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Autore: LadyHeather83    04/10/2011    3 recensioni
L'adoloscente Bulma trova nella cantina di casa sua una sfera arancione con una stella...come tutto ebbe inizio.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SETTE SFERE

*

Capitolo unico

*

La signora dai capelli biondi inveiva contro la figlia perchè anche questa volta non aveva sistemato la propria camera da letto come le aveva chiesto.

La tua stanza è un porcile!” Esclamò dopo essere inciampata per l'ennesima volta a causa di un robot lasciato in mezzo alla strada.

Staccò con un gesto secco della mano alcuni pezzettini meccanici, tra i quali anche un paio di bulloni, che le erano rimaste attaccati alla gamba nuda.

Bulma dal canto suo non le diede retta, troppo impegnata a lavorare al progetto di scienze, la sua materia preferita.

Frequentava il terzo anno del liceo di Orange nella Città dell'Ovest, spiccava in tutte le materie, tranne in ginnastica, a lei piacevano quelle dove bisognava scervellarsi, non quelle dove ci si doveva cimentare con la propria forza, tanto, in caso di bisogno ci avrebbe pensato il suo principe azzurro a salvarla.

Ma mi stai a sentire?” Urlò sua madre attirando su di se gli occhi dei vicini impiccioni che non nonchalance improvvisamente dovevano stendere i panni al sole.

La ragazzina alzò la mano destra ed iniziò a muoverla “Si si, ti sento benissimo, forse anche quello dall'altra parte della strada ha captato le tua urla” Disse calma indicando fuori dalla finestra l'uomo che stava portando il cane a fare una passeggiata.

La madre sospirò e si sedette vicino a lei “Cosa devo fare con te?” Chiese con tono rassegnato.

Bulma alzò le spalle “Niente!” e la guardò negli occhi “...anzi, potresti uscire da qui? Mi stai distraendo!” Rispose con tono sgarbato illudendo per qualche secondo la madre.

La bionda signora offesa si alzò dalla sedia di legno “Bene! Da oggi sei in punizione! Non uscirai di casa per una settimana”

Bene tanto devo finire il progetto, non me ne sarei andata lo stesso” Replicò sempre con lo sguardo rivolto verso il computer.

Ma non ti darò il permesso di finirlo! Ora vieni con me e sistemerai la cantina!” Ordinò facendo svolazzare lo straccio grigio che teneva in mano.

La ragazza dai capelli turchini sobbalzò, aveva sempre avuto paura della cantina, un luogo buio dove suo padre teneva le invenzioni mal riuscite e i rottami.

Ebbe un flash di quando lei aveva sei anni e scese in cantina perchè il suo pallone era finito lì attivando per sbaglio un robot che andò in corto circuito incendiando la stanza.

Purtroppo la porta dietro di lei si chiuse e rimase intrappolata, solo l'intervento tempestivo del padre riuscì a portarla in salvo.

Da qual giorno Bulma non era più scesa in quel “lugubre” luogo.

No la cantina no ti prego! Farò tutto quello che vuoi!” La implorò piangendo.

Bulma! Mi sono stancata delle tue non promesse! Andiamo” E la costrinse a seguirla contro la sua volontà.

*

Bulma percorreva i lunghi corridoi della Capsule Corporation scortata dalla madre, sembrava un condannato a morte che sta andando a scontare la sua pena.

La luce del sole che rischiarava le finestre si rifletteva a tratti nel suo volto ansioso.

Arrivati” Disse la signora Brief aprendo la porta d'acciaio che sembrava più piccola dell'ultima volta che la ragazza l'aveva vista.

Accese anche la luce dal pulsante distante una decina di centimetri dall'entrata.

Mamma...” Proferì con voce flebile.

L'espressione del suo volto era duro e deciso, qualsiasi cosa le avrebbe detto la figlia non l'avrebbe mutato, ne aveva abbastanza della sua insubordinazione.

Niente mamma, tieni” Le consegnò in mano un secchio con dell'acqua calda e uno straccio prima di girare i tacchi e ritornandosene alle quotidiane faccende domestiche.

*

Deglutì rumorosamente prima di entrare nella stanza, fece un gran respiro e si fece coraggio.

Coraggio Bulma, fai vedere che non hai paura!” Si disse tra se e sé.

Mise il piede destro sul primo gradino di legno che cigolò facendola retrarre subito, non urlò dalla paura, anche perchè non l'avrebbe ascoltata nessuno, oppure avrebbero fatto finta di non sentire.

Un altro sospiro e di nuovo il piede destro sul gradino che questa volta non emise nessun suono.

Scese pian piano le scale, ma ad un tratto inciampò ruzzolando giù per la scalinata sollevando della polvere, quando si fermò si alzò con una gamba dolorante e tutta bagnata perchè il secchio le era caduto in testa.

Ci mancava solo questa!” Poi imprecò qualcosa di incomprensibile.

Guarda qua, sono tutta bagnata!” Si lamentò guardandosi attorno notando che molti robot erano spariti, suo padre aveva già fatto metà del lavoro liberandosene, sarebbe bastato togliere un paio di ragnatele e spolverare.

Doveva prima però cercare un asciugamano o qualcosa di simile per asciugarsi se non voleva prendere un malanno, trovò lo straccio che le doveva servire per spolverare appeso alla ringhiera e se lo mise in testa come fosse un turbante.

Lo sguardo cadde nel sottoscala dove c'era qualcosa che luccicava.

Attirata da qual bagliore, spostò alcuni scatoloni che riportavano il marchio della sua azienda e vi ritrovò una sfera arancione un po' più grande della sua mano, con all'interno una stella rossa.

Wow!” Esclamò “Chissà cos'è!” Si chiese studiandola ad occhio nudo, poi improvvisamente si ricordò che in un libro della biblioteca personale di suo padre c'era qualcosa in merito.

*

Non perse tempo e risalì le scale prima della cantina e poi scese per andare nei laboratori.

Ciao figliola!” La salutò il padre felice vedendola arrivare.

Ciao papà non ho tempo adesso” Rispose frettolosa non fermandosi.

Sempre di corsa quella ragazza!” Esclamò ritornando a lavorare al progetto.

Arrivata davanti l'altissimo scaffale del mobile, prese la scala e cercò il volume che le interessava “Leggende di altri mondi”.

Sfogliò le pagine così velocemente che per poco non ne strappò una.

Eccole!” Sussurò guardando il disegno di sette sfere di fattezze identiche, ma che si differenziavano solo dal numero di stelle al suo interno.

Vediamo cosa dice...” La turchina s'immerse nella lettura.

Si narra che il possessore di queste sette sfere abbia la possibilità di invocare il maestoso drago Shenron e di esprimere al suo cospetto un desiderio” “Mmm...potrei sempre chiedergli di farmi incontrare il principe azzurro” “...una volta espresso il desiderio, le sfere si trasformeranno in pietra e si disperderanno in vari punti del pianeta” “...prima però bisogna trovarle...potrei sempre costruire un radar!”

Chiuse il libro così veloce da far uscire un po' di polvere e farla tossire.

*

Andò in laboratorio e approfittando di un momento di distrazione del padre prese alcuni strumenti tra i quali bulloni, chiavi inglesi, fili elettrici, batterie e altro che le potesse venire in mente e che le servisse.

Si impadronì anche di una vecchia bussola, se doveva creare un “radar cerca sfere”, quello strumento era adatto.

Ritornò in cantina, in quel luogo avrebbe lavorato tranquilla senza che nessuno la disturbasse, e per quel nessuno s'intende sua madre.

Iniziò smontando la bussola togliendo il meccanismo, e ci lavorò circa due ore, una volta completato sarebbe stato il momento di provarlo.

Niente! Non si accende” Disse pigiando il pulsante in cima “...già che stupida mancano le batterie” Una volta inserite il radar iniziò a funzionare.

E ora che cosa ti prende? Perchè non segnali la sfera che ho qui?” Bulma si stava per mettere a piangere, aveva lavorato tutto quel tempo per nulla.

Nel frattempo di dott. Brief, suo padre, lasciò il laboratorio, erano le otto passate e la pancia iniziava a brontolare.

Prima però passò a dare un'occhiata alla figlia e a come se la stava cavando in cantina, se aveva superato la sua paura.

Come va figliola?” Chiese affacciandosi alla porta.

AHHHH” Bulma lanciò un urlo di disperazione facendo precipitare suo padre giù.

Cos'è successo?” Chiese notando il disordine di bulloni, cacciaviti, disegni, sparsi per tutto il pavimento.

Non riesco a farlo funzionare” Rispose indicando la bussola “...lo sto realizzando perchè quest'estate volevo partire per un viaggio alla ricerca di queste sfere” Spiegò indicando l'oggetto arancione.

Ah si! Questa è una sfera del drago, si dice che...”

Si lo so cosa si dice” Lo interruppe “...voglio solo far funzionare questo affare”.

Il dott. Brief portò al mento due dita ed iniziò a pensare e a studiare l'operato della figlia.

Accese e spense la bussola, perfino la smontò per vedere da quali parti meccaniche era composta.

Per forza non ti indica la sfera” Esclamò attirando l'attenzione della figlia che stava quasi per addormentarsi.

Non hai caricato le mappe!” Spiegò sistemandosi gli occhiali e iniziando a dar via il processo per l'installazione grazie ad un computer trovato lì tra gli scaffali, fortunatamente ancora funzionante anche se datato.

Papà sei un genio” Disse andandolo ad abbracciare.

*

Il momento era particolarmente delicato, deglutì rumorosamente e lentamente premette il pulsante in cima, come se dovesse disinnescare un ordigno esplosivo, il BIP che uscì dall'aggeggio risuonavano come parole di speranza, ora finalmente Bulma, sarebbe partita per realizzare il suo sogno e per scrivere la storia come la conosciamo.

*

FINE

*

Ciao a tutti cari lettori, grazie per essere arrivati alla parola “fine”, vi sarò grata se mi farete sapere cosa ne pensate.

p.s. Non ricordo bene quante stelle avesse la sfera di Bulma^^

  
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