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Autore: Montana    02/10/2011    5 recensioni
Una ragazza scampata alla strage della sua famiglia a soli 5 anni, non parla, si esprime solo con la musica.
Il suo serial killer è tornato a cercarla.
Ma questa volta con lei ci sarà un ragazzo dai capelli castani, e la sua squadra di esperti, pronti a proteggerla.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Veronika Gordon 2007-2012'
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Minuetto e Trio
 
BIP!
Avevamo trovato l’S.I.
silenzio totale nella stanza.
“Ragazzi.. l’ho trovato.” mormorò Garcia dall’altra parte dello schermo.
Ciò servì a riportarci alla realtà.
“Garcia, dicci ogni cosa.”
Garcia prese un profondo respiro e cominciò a snocciolare informazioni “Si chiama Ronald Sanders, ha 37 anni, guida un pickup blu, è nato a Baltimora e lì ha passato l’intera infanzia, poi nove anni fa se n’è andato per trasferirsi a Washington. Doveva lavorare in un conservatorio ma non l’hanno preso, da allora ha vagato qua e là per la Virginia per due anni, poi è tornato a Baltimora. È rimasto lì a lavorare in un.. negozio di armi fino a due giorni prima dell’inizio della seconda tornata di omicidi. Si è licenziato e se n’è andato, ma il proprietario del negozio ha denunciato il furto di una 9mm di quelle utilizzate dalla polizia e un’intera scatola di munizioni. Da allora nessuno ha più alcuna notizia di lui o del suo pickup.”
“Si è licenziato. Dev’essere successo qualcosa, il fattore scatenante. Garcia, sai perché si è licenziato?” chiese Rossi.
Garcia scorse un po’ lo schermo “Suo padre è morto, un tumore al fegato. Si chiamava Gordon Sanders.. oh santo cielo!”
“Gordon Sanders? Come il famoso pianista classico?” chiesi io.
Garcia annuì “Non come il famoso pianista classico, ma il famoso pianista classico!”
“Cosa?! L’S.I. è figlio di Gordon Sanders?!”
“Redi, Garcia, potreste spiegarci chi è Gordon Sanders?” ci bloccò Prentiss.
“Sanders è un pianista classico contemporaneo. Bravissimo. Ha suonato una volta al compleanno di un qualche figlio di un qualche politico importante, qualche anno fa. Sapevo che era malato, ma ignoravo sia che fosse morto sia che avesse un figlio.”
“Pianista classico, hai detto? Allora forse è possibile che il figlio abbia cercato di seguire le sue orme.. Garcia, hai detto che ha studiato al conservatorio vero? Cosa studiava?”
“Pianoforte. Era bravissimo, i geni del padre hanno fatto il loro lavoro. Ha studiato come privatista per tutta l’infanzia, il padre era il suo insegnante. Ha passato tutti gli esami con il massimo dei voti, ma è stato bocciato all’ultima prova, quella di pratica. L’insegnante che lo ha esaminato ha detto che era un vero peccato, perché lui era un perfezionista e aveva studiato come un ossesso per tutti gli esami, con tutti i suoi portafortuna e cose del genere..”
“Un ossessivo compulsivo, si capisce. Per curiosità, che pezzo ha portato all’esame pratico?”
“Dunque, qui dice che ha portato un pezzo di Mozart.. il Minuetto e Trio!”
“COSA?!”
Tutti si girarono verso di me.
“Reid? Stai bene?”
Non risposi, il mio cervello stava lavorando ad una velocità insolita anche per lui.
“Ho capito! Veronika è il suo errore! Veronika è l’errore che l’ha portato alla bocciatura! Nella sua mente ha compiuto due volte lo stesso errore, ha deluso due volte suo padre..”
“Spence, ora calmati e dicci quello che hai capito.”
Il tono pacato e preoccupato di JJ mi riportò alla realtà.
“Ho capito il perché del modus operandi dell’S.I.! E ho capito anche perché ce l’ha tanto con Veronika! Qualcuno di voi ha mai sentito parlare del Minuetto?”
Tutti scossero la testa “Il minuetto è un antico ballo di corte del periodo barocco, nato in Francia all’epoca di Luigi XIV. È diviso in tre parti, minuetto-trio-minuetto, ciascuna delle quali va ripetuta. È per questo che usa il 3: 3 vittime ogni 3 settimane. Ma quando ha ucciso i genitori di Veronika e lei gli è sfuggita, ha sbagliato. Ha ucciso solo due persone. Veronika rappresenta l’errore che l’ha fatto bocciare al conservatorio, crede che se riesce ad ucciderla tornerà in pace con se stesso e col padre, che probabilmente l’ha cacciato di casa quando ha macchiato l’onore musicale della famiglia.”
“Ma non poteva uccidere una persona a caso, per la strada? O una quarta un’altra volta?”
“Non sarebbe stato armonico. Sarebbe stato come aggiungere una nota, o una quarta parte al pezzo. Non suonerebbe nello stesso modo, non trovi?”
Avevo dato una spiegazione più che esauriente, ma avevo tralasciato una cosa.
Una cosa che non avrei detto a loro, ma soprattutto non avrei detto a Veronika.
Un pezzo, nascosto sotto altri spartiti nello studio di Veronika.
Non potevo dirle che lei aveva così tante affinità con il “suo” S.I.
“Ma questa settimana non ha ucciso nessuno!” disse Morgan.
Come se aspettasse quel momento, il telefono di JJ squillò.
Lei rispose “Agente Jaerau. Oh, salve sceriffo, abbiamo delle novità sul caso! Anche voi? Cosa?”
Qualche minuto di silenzio.
“Arriviamo immediatamente.”
JJ chiuse la comunicazione.
Avevamo paura di chiederle cosa fosse successo.
Forse perché sapevamo già la risposta.
“C’è stato un altro omicidio.”
 
Giustamente. Non era ancora scoccata la mezzanotte.
“Tre vittime, genitori e un figlio. La famiglia Lewis, vive a tre isolati dalla stazione di polizia. Ci ha chiamato la vicina. Uccisi con una 9mm, come sempre.”
La voce dello sceriffo era vuota e stanca.
Giustamente. Ormai era da troppe settimane che ripeteva le stesse cose.
“Questa volta ha lasciato un messaggio.”
“Ancora? Cosa dice stavolta?” chiese Morgan.
L’ispettore ci fece vedere un biglietto scritto con inchiostro rosso.
Inchiostro, o sangue?
“Gordon, tre giorni.”
Ecco di nuovo il tre che ritornava.
“Tre giorni a cosa?”
“Al prossimo omicidio. È scritto sul retro.”
“Tre vittime. Sappilo.”
Se la prendeva con Veronika così esplicitamente. Che bisogno c’era?
“Dobbiamo trovarlo entro tre giorni. Possiamo farcela. Torniamo a casa, dai.”
Hotch pronunciò queste parole stancamente, altrettanto stancamente noi annuimmo e lo seguimmo nelle macchine.
Nessuno ne poteva più di quel caso. Non ne avevamo mai seguiti di così lunghi, per quel che mi ricordavo. E avendo io una memoria eidetica me lo ricordavo piuttosto bene.
Arrivati a casa, trovammo ad accoglierci i signori Gordon che avevano saputo dell’omicidio. Lasciai gli altri a parlargli, io volevo solo un po’ di pace.
E in quel periodo l’unica cosa che sembrava darmi pace era il pianoforte di Veronika, anche se lei stava suonando proprio il Minuetto e Trio.
Con una rabbia che non le era consueta, sbatteva le dita sui tasti fin quasi a farsi male. Lo sentivo dai gemiti che uscivano dalle sue labbra serrate più che mai.
Probabilmente la stessa rabbia con cui l’aveva suonato Ronald Sanders.
Chissà come avrebbe reagito Veronika se avesse scoperto che proprio quel pezzo con cui si sfogava aveva portato un uomo allo stato di pazzia nel quale aveva ucciso i suoi genitori.
Probabilmente sarebbe impazzita anche lei.
E se volevo sentire di nuovo il nome di Veronika Gordon, in futuro, era come nuova stella del pianoforte classico, non come suicida o peggio, come serial killer.
 
  
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