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Autore: AlessiaDettaAlex    02/10/2011    4 recensioni
Storia definitivamente interrotta
Ecco qua la famosa Sekai no Yami... una storia che riunisce le prime 4 serie di Pretty Cure e in cui accadrà di tutto.
Una fanfiction tragica ma con un lieto fine, un racconto introspettivo, d'azione, d'amicizia, di sacrificio, di forza, lealtà e coraggio. Qualcosa di eroico per certi versi, oppure "epico" come alcuni l'hanno definito. Scritta per un tributo alle leggendarie guerriere Pretty Cure oltre che ai fans del genere dark.
E, ovviamente, anche per un piacere personale di cimentarmi in una storia simile.
"Questo era ciò che di norma accadeva alle dieci magiche eroine, per cui ormai niente sembrava impossibile. Ma loro stesse spesso lo ammettevano: così era fin troppo facile vincere."
Genere: Drammatico, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Honoka Yukishiro/Cure White, Nagisa Misumi/Cure Black, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sekai no Yami


Cielo e Luce
Sora camminava imperterrita guardando fisso davanti a sé; teneva il bastone appoggiato alla sua spalla destra mentre l’altra mano era puntata sul suo fianco. All’improvviso si fermò pensosa. La giacca di jeans faceva lenti movimenti a causa del vento; attraverso la sua apertura sul petto si poteva scorgere una maglia gialla, mentre sotto portava un paio di jeans malandati e scarpe giallo scuro. Aveva uno zaino nero sulle spalle in cui teneva tutto quel che poteva esserle utile; lo posò a terra e ne tirò fuori un cappello altrettanto nero, che si mise in testa. Sospirò.
«Dove diavolo credo di andare, ora che sono da sola?»
 
«Dove diavolo crede di andare quella da sola?» si chiese Rin mettendosi a sedere su una roccia. Komachi incrociò le mani dietro la schiena, rattristata:
«Non mi è sembrata molto amichevole...»
«Infatti non lo è stata» testimoniò Honoka. «lei e Nagisa hanno avuto un piccolo battibecco, Sora si è mostrata un po’ irrispettosa nei nostri confronti»
«Diciamo pure che odia le Pretty Cure» dichiarò atona Cure Black. A quell’esclamazione ci fu silenzio. Qualche decina di secondi dopo Hikari cominciò:
«Qui prima dell’attacco del drago c’era una piccola comunità, naturalmente ora sparita. Lei perché era l’unica umana presente?» con questa frecciata aveva catturato l’attenzione di tutte. Una volta che se ne fu accertata, continuò: «Secondo me ora quella ragazza è davvero sola; nel senso che non ha più alcun posto dove andare o famiglia a cui tornare»
Nozomi deglutì, mettendosi nei panni di Sora. Non ci aveva pensato. Mai rifletté:
«Che possiamo fare per lei allora?»
«Nulla, se non vuole che le Pretty Cure facciano qualcosa per lei» asserì Nagisa. Hikari scosse la testa bruscamente e si irrigidì:
«No, dobbiamo tenerla con noi! Potrebbe anche morire là fuori, senza cibo, protezione e un posto in cui dormire mentre mostri elettrici guidati da uno psicopatico distruggono il mondo!» alla fine della frase aveva quasi urlato. Il dolore ai palmi delle mani le fece intendere che senza accorgersene aveva stretto i pugni più del dovuto. Nagisa rimase di stucco. Hikari, la silenziosa, piccola, dolce kohai di sempre non aveva mai tirato fuori gli artigli in questo modo. Per una sconosciuta che aveva in antipatia le Pretty Cure, poi! Black spostò lo sguardo su Honoka, in seguito su tutte le guerriere, una per una. Alla fine sorrise alla bionda e le disse calma:
«Hai ragione. Sono stata egoista, scusa» Luminous arrossì, resasi improvvisamente conto della troppa enfasi messa nel parteggiare per Sora. Saki fece un sorrisone a trentadue denti ed esultò:
«Allora torniamo a riprenderla!» ma White la interruppe.
«Non andiamo tutte, potrebbe innervosirsi e non seguirci. Mandiamo solo Nozomi e le altre, che sono abbastanza diplomatiche!»
Le cinque Pretty Cure del Regno di Palmier annuirono e, guidate da Dream, partirono verso il punto in cui era sparita in lontananza la giovane.
Trovarla fu la parte più semplice dell’impresa; il problema è che c’era un’altra persona con lei. Un ragazzo dai capelli blu; anzi, un ragazzino. Dall’aspetto strano per di più – se converrete anche voi sul fatto che è da considerare strano un giovane di massimo tredici anni con dei bicipiti da culturista, o poco meno. Sora stava seduta su una roccia di grandi dimensioni mentre osservata infastidita il ragazzino davanti a lei che le stava facendo chiaramente delle avances.
«Ehi voi!» gridò Nozomi, interrompendo la conversazione dei due. Quando Sora si voltò sbarrò gli occhi. Ancora quelle dannate Pretty Cure. Invece il blu scattò sul chi va là, mentre il suo sguardo si incupiva. La rosa continuò:
«Sora, tutto ok? Chi è quello?» il ragazzo si intromise sospettoso.
«Siete voi le Pretty Cure?» la sua voce era più giovane di quel che le cinque guerriere si potessero immaginare; era proprio un bambino, probabilmente aveva anche meno di tredici anni.
«Non tutte ma... sì» rispose Rin guardinga. C’era qualcosa di innaturalmente sospetto in lui.
«Finalmente vi conosco...» fece il blu parlando più a se stesso che alle sue interlocutrici. Cure Dream chiese:
«Chi sei?» lui parve riscuotersi a quella domanda. Ma invece di rispondere allargò un enorme sorriso e girando i tacchi affermò:
«Ci si rivede prossimamente, Pretty Cure!» le cinque rimasero a bocca aperta, non sapendo cosa pensare. La prima a tornare in sé fu Cure Mint, che si avvicinò a Sora con lentezza.
«E tu stai bene?» le chiese dolcemente.
«Non sono affari che vi riguardano, non sono sotto la vostra protezione» sbuffò.
«Vogliamo solo aiutarti... non pretendiamo certo di sostituirci a dei genitori, anche perché a occhio e croce siamo tutte approssimativamente tue coetanee» la ragazza perse un battito alla parola genitori.
«Sparite» sussurrò alzandosi dalla roccia. Però la mano di Cure Lemonade la bloccò per la spalla.
«Perché sei così scontrosa? Non possiamo permettere che una ragazza giri da sola in un mondo del genere!»
«Io non sono sola»
«E allora dove hai la tua famiglia?» insistette Urara. Secondo battito perso. Sora a quella frase non ci vide più.
«Lasciatemi in pace!!» gridò scrollandosi la mano della bionda dalla giacca con uno scossone. Lemonade stava per aggiungere qualcosa, ma fu bloccata dal braccio di Karen, che aveva capito che continuare sarebbe stato peggio. Mentre la guardavano allontanarsi Nozomi mormorò rattristata:
«Cosa diremo alle altre?»
«Che è andata così come doveva andare» asserì Aqua portandosi le mani ai fianchi. In fondo avevano tentato di tutto, ma Sora sembrava avvolta da un muro invisibile che non lasciava trapassare nessun tipo di sentimento. Era peggio che parlare a un muro.
 
Hikari, al sentire il resoconto delle cinque Cure, sbiancò. E adesso come se la sarebbe cavata Sora? Come sarebbe sopravvissuta? Non poteva assolutamente finire così.
«Io vado da lei»
«Come prego?» esalò Cure Black.
«La seguirò» fece ancor più decisa Shiny Luminous.
«Ma lei non vuole essere aiutata da nessuno, tanto meno da una Pretty Cure! Non ti accetterà mai» constatò rassegnata Cure Rouge, mentre giocherellava facendo prendere fuoco a una fogliolina. Si divertiva, in fondo, coi suoi poteri.
«Non mi interessa, la sua vita vale molto di più della sua ostinazione» esclamò. Honoka, che fino a quel momento si era ritirata a riflettere, disse:
«Ma non ti sembra che così facendo non stai mostrando rispetto per la sua decisione?» la bionda si strinse le spalle.
«Sono sicura che mi accetterà, non preoccuparti. Fidatevi di me. Io sono la Luce, lei è il Cielo; sento che devo andare da lei»
Senza neanche aver il tempo di abituarsi all’idea, le nove Pretty Cure decisero di lasciar andare Hikari dalla ragazza misteriosa. Pollun e Lulun uscirono dalle loro custodie.
«Io ci sto! -popo»
«Anche io! -lulu» pigolarono. Mipple cacciò fuori la testa dal portacellulare di Honoka e si raccomandò:
«Non fate disastri e ascoltate sempre Hikari! -mipo» i due annuirono e salutarono con le zampette le altre mascotte.
«Probabilmente sarà una lunga lontananza» osservò Cure Black posando una mano tra i capelli brillanti di Luminous e accarezzandola.
«Noi ti sosterremo anche da qui. Non solo io e Nagisa, ma tutte le Pretty Cure» sorrise Cure White, abbracciandola teneramente. Cure Dream e le altre le fecero pollice in su, fiduciose; Cure Bloom la salutò alzando due dita sulla fronte, mentre Cure Egret le regalava un sorriso materno.
«Ci rivedremo presto!» fece la kohai salutandole tutte. Quindi si voltò e prese a correre verso la direzione di Sora.






L'Angolo con la A maiuscola. Sèèèè come no.

Eccomi di nuovo qui! Il titolo di questo capitolo è giocato sui nomi di Hikari e Sora come avrete notato. Infatti in giapponese "Hikari" significa "luce" mentre "Sora" significa cielo. Se devo dirvi la verità quando ho scelto il nome di Sora non avevo pensato a questa implicazione fortuita xDD pensando il suo nome avevo in mente solo i suoi capelli azzurro-cielo appunto. Quindi quale nome migliore di Sora? Beh, passiamo ai commenti.

Cara kohai ringraziare è sempre buona educazione ù_ù soprattutto se magari ci stavi per lasciare le penne ò___ò per Heru vedrai... deh hi hi ho ho. Qui Sora è più scontrosetta del solito xD e.... finalmente ho cacciato Hikari!! Ecco il modo ù_ù Spero ti sia piaciuto questo capitolo!
Mentre carissima bayleef ti ringrazio ancora una volta dei complimenti! Fa piacere vedere che riesci ad immaginare le scene che descrivo xD Sono discreta *____* un vero genio.
*coffcoffeggia*

Beh, alla prossima!
Videl
   
 
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