Capitolo 10 – Liam
Saliamo in sella e
sproniamo i cavalli al trotto.
E’ notte fonda
quando una leggera pioggerella inizia a bagnarci, ci copriamo con le mantelle,
l’acqua cade sempre più pesante su di noi,ci penetra con decisione i vestiti e
ci tocca le ossa gelide.
Io e Den camminiamo
davanti ai vampiri, facciamo strada perché dopotutto noi veniamo dalla lontana
Russia e quei luoghi, almeno fino alla Germania, li conosciamo bene.
Spero solo che in
questo viaggio la dea bendata ci guidi e ci accompagni.
Il silenzio tra di
noi è quasi come una lama che ti squarcia il petto, sono passate due ore dalla
nostra partenza e Kevin rompe quella cortina di silenzio:
-Che cosa faremo
quando saremo là?
-Ci fermeremo prima
del castello e lì ci divideremo…
Kevin mi guarda
stupito
-Se ci dividiamo
avremo meno possibilità di trovarla…
-Sbagli –risponde
Den- siamo tutti forte e l’unico anello debole del branco è la donna in quanto
lei è impura e non sa come usare i suoi poteri…
-Smettila di darle
dell’impura!
Kevin urla, io non
posso farci nulla, vorrei dare ragione a Den però prima la ragazza era forte,
ringhio appena
-Smettetela.
Sussurro con calma,
ma il mio avvertimento non viene minimamente considerato e la ragazza
sentendosi presa in causa esclama
-Io sono forte, vi aiuterò!
A qualsiasi costo!
Rido sapendo che la
mocciosa non potrà nemmeno arrivare sul campo di battaglia se continua così…
-E dimmi, che cosa
vorresti fare? Cosa credi di riuscire a fare? E’ già bello che rimarrai in
vita.
-Liam!
Ho alzato la voce e
Kevin mi ammonisce, lo guardo glaciale per poi riprendere il mio tono freddo e
distaccato.
-Lo sapevi meglio di
me, il suo corpo deve ancora morire e i tempi sono troppo lunghi per noi… Sai,
forse era meglio se la uccidevo quella notte.
Faccio trotterellare
il cavallo e gli altri, tornati di nuovo in silenzio, mi seguono.
Crudeltà, fedeltà e
sincerità è questo ciò che Kevin aveva sempre chiesto ed ero che gli ho detto
la verità si arrabbia, quella donna gli annebbia la vista, gli impedisce di
distinguere il vero dal falso.
Se Shala diventerà
un problema non mi farò scrupoli, la ucciderò.
Arriviamo in una
piccola radura dove una piccola mandria di cervi brucava l’erbetta bagnata
-Ci accampiamo qua.
Io vado a caccia.
Scendo da cavallo
gli tolgo briglie e sella e gli accarezzò la nuca, nitrisce toccandomi il
fianco con il muso, sorrido e me ne vado tra gli alberi della foresta.
Mi immergo nei suoni
di quel posto, cammino tra le radici e i sassi, il forte odore di muschio e
pino è per me come l’essenza della libertà, il dolce rumore dell’acqua che
cadendo urta le foglie adagiate sul terreno è come un richiamo impellente…
Sono completamente
bagnato, mi trasformo e ululo.
Annuso l’aria e
l’odore di selvaggina mi giunge alle narici, spalanco gli occhi e mi
appiattisco sull’erba che mi solletica l’addome, faccio qualche passo per poi
fermarmi ad osservare la mia preda: E’ un cervo adulto, l’impalcatura delle sue
corna è enorme ha zampe possenti e ha il manto marrone scuro.
Muggisce come se
volesse reclamare sua quella piccola radura, striscio fino ad essere a pochi
metri da lui.
Il tempo si ferma,
il suo odore mi inebria e i miei remoti istinti da predatore tornano, mi alzo
dalla mia postazione e i nostri occhi si intrecciano, in lui non vedo paura ma
solo orgoglio e voglia di vivere, purtroppo per lui vige la legge del più
forte.
Stiamo immobili per
qualche secondo, la brezza leggera scompiglia il mio folto pelo e io scatto in
avanti come una molla, il cervo tenta di scappare ma i miei canini affondano
nella delicata pelle del grande cervo.
Sento il suo sangue
scivolare dal suo collo e cadere nella mia bocca.
Torna da Den e gli
altri con il cervo tra le fauci, lo lascio tra di loro e poi me ne vado ad
accucciarmi sotto un enorme pino.
-Non mangi?
Giro la testa
immergendomi nel folto pelo della mia coda Kevin si allontana tornando a
mangiare con Shala.
Den si avvicina a me
con un pezzo di carne tra le fauci, tiene la testa bassa e uggiola appena.
Digrigno i denti ma lui ignora apertamente i miei avvertimenti e così scatto
mordendolo sull’orecchio sinistro. Voglio solo restare solo.
Den si allontana un
poco per poi ritornare a sdraiarsi affianco a me.
Sento che sospira e
si struscia contro il pelo della mia schiena.
Ci rimettiamo in
viaggio, finalmente ha smesso di piovere, il terreno è bagnato, i torrenti si
sono gonfiati fino a straripare e il vento soffia gelido sui nostri visi.
Il silenzio rimane
il nostro unico compagno di viaggio, insieme al canto di qualche uccello e il
rombare possente dell’acqua.
Cavalchiamo in fila,
siamo in un tratto tra il fiume e le rocce, è particolarmente scivoloso e
difficoltoso ma il sole che lentamente sale nel cielo ci riscalda gli animi.
Da dietro la stretta
curva una piccola volpe mi sbuca dalla tana e leggiadra corre tra le zampe del
mio cavallo che, spaventato, si alza sulle zampe posteriori e scivola nel fiume
vicino a noi.
Mi ritrovo
sott’acqua con un peso di circa cinquecento chili sopra di me, tento di
riemergere ma la corrente impetuosa ci porta via e sempre più sotto.
Non riesco a liberare
la mano dalle briglie, provo a tirarle e a morderle ma nulla, non si rompono,
mi inizia a mancare il respiro mentre vedo l’acqua si tinge di una tonalità
rossa, osservo il cavallo e noto che è morto, cadendo deve aver picchiato la
testa contro un masso perché ha il cranio distrutto.
Prendo il pugnale
che tengo nella sella e taglio le briglia, riemergo dall’acqua e inizio a
nuotare contro la forte corrente, mi tiro sulla terra ferma e tossisco appena e
annaspo, i miei polmoni sono felici di ricevere ossigeno.
La mia mano destra
perde sangue, ho inciso troppo e oltre le briglie ho tagliato anche il mio
palmo.
Dopo poco sento le
mani di Den che mi prendono e mi obbligano a guardarlo, lo guardo negli occhi
-Liam! Rispondimi!
Dimmi che stai bene!
Annuisco mentre,
bagnato fradicio tento di rialzarmi con scarsi risultati
-Sì, credo di avere
un paio di costole inclinate…
mi afferra la mano e
mi aiuta a rimettermi in piedi, kevin poco dopo arriva di corsa
-Stai bene?
Annuisco e basta
-Alla prossima
radura ci accamperemo.
-No sto bene!
Dico in modo
cattivo, sento le braccia di Den che mi stringono e poi una sua mano che va a
premere sulla mia coscia sinistra, urlo dal dolore, mi aggrappo a lui. Non ci
avevo pensato, mentre cadevo deve essersi riaperta ed ora infettata di nuovo.
Non ci voleva!
-Non stai bene.
Mi dice Den con tono
accusatorio.
Gemo di dolore
restando però aggrappato a lui.
Salta in groppa alla
sua cavalla e mi issa in braccio a lui, mi sento tanto ridicolo ma so che tanto
tentare di polemizzare con lui sarebbe inutile, è l’unico che riesca veramente
a tenermi testa.
Mi preme con
dolcezza lo squarcio sulla gamba, tiene premuto per fermare il sangue, la mia
vista si annebbia e inizio a tremare, mi stringe a se, l’aria è fredda ma le
mie palpebre si chiudono pesanti e io mi abbandono esausto e dolorante sul
corpo di Den.
Quanto tempo sia
passato non lo so, so solo che quando mi sveglio ho un fuoco scoppiettante
vicino a me , la testa mi gira e le ferite pulsano rabbiose, mi guardo attorno
, i cavalli stanno brucando l’erba fresca e vicino a me c’è Kevin che sta
preparando qualche intruglio.
Tento di mettermi a
sedere ma una mano dolce mi preme il petto facendomi tornare sdraiato, i suoi
occhi sono pieni di tristezza ma sono anche premurosi, che cosa è successo
mentre riposavo?
-Devi stare fermo
Liam. Staremo qui per alcuni giorni, non possiamo rischiare che l’infezione
vada avanti…
Kevin mi parla con
freddezza, mi sembra distaccato, sembra quasi che non voglia parlare con me…
guardo Den e poi Kevin, devono aver discusso.
La stanchezza si fa
largo nella mia mente spazzando via ogni curiosità e lentamente scivolo tra le
braccia di Morfeo.
Accanto a me sento
il calore di Den e questo mi rassicura almeno un poco.
Fine cap 10
Angolo Mio:
che dirvi.. chiedo umilmente perdono per il ritardo e spero che questo capitolo vi piaccia...
ok va bene ciao ciao^.^