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Autore: Cee4    01/10/2011    4 recensioni
Innamorarsi di una rockstar: niente di più banale. Un viaggio atteso, un' amicizia partita da 'Butterflies and Hurricanes' e, ovviamente, i Muse e il loro universo al gran completo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“  Tutto bene , anche se l’atterraggio è stato un po’ brusco. Comunque…”.
 
 
 
 
“  Dovresti riposarti  invece di chiamarmi ”, lo rimprovero , “ Se qui sono le 2 del pomeriggio, lì dovrebbero essere…nove ore di differenza, quindi…  ”.
 
 
 
 
Colgo l’occasione: “  Veramente anche dove mi trovo io sono le 2 del pomeriggio”.
 
 
 
 
“  Come?  Dominic stai bene?  So che il jet lag può fare brutti scherzi a volte,  ma non credo…”.
 
 
 
 
“ Ma quale jet lag? Per più o meno 3 ore di volo...esagerata”.  Credo che in questa maniera capisca che non sono a L.A..
 
 
 
 
Un momento. Non mi dire… No! No? Forse… Allora …Si! Oh porca miseria…
 
 
 
 
“  Sono all’entrata della tua università o almeno così credo.  Il tassista mi ha fatto fare tutto un giro panoramico credendo fossi un turista. Davanti a me c’è una specie di arco  e una grande scalinata ”.
 
 
 
 
 “ Non ti muovere ”, gli ordino in maniera categorica.
 
O Dio buono,  quell’uomo è  davvero nato per farmi ammattire.
 
Corro verso l’entrata all'impazzata.
 
Urto una, forse due persone.  Tutto di me è in frenetica agitazione.  Oddio  adesso cado:   Alice un passo alla volta  altrimenti ti sfracelli al suolo.
 
 È  pur vero che sono vicina al Policlinico: se mi deve capitare qualcosa quale luogo migliore!  
 
Eccolo lì, girato di spalle. Giubbotto di pelle, jeans scuri strettissimi, converse verdi, borsone nero.
 
Contegno! Adesso quella peste la colgo io di sorpresa.
 
 Passo lievemente cadenzato dal movimento impercettibile dei fianchi, lentamente, lentamente.
 
“ Ouch!”. Una storta alla caviglia destra … Tanti saluti al mio piano super ingegnoso!
 
 
 
 
“ Attenta ! ”, la afferro tenendole stretto  il braccio.  La sua testa colpisce debolmente il mio petto, dove vi rimane appoggiata.
 
 
 
 
Avverto il suo calore.  Un momento: sono io che  sto  prendendo fuoco dalla vergogna. Mi rialzo di scatto, frapponendo  tra me e lui le dispense dell’ultima lezione: “  Ciao ”.
 
 
 
 
“ Ciao ”.
 
 
 
 
“ Domi-mi-ni-ni-c… ”, gli ribatto, abbassando lo sguardo. È tutto ciò che posso fare in questo momento perché le gambe si sono irrigidite.
 
 
 
 
È Alice, è di fronte a me.  L’abbraccio forte senza lasciare che finisca di parlare. Riconosco il suo profumo.
 
 
 
 
Ok, ragazza, goditi questo istante.
 
Quanto mi è mancato.  Mi è mancato irragionevolmente,  come se  ci fosse stato sempre lui in qualche angolino della mia vita.  Mi è mancato così tanto da pensare che la mia immaginazione avesse alterato la realtà delle cose. 
 
Bien!  Riprendiamoci.
“  O il volo Londra-Los Angeles fa scali inverosimili in Italia o… ”.
 
 
 
 
“  O semplicemente ho detto una piccola bugia per sbalordire la mia Blu-dress ”,  continuo  sfilandomi gli occhiali da sole, “ Contenta di rivedermi in 3D? ”.
 
 
 
 
“ Secondo te?!  ”.  Guardo sfacciatamente i suoi occhi e lo bacio delicatamente.
 
 
 
 
Le rispondo con un altro bacio, pieno di irruenza .  Mi fermo, le prendo il viso e le accarezzo i capelli, neri e  un po’ spettinati.
“ Ho una fame. Che si mangia?  ”.
 
 
 
 
“ Dominic … Ma come ti viene? E poi io stavo andando già a pranzare a mensa con le mie amiche quando ho ricevuto la tua inaspettata chiamata ”.
 
 
 
 
“ Allora, andiamo … ”.
 
 
 
 
“ Sei incredibile. Ti presenti qui , tenendo in una mano la valigia e carico di pretese , pronto a scombinarmi e …  Fortuna che casa mia è vicina … dai che ti do la pappa ”, gli dico mentre invio un messaggio di scuse a Stefania e Michi perché non posso raggiungerle.
 
 
 
 
“ Ora sono diventato  il tuo  animaletto domestico ? ”.
 
 
 
 
“ Già, è vero.  Più che un cagnolino dovrei paragonarti a un fiero leopardo o ad una poltrona kitsch ”, gli ribadisco indicando la sua cintura leopardata.
 
 
 
 
“ Spiritosa ”, le rispondo scompigliandole maggiormente i capelli per ripicca.
 
 
 
 
“ Di qua. Stavolta sono io che faccio da guida ”, gli faccio l’occhiolino.
 
 
 
 
“ Sono nelle sue mani, signorina ”.
 
 
 
 
 
 
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“ Carino il condominio, davvero carino. Allora era proprio vicina casa tua ”, esclamo sbalordito.
 
 
 
 
 
“ Non sono abituata a mentire. Ti avevo detto dieci minuti a passo lento e così è stato”.
Infilo la chiave nella serratura della porta di casa.  Dal fatto che debba aspettare dieci giri, come minimo, capisco che le mie coinquiline non ci sono.  Che fortuna!
“ Questa è casa. La cucina, il bagno, il ripostiglio, la stanza delle due gemelle e dulcis in fundo la mia camera ”, gli dico spalancando la porta.
 
 
 
 
La camera è più luminosa di come m’era sembrata attraverso la webcam. Di fronte a me c’è la scrivania su cui sono poggiati quaderni, penne, libri e il PC, a sinistra un bell’armadio a due ante, a destra la libreria strapiena di altri volumi e poi un letto matrimoniale con lenzuola azzurre.
 
 
 
 
“ Puoi poggiare qui il borsone. Dai a me. Che c’è? Qualcosa non va? ”.
 
 
 
 
“ Mi aspettavo i muri pieni di posters  insieme a CD e DVD, che mi avevi nascosto.  Si , insomma,  mi aspettavo cimeli da fan incallita ”.
 
 
 
 
“ Mai avute cose del genere. Però se ci sei rimasto male qui ho una copia dell’NME di Agosto e qui ci dovrebbe essere…aspetta…qui c’è il libro  - Fuori dal mondo. La storia dei Muse  - in lingua originale, libro per cui mi sono sbellicata dalle risate tra l’altro ”.
 
 
 
 
“ Perché? ”,  le chiedo  sfilandomi il giubbotto e sedendomi sulla poltrona vicino alla scrivania.
 
 
 
 
“  Se ci tieni. .. è molto, diciamo, romanzato e romanzesco. Poi in alcune pagine lo scrittore ha una visione un po’ distorta dell’Italia ”.
 
 
 
 
“ Tipo? ”.
 
 
 
 
“  Stereotipi comuni, sentiti e risentiti mille volte, eccetera eccet …  ”.
 
 
 
 
La tiro a me,  la faccio sedere sulle mie ginocchia e le bacio il collo.
 
 
 
 
“ Dominic se continui così scivoliamo e finiamo stesi sul pavimento. Fermati! ”, gli chiedo pur continuando ad assecondare i suoi gesti.
 
 
 
 
Le lascio dispettosamente un marchio del mio passaggio  sulla nuca.“ Mi sei mancata e adesso…andiamo a cucinare così mangiamo ”.
 
 
 
 
“ Opportunista.  A proposito per quanto rimani e soprattutto dove alloggi? ”.
 
 
 
 
“ Tre giorni compreso oggi e per quanto riguarda la sistemazione …  ”,  le indico il letto a due piazze.
 
 
 
 
“ Intendi...”. Nodo alla gola. “ Intendi stare qui? ”.
 
 
 
 
Annuisco col capo.
 
 
 
 
“ Certo che con quello sguardo le circuisci bene le donne. Va bene, mi prenderò io cura di te ”,  gli propongo sfottendolo.
Lampo.
 I neuroni della memoria inviano un messaggio ad Alice Galatti.
 “ Oddio. Oggi vengono i genitori delle due gemelle, mie inquietanti coinquiline, e rimangono a dormire qua per due giorni. Non sono pronta, che si fa? ”.
 
 
 
 
“ Scusami. Dovevo avvisarti. Se ti crea problemi prenoto un albergo e tu vieni lì da me”,le prendo la mano rassicurandola sinceramente.
 
 
 
 
“ No, rimani. L’idea dell’hotel mi sembra un po’ squallida e poi stare qui in casa … Certo, ti devi adattare un po’. Sei persone in casa è un po’ troppo, ma d’altronde non posso mandare via un amico inglese venuto apposta per farmi visita, no? ”, ammicco io.
 
 
 
 
“  Amico?  Te lo ribadisco: tu sei la mia ragazza ”, la afferro duramente  per un fianco.
 
 
 
 
“  L’ho detto di proposito.  Mi piace sentirtelo dire ”.
 
 
 
 
“ Piccola maliziosa che non sei altro. Speriamo almeno di non dover  firmare autografi o rispondere a domande imbarazzanti  ”.
 
 
 
 
“ Tranquillo. Dei Muse conoscono qualche canzone come Time is running out e Starlight perché le hanno passate in radio, perciò non credo ti riconosceranno.  Vieni con me ”,  lo trascino in cucina.
 
 
 
 
 
 
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“ Ti aiuto se vuoi? ”.
 
 
 
 
“ Tu ai fornellli? Ahahhhahahahh ”.
 
 
 
 
“ Qualche cosa la so fare ”, ribatto orgoglioso.
 
 
 
 
“ Si. Ti metto alla prova:  tu come cucineresti questa carne? ”.
 
 
 
 
“ La farei in padella con burro e uova ”.
 
 
 
 
“ Dominic , già la fettina in padella è una delle cose più tristi che esistano. Poi la tua variante non è per niente entusiasmante.  Siediti lì e aspetta ”.
 
 
 
 
La vedo armeggiare in cucina.
 Una volta, anzi  fu proprio quando comunicò alla comitiva di volersi sposare con Kelly, Christopher dichiarò che la maggior parte del carattere di una donna lo si capisce in cucina.
Disse:  “ Non è ciò che cucina, ma  il come. Se guardi una donna mentre è ai fornelli conosci la sua anima ”. Io e Bells gli rispondemmo prendendolo in giro,  ma ora mi accorgo che ho sottovalutato alla grande  questa cosa, una  delle tante perle di saggezza che a volte il nostro bassista elargisce a noi scapestrati.
Alice si muove delicatamente. Ogni gesto è pesato.  Sorride, scherza,  parla, ma rimane concentrata su quello che sta facendo.  Non sbatte i cassetti, ma li chiude lievemente. Sembra a volte un chimico pazzo che miscela ingredienti a caso, a volte un equilibrista che si dimena tra le pentole, altre, invece,  una graziosa fatina che prepara i suoi incantesimi.
 
 
 
 
Dominic è stranamente silenzioso.  Mi volto.“ Temi che ti avveleni il piatto?  ”.
 
 
 
 
“ No, mi fido. Stavo ammirando il tuo look ”.
 
 
 
 
“ Cosa c’è di strabiliante? Camicia, jeans e scarpe basse”.
 
“  Veramente ammiravo il tuo reggiseno.  Trovo molto sexy quel rosa pesca contornato da del pizzo. A proposito sbaglio o ti si sono ingrossate le tette? ”, le chiedo consapevole di farla arrabbiare.
 
 
 
 
“ Howard non ti smentisci mai”, gli dico abbottonandomi velocemente la camicia e agitando con aria minacciosa il mestolo in legno, “ Nel giro di due secondi  sei riuscito a semi denudarmi e a fare un esame accurato del mio petto! Notevole ”.
 
 
 
 
“ Modestamente ”.
 
 
 
 
“ Notevolmente vizioso ”, aggiungo dandogli un bacio sulla guancia.
 
Sento dei rumori,  voci che si sovrappongono.
 È arrivata la famigliola felice al gran completo. 
La porta della cucina si spalanca. Dominic tenta di fare la faccia seria, ma proprio non gli riesce.
 
Entra una delle mie coinquiline, Angelica,  con due buste abbastanza piene. Mi saluta e probabilmente non si accorge del fusto britannico sorridente alla sua destra.
Ripone con cura la spesa nel frigo, si gira, fa per andarsene e sobbalza  rimanendo come uno stoccafisso.
“ Angelica, lui è Dominic. È venuto oggi a sorpresa  da Londra per  passare un po’ d tempo con me  e visitare la città. Rimane qui fino a domenica se per voi va bene. Vi assicuro che non darà disturbo, è un bravo ragazzo”. In fondo, molto in fondo aggiungerei.
 
Angelica è ancora imbambolata.
Entrano a uno a uno, in fila indiana, anche la sorella Daniela, il fidanzato di quest’ultima , Piero, e i genitori. 
 
Signore fa che Dominic non si metta a ridere altrimenti il mio tentativo di farlo passare come una persona posata va a farsi benedire.
 
 
 
 
Sembra di essere in una di quelle sitcom demenziali e di bassa qualità che davano in TV quando avevo quattordici anni.  Mi trattengo per te Alice, sappilo.“ Hi, I’m  Dom. I’m … je suis … io sono Ali fianceè”. Vabbè ho fatto un pastrocchio di lingue ma credo abbiano capito lo stesso.
 
 
 
 
“  Scusatelo, è inglese ( anche un po’ deficiente in realtà  ma non diciamolo) e non parla bene l’italiano. Non ha altro posto dove andare ( a parte suite di alberghi di lusso.  Abbondiamo con il patetico, dovrebbe funzionare) per cui … ”.
 
 
 
 
La casata dei  Chelini si ammutolisce, poi Daniela dice: “  Ah, ok . Non ci sono problemi.  Allora è lui il ragazzo con cui parlavi  la sera.  I’m Daniela. Nice to meet  you Dom”.
 
 
 
 
“ Dovete mangiare?”, mi chiede Chelini padre.
 
 
 
 
“ Si, ho quasi finito. Se voi dovete cucinare ci spostiamo in camera.”
 
 
 
 
“ No Alice. Non preoccuparti, abbiamo già pranzato a casa di Piero”.
 
 
 
 
“ Ok ”.
 
Non accennano ad andarsene. Cosa? Si siedono tutti a tavola. È un incubo.
Le sorelle Chelini sono sedute a ciascun lato di Dominic .
 
 
 
 
Angelica: “ How old are you? ”.
 
 
 
 
“ I’m 34 ”.
 
 
 
 
Angelica: “ Dom what’s your job? ”.
 
 
 
 
“ Ehm … I’m a drummer ”.
 
 
 
 
Daniela: “ Cosa ha detto, Alice? ”.
 
 
 
 
“ Forse guida tram ”, ipotizza Chelini madre.
 
 
 
 
“ No. Lavora nel campo della musica. Fa il batterista ”.
 
 
 
Daniela: “ Per caso vi siete conosciuti al concerto di questa estate? ”.
 
 
 
 
Ma che te ne frega? Adesso sbotto di brutto. Tranquilla Alice, tranquilla.“ Veramente ci siamo conosciuti in hotel ”.
 
 
 
“ Molto romantico. I tuoi  già lo conoscono? ”, chiede con un ghigno malefico Chelini madre.
 
 
 
 
“  Oggi è la prima volta che ci vediamo da mesi, quindi…”. Quindi sloggiate please!
 
 
 
“ Bè noi andiamo in camera. Gud appetait ”, bofonchia Chelini padre.
 
 
 
 
La porta  si chiude e finalmente…
 
 
 
Finalmente resto solo con lei.
 
 
 
 
 
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“ Sono stanco morto! ”, dico  buttandomi sul suo letto.
 
 
 
“ Chiariamo:  ti sei  abbuffato con i miei arancini a pranzo. Ti avevo detto di non esagerare. Inoltre, sei stato tu a farmi girare di qua e di là per tutto il pomeriggio ”.
 
 
 
“  Di quei cosi uno tirava l’altro ed era tuo compito farmi visitare la città.  In fondo sono venuto anche per quello, no? ”, la prendo in giro.
 
 
 
“ Stupido ”, gli mollo un lieve pugno sulla guancia e mi stendo accanto a lui.
 
 
Squilla il cellulare. Deve essere mia madre.
 
 
“ Mamma! Ho fatto un giro in centro e sono tornata ora. Ciao papà! Tutto bene. Si, sono arrivati i genitori delle gemelle. Ora non ci sono. Stasera mangio una pizza. Ok, ci sentiamo domani. Ciao”.
 
Il biondino ha gli occhi chiusi.“ Dominic, stai dormendo? ”
 
 
 
 
Faccio finta di niente. Vediamo che fa.
 
 
 
 
“ In tal caso, questa pizza buonissima e gigante me la mangio tutta io e il signorino va a letto senza cena ”.
 
 
 
Apro gli occhi e vedo la sua bocca protesa verso il trancio.“ Ok, sono sveglio ”.
 
 
 
 
 
 
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“ Sai, mi piace stare così, soli, a mangiare sul letto, a farci le coccole e… ”, mi avvicino a lei pronto a saltarle addosso.
 
 
 
 
“ Mi pare di essere stata chiara. Niente giochini sporcaccioni.  Non mi sembra il caso date le circostanze. Sentirebbero tutto ”.
 
 
 
 
“ Questo dipende da te ”, ammicco io, preparandomi i a mettermi sopra di lei.
 
 
 
 
“ Dominic! Domani mattina quando se ne sono andati se ne può riparlare ”.
 
 
 
 
“ Uff-fff-fff. Disumana! ”, sbuffo io allontanandomi di colpo.
 
 
 
 
È vero sono disumana a metterlo sempre alla prova, ogni volta su tutto, ma nell’appartamento non ci siamo unicamente noi, pertanto….
 
 
 
 
Mi alzo dal letto e vado verso la libreria.
 
 
 
 
Prende in mano il volume di Fisiologia.
 
 
 
 
“ Ma questo volume c’entra in quella testolina, Alice? ”.
 
 
 
 
“ Con tanto impegno e buona volontà quello e tanti altri ”, gli rispondo sarcasticamente io.
 
 
 
 
“ Sei proprio una secchiona, eh? ”.
 
 
 
 
“ Non sono una secchiona. Il fatto è che questo è uno dei miei sogni, uno di quelli più vecchi e importanti ”, gli rispondo guardandolo negli occhi.
 
 
 
 
A volte dice certe cose in una maniera tale da riuscire a spiazzarmi e a farmi sentire un completo idiota. Mi risiedo sul letto e l’abbraccio teneramente.“  Un sogno già lo so, gli altri quali sono ? ”.
 
 
 
 
“ Veramente ne conosci due”, preciso io, “ L’altro, che  risale stranamente  alla stessa età, dieci o undici anni fa, si è avverato già una volta e si avvererà ancora .  In  poche parole si tratta di  assistere a un concerto dei Muse ”.
 
 
 
 
Disorientato per la seconda volta in  meno di due minuti. “ Hai ragione. Notevole per una bambina di dieci anni ”.
 
 
 
 
“ Già, è stato amore a prima vista, anzi a primo suono ”.
 
 
 
 
“ E come è iniziato tutto? ”, le chiedo interessato, interessato a scoprire tutto ciò che ha avuto dentro fino al nostro incontro, tutto ciò che l’ha portata fino al nostro incontro.
 
 
                                                 
 
“ Ti avviso: è un po’ imbarazzante e incredibilmente fuori dal normale, proprio da me. Immagina una bambina di dieci anni a casa di un’amichetta, impegnata a disegnare e a leggere fumetti. Entra in camera il fratello maggiore dell’ amica. All’improvviso fratello e sorella le propongono di vedere una videocassetta delle loro vacanze estive appena trascorse. Lei, ignara, accetta. Dopo una mezz’oretta arriva la rivelazione. Erano stati in Francia e il fratello era andato anche a un concerto per sentire la sua band preferita: gli Oasis. Si trattava dell’ Eurockeennes e il ragazzo si era ritrovato vicino ad un palco a filmare una giovane band emergente. Ad un tratto sullo schermo del televisore appaiono un bassista riccioluto, un batterista dai capelli  corti e rossi e un cantante con camicia e occhialini rossi e capelli gialli sparati in aria. Il contagio è iniziato con Muscle Museum, poi Cave, Unintended, Showbiz e infine con  i saluti incomprensibilmente deliranti del cantante,  che lascia il palco per ultimo e del cui improbabile discorso la piccola capisce  solo MUSE. Tornata a casa, quella bimba, che fino al pomeriggio prima vedeva in televisione Rossana e altri cartoni animati, ha deciso di seguire per sempre quella musica. Il resto è stata  solo una lunga discesa verso la muserizzazione, credo  ”.
 
 
 
 
La circondo volutamente con il mio corpo e le sussurro con una voglia impazientemente in aumento:  “ La mia Blu-dress  … ”.
“ Ma chi diamine è? ”, dico rabbioso e insoddisfatto.  È lui, quell’ intollerabile rompiscatole. Avrei dovuto prevederlo e spegnere il telefono. “  Che c’è?...Non ti preoccupare, torno domenica sera…secondo te?! No, ma quale disturbo. Mi fa piacere sapere che hai appena trovato su internet la locandina originale di Twin Peak, soprattutto a quest’ora … Ok, va bene. Un attimo soltanto, però, eh? Poi mi lasci in pace per le prossime 48 ore. Aspetta ” . Poggio il telefono sul comodino. “ Ali, posso usare il PC? Devo collegarmi per poco  ”.
 
 
 
 
“ Si. Io vado un attimo in bagno così mi cambio anche ”, gli dico con malizia.
 
 
 
 
 
 
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Per fortuna  avevo questo baby-doll blu, regalo di Michi, altrimenti Dominic si sarebbe dovuto accontentare dei miei pigiami domestici.
Apro la porta.“ Bè, che te ne pare? ”.
Guardo Dominic che si volta, poi guardo dietro di lui e vedo , incorniciato dallo schermo del computer, un uomo dai capelli scuri, un maglioncino grigio, occhi blu.
“ Cazzo! ”, esclamo lapidariamente.
Apro l’armadio, prendo una delle mie magliette extralarge, esco sbattendo la porta, mi infilo la maglietta, faccio un respiro a pieni polmoni. Aria, aria, aria. Rientro furtivamente.
 
 
 
 
Matthew: “ E’ lei? ”.
 
 
 
 
 “ Si, è lei Alice ”.
 
 
 
 
Qualcuno mi ha chiamato? Mi giro e Dominic fa cenno di andare accanto a lui.
 
 
 
 
Matthew: “ Ciao ”.
 
 
 
 
Bene.  Pensavo che la situazione di oggi a pranzo fosse l’ abituale parte imbarazzante del giorno e ovviamente mi sbagliavo.“ Ciao, sono Alice. Ora vado di là, vi lascio discutere tra di voi ”. Scappa Alice, scappa!
 
 
 
 
“ Non andare. Abbiamo finito e, poi, Bells ha organizzato questa manfrina solo per vederti ”, le dico sorridendo.
 
 
 
 
Matthew : “ Bè si anche. Allora buonanotte e scusa  per il fastidio Alice”
 
 
 
 
“ Ah ”, ribatto io ancora più sconvolta.
 
La faccia di Bellamy finalmente scompare dalla mia vista. Tiro uno scappellotto a Dominic: “ Potevi avvisarmi evitandomi una delle figure più assurde che abbia mai fatto e mai farò, da guinness dei primati decisamente ”.
 
 
 
 
“  Pensavo che ti metessi una casta tuta o cose simili visto che stanotte non si può combinare nulla. Invece tu ti presenti così … ”.
 
 
 
 
“ Così come? ”.
 
 
 
 
“ Diciamo in un modo che neanche pensare alla regina Elisabetta aiuta molto … ”.
 
 
 
 
“ Vado a cambiarmi allora ”.
 
 
 
 
“ No! ”, la afferro, “  Ti prometto che riuscirò a resistere ”.
 
 
 
 
“ E  tu?  Quale sarà la tua tenuta da dormita ”.
 
 
 
 
Mi levo i jeans, lasciando vedere gli slip grigi, che indico“ Questi con questa maglietta ”.
 
 
 
 
Tira fuori dal dalla borsone una T-shirt   bianca con sopra stampato un marinaretto e una barca. Anche conciato così è da … da …
“ Interessante ”,  gli dico infilandomi nel letto.
 
 
 
 
Mi metto la maglia e mi stendo accanto a lei.
 
 
 
 
 
 
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È qui vicino a me, i nostri visi sono rischiosamente vicini.  Mi tiene la mano.  Buonanotte, Dominic!
 
 
 
 
                                                                                                    
Apro gli occhi. Dorme abbracciata a me.  La testa è posta vicino alla mia spalla destra e con il suo braccio sinistro è avvinghiata all’altra mia spalla.  La guardo e richiudo gli occhi.
 Il desiderio sentito la prima volta che ci siamo incontrati moltiplicato a quello  avvertito  durante le nostre chiacchierate virtuali non è lontanamente paragonabile a questo momento.
 
 
 
 
 
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Eccoci qui.
Grazie, grazie, grazie a chi segue silenziosamente, ma immancabilmente la storia, e alle mie commentatrici instancabili, theresistance , Roby e Sarsi.
S. :  Il tuo peggiore incubo si sta avverando. Bells fa piano piano la sua comparsa e sono ben consapevole di rischiare la mia vita mettendolo in mezzo( perché lo so che tu mi pesterai a sangue ), ma era inevitabile.
 
 
 
 
 
   
 
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