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Autore: FairyCleo    04/10/2011    9 recensioni
"Era tutto il giorno che l' intero enturage di servitori di re Uther e figlio faceva su e giù per il castello, lustrando persino i cardini delle porte delle segrete.
Camelot doveva prepararsi al meglio per accogliere in maniera egregia un ospite molto particolare".
Dal capitolo 5:
"Veloce come non mai, con il cuore che galoppava così forte da fargli quasi male, Artù era giunto davanti la porta della fredda cella dove era stato rinchiuso Merlino.
Il poveretto giaceva a terra, svenuto, rannicchiato su di un fianco, con le braccia incrociate sul petto, nascoste in parte dalle ginocchia ossute, e il viso affondato in esse.
Nonostante avesse rivolto la schiena verso il freddo muro di pietra, non era difficile immaginare in che condizioni fosse.
Sotto di lui, una pozza di liquido denso e scuro si stava allargando a vista d' occhio.
Se non fosse intervenuto all' istante, sarebbe morto dissanguato in quel posto infernale".
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Too late


Morgana era uscita dalla stanza urlando e piangendo.
Il suo comportamento ' poco regale ' aveva attirato l' attenzione di servi e cavalieri, ma non le importava.
Non riusciva ad accettare quello che le era stato appena confidato da Uther.
Non riusciva a credere che presto Gaius sarebbe morto.

In lacrime, aveva spalancato la porta della propria stanza, gettandosi sul letto davanti ad una Gwen incredula.
"Lady Morgana! Vi sentite bene??".
La sua giovane serva le si era avvicinata quanto bastava per controllare se stesse bene.
La dama piangeva lacrime amare, nascondendo il viso nel cuscino.
"Morgana..." - la voce di Gwen era dolce e melodiosa.

"Oh Gwen..." - si era messa a sedere in maniera piuttosto scomposta, cingendo la propria servitrice con le esili braccia.
La ragazza, presa alla sprovvista, aveva esitato, prima di stringerla a sua volta.
"Che cosa vi turba, mia signora?".
La dama aveva sollevato il capo, mostrandole gli occhi pieni di lacrime.
"Non c'è speranza Gwen... Non c' è più nessuna speranza!".
Ma la serva non riusciva a comprendere.
"Lo uccideranno... Uccideranno Gaius".

Solo allora, aveva potuto comprendere il dolore della ragazza.

"Ma... avevate detto che Uther ci avrebbe pensato...
Ed eravate certa che parlargli di nuovo sarebbe stato decisivo per fargli cambiare idea...".
"Mi sbagliavo! Stupida! Sono una stupida!".
"Non fate così...".
La pupilla del re si era allontanata di scatto, cominciando a sbattere i pugni sul materasso.
"Non avevo calcolato che quel... MOSTRO mi avrebbe preceduta! Non avevo calcolato quanto grande fosse la paura d Uther!".

D' un tratto, Gwen aveva capito a chi si stesse riferendo Morgana.
Miraz.
Il malvagio re di Telmar aveva avuto la meglio.
E Gaius, il loro amato Gaius sarebbe arso vivo sul fuoco.
Come non comprendere e condividere la reazione di Morgana.

"Mia signora... cosa possiamo fare?" - stava per scoppiare in lacrime a sua volta.
"C' è una sola cosa che possiamo fare, Gwen: va a svegliare Artù".

                                                                                                            *

"Prendi le tue cose Merlino! Si torna a Telmar!".
Ciò significava che Miraz aveva parlato con Uther.

"Vostra altezza...".
"E' tutto risolto Merlino. Ora sbrigati! Raccogli i tuoi pochi inutili averi. Dobbiamo andare via prima che il giorno lasci posto alla notte".

                                                                                                            *

Clara correva veloce come il vento.
Doveva arrivare al punto più alto del castello e gettare la polvere prima che venisse costruita la pira.
O sarebbe stato tutto più difficile.

Le parole del drago continuavano a ritornarle in mente.
"Compi il tuo destino".
Già.
Ma qual era il suo destino?
Forse non era quello il momento migliore per pensarci.
Lo avrebbe fatto in seguito, quando tutto sarebbe stato risolto.
Magari avrebbe avuto la possibilità di parlare di nuovo col drago, e tutto sarebbe stato più chiaro!

Sorrideva, percorrendo a ritroso il tunnel che l' aveva portata nelle grotte sotterranee.
Gaius sarebbe stato salvo, e forse il mago l' avrebbe perdonata.
Ehi? Ma da quando gli importava del perdono di quell' esserino??

Arrivata al primo piano, il sangue le si era gelato nelle vene.
La pira era già stata costruita, e re Uther la osservava dalla tribuna costruitavi attorno.
La gente stava già cominciando ad affollare la piazza, domandandosi il perché di quella macabra costruzione.
Ma come poteva essere???
Possibile che fosse rimasta i compagnia del drago per tutto quel tempo???

Almeno una buona notizia c' era: Miraz non si vedeva.
Il che significava che aveva il tempo di salire in cima al castello senza che lui la vedesse dalla piazza.

Così pensava prima di incrociare uno degli uomini che più odiava: lord Sopespian.

"Clara... qual buon vento! Credevamo che fossi scomparsa... per magia!".
Il nobile le si era avvicinato, prendendole alcune ciocche di capelli tra le dita.
"Sei sempre così meravigliosa...".
Era riuscita a spostarsi prima che quella mano arrivasse a sfiorare il suo splendido viso.
"E sfuggente!".
"Avete bisogno di qualcosa, lord Sopespian?".
"La tua indisponenza mi fa... impazzire figliola. Lo sai".
Sembrava che volesse mangiarla.
Quell' uomo si avventava su qualunque cosa respirasse.
Lei si era limitata a non rispondere, anche se avrebbe voluto ucciderlo.
"Preparati ragazza. Se non vuoi restare qui a Camelot".
"Cosa?".
"Si torna a Telmar Clara. E si parte adesso!".

Ogni cosa stava andando a rotoli.

                                                                                                                 *

Era tutto pronto, ormai.
Merlino  aveva riposto ogni cosa negli appositi bauli, e i cavalieri di Telmar avevano già stipato tutto nelle carrozze.
Nel cortile interno, quello che si vedeva dalla stanzetta della servitù attigua alle stanze di Miraz, c' erano già tre purosangue preparati di tutto punto, e uno stalliere ne aveva appena preparato un altro. Doveva essere il suo.
Almeno avrebbe viaggiato comodo!
Sorrideva amaro.
Se non all' ironia, a cos' altro si sarebbe potuto aggrappare?

C' era stato uno strano fermento nel castello, poco prima.
Forse, era per via della loro partenza.
Chissà se Miraz gli avrebbe dato il permesso di salutare i suoi amici.
Lo avrebbe scoperto a breve, anche se ne dubitava fortemente.

"Merlino. Dobbiamo andare".
Lord Glozelle era venuto a chiamarlo.
Il giovane mago, triste come mai prima d' ora, aveva preso la sua sacca, e si era attardato per poter osservare un' ultima volta quelle stanze, così simili e così diverse da quelle di Artù.

Stranamente, non vi era nessuno nei corridoi.
Forse erano tutti in piazza per ' porre omaggio ' al sovrano di Telmar.
Bè, lì ci sarebbero stati anche i suoi amici, e avrebbe potuto vederli un' ultima volta, almeno da lontano.
Chissà se ci sarebbe stato anche Artù.

Ma, una volta arrivato nel grande atrio, lord Glozelle lo aveva indirizzato verso una delle altre uscite.
"Ma...".
"Sbrigati ragazzo... dobbiamo partire prima..." - ma si era fermato all' improvviso.
"Prima di cosa?" - Merlino si era allarmato all' improvviso.
"Prima di niente. Sbrigati".

Merlino era stato spinto verso il cortile interno.
Miraz era lì ad aspettarli.

"Finalmente! Presto!! Non vorrete perdervi lo spettacolo dall' alto?".
Spettacolo?
"Coraggio Merlino! Monta a cavallo!! Non vorrei che proprio tu non riuscissi a vedere con i tuoi splendidi occhi il tuo caro cerusico bruciare!".

Solo allora si era reso conto del reale senso delle parole di Miraz.

Continua...
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Spero davvero di essermi fatta perdonare.
Anche se non credo, dopo questo capitolo.
Ludiro cane bastardo! (Scusate il francesismo).
Miraz è per davvero un mostro!
Clara era l' ultima speranza per Gaius, e adesso è stata intercettata da lord Sopespian.
Ci mancava solo lui, vero?
La mia mente è perversa, lo so...
Per questo, vado a farmi venti minuti di vergogna nell' angolino...
A presto!
Un bacione!
Cleo


   
 
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