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Autore: sbrilluccica    03/10/2011    2 recensioni
Una leggera brezza estiva muoveva delicatamente i suoi lunghi capelli rossi, facendoli svolazzare ribelli.
Se ne stava sdraiata, da sola, ad osservare l’immensa distesa d’ acqua che si apriva davanti ai suoi occhi.
Era uno spettacolo affascinante e lei non riusciva a staccarsene.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il mio pensiero felice sei tu
 

 
  Una leggera brezza estiva muoveva delicatamente i suoi lunghi capelli rossi, facendoli svolazzare ribelli.
Se ne stava sdraiata, da sola, ad osservare l’immensa distesa d’ acqua che si apriva davanti ai suoi occhi.
Era uno spettacolo affascinante e lei non riusciva a staccarsene.
Le onde si susseguivano lente creando una schiuma bianca e delicata, quanto avrebbe voluto immergere il suo corpo e farsi trasportare da quel movimento ipnotico, senza dover più pensare a niente.
Fred le mancava da morire, nonostante ciò si faceva forza per non pesare sulla sua famiglia, sua madre era distrutta, suo padre trascorreva le sue giornate rintanato nel capanno degli attrezzi e George era quello che la spaventava di più, non viveva più, si limitava a sopravvivere.
La Tana non era più il luogo giocoso e felice di un tempo, ed era per questo motivo che spesso veniva ad osservare il mare a Villa Conchiglia, era l’unica cosa che almeno per mezz’ora la faceva sentire in pace, questo almeno fino al momento in cui un pop le fece capire di non essere più sola.
<< Allora è qui che ti nascondi? >>, le chiese Harry, avvicinandosi a lei.
<< Te lo ha detto Hermione? >>
<< No. L’ho intuito da solo >>.
Stettero qualche minuti in silenzio. L’unico rumore era dato dalle onde del mare che si infrangevano contro gli scogli. Avevano molte cose da dirsi, da chiarire, ma quello, forse, non era il momento adatto.
<< Gin, posso chiederti una cosa? >>, fece Harry, dopo averla scrutata qualche istante.
<< Certo >>, rispose curiosa alzando un sopracciglio come faceva sempre quando era confusa. Un gesto che Harry aveva imparato a conoscere ed amare.
<< Ti sembrerà assurdo ma… si ecco… insomma, perché il tuo Patronus è un cavallo? >>, riuscì a chiedere infine.
Inspiegabilmente, facendolo sentire un perfetto idiota, Ginny scoppiò a ridere.
Si rideva, dopo quasi un anno era tornata a ridere. Ed era stato lui a farla ridere.
Si beò di quel suono, agognato così a lungo fino a quando lei non si decise a rispondere.
<< Perché dal mio uovo di Pasqua una volta uscì un cavalluccio volante magico >>, rispose criptica.
<< Ah >>, si limitò a dire Harry piuttosto confuso, facendo sorridere Ginny.
<< Forse non lo ricorderai, anzi sicuramente non lo ricorderai >>, cominciò Ginny voltandosi verso di lui che ricambiò il suo sguardo con interesse, aspettando la spiegazione della ragazza. << Era l’anno in cui a scuola c’era la Umbridge, tu eri sempre di pessimo umore, insopportabile oserei dire. Un pomeriggio ti raggiunsi in Biblioteca >>,  continuò Ginny, notando l’espressione pensierosa di Harry, prima che un lampo di comprensione gli attraversò gli occhi verdi, segno che aveva rievocato anche lui l’episodio.
<< Gin… >>, fece per parlare lui ma lei fu più veloce e lo zittì con un gesto della mano.
<< Eri a terra, avrei tanto voluto poter fare qualcosa per te, anche semplicemente offrendoti un pezzo di cioccolata, e finalmente tu, per la prima volta ti apristi con me. Quel pomeriggio c’ero io lì con te, non Ron o Hermione, io. Mi raccontasti di Sirius, del tuo bisogno di vederlo ed io sono riuscita a darti una speranza. L’ho visto nei tuoi occhi, ed è stato bellissimo.
Per la prima volta, quel pomeriggio, grazie a un uovo di cioccolata io mi sono sentita importante nella tua vita, ed è stata una sensazione che non dimenticherò mai.
Non importava se il giorno dopo lo avresti dimenticato, se saresti corso dietro la divisa di Cho o altro, mi bastava quel momento, quella luce di speranza nei tuoi occhi e il fatto che fossi stata io a donartela  >>, concluse soddisfatta.
<< Quanto male ti fo fatto, Gin? >>, le chiese con un filo di voce.
<< Non abbastanza per smettere di essere il mio pensiero felice >>, gli rispose abbozzando un sorriso.
<< Lo sai che ti amo, vero? >>
Ginny sobbalzò a quella dichiarazione improvvisata e inaspettata, ma non lo diede a vedere.
<< Credo di sì, ma dovrai penare ancora un po’ per convincermi a riammetterti nella mia cerchia di ammiratori >>, scherzò lei giocando con una ciocca di capelli.
Da quanto non si sentiva così bene…
<< Credevo di essere l’unico >>, affermò lui in un moto di coraggio, sorprendendosi della sua spavalderia e sorprendendo anche lei che lo guardò corrucciata.
<< Non ti facevo così sicuro di te, Harry >>.
<< Infatti, lo sono solo con te. Ora sei la mia unica certezza Ginny, e il fatto che io sia riuscito a dirlo a qualcuno di diverso dallo specchio del bagno è una grande soddisfazione  >> , concluse fiero di sé.
Lentamente, come se fosse involontario e non fossero loro i fautori di ciò che stavano facendo, si avvicinarono.
Le loro mani si sfioravano, ritrovando subito il loro posto sul corpo dell’altro.
Era come tornare a casa.
Per il resto ci sarebbe stato tempo, tanto tempo, e questo Ginny lo sapeva.
Harry era stato il primo di tutto e, lei ne era certa, avrebbe continuato a esserlo.
 
 
 
 
 
 N.d.a. Salve gente, ho scritto questa storia diverso tempo fa per il contest " Le prime volte non si scordano mai" e ho dimenticato di pubblicarla, quindi eccomi a rimediare!!! Spero vi piaccia!
 
 

  
  
  
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