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Autore: xlairef    10/10/2011    0 recensioni
Tra i ghiacci del Mare Ultimo, sulle rotte dei pirati, nelle mani di Sedna, nella sorte di due capitani, negli occhi rosso sangue giace il destino di Ferenc, a bordo della Dragonfly
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il rollio della nave, che solcava con il vento a favore le acque costellate di ghiaccio del Mare Ultimo, faceva dondolare i rami dei candelieri appesi al lampadario della cabina dei capitani, e rendeva nervosa Sue, poiché aveva su di lei l’effetto di rilassarla e di farle abbassare la guardia.
Perciò sbatté gli occhi, che aveva chiuso per un istante, e mise a fuoco ciò che la circondava: le pareti spoglie, adornate da carte nautiche per il possesso delle quali avrebbero dato la vita in molti, le sedie e la scrivania consunte, i vetri sporchi delle finestre che davano sulle onde più in basso, la sorella che, seduta sulla scrivania, la guardava divertita.
“Ti capita mai di dormire, ogni tanto?” Le chiese quest’ultima.
“Solo se me ne do il permesso.”
Mary non replicò, e rivolse l’attenzione al mare. “Se questo vento resiste, riusciremo ad arrivare alla Torre in meno di tre giorni…” Osservò.
“Sei impaziente di sbronzarti di nuovo, sorella mia…”
“Tu non sai davvero cosa sia il divertimento, Sue…” La donna in blu si strinse nelle spalle, controllando mentalmente che il suo equipaggiamento d’armi fosse in ordine. “Forse dipende dall’addestramento che hai ricevuto in marina a Vadek…” Aggiunse Mary, pensosa.
Sue non rispose, e la sorella subito si maledisse in silenzio per aver accennato a quell’argomento. Con un salto scese dalla scrivania, e si avvicinò ad una delle vetrate sporche: la superficie rifletté a fatica un volto che dimostrava ben poca maturità, coperto di lentiggini e avvolto da lunghe ciocche rosso fuoco, che sfuggivano ribelli da uno chignon in cima alla testa. La donna, o ragazza che sembrava, si sistemò meglio la capigliatura.
“Il nuovo mozzo non è male, non trovi?”
Sue si rabbuiò immediatamente.
“Non pensare a cose di cui poi ti pentiresti…”
“Perché tu mi conosci bene…” Sospirò Mary, staccandosi dal vetro. Un’onda più forte delle altre fece beccheggiare lo scafo. “Già, hai ragione, me ne pentirei davvero…dopo…come sempre…” Guardò la sorella, imperscrutabile come al solito, il viso giovane invecchiato anzitempo. “Per quella gran puttana di nostra madre, Sue, come puoi essere sempre nel giusto?”
“Forse dipende dalla voce del mio totem…” Sorrise l’altra.
In quel momento, il mondo si fece buio.
“Che cosa sta succedendo?” Chiese Ferenc, alzando gli occhi dalle assi del ponte.
“Niente di buono, figliolo…” Fu Terent a rispondergli, passandogli accanto di corsa, per andare ad aggrapparsi alle catene dell’ancora. Il mozzo vide che ogni membro della ciurma si affrettava a fare altrettanto, e, abbandonati secchio e ramazza, li imitò: appena in tempo.
La Dragonfly andò a sbattere contro un muro invisibile, fatto di aria e di frammenti di ghiaccio che scintillavano nell’aria tersa. Dopodiché si inabissò nel profondo del mare.
 
 
“Ci risiamo.”
Mary si fece largo tra le sedie e la scrivania, che le erano quasi rovinati addosso a causa del brusco urto. Sue si alzò dal pavimento di assi, e strinse più forte la presa sulla carabina che portava al fianco.
“La mia spada preferita…” Si lamentava intanto la sorella, china su un cassettone rovesciato da sotto il quale spuntavano alcune sottili lamine di metallo. “Questa volta la uccido.”
Sue non rispose, e aprì la porta della cabina.
Non un muscolo del suo viso lasciò intendere che era colpita dallo spettacolo che si svolgeva sotto i suoi occhi, uno spettacolo che negli ultimi dieci anni era diventato fin troppo familiare.
La nave sprofondava negli abissi oscuri dell’acqua, lasciandosi dietro una scia di schiuma in cui nuotavano vari tipi di pesci polari. Sul ponte fluttuava la solita nebbia iridescente che permetteva agli uomini di respirare, ma non li proteggeva dalla velocità spaventosa con cui la nave scendeva nei flutti sempre più bui.
Sue si aggrappò ad una trave, e si issò a fatica sul ponte di comando, dove di lì a poco la raggiunse Mary.
Un istante più tardi l’imbarcazione si arrestò.
“Ecco, è arrivata…” Sussurrò qualcuno della ciurma all’orecchio di Ferenc, il quale aveva le mani rosse per la forza con cui si era aggrappato ai grossi anelli della catena.
“Chi? Il demone dei sette mari?” Sbuffò il mozzo.
“Ci sei vicino, ragazzo, ci sei vicino…”
I due capitani si girarono all’unisono verso un punto dietro le loro spalle, da dove scaturì un lampo di luce rossa: dal bagliore nuotarono verso la nave tre enormi balene, che si fermarono accanto alle fiancate della Dragonfly.
 “Sedna…Che sorpresa…Ti ucciderebbe usare altri metodi per fare due chiacchere?” Chiese Mary rivolgendosi alle onde vuote.
“Ho un nuovo compito per voi.” La voce era roca, inquietante, e Ferenc si ritrovò a tremare, assieme al resto della ciurma, per il timore crescente.
“Che cosa vuoi?” Sue saltò seccamente al nocciolo della questione.
“Niente che voi non possiate fare…” All’improvviso, dietro le due capitane si materializzò qualcuno.
Una dea.
“Ho avuto una piccola discussione con l’imperatore di Vadek…” Esordì Sedna, agitando il lungo groviglio di capelli neri, che la rivestiva interamente, con aria languida.  “…A seguito della quale il caro vecchietto è entrato in possesso di un piccolo e inutile oggettino, di valore puramente sentimentale, ma che vorrei avere di nuovo tra le mani…”
Le due sorelle si guardarono. Mary prese la parola: “Puramente sentimentale? Come lo specchio della volta scorsa?”
“Oh, tesoro, non posso proprio ricordarmi…”
“Quello per cui abbiamo navigato fino a raggiungere i deserti ardenti di Ghiela? Quello per cui le tribù nomadi di Feren ci hanno inseguito per giorni tra le foreste pietrificate? Quello per cui per poco non ho perso un occhio e tre uomini della ciurma?”
Ma Sedna si era già voltata verso Sue. “E’ di vitale importanza che tale oggetto, ripeto, di valore sentimentale, torni da me entro il plenilunio…”
“Mi stai ascoltando?”
“…Altrimenti le conseguenze potrebbero…”
“Lasciami indovinare….” La interruppe Sue, sarcastica. “ Le conseguenze potrebbero avere risultati apocalittici per il mondo intero?”
“Precisamente…” Sedna sorrise, mostrando i denti affilati. “Per cui dovrete restare in vita almeno fino a quando non mi riporterete l’oggetto…Questo totem….” E agitò una mano priva di dita, creando dal nulla un’immagine di fumo, che riproduceva un piccolo totem, una balena.
Sue impallidì. “Non può essere….Non è possibile!”
Sedna annuì, improvvisamente seria. “Invece è proprio quel totem…Capite adesso?”
“Com’è potuto succedere?” Domandò Mary. “Cioè, spiegami…Eri sbronza, o cosa? Come hai potuto fartelo rubare da sotto il naso?”
“Di questo non dovete occuparvi.” Rispose Sedna, gli occhi improvvisamente ridotti a due fessure di ghiaccio furenti. “Pensate solo a recuperarlo, e nessuno si farà male…non troppo, perlomeno…”
“Non abbiamo possibilità di scelta, vero?” Chiese Sue, stringendo l’elsa dello spadone convulsamente.
La divinità rise, portando davanti alla bocca i monconi delle mani. “Certo che no, tesori miei…Considerando tutto quello che ho fatto per voi…”
Entrambe le sorelle non replicarono.
Sedna si ritenne soddisfatta: “Molto bene…Ricordate, entro il plenilunio, e nelle mie mani…” E istantaneamente, così com’era arrivata, scomparve alla vista.
La Dragonfly, con uno scossone, si raddrizzò e iniziò a risalire a tutta velocità, fino a riemergere con grandi spruzzi sulla superficie del mare, dove era calata ormai una notte senza luci.
Mary scese sul ponte a controllare se disponeva ancora di una ciurma. “Allora, uomini…” Si rivolse ai vari membri dell’equipaggio, distesi in diversi modi sulle assi attorno all’ancora, con innumerevoli parti del corpo doloranti. “E’ stato divertente anche questa volte, non trovate anche voi?” Chiese con un gran sorriso. “Dobbiamo rifarlo più spesso, non siete d’accordo?”
La ciurma mugugnò qualcosa di irripetibile.
Phineas fu il primo a rialzarsi da terra: “Capitano, ordini.”
“Rotta verso la Torre…E in fretta.”
 
 
 
 
 
  

  
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