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Autore: Lindar    04/10/2011    0 recensioni
Nato ascoltando la storica canzone di Sergio Bruni:'Na Bruna...un'omaggio a Napoli e alla bella poesia del suo essere.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chella 
s'ha fatta a croce 
cu l'acqua e mare 
e po' ha giurato
io nun te lasso maje

(Trad= Quella ha fatto il segno di croce
con l’acqua del mare,

e gli ha giurato di non lasciarlo)
[‘Na Bruna.S.Bruni,G. Mallardo]
 

 
 
Il Campanile rintoccava la mezzanotte, l’ora degli amanti lì nella Sorrento degli Innamorati; lì nella culla di Partenope ammaliatrice.
Fragranze di gelsomino e agrumi empivano l’aria molle dell’estiva notte. Lui era affacciato al balconcino della sua camera, lì… all’Hotel Venere che guardava verso il mare.
Straniero a quelle fragranze e a quei canti che dal mare salivano. Canti che narravano della bellezza del mare e della bontà del pescato oppure inneggiavano alle trecce di qualche bella donna del popolo. Egli era figlio della bruma Londinese e del fumo della subway, eppure aveva sognato…aveva sperato.
 
Nella bella bacheca della chiesa di San Francesco campeggiava in lettere d’oro: “Anno del signore 1959, Mese di Agosto, giorno 16°, I bei figli della nostra città Carmela e Fernando coroneranno il loro sogno e si uniranno in matrimonio”…
 E una morsa ora stringeva il cuore suo, respirava l’aria della sua stanza e mille ed ancora mille ricordi,profumi e sapori gli risalivano in gola.
 
“Ma tu ti sposi veramente??”
“Secondo te faccio finta?” una ciocca di capelli neri scendeva a coprire il seno destro scappato alla camicia della bella ragazza, occhi corvini di brace ardenti fissavano il pallido incarnato di lui che coperto solo da un paio di boxer sedeva sul davanzale della finestra a fumare.
but..what??” si costrinse a parlare quel poco di italiano che aveva imparato ad Oxford… “Tu non lo ami..”
I verdi occhi del ragazzo quasi imploravano la ragazza, un carretto passava tintinnando sulla via vendendo granite e la risacca era così vicina da sentirne l’odore.
S’alzo dal letto lei, la camicia larga del ragazzo di contro al lume accesso lasciava filtrare attraverso la bella ombra dei vent’anni di lei, pose l’indice sulle labbra di lui “Shhh..statte zitto..non pensiamo a quello che domani succede..mo stamme io e te..” sigillò la voce di lui in gola accostando il corallo delle sue labbra a quelle del giovane uomo.
 
Una musica saliva lenta e dolci versi La notte tutte dormeno,e io che buo' durmì! Penzanno a Nenna mia, mme' sent'ascevulì! Li quarte d'ora sonano a uno, a ddoje, a tre..*.”Cantava  un vecchio all’osteria per i turisti Tedeschi e quasi leggeva nel pensiero del giovane.
Michael Bolton, studente di Storia dell’Arte all’Oxford College…completamente perso per l’arte di Carmela Scapece figlia di pescatori e bella come la Vergine delle Rocce. Una lacrima amara rigava la cerea guancia di lui e posandosi sulle labbra quasi lo riscosse dal torpore…ancora ricordi..
 
“Nun ‘chiagnere*…” la delicata mano di lei carezzò la guancia di lui mentre un torrente di lacrime stillavan dai verdi rai d’egli. Il capo castano posava sul cuscino..
“Piango per felicità…piango perché sei bella..” Aveva sussurrato il ragazzo mentre pareva circumnavigare lungo i lidi della bella Carmela, il solito lume dava corpo alle sue curve carezzandole dolci…era nuda sulle azzurre lenzuola, i bruni capelli erano corona e mantello del ritratto della bellezza.
“E sono sempre bella come..la Venere de Vutticiello*??” ingenua ella chiedeva complimenti sorridendo nell’ombra
“Botticelli…Carmè..e lo sei anche di più…sei come la Dama dell’Ermellino, dolce come le Vergini di Giotto…passionale come Paolina Borghese di Canova..” sorrise il ragazzo accostando le labbra alla bella fronte di lei saporosa di mare e di lavanda.
Fu ora il turno dei suoi occhi d’imperlarsi di lacrime mentre le spalle pose al ragazzo.
“ Cosa è successo… what’s matter with you now?”
“Io me devo sposare Fernando Liguori… ò figlio ddò brigadiere” singhiozzò ammutolendosi.
 
Un nuovo rintoccò riportò il ragazzo alla realtà della sua sigaretta consumata sull’orlo del posacenere e sulle lampare perse nel mare come lumi in processione.
Si voltò verso il letto, i bagagli erano quasi pronti, rimaneva da riporre con cura solo la statuetta di ceramica d’una bella ragazza con un cesto di pesce…egli sorrise…ricordò..
 
“Signurì*..accattateve sti alice…so fresche come a fronda e rosa” sorrise la bella ragazza vedendolo scendere al porto, classico abbigliamento da turista il suo : bermuda,sandali e camicia. Un paio di Rayban schermavano i delicati occhi britannici dal sole di Sorrento…
 
Si scottò con l’ultimo residuo della cicca e ritornò alla realtà..fece leva con le dita e la fece volare oltre la finestra… quasi a spinger via i ricordi con essa: “I’ll be at home tomorrow..”
 
E intanto saliva dal porto un canto.. “Si te vène na smania 'e vulé bene,na smania 'e vase córrere p''e vvéne,nu fuoco che t'abbrucia comm'a che,vásate a chillo...che te ‘mporta 'e me?”*

Un’ultima lacrima s’asciugò sul viso,pose di traverso un panama crema sul capo e s’avvio per la piccola scaletta di ferro della pensione che chiamavano ostinatamente Hotel
“Signurì fate tardi?”… il custode chiese vedendolo uscire mentre spuntava da un gabbiotto.
“No Geremia… faccio onore alla sposa e torno..” un mezzo sorriso e una stampa che raffigurava la Gioconda l’accompagnavano mentre si perdeva nella notte di Sorrento e dei suoi odorosi canti.


 
*”La notte tutti riposano, ed io non ci rieco,pensando alla mia bella sento d’impazzire”-“Io te voglio Bene assajie” canto della tradizione napoletana
*Espressione dialettale- Non piangere
*Vutticello-Barilotto..gioco di parole tra Botticelli e Barilotto
*Signurì-Signoria-modo cortese di appellare i turisti o le personalità dal popolo partenopeo.
* “ Se ti prende una smania d’amare,una voglia di baciar correrti per le vene, un fuoco che brucia l’anima, bacia lui..cosa ti importa di me ora?”-Voce ‘è Notte- E. Nicolardi,E. De Curtis
   
  
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