolse alla sua amica, osservando per la prima volta in quella giornata come era vestita: Yurika indossava una magliettina verde senza maniche orlata di bianco, un paio di blue-jeans corti, e calzini bianchi che le arrivavano quasi al ginocchio, e portava al collo una catenina dorata con tanto di medaglietta con su inciso il primo kanji del suo nome.

"Allora, Yurika-chan, mi hai detto che avevi questo problema con il computer..." cominciò a parlare Sho rivolto alla sua amica, dopo qualche attimo di imbarazzato silenzio nel quale aveva cercato di scegliere le parole. "Puoi dirmi di cosa si tratta?"

"Ecco..." la ragazzina dai capelli blu iniziò a giocherellare con le dita delle mani. Sembrava che non fosse molto sicura di cosa dire. "Beh... come posso spiegartelo, è una cosa un pò complicata... senti, forse è meglio che andiamo in camera mia, così ti faccio vedere tutto..."

Sho corrugò la fronte: per qualche motivo, i suoi sospetti del giorno prima erano stati acuiti dal modo di fare piuttosto misterioso della sua amica. "Ehm... va bene, nessun problema... se mi mostri di cosa si tratta, magari capisco prima..."

Con un sospiro, Yurika cominciò a dirigersi verso le scale che portavano al primo piano, e fece cenno a Sho di venirle dietro. "D'accordo... seguimi, e vediamo se puoi darmi una mano... anche se temo di no..."

"Se è come penso io, allora ci ho capito quanto te... assolutamente nulla!" mormorò tra sè il ragazzino, seguendo la sua amica sulla rampa di scale. Mieko, trattenendo una risatina divertita, si fiondò dietro Sho, pedinando la sorella e il suo amico mentre questi si dirigevano verso le camere da letto.

Yurika alzò gli occhi al cielo, sospettando il motivo per cui la sorellina li stava seguendo così interessata. Dopotutto, era una cosa che faceva SEMPRE, quando lei e il suo amico si incontravano a casa sua... "Mieko-oneechan, guarda che bastiamo io e Sho per dare un'occhiata al mio computer! Non serve che tu ci stia appiccicata come una zecca!"

"Ma io vi devo tenere d'occhio!" rispose prontamente la più piccola delle due sorelle, con un sorriso che le andava da un orecchio all'altro. "Lo sai che mamma e papà non vogliono che tu ti baci con qualche ragazzo prima del fidanzamento ufficiale!"

Una libellula morta, giunta da chissà dove, cascò in testa a Sho prima di spiaccicarsi per terra. Per qualche motivo, il ragazzino sentì un impellente bisogno di prendere a craniate il muro. Ma PERCHE' oggi tutti si sentivano obbligati ad insinuare che tra lui e la sua amica ci fosse qualcosa di più!? Loro erano amici, si trovavano bene assieme, punto e basta!

A giudicare dalla nube temporalesca che apparve all'improvviso sopra la testa di Yurika, la ragazzina dai capelli blu sembrava pensarla allo stesso modo.

"Mieko-chan..." ringhiò Yurika con tono minaccioso e i denti trasformati in zanne triangolari, stringendo i pugni mentre una venuzza pulsante le appariva sopra la testa. "...visto che sei la mia sorellina e ti voglio TANTO bene, ti do due secondi e mezzo per sparire prima che ti afferri e ti faccia fare bungee jumping senza elastico dal tetto di casa!"

"Ah, ahhh! Ho ragione io! Sho e Yurika si amano! Sho e Yurika si amano!" canticchiò la bambina mentre si fiondava giù per le scale, assicurandosi di usare la sua tonalità più stridula ed irritante. Sho la guardò esterrefatto scendere con un agile balzo dagli ultimi tre gradini, e scomparire nella sala da pranzo per salvarsi dalle ire della sorella maggiore, che dal canto suo era rimasta là, a guardare inferocita la porta dietro la quale Mieko si era rifugiata.

"Un giorno o l'altro mi farà impazzire..." mormorò la ragazzina dai capelli blu, sbattendosi una mano sulla fronte e scuotendo la testa. "Non capisco perchè tutti, e dico tutti, attorno a noi si siano fatti questa strana idea che noi due ci fidanzeremo... voglio dire, è una cosa assurda, no?"

"Appunto! E' quello che dico sempre anch'io! Noi siamo amici... okay, grandi amici... e basta! Non è così?" rispose Sho, alzando le spalle. Ormai, i due amici erano arrivati alla camera di Yurika e Mieko. "Allora, Yurika-chan, qual è questo problema con il computer di cui mi volevi parlare?"

"Adesso ti faccio vedere..." rispose lei, aprendo la porta della sua camera e permettendo di vederne l'interno. Si trattava di una stanzetta confortevole e pulita, come anche il resto della casa, con due letti a castello nell'angolo più a destra, un armadio, peluche di vari tipi disposti ordinatamente su delle mensole attaccate al muro, e una scrivania sul lato opposto ai due letti, sulla quale spiccavano un PC acceso con lo schermo in protezione, alcuni libri scolastici, e una divisa da judo bianca, meticolosamente ripiegata, con una cintura gialla appoggiata sopra. Prima che Sho potesse chiederle qualcosa, Yurika si diresse verso la sua scrivania, allungò una mano dietro al computer, e prese qualcosa...

"Ecco, Sho-kun, guarda... il problema è questo!" esclamò Yurika, voltandosi verso il suo amico ed estendendo verso di lui la mano con la quale teneva il misterioso oggetto. Non appena gli diede un'occhiata, Sho spalancò gli occhi e sobbalzò, trattenendo il respiro in un rantolo di sorpresa: i suoi sospetti erano stati confermati! In mano alla sua amica del cuore stava un piccolo oggetto vagamente simile ad un videogioco portatile, con lo schermo a cristalli liquidi in quel momento spento, e nessun bottone o comando visibile sulla superficie: non c'erano dubbi, era lo stesso strano oggettino che era uscito dal PC di Sho la sera prima!

Un indistinto sentimento di paura cominciò ad impossessarsi di Sho: ora la faccenda cominciava a farsi in qualche modo inquietante! Un centinaio di domande si avvicendarono nello spazio di pochi secondi nella mente del ragazzino. Cosa erano, una volta per tutte, quegli strani aggeggi? A cosa servivano? Da dove venivano?

"Ora... so che dirai che probabilmente sono un pò schizzata, ma..." riprese Yurika, interrompendo il flusso di pensieri di Sho e costringendolo a concentrarsi sulla situazione presente. "Beh, se ti chiedi da dove venga questo... questo... coso... ti rispondo che l'altro giorno, mentre stavo riordinando alcuni file del mio computer, mi sono ritrovata sul desktop quest'icona con scritto: 'DigiWorld', ci ho cliccato sopra... e poi non so esattamente cosa sia successo! C'è stato un lampo di luce accecante, non ho capito più niente per un istante... e quando ho riaperto gli occhi mi sono ritrovata questo sulla scrivania, e l'icona DigiWorld era scomparsa! Questo affarino è saltato fuori dal mio computer, capisci? Puoi credermi o non credermi, Sho-kun, ma ti giuro che... in qualche modo è successo proprio così!" Verso la fine del discorso, il tono della ragazzina dai capelli blu si era fatto molto più concitato: evidentemente, anche lei, come Sho, era in apprensione per questo inspiegabile fenomeno.

Sho rimase in silenzio per qualche istante, come ad elaborare quanto la sua amica gli aveva appena detto. Tuttavia, Yurika scambiò il suo silenzio per incredulità, e scosse la testa con un sospiro rassegnato. "D'accordo, d'accordo... capisco che tu non mi creda, è una storia troppo assurda! E allora lasciamo pure perdere..." iniziò a dire, senza nascondere una certa irritazione. Ma prima che potesse proseguire, il suo amico alzò una mano, chiedendole di aspettare.

"Un... un momento, Yurika-chan! Io non ho mica detto che non ti credo!" esclamò, infilando l'altra mano in tasca ed iniziando a cercare. Yurika sbattè gli occhi, chiedendosi cosa il suo amico stesse cercando in quella tasca, poi quasi sobbalzò quando lo vide estrarre da essa un oggettino assolutamente identico al suo!

"Che... che cosa? Anche tu..."

"In effetti, la stessa cosa è successa anche a me, ieri sera, nello stesso modo in cui è successa a te!" riprese Sho, mostrando all'amica lo strano oggetto. "Anch'io mi sono ritrovato sullo schermo questa icona chiamata DigiWorld, ho provato ad attivarla... ed ecco i risultati! E non ho ancora capito a cosa diamine dovrebbe servire! Non ci sono bottoni, pulsanti, comandi, custodie per le batterie, assolutamente niente!"

BIP BIP... BIP BIP... BIP BIP...

Un suono acuto proveniente dai due misteriosi congegni raggiunse le orecchie dei due amici, e gli schermi a cristalli liquidi cominciarono ad emettere dei raggi di luce bianca. Sho e Yurika, sorpresi da quell'inaspettata reazione, si portarono nuovamente gli strani oggetti davanti agli occhi, guardandoli per qualche secondo nella speranza di capirci qualcosa di più. "Eh? E adesso cosa succede? Perchè si sono messi a brillare?" si chiese Sho.

"Forse si deve al fatto che li abbiamo tenuti vicini?" azzardò Yurika, allontanando la faccia dallo schermo risplendente dello strano oggetto. Non si accorse nemmeno del fatto che, dietro di lei, lo schermo di protezione del suo computer stava iniziando a distorcersi, e delle strane onde concentriche erano apparse sulla sua superficie, come se fosse stato fatto d'acqua e qualcuno ci avesse gettato dentro un grosso sasso. Un attimo dopo, la scritta 'Windows 95' che presidiava il monitor iniziò a sfarfallare, e un rumore di caricamento giunse alle orecchie dei due amici.

"Huh? E adesso cosa...?" si chiese Sho, guardando oltre la spalla di Yurika. Un forte rumore di risucchio e un potente colpo di vento, che soffiava da dietro le sue spalle, lo investirono, strappando sia a lui che all'amica un verso di disappunto. Il panico stava iniziando ad impadronirsi dei due: più si andava avanti con quella storia, più cose strane accadevano! E in quel momento, entrambi cominciavano ad averne abbastanza!

"E adesso che cosa... ARGH! E quello che cavolo è?" strillò Yurika, voltandosi di scatto verso il suo PC e rimanendo incredula di fronte allo spettacolo che occupava il monitor: lo schermo di protezione era ormai completamente sparito, e le onde concentriche avevano creato, al centro dello schermo, un mulinello di colori febbrili che iniziò improvvisamente ad aspirare, nel tentativo di risucchiare quanto stava nella stanzetta, come un aspirapolvere gigante. I lunghi capelli blu di Yurika iniziarono ad ondeggiare selvaggiamente nella corrente di risucchio, andandole sugli occhi e coprendole la visuale. Alcuni fogli svolazzarono per la stanza. I piccoli dispositivi, da parte loro, stavano emanando sempre più luce, e il loro bip bip si era fatto sempre più incalzante. Stringendo i denti e cercando di non mostrare paura per quanto stava accadendo, Sho si schermò gli occhi con una mano per proteggerli dal vento impetuoso che sbatteva contro di essi, raggiunse la tastiera del computer e, senza riflettere, premette contemporaneamente i pulsanti Ctrl, Alt e Delete, nel tentativo di fermare quanto stava accadendo. Sfortunatamente, il computer non sembrò sentire i comandi, e il vortice che si era formato sullo schermo continuò a risucchiare.

"AAAAAHH!" urlò Sho, stringendo a sè il suo 'videogioco portatile' per puro riflesso condizionato. "Non... non capisco... il computer... non risponde ai comandi... qui sta succedendo un macello..."

Con sommo orrore, Yurika notò che il suo amico stava per venire risucchiato dal mulinello apparso sullo schermo. "S... Sho! Attento! Ti sta attreando verso... KYAAAAAH!!!!"

La forza di risucchio si intensificò di colpo, facendo perdere a Yurika contatto con il pavimento di legno levigato. La ragazzina, sempre con in mano lo strano aggeggio che aveva dato inizio a quella strana storia, venne trascinata di peso verso il suo computer dalla fortissima corrente, e andò a sbattere contro l'amico, che era riuscito in qualche modo ad afferrarsi alla scrivania. Con un grugnito, Sho mollò il suo appiglio, e vide la luce proveniente dallo schermo del computer intensificarsi improvvisamente, fino a coprire completamente i suoi sensi. Sentì il pavimento venire improvvisamente a mancargli sotto i piedi, e il suo corpo venire brutalmente sollevato e risucchiato nel vortice. Un lieve suono elettrico raggiunse le sue orecchie, e in qualche modo il ragazzino riuscì a capire di essere stato inghiottito dallo schermo del PC. Poi, tutto ciò che vide fu un'accozzaglia di colori rossi, gialli, viola... che si avvicendavano in frazioni di secondo davanti ai suoi occhi, e il suo urlo di terrore mentre precipitava nel vuoto venne soffocato dagli assordanti rumori del gorgo di luce...

L'ultima cosa che Sho riuscì a vedere prima di perdere i sensi, sopraffatto dalla miriade di sensazioni che lo assalivano da tutte le parti, fu la figura di Yurika che lo seguiva all'interno del vortice; e il suo urlo terrorizzato fu l'ultima cosa che Sho sentì...

...poi, tutto divenne nero.

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Al piano di sotto, la piccola Mieko, seduta al tavolino della sala da pranzo con la mano sul telecomando, intenta a cercare qualche programma interessante, notò il lampo di luce proveniente dalle scale, e sentì un suono che alle sue orecchie suonava come lo squillo di una sveglia digitale. Convinta che la sorella maggiore e il suo amico stessero facendo qualcosa di strano con il computer, alzò gli occhi al cielo e si rimise in piedi, appoggiando il telecomando al proprio fianco.

"Yurika-oneechan! Cosa state facendo voi due, lassù? State provando un altro di quei videogiochi strani che piacciono soltanto a voi?" domandò. Non sentendo risposta al cessare degli strani giochi di luce, scosse la testa e si diresse verso le scale. "Ma tu guarda... mi tocca fare loro la guardia... Hey, gente, io salgo su!"

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Plic...

Qualcosa di freddo e umido sulla guancia. Questa fu la prima sensazione che Sho provò dopo quella che gli era sembrata un'eternità di nero e silenzio. Una goccia di freddo liquido andò a schiantarsi contro il suo zigomo, restituendo un briciolo di coscienza alla sua mente intorpidita.

Plic... plic...

Ancora una volta quella sensazione: questa volta sulla fronte, poi sul mento. Un leggero brivido percorse le membra del ragazzino dai capelli neri, la cui visuale passò dall'infinito, opprimente nero dell'incoscienza ad un rosso monotono, che ben presto divenne un bianco accecante allorchè Sho recuperò abbastanza presenza di spirito da aprire gli occhi, anche se soltanto di poco. Ora, il sole batteva sul suo volto, strappandogli un grugnito di fastidio, e l'aria fresca della primavera spirava nelle sue narici e sul suo corpo.

"Ugh... che razza di sogno..." mormorò, sollevando pigramente una mano e ponendosela davanti al volto in un tentativo di proteggersi gli occhi. "Accidenti a questo sole... è sabato e vorrei godermi un'oretta in più di riposo... e invece niente! Bah, ora mi vesto e vado giù a preparare la colazione..."

Si interruppe, fermandosi a riflettere su quanto aveva appena detto. Per qualche strano motivo, aveva avuto un deja-vu: gli era sembrato di avere appena fatto quelle stesse cose, di aver appena pensato quelle stesse cose... appena un'ora prima. In effetti, ora si ricordava vagamente di essersi già svegliato quella mattina... mah, probabilmente era solo un sogno...

Lasciò cadere il proprio braccio al proprio fianco, aspettandosi di appoggiarlo sul morbido materasso del suo letto. Per questo motivo, rimase sorpreso quando il dorso della sua mano andò a colpire qualcosa di rigido ricoperto da un morbido strato di fili inumiditi. Sentì un lieve dolore alle nocche della mano, nulla di serio, ma servì allo scopo di allertarlo e fargli sospettare che qualcosa non andava prima ancora che si fosse svegliato del tutto. Finalmente, riabituatosi alla luce, il ragazzino aprì gli occhi, aspettandosi di vedere il bianco del soffitto della sua camera...

Beh, il bianco c'era. Peccato solo che si muovesse e ricordasse molto un gregge di pecore che si muoveva lentamente su un campo azzurro, intervallato qua e là da alcune macchie di verde collegate a dei rami alti!

"Huh? Ma cosa..."

Sho sbattè gli occhi un paio di volte, concentrandosi su ciò che stava apparendo davanti a sè. Solo in quel momento si rese conto dell'aspetto lanuginoso di quello che fino ad un attimo prima gli era sembrato il soffitto, e che ora finalmente gli appariva per quello che era: un cielo pieno di maestose nuvole bianche! I suoi sensi si riattivarono tutt'a un tratto, permettendo al ragazzino di sentire qualcosa di morbido e umido sotto il proprio corpo e la propria nuca, di percepire i teneri e freddi fili che gli accarezzavano le mani... e che quello che indossava non era affatto il pigiama! Finalmente sveglio, Sho scattò in piedi, dandosi un'occhiata allarmata tutt'attorno: dovunque si trovasse, quella non era certamente nè casa sua, nè casa di Yurika!

Fissò sbalordito quel panorama da foresta tropicale, rendendosi finalmente conto di essere sdraiato su un tappeto di erba alta bagnata di rugiada del mattino: attorno a lui si elevavano alberi dalle grandi foglie alti diversi metri, le cui fronde occultavano parzialmente il cielo sopra di loro. Fiori colorati e profumati si aprivano e si chiudevano tra gli arbusti bassi e i rami spezzati, e i tronchi e le rocce erano ricoperti di muschio smeraldino e rampicanti che il ragazzino non aveva mai visto prima di allora. Ogni tanto, qualche grossa farfalla colorata, o qualche insetto dalla forma strana, si posava sui fiori gocciolanti di rugiada, succhiandone il nettare. Era uno spettacolo altamente suggestivo, certo, ma in quel momento ammirare il panorama era l'ultima cosa a cui Sho, sempre più confuso ed impaurito, stava pensando! Quella situazione era reale! Non sapeva bene come questo fosse possibile, ma un attimo prima stava parlando con Yurika in casa della sua amica, poi avevano tirato fuori quegli strani oggettini usciti fuori dai computer, era successo qualcosa... lui e Yurika erano stati risucchiati in quella specie di vortice... ed ora eccolo lì!

"Un... un momento! Yurika! Dov'è finita?" esclamò allarmato, scattando in piedi. Le sue gambe intorpidite ci misero un pochino di tempo a recuperare sensibilità, ma quando ciò avvenne, Sho si mise immediatamente alla ricerca della sua amica. Fu solo allora che si rese conto di una cosa strana: non aveva addosso gli stessi vestiti che indossava un attimo prima, prima di finire risucchiato dal vortice di colori. La sua maglietta rossa era stata sostituita da una t-shirt a maniche corte bianca sul petto e sulle spalle, ma decorata con delle fiamme rosse e dorate sull'addome. I suoi pantaloncini corti erano ancora lì, ma ora erano diventati magicamente più ampi e di colore kaki, e presentavano due tasche in più, tenute chiuse con un bottone, sulle gambe. Indossava ancora scarpe da ginnastica, ma queste erano più moderne, con la suola alta, e di colore bianco, decorate con motivetti blu e gialli.

Dimenticandosi per un attimo della strana situazione in cui si trovava, Sho si fermò nel bel mezzo della radura erbosa e diede un'occhiata ai propri abiti. Quand'è che gli erano apparsi addosso? Lui non si era mai cambiato, e anzi non li aveva neanche, vestiti come quelli! Certo, non che gli dispiacessero... a dirla tutta, quell'inaspettato cambio di vestiti era stata, fino a quel momento, la cosa più positiva della giornata: aveva sempre desiderato vestirsi così... ma il fatto che quei vestiti gli fossero semplicemente... apparsi addosso... non lo faceva sentire per niente più tranquillo!

"Ugh... ragazzi, che mal di testa..."

Le orecchie di Sho si drizzarono al sentire la familiare voce di Yurika provenire da un cespuglio vicino a lui. Sollevando un lieve fruscio di foglie e rami, la ragazzina dai capelli blu si alzò in piedi sfregandosi gli occhi. Anche lei, Sho notò subito, indossava dei vestiti diversi, anche se portava ancora al collo la catenina dorata di poco prima: una t-shirt bianca, decorata con dei grecali blu sulle maniche corte e una scritta 'Caribbean' sul torace, che teneva annodata sul davanti in modo da lasciarsi la pancia scoperta; un paio di pantaloncini corti neri che le arrivavano al ginocchio, i cui fianchi erano solcati da delle strisce verdi con sopra inciso il simbolo della Nike; e un paio di sandali Birkenstock di colore azzurro scuro, senza calze. Dopo essersi riscossa dallo stordimento, Yurika si voltò verso Sho, guardandolo stupita. "Uh? Hey, Sho, ci sei anche tu! A proposito, quei vestiti da dove vengono? Non ricordo di averteli mai visti addosso..."

"E' quello che potrei chiederti anch'io..." rispose Sho seccamente. "E comunque, in questo momento, i vestiti sono proprio l'ultima delle nostre preoccupazioni! Perchè non ti dai un'occhiata attorno?"

I grandi occhi azzurri della ragazzina sbatterono un paio di volte per esprimere la sua perplessità. Poi, Yurika abbassò lo sguardo, e la mascella le cascò all'istante nel vedere il suo nuovo abbagliamento. "EEEHHH? E questo cosa... Cosa ci fanno su di me questi vestiti? Io non mi sono mai cambiata, e..." La sua testa si girò da una parte e dall'altra, osservando la lussureggiante vegetazione che la circondava, in un mosaico di mille colori sgargianti. "E... e... e come caspita abbiamo fatto a finire in mezzo alla foresta amazzonica, qualcuno me lo spiegaaaaaaa!?".

Yurika concluse la frase alzando gli occhi al cielo e lanciando un urlo impaurito, mentre dei grossi goccioloni stilizzati di sudore le scendevano dalla testa e andavano a spiacciacarsi sul terreno umido. Prima che Yurika potesse continuare con il suo attacco di panico, e forse attirare l'attenzione di qualche elemento indesiderato, Sho le arrivò vicino e le tappò la bocca con la mano. Pessima decisione.

"Abbassa la voce, Yurika!" le ingiunse Sho, parlandole sottovoce all'orecchio. "Non vogliamo certo ritrovarci con... AHIO!"

L'ultima esclamazione di Sho fu dovuta al fatto che Yurika, non gradendo per niente che il suo amico cercasse di farla stare zitta in quel modo, gli aveva affondato gli incisivi nel palmo della mano, costringendolo a ritirare il braccio!

"Ow! Ma che fai, brutta stupida? Mi hai fatto male!" esclamò il ragazzino scuotendo la mano indolenziata, e gettando un sguardo inferocito alla sua amica. Yurika incrociò le braccia sul petto e alzò il naso in aria tenendo gli occhi chiusi. "Hmph! Così impari a mettermi le mani addosso! Se volevi che tacessi, bastava dirmelo con calma!"

"Tsk... va bene, va bene... dettagli secondari! Ora, quello che ci importa di più è sapere dove accidenti ci troviamo!" tagliò corto Sho, notando con sommo fastidio i segnetti orizzontali che i denti di Yurika gli avevano lasciato sul palmo. "Di sicuro, non siamo a Tokyo... nè in altra parte del Giappone, se è per quello!"

Yurika alzò gli occhi al cielo, sorridendo tra sè. "Sho-kun, sei sempre stato un maestro delle ovvietà, ma credo che questa le batta tutte! Scusa, dove ti aspettavi che fossimo? Questa è una foresta pluviale! Cose del genere si trovano solo all'Equatore!"

"Era per iniziare da qualche parte..." rispose l'infastidito Sho, rimettendosi a posto gli occhialoni da pilota sulla testa. "Se solo ora trovassi qualcosa che ci permettesse di capire in quale continente ci troviamo, allora saremmo a posto... più o meno... ma ancora non capisco come abbiamo fatto ad arrivare fin qui da casa tua!"

"Ma è tutto molto semplice... non siete più sulla Terra!"

Una voce cristallina e dal tono innocente raggiunse le orecchie dei due amici, che si girarono allarmati... ma dietro di loro, stranamente, non videro nessuno. Che strano... eppure erano convinti di aver sentito una voce...

"Ehm... non dietro di voi, ragazzi... abbassate un pò lo sguardo..."

Lo sguardo di Sho si volse immediatamente verso il terreno al suo fianco, e colui che aveva parlato apparve finalmente ai suoi occhi stupiti: era la creatura più strana, più buffa e allo stesso tempo più tenera che gli fosse mai capitato di vedere: si trattava di un piccolo dinosauro, simile come conformazione fisica al noto Tyrannosaurus Rex, essendo un bipede dalla lunga coda, con tre dita artigliate su ciascuna zampa e una testa relativamente grande, dal naso pronunciato, tagliata quasi in due da una larga bocca piena di denti acuminati. Tuttavia, questo esemplare non era alto nemmeno la metà del pur basso Sho, e le squame che ricoprivano il suo corpo erano completamente bianche, come la neve, e lo facevano spiccare subito tra il verde della vegetazione. Inoltre, il suo fisico non era robusto come quello del famigerato re dei dinosauri, essendo più squadrato e decisamente più panciuto. I suoi arti anteriori non erano inoltre atrofizzati come quelli del suo parente più grande, e scendevano fin quasi a terra, contribuendo a rendere il suo aspetto ancora più goffo. Il piccolo dinosauro bianco era appena uscito dalla vegetazione, e si stava avvicinando a Sho guardandolo con i suoi grandi occhi celesti pieni di vita.

Sho, da parte sua, era sbigottito al punto che non riusciva a spiccicare parola. Riuscì soltanto a guardare, come ipnotizzato, il piccolo dinosauro che gli si avvicinava e gli sorrideva dolcemente, riprendendo a parlare con quella voce melodiosa che pure suonava molto strana, abbinata a quella creaturina. "Ciao, Sho! Finalmente ci incontriamo... non sai quanto tempo ho aspettato la tua venuta!"

"Tu... tu... tu sai il mio nome?" balbettò il ragazzino con gli occhialoni, puntando un indice tremante verso il piccolo rettile. Non si accorse nemmeno che, nella sua tasca, quello strano congegno che gli aveva dato tanti problemi emanava una strana luce iridata... "E... e che cosa sei? Una... una specie... di esperimento genetico?"

Il piccolo dinosauro bianco chiuse gli occhi, e il suo sorriso si allargò. "Ma è naturale che sappia il tuo nome! Io sono il tuo partner... ehm, e a proposito, cos'è un esperimento genetico? E' buono da mangiare?"

Vedendo gli sguardi esterrefatti di Sho e Yurika, che lo guardavano come se gli volessero chiedere se stava scherzando, e notando lo sciame di libellule che stava svolazzando attorno ai due ragazzi, la strana creatura decise di lasciar cadere la domanda. "Ehm... comunque... no, io sono un Digimon! E il mio nome è... SnowAgumon!"

"Un... Digi... mon?" balbettò Yurika.

"Sta per 'Digital Monster', Mostro Digitale!" rispose la buffa creatura bianca, senza scomporsi. "Siamo creature nate da dati computerizzati, a cui è stata data forma, vita e pensiero dai sogni, dai pensieri e dallecredenze di voi esseri umani! Semplice, no? Nel mio caso, i dati si sono configurati, grazie ai pensieri di tutti, secondo determinati parametri... e il risultato è il qui presente SnowAgumon, che ora vedete davanti ai vostri occhi!"

"Non ci ho capito granchè..." commentò Sho.

 

ANALIZZATORE DIGIMON

Nome: SnowAgumon

Anche chiamato: YukiAgumon

Tipo: Rettile

Attributo: Anti-Virus

Livello: Rookie

Attacchi: Little Blizzard

Piccolo ma potente, SnowAgumon può resistere senza problemi anche al freddo più rigido. Il suo attacco, Little Blizzard, consiste di una raffica di palle di neve che stordisce l'avversario.

 

"Hehehee... beh, sì, in effetti forse avrei dovuto essere più chiaro..." rispose SnowAgumon, grattandosi la testa con una zampa per esprimere il suo imbarazzo. "Ma almeno per adesso questo non ha importanza! Benvenuti a DigiWorld, il Mondo Digitale!"

Yurika e Sho si guardarono stupiti. Ma certo! Era lo stesso nome dell'icona che entrambi loro si erano trovati sul desktop del loro computer, e che aveva 'regalato' loro quello strano oggetto simile ad un videogioco portatile! Quindi, c'era chiaramente una connessione molto importante tra quell'oggetto e quello strano mondo... La ragazzina immerse una mano nella tasca dei suoi pantaloncini, e sentì un certo sollievo quando le punte delle sue dita afferrarono il misterioso oggetto. Sho aveva fatto la stessa cosa, e stava mostrando lo strano oggetto al piccolo dinosauro. "DigiWorld... è la stessa parola che io e Yurika-chan abbiamo visto sugli schermi dei nostri computer quando abbiamo ricevuto questi cosi... e sono convinto al cento per cento che siano stati sempre questi ad attivare quello strano vortice che ci ha risucchiati qua dentro! Quindi, SnowAgumon, non è che potresti dirci di cosa si tratta esattamente? E qual è il legame di questi strani oggetti con questo posto? Perchè il legame c'è, giusto?"

Il piccolo dinosauro dalle squame bianche strinse gli occhi, mentre Sho si inginocchiava vicino a lui e gli mostrava il dispositivo. Annusò il 'videogioco portatile' un paio di volte, e il sorriso sornione sul suo volto rettiloide si allargò per la gioia. "Certo che il legame c'è! Quello che hai in mano, Sho, è un Digivice, ed è il dispositivo che vi identifica per quelo che siete: due Digiprescelti!"

Altri termini dei quali i due ragazzi non avevano la più pallida idea. Sho sentiva che la sua pazienza cominciava a venire meno, e che non avrebbe tollerato un attimo di più di rimanere senza risposte! "Scusa se sono brusco, SnowAgumon, ma da quando io e Yurika siamo arrivati, cioè neanche due minuti fa, tutto quello che abbiamo sentito sono stati termini strani e concetti che non riusciamo ad afferrare! Perciò, potresti PER FAVORE spiegarci in maniera più semplice e diretta cosa sarebbe un Digiprescelto, cosa dovrebbe fare... e perchè noi due siamo arrivati qui?" esclamò, alzando leggermente la voce per l'irritazione.

Anche davanti ai toni poco cortesi del ragazzino, SnowAgumon mantenne un tono calmo e controllato. "E' tutto molto semplice! Un Digiprescelto è un essere umano che ha avuto il raro privilegio di entrare in contatto con il Mondo Digitale, ricevere un Digivice come quelli che portate voi, e avere un Digimon come partner per vivere innumerevoli avventure! Oddio, in realtà voi siete i primi due Digiprescelti in assoluto... ma non preoccupatevi, ben presto si aggiungeranno altri!"

"Un Digimon partner?!" esclamò Sho. L'ennesima sorpresa nel giro di pochi minuti. "Se non sbaglio... un attimo fa mi avevi detto che tu eri il mio partner... quindi questo significa che... che..."

"Che adesso io e te siamo legati indissolubilmente!" rispose SnowAgumon, strizzando uno dei suoi occhi celesti. "Io sarò tuo amico, ti seguiro e ti proteggerò per tutta la durata del tuo 'soggiorno' nel Mondo Digitale! Ora siamo compagni, Sho Kusanagi!"

Con queste parole, il piccolo dinosauro bianco si gettò addosso a Sho, circondandogli i fianchi con un caloroso abbraccio di gioia ed entusiasmo. Il ragazzino rimase sbalordito per un istante... ma, un attimo dopo, si ritrovò a ricambiare l'abbraccio. Non sapeva perchè, ma il suo istinto gli diceva che quel piccolo, innocente Digimon era sincero, e voleva davvero fare amicizia con lui. Un lieve sorriso si dipinse sul volto di Sho: era come se l'incontro tra lui e SnowAgumon fosse stato in qualche modo predestinato... certo, Sho non era uno che credeva nel destino, ma quella gli sembrava l'unica logica spiegazione della cosa. Per un attimo, Sho mise da parte la preoccupazione di trovarsi in un luogo sconosciuto, tutti i suoi dubbi e le cose che non aveva ancora capito... e abbracciò il piccolo dinosauro, sentendosi già legato a lui come ad un membro della famiglia. "E va bene, allora... siamo compagni, SnowAgumon!"

Il momento fu interrotto da Yurika, che toccò un paio di volte con l'indice la spalla del suo amico, facendolo voltare. "Ehm... scusate? Non vorrei interrompere questo momento di fraternità ed amicizia, ma... io, in tutto questo, cosa c'entro? Sho ha già un partner... e io cosa devo fare? Stare a guardare? Non mi sembra una cosa molto eccitante, non siete d'accordo?" chiese con tono sarcastico.

Interrompendo il loro abbraccio, Sho e SnowAgumon si voltarono verso la ragazzina dai capelli blu. I loro occhi erano rivolti alla sua spalla destra, o meglio sopra di essa, e stavano osservando qualcosa che stava scendendo lentamente e con leggerezza verso di lei. "Yurika-chan... io non ne sarei tanto sicuro... perchè non provi a dare un'occhiata alla tua spalla? Se quello è un Digimon, si intende..."

"La mia... spalla?" ripetè Yurika, voltando la testa. Prima a sinistra, dove non vide nulla. E poi a destra, arrivando faccia a faccia con una buffa creatura che stava scendendo dal ramo di un albero sovrastante, appesa ad un filo di diafana seta bianca: era una buffa larva che ricordava per certi versi un bruco e per altri un millepiedi, lunga come l'avambraccio di un essere umano adulto e il cui esile corpo era diviso in numerosi segmenti e coperto da una corazza chitinosa gialla, decorata sul dorso da righe nere, spezzate alle due estremità, che assomigliavano a dei fulmini stilizzati. La testa, piuttosto grande rispetto al corpo, non aveva occhi, e presentava piuttosto un paio di antenne a forma di frusta sulla sommità del cranio, oltre ad un paio di mandibole verdi-azzurrine a forma di becco, oltre che altri due segni neri a forma di fulmine dove gli occhi avrebbero dovuto essere. Aveva sei paia di zampe, delle quali le prime tre erano dotate di piccoli artigli neri, e le ultime tre di ventose, e la sua coda terminava con un pungiglione nero lungo quanto un dito. La strana creaturina vermiforme si fermò a pochi centimetri dal volto di Yurika e, dopo averla 'guardata' negli occhi per qualche istante, aprì le mandibole e la salutò.

"Ciao, Yurika! Benvenuta a DigiWorld!" disse, semplicemente, con una vocetta acuta e nasale.

Per qualche secondo, Yurika restò ferma, a guardare con occhi sgranati il Digimon insetto che ondeggiava, in maniera francamente piuttosto inquietante, a pochi centimetri dal suo viso. Sho e SnowAgumon, seduti per terra pochi metri più in là, osservavano la scena, chiedendosi quale sarebbe stata la reazione di lei...

Alla fine, Yurika sorprese tutti: afferrò il Digimon simile ad un bruco, staccandolo dal suo filo di seta, e lo abbracciò stretto, come un orsacchiotto di peluche!

"Oh, santo cielo... QUANTO SEI CARINO!" strillò a squarciagola, dei cuoricini rosa stilizzati apparvero tutt'attorno a lei, mentre l'esterrefatto Digimon insetto passava dal giallo vivace ad un comico blu asfissia, e le sue antenne si drizzarono spasmodicamente sulla sua testa! Un grosso gocciolone di sudore scese lungo la fronte di Sho: la sua amica stava coccolando quello strano insetto vermiforme come un cucciolo o un gattino. E lui che si aspettava che si mettesse a urlare dallo schifo! SnowAgumon, dal canto suo, sembrava essere contento di come si fosse evoluta la situazione.

"Hey, Sho! Mi sembra che la tua amica sia molto entusiasta riguardo al suo partner!" disse, sorridendo da un orecchio all'altro.

"Già... anche troppo..." rispose il ragazzino, notando il povero Digimon insetto che zampettava per liberarsi dall'abbraccio di Yurika. Finalmente, la ragazzina dai capelli blu allentò la presa, permettendo al suo partner appena conosciuto di respirare, e lo tenne in braccio, grattandogli la nuca con una mano. "E così... tu sei il mio compagno Digimon? Non sai quanto sono contenta di conoscerti... Lo sai che ti trovo davvero simpatico? Sono sicura che diventeremo ottimi amici!"

"Beh... hanf... posso... immaginarlo comunque... hanf... quanto sei contenta... a momenti soffocavo!" mormorò il bruco giallo, riprendendo fiato dopo la stretta soffocante. Poi, si diede una rapida scrollata e si rimise a posto, scuotendo le lunghe antenne con aria vanitosa. "Oh... e hai detto che sono simpatico? Troppo gentile! Beh, che posso dire, modestamente sono uno che sa trattare con gli altri... oh, e il mio nome è Kunemon! Piacere di conoscerti, Yurika Kagura!"

"Piacere mio!" rispose lei, con un largo sorriso. "Kunemon, eh? Ti si addice, come nome!"

 

ANALIZZATORE DIGIMON

Nome: Kunemon

Tipo: Larva

Attributo: Virus

Livello: Rookie

Attacchi: Rolling Thread

La forma di base di buona parte dei Digimon insetto. Questa larva, piccola ma molto combattiva, può arrotolarsi a palla per andare a schiantarsi contro i suoi avversari. Essendo ancora ad uno stadio evolutivo basilare, tuttavia, non dispone di veleno.

 

"Ma ora che sono state fatte le dovute presentazioni..." riprese Sho, guardando negli occhi SnowAgumon. "...c'è un'altra domanda che vorrei fare: hai detto che noi due siamo Digiprescelti, giusto? Ma quello che non sappiamo è... che cosa dobbiamo fare qui? Come mai siamo stati catapultati in questo strano mondo, e vi abbiamo ricevuto come partner? E poi... siamo noi gli unici?"

"Beh, aspettavo che ci facessi questa domanda, Sho..." rispose SnowAgumon, abbassando un pò la testa. I due amici notarono subito che il suo tono festoso ed entusiasta si era un pò intristito, e si preoccuparono di non aver detto qualcosa di inopportuno. "Allora, innanzitutto devo dirvi che, no, voi non siete gli unici Digiprescelti: altri tre ragazzi, provenienti da altre parti del mondo, stanno per ricevere un Digivice e per entrare a DigiWorld... ma loro li conoscerete più avanti! Per quanto riguarda il motivo per cui siete stati chiamati qui, beh..." Il piccolo dinosauro prese un profondo respiro, preparandosi a comunicare la notizia più sgradevole ai suoi nuovi amici umani. "Il Mondo Digitale ha bisogno del vostro aiuto. Secondo la leggenda che si tramanda nel nostro mondo da quando esso è nato, i Digiprescelti, e i Digimon loro assegnati come partner, sono gli unici in grado di salvare DigiWorld in questo momento di grave pericolo."

Yurika sbattè gli occhi, confusa, e si guardò attorno. L'atmosfera era ancora calma e rilassata, i raggi del sole filtravano dolcemente tra le fronde degli alberi, illuminando il colorato sottobosco, e i soli suoni che si sentivano erano quelli dolci e rilassanti della foresta: il canto degli uccelli, la brezza tra i rami... "Come? Il Mondo Digitale starebbe attraversando un periodo di crisi? Eppure... questo posto è così calmo e tranquillo... non vedo nulla che non vada qui attorno!"

"Ma le apparenze possono ingannare, Yurika..." disse Kunemon, sospirando. "Questo posto può sembrarti tranquillo, ma anche qui, i Digimon malvagi si aggirano in cerca di preda..."

Il Digimon larva venne interrotto da un brusco fruscio proveniente da un cespuglio alla destra del gruppetto. Allarmati, tutti voltarono lo sguardo in quella direzione, giusto in tempo per vedere qualcosa che si muoveva tra la vegetazione, e due paia di occhi rossi e malevoli, appartenenti ad altrettante figure nascoste dalla vegetazione che si avvicinavano minacciosamente. Qualche secca risata gutturale provenne dalle creature nascoste dal fogliame, che avevano individuato i due Digimon e i loro amici umani, e già pregustavano una facile vittoria...

Sho scattò in piedi e si mise tra SnowAgumon e le due misteriose creature, pronto a difendere il suo nuovo amico con il suo stesso corpo. Al suo fianco, Yurika fece la stessa cosa per Kunemon, e si mise in guardia come era abituata a fare durante le sue lezioni di judo, spostando il proprio peso sulle gambe e cercando di stabilizzarsi. I due ragazzini deglutirono nervosamente, ma si costrinsero a mantenere la calma. Qualunque cosa fossero quei due loschi figuri, stavano minacciando i loro partner, e loro due non avevano nessuna intenzione di lasciarli fare! Obiettivamente, ragionando a freddo, sia Sho che Yurika trovavano un pò strano quello che stavano facendo... davvero si stavano esponendo personalmente per salvare due creature... due Digimon... di cui fino a pochi minuti prima non sospettavano neanche l'esistenza? Eppure, sentivano che era la cosa giusta da fare. Il tempo non contava, in quella situazione: avevano subito sentito affinità con quelle buffe creaturine, e già in quei pochi minuti erano riusciti a forgiare un legame di fiducia. Ora, era loro dovere proteggerli... anche se non avevano idea di come fare...

"E mi sa che questi Digimon malvagi di cui parlavate ci hanno trovato..." mormorò Sho, tenendo stretto il suo Digivice. Ma prima che i due ragazzini potessero tentare qualsiasi cosa, i loro amici digitali scivolarono in mezzo alle loro gambe, e si posero loro di fronte ai misteriosi assalitori, con grande sorpresa, e preoccupazione, di Sho e Yurika!

"SnowAgumon!" esclamò Sho, vedendo il piccolo dinosauro mettersi in guardia e prepararsi ad affrontare i due individui misteriosi.

"Kunemon! Cosa stai facendo? Non puoi farcela contro quelli!" fece eco Yurika. I due Digimon non sembrarono curarsi degi avvertimenti dei loro partner umani, ed indietreggiarono leggermente per vedere meglio che cosa stava uscendo dal sottobosco.

"Sho... Yurika... non preoccupatevi per noi! E' nostro compito proteggervi!" mormorò SnowAgumon, corrugando la fronte alla vista della piccola figura umanoide dagli occhi iniettati di sangue che stava uscendo dai cespugli.

"Ora avrete un piccolo assaggio delle forze oscure che minacciano la pace di DigiWorld..."

 

CONTINUA...

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Note dell'autore: E il Capitolo 2 è completato! Allora, che ve ne è sembrato dell'arrivo a DigiWorld dei primi due eroi? E' già il momento di combattere, ma contro cosa? E dove saranno gli altri tre ragazzi che dovranno affrontare questo viaggio assieme a Sho e a Yurika? Ogni risposta a suo tempo... intanto, nel prossimo capitolo, assisteremo al primo combattimento di SnowAgumon e Kunemon!

Mi rendo conto di aver scelto un Digimon un pò inusuale, per Yurika... che vi devo dire, Kunemon e le sue evoluzioni (che vedrete più avanti nella storia, anche se non rispetteranno in tutto e per tutto la linea evolutiva ufficiale...) mi sono sempre piaciute, nonostante io per gli insetti provi una repulsione e un terrore incredibili! E ho assegnato a lei questo partner digitale per sottolineare il fatto che (immagino l'avrete visto) non è esattamente la classica ragazzina silenziosa e tranquilla... Per Sho, che è un personaggio più stereotipato, ho preferito un Digimon più tradizionale, con una linea evolutiva (la vedrete in seguito) abbastanza prevedibile. A proposito, il nome Kunemon deriva da 'kune-kune', che è il verso onomatopeico con cui i giapponesi indicano i passi del bruco. Non mi risulta che i bruchi facciano molto rumore quando si muovono, ma tant'è...

Molto bene, ora tocca al capitolo 4 di Invasion! Restate sintonizzati... e commentate, mi raccomando!

 

Justice Gundam

  
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