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Autore: biondich    10/10/2011    4 recensioni
"Tu vuoi che io la faccia tornare alle sue dimensioni originali?"
"No,no,no,no,no."-la ammonì Jack, lanciandole un'occhiata complice -"Tu vuoi che tu faccia riacquisire alla Perla le sue consone dimensioni, così da poter solcare le eterne acque di questa Terra e riottenere la nave del tuo defuntissimo padre."
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angelica, Jack Sparrow, Joshamee Gibbs
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nell’attesa dell’ultimazione del XIII capitolo della mia long su POTC, vi propongo questa one shot senza troppe pretese, nella speranza di strapparvi un sorriso e, magari, un commento!

Grazie in anticipo, enjoy the reading,

Biondich!

 

 

 

 

Stava precipitando da una considerevole altezza. Non che vi fosse alcunché di particolarmente strano, in quello. Jack Sparrow era ormai un habitué dei modi alternativi di scendere.

Ma per quale motivo quella rocambolesca gita a Tortuga si stava concludendo con un ancor più acrobatico tuffo verso l’ignoto? E da chi fuggiva, il prode Capitano della Perla Nera?

 

***

 

Ah, Tortuga.

“Il Paradiso dei Diavoli”- commentò annuendo fra sé Joshamee Gibbs, mentre osservava quel porto caotico e sempre euforico, con gli occhi ricolmi d’orgoglio, come un figlio finalmente tornato sotto le grandi ali della sua patria.

“Diavolo, si!”- ghignò Sparrow, porgendogli una lercia bottiglia di rhum e scoprendo un dente d’oro, piacevolmente gioviale.

“Ed è in un siffatto loco di perdizione, libertà e amor per tutti fuorché sé stessi che gentiluomini come noi si trovano a casa.”- soggiunse, gesticolando animatamente, per poi indicare la chiassosa via principale, illuminata da pallide lanterne e dai sorrisi ebbri di chi già da tempo aveva fatto porto.

“Già,”- ghignò Gibbs, prendendo un lungo sorso d’alcolico ed asciugandosi la bocca con un lembo della camicia -“ Niente è meglio d’un ritorno alle origini, specie se così allegre e piacevoli.”

“Vero.”- annuì energicamente Jack, socchiudendo le palpebre, per poi guardarsi intorno, con gli occhi scuri che scrutavano con minuziosa attenzione- “E, magari, fra tanti fratelli, chissà che non se ne ritrovi uno che, fortuitamente, disponga di quel che ci occorre per quella cosa.”- ammiccò con aria complice e Gibbs arricciò il naso, dubbioso.

“Quella cosa?”

“Proprio quella, già”- Sparrow ammiccò ancora una volta, con aria misteriosa, dando le spalle al primo ufficiale ed incammindosi per le allegre vie di quell’isola criminale.

Joshamee si strinse nelle spalle, ancora dubbio circa l’entità della questione, per poi seguire il suo Capitano attraverso le tumultuose strade sterrate di Tortuga.

Melodie sgangherate scaturivano con forza dalle porte scardinate delle locande, dove boccali si scontravano, sigillando fratellanze e conciliando buoni e pessimi affari.

Sparrow scelse una bettola che, meglio delle altre, aveva riportato alla memoria gradevoli ricordi ed ordinò per sé ed il compare dalla barba canuta due bei bicchieri ricolmi di rhum , ben attento a non pagarli.

“Ripetimi perché siamo qui, Jack.”- Joshamee si sporse, guardandosi intorno circospetto e bisbigliando con aria complice - “E’ per la Perla, vero?”

“Verissimo”- Sparrow puntò un indice davanti a sé - “ Anche.”

- proseguì e Gibbs gli lanciò uno sguardo interrogativo, grugnendo sorpreso - “Ma prima, signor Gibbs, arriva, per un uomo, il momento, nel caso del sottoscritto rimandato a più tardi possibile, in cui la consapevolezza degli altrui sentimenti prende il sopravvento e ci si domanda se calpestare suddette emozioni sia o non sia deprecabile.”

“E che genere di sentimenti sono quelli per cui ti fai tanto scrupolo, mi domando?”

“Femminili.”- Jack arricciò il labbro superiore, tediato dal dover esplicare ulteriormente quella situazione già scomoda di per sé- “Di una donna.”

“E come ha a che fare tutto questo con la questione dello sbottigliamento della Perla, di grazia?”- Gibbs assottigliò lo sguardo azzurro, osservando di sottecchi il Capitano, per poi tracannare senza troppi complimenti un altro abbondante sorso di rhum.

“Potrei, casualmente, aver elucubrato che questa donna possa essere in possesso di una soluzione al nostro problema.”- Jack storse il naso aggiungendo - “Perlina e tutto il resto.”

“Si, beh, con le capre non è andata poi così bene.” -si strinse consapevole nelle spalle Gibbs, con un sospiro sommesso-“ Se penso a cosa stavano per …”- rabbrividì istintivamente al pensiero di quei fetidi mammiferi che … ma questa è un’altra storia.

“Affatto.” -sbottò Sparrow, regalandogli uno sguardo ancor più stralunato del solito - “Ma, a parer mio, quelle maleodoranti bestiole non saranno che un lieto ricordo, se paragonate alla scomoda ed oserei dire letale condizione in cui verseremo, quando incontreremo lei. ”

“Non dirmi che lei è …”

“Lei, la donna di Siviglia.”- Jack spalancò gli occhi e sussurrò quell’epiteto con discrezione, quasi fosse un tabù- “La tutt’altro che amabile figliola del non poi così compianto Edward Teach.”- si sporse verso il compagno, bisbigliando con aria profetica quel nome- “Angelica.”

La bocca di Joshamee si aprì più volte, senza emettere alcun suono umano.

“L’hai sedotta e abbandonata, per poi risedurla e riabbandonarla, e sul serio credi che sarà ben disposta ad aiutarti, sempre che possa davvero fare qualcosa?”- Gibbs arricciò il naso, grugnendo annichilito e prendendo, per un breve istante, le difese dell’avvenente piratessa.

“Si, se provvederò a disporla bene alle nostre richieste.”- ghignò Sparrow, celando dietro ad un sorriso astuto la tensione - “La persuasione è l’arma dei savi. E di chi non è ben equipaggiato.”

“E di grazia, dove pensi di trovare la signora? Se ben ricordo, l’isola su cui l’hai lasciata è … come dire …”

Isolata?”

“Già.”- ghignò Joshamee, prendendo un altro lungo sorso di rhum.

“Vero, invero.”- annuì Jack, mentre i ninnoli fra i suoi capelli scrosciavano, accompagnando il suo oscillare sul posto -“Ma se conosco Angelica, e la conosco, avrà già da tempo abbandonato suddetta isola per dedicarsi a ciò che sa fare meglio.”

“Incutere terrore?”

“Accaparrarsi valori di altrui proprietà.”- puntualizzò Sparrow. Ma poi, si strinse nelle spalle aggiungendo- “E incutere terrore, si.”

“E, se posso, perché vorresti rischiare che la signorina Teach riversi su di te la sua ira funesta? Come pensi che possa aiutarci?”

“Vedi, Gibbs,”- Jack si schiarì la voce, quasi la sua fosse una confessione piuttosto confidenziale - “non capita tutti i giorni di ritrovare una figliola perduta anzitempo. È probabile che il signor Nera sapendosi in punto di morte, più o meno, abbia possibilmente passato certi segreti al sangue del suo sangue, per far sì che certe zombificanti capacità non andassero perdute, nel caso in cui la Fonte non fosse stata per lui fonte di salvezza. Comprendi?”

“È possibile che qualcosa sappia, in effetti, diavolacci.” meditò Joshamee, assottigliando lo sguardo- “Bene, Capitano, come ci muoviamo?”

“Non ci muoviamo!”

“Non ci muoviamo?”- Gibbs strabuzzò gli occhietti vispi e li puntò dritti in quelli di Jack, piuttosto confuso.

“Sarà lei a trovare noi.”- ghignò compiaciuto Sparrow, aggiustandosi il tricorno sul capo per poi poggiare le spalle contro lo schienale malconcio d’una sedia cigolante.

“Ah si?”

“Oh si.”- sorrise astutamente Jack, sporgendosi in avanti, con entrambi i gomiti sul tavolo - “Diciamo solo che, al momento, girano certe voci secondo le quali Capitan Jack Sparrow sarebbe entrato in possesso della Queen Anne’s Revenge.”- e ammiccò al compagno che per poco non soffocò, mandando di traverso un sorso d’alcolico.

“Ma tu non hai quella nave. E, a dirla tutta, non ne hai nessuna!”

“La sagacia è sempre stata una tua peculiarità, Gibbs.”

“Alla Perla!”- Jack levò il suo boccale, in un brindisi.

“Alla Perla! E che gli Dei ci proteggano, se quella ci trova!”

 

***

Abbracciato alla gamba di un tavolo lercio, Jack Sparrow sonnecchiava indisturbato, postumo d’una sbornia che avrebbe ricordato, o meglio, dimenticato, per molto tempo. Grugnì, quando una ciocca disordinata di capelli gli cadde sul volto, solleticandogli il naso, poi riscivolò fra le braccia di Morfeo, senza badare più di tanto a quel che accadeva intorno a lui.

“La nave non c’è. Ho controllato, nessuno l’ha vista, Capitano.”- mugolò un mozzo, prendendo posto ad un tavolo fin troppo frequentato. Sorrise debolmente, evitando lo sguardo malevolo del superiore che gli scoccò un’occhiata furente.

“Le ipotesi sono due: o è una menzoña y no està aqui o è ya ripartito y allora è importante salpare al più presto.”- rispose una voce forte, calda, così terribilmente familiare. La donna conficcò con rabbia un pugnale piuttosto malmesso nel legno marcio della tavola, rovesciando un boccale di rhum, abbandonato lì da chissà chi.

Un rivolo d’alcolico serpeggiò lungo la superficie, per poi colare a terra, con piccole gocce che stillavano ad intervalli regolari, andandosi ad infrangere sul volto intorpidito di un losco figuro a molti noto.

Jack Sparrow arricciò il naso, risvegliato da un fastidioso senso d’umido che lo costrinse ad aprire controvoglia prima un occhio, poi l’altro, e a digrignare i denti, terribilmente seccato.

“Ma sarà bene tener d’occhio Tortuga. Si Jack està ancora aqui, non può essere lontano.”- sibilò astiosa la Capitana Teach, sistemandosi meglio a sedere, per poi ordinare da bere.

Il Capitano della Perlina spalancò gli occhi scuri e deglutì nervosamente, mentre lo sguardo saettava qua e là, in cerca della ciucca figura di Joshamme Gibbs, da qualche parte in quella locanda. Osservò con orrore gli stivali di Angelica ad un palmo dal suo naso ed abbracciò febbrilmente la gamba del tavolo alla quale era appoggiato, cercando conforto. Se la donna avesse allungato una gamba, lo avrebbe certamente scoperto.

Un rantolo soffocato catturò l’attenzione di Sparrow che si voltò e scorse, finalmente, la sagoma di Gibbs, accasciata ad un lato del bancone, intenta ad abbracciare un avvenente sgabello che seguitava a chiamare Lucy cara.

Jack arricciò le labbra, ben deciso ad evitare che la graziosa Teach riconoscesse quel vecchio diavolo di Joshamee e lo interrogasse circa la sua ubicazione.

Si tolse in fretta e furia la lunga palandrana grigiastra e, con discrezione, la lanciò verso il suo quartiermastro, con l’intenzione di coprirlo.

Il compagno sbuffò pesantemente, sentendosi arrivare addosso il logoro soprabito del Capitano, e singultò, risvegliandosi definitivamente, ancora troppo brillo per mettere ben a fuoco la vista opaca.

“Jack!”- sghignazzò senza alcun ritegno, risollevandosi barcollante da terra e scansando Lucy, con un calcio- “ Ti è caduto questo! Beh, è caduto più su di me, che a te”- e, con un sorriso beone, cercò la figura del comandante, in quella bolgia infernale.

Angelica intercettò il quartiermastro e lo riconobbe all’istante, mentre gli occhi neri si accendevano come tizzoni e percorrevano la bettola, in cerca di Sparrow.

Si alzò di scatto, allontanando di qualche metro la sedia sbilenca su cui sedeva, per poi raggiungere, in poche falcate, Joshamee, intento ad indossare il cappotto di Jack, con un sorriso piuttosto ebete sul volto.

“Dov’è Jack”- sibilò la Teach, avvicinandoglisi pericolosamente e puntandogli un coltellaccio alla gola - “Non osare mentirme, o te ritroverai con nuovo buco da donde tracannare rhum.”- sibilò minacciosamente, mentre il suo viso si adombrava, dandole dei lineamenti spettrali.

“Gentile signora, sarebbe il sogno d’ogni uomo che si rispetti!”- ridacchiò Gibbs, puntandole addosso gli occhietti azzurri e lucidi. Poi, colto da un lampo di consapevolezza, si fece improvvisamente serio e deglutì rumorosamente, guardando timoroso la punta della lama che gli pungeva il collo.

“Molto bene, allora”- ghignò mefistofelica la piratessa, impugnando saldamente il manico dello stiletto, ben decisa ad utilizzarlo a dovere - “ Il tuo desiderio sarà esaudito.”

“No!”- intervenne ansiosa una terza voce, facendo timidamente capolino da dietro una spessa trave portante, poco più in là. “Lascia a quel povero diavolo i suoi pertugi naturali, mia cara. E poi non gli donerebbe quella …”- tirò fuori a lingua, disgustato all’idea che il suo quartiermastro si ritrovasse improvvisamente con due bocche - “beh, si capisce.”

Angelica trattenne il fiato, per un istante, sbarrando gli occhi e puntandoli in quelli scuri di Jack che, con entrambe le mani davanti a sé, si preparava ad affrontare la splendida Teach, più furiosa che mai.

“Tu!”

“Io!”

“Maldido hijo de puta!”

“Amore!”- sorrise teso Sparrow, facendo scintillare un dente d’oro, con gli occhi sbarrati che correvano lungo la bella figura adirata davanti a lui. Angelica soffiò stizzita ed imprecò sottovoce, a quel nomignolo, e gli puntò il coltellaccio dritto sotto il naso, abbastanza vicino da solleticargli i baffi. “Cara, sono ben lieto di vedere che la fonte ti ha reso giustizia”- Jack indietreggiò d’un passo, osservando intimorito la punta della lama - “sei così rinvigorita, ti trovo splendida!”

“Vivo degli anni rubati a mio padre y la colpa è solo tua!” sibilò minacciosamente la donna, digrignando i denti e trattenendosi a stento dal conficcare quel coltellaccio in quel volto così terribilmente irritante.

“Oh, beh, non c’è di ché.”- sorrise nervosamente Jack, dopo aver deglutito rumorosamente.

Un ruggito selvaggio di Angelica, e la lama consunta del coltello tranciò l’aria fino a poco prima occupata dalla figura di Sparrow che si scansò repentinamente, in uno scroscio di ninnoli.

“Vèn aqui, Jack Sparrow, yo te voy a matàr, maldido!”

“Suvvia, cara Angelica, non è così che si accolgono gli amici d’un tempo!”- la rimbrottò Jack, sobbalzando all’ennesimo tentativo, da parte di lei, di trapassarlo.

La lama dello stiletto gli tranciò via un bottone del gilet e Sparrow arricciò le labbra, tediato. Che diamine, ora ne avrebbe dovuto rubare un altro.

“E va bene, Jack.”- ghignò diabolicamente la donna, ben più posata -“Aora te senti più a tuo agio?”- domandò con tono falsamente accomodante, mentre estraeva con disinvoltura da sotto la giubba una pistolaccia, ancor più minacciosa del coltello.

“Diciamo pure che sì.”- sorrise nervosamente il Capitano, annuendo energicamente.

“Girano voci secondo le quali tu saresti in possesso della Queen Anne’s Revenge, la nave del mio defunto padre.”- sibilò astiosa la bella Teach, serrando ancor di più la presa sull’arma da fuoco. “E’ la verità?”

“E’ vero, quasi.”- con un indice davanti al naso, Jack puntualizzò quell’affermazione, causando uno sbuffo tediato di Angelica che levò gli occhi scuri al soffitto.

“Estoy curiosa. Digame.”

“E’ vero che girano voci secondo le quali il mio me sarebbe in possesso della Queen Anne’s Revenge, nave del tuo defunto padre.”- rispose rapidamente Sparrow, ben attento ad osservare i movimenti di Angelica, piuttosto iraconda. “ Quel che non è vero, è che io stesso sia in possesso di tale nave.”

“Sono voci infondate, dunque?”

“Infondatissime, e che sia bi-maledetto quel caprone che le ha inventate!”- sorrise Jack, osservando lo sguardo della donna incupirsi. “ Un viaggio a vuoto, mia cara, eh?Voci: mai fidarsi delle voci! Si vocifera che siano inaffidabili, anzichenò.”- approfittò dello sconforto in cui era versata la Capitana Teach, per allontanarsi dalla traiettoria della pistolaccia ed affiancare la sua bella conoscente, in un losco tentativo di consolarla.

“Tuttavia, gioia, posso far sì che questa tua traversata non risulti poi così infruttuosa.”- le circondò cautamente le spalle con un braccio, trattenendo il respiro e deglutendo nervosamente.

Sorrise suadente e , per tutta risposta, Angelica arricciò le labbra, seccata. Si scrollò di dosso il braccio ciondolante di Jack e si allontanò d’un paio di passi, lanciandogli uno sguardo provocatorio.

“E cosa hai in mente, Jack?”

“Beh, è evidente anzichenò che il Fato abbia voluto che le nostre persone si rincontrassero, non credi anche tu? Io dico d’unire le forze. C’è sempre stata una certa qual complicità, fra me e te.”- le parole di Sparrow scorrevano suadenti fino alle orecchie di Angelica, il cui cuore palpitava frenetico, a causa della presenza di Jack.

“Noi ci riprenderemo la barchetta di tuo padre, gioia.” sentenziò il fascinoso pirata, facendo sussultare la bella donna che lo guardò speranzosa - “ Ma prima, ci occorre una nave.”

“Ho già una nave, ci attende in porto …”

Un’altra nave, una più veloce, più agile, più Nera.”- si sbrigò a correggerla Jack, seguitando a parlare alla piratessa con tono mellifluo. “ Questa qua!”- raccolse il pesante sacco accanto a Joshamee e ne estrasse la sua amata Perla, esibendola davanti ad Angelica.

“Vedo che è ancora in bottiglia.”- commentò con un sorriso beffardo lei, incrociando le braccia al petto e facendo schioccare la lingua, in segno d’indifferente scetticismo.

“Sei un’acuta osservatrice, mia cara.”- ghignò Jack, spalancando impercettibilmente gli occhi- “Si, la Perla è ancora in bottiglia. Per il momento.”

“Y como pensi che ci servirà, se è ancora così piccola?”

“Non ci serve!”- replicò Sparrow -“Non così, almeno.”

Angelica aprì la bocca per replicare, ma il pirata la interruppe prontamente. “Perciò, orsù, tesoro, destreggiati in prodigiosi rituali voodoo e fa che la Perla possa galleggiare sull’immensa vastità dell’Oceano e non in una bacinella, cosicché si possa salpare! Fa della Perla una Perlina, cioè, sperla la P …, ovvero, sperlina la Perla, e sbottigliata!”- grugnì tediato, mentre incespicava nei suoi stessi giochi di parole.

“Tu vuoi che io la faccia tornare a grandezza naturale?”

“No, no, no, no, no.”- la ammonì Jack, lanciandole un’occhiata complice - “Tu vuoi che tu faccia riacquisire alla Perla le sue consone dimensioni, così da poter solcare le eterne acque di questa Terra e riottenere la nave del tuo defuntissimo padre.”

“Oppure, potrei spararte y prendere la tua bussola: mi indicherebbe chi ha la Queen Anne’s Revenge y tu non mi serviresti.”

“No, no che non lo faresti.”- e, senza dare troppo nell’occhio, Jack pose una mano sulla sua bussola, con fare protettivo “Sapresti dov’è chi ti ha preso la nave. Ma non potresti raggiungerlo, nossignore.” sorrise astutamente Jack, stupendo Angelica che rimase interdetta- “Parliamo della Queen Anne’s Revenge, mia cara, non di una semplice nave. Una nave unica. Ti occorre una nave ancora più unica, per inseguirla.”- sussurrò Sparrow con aria misteriosa- “Questa qua. La Perlina.”- poi osservò la bottiglia e arricciò le labbra “Cioè la Perla.”

“Quindi vuoi che io sbottigli la nave.”- ponderò sospettosa la Teach, riponendo la pistolaccia e osservando di sottecchi il suo interlocutore.

“Tu lo vuoi. E, beh, se fosse quel che vuoi, io non potrei ché dar manforte a questa tua decisione, ecco tutto.”

“E va bene, Jack. Me hai convinta, sai?”- sorrise sorniona Angelica, mostrandosi ben disposta a collaborare.

“Davvero?” Sparrow strabuzzò gli occhi, piuttosto incredulo. L’aveva davvero suggestionata?

“Si, Jack, davvero.”

“Vedi? Tu ed io abbiamo le uova nello stesso paniere, puntiamo tutti e due al lardo, la pensiamo uguale, io e te. E questo è un bene, perché se tu non la pensassi come me, vedi, la penseresti sempre nel modo sbagliato. Comprendi?”- plaudì euforico il pirata, mostrando i denti d’oro che, illuminati dal forte bagliore di alcune lanterne prossime al bancone, scintillarono come non mai.

“Vale.”- lo assecondò la bella Teach, mentre i suoi occhi scuri si illuminavano in maniera oltremodo spettrale. “Mi sembri affidabile, questa volta.”- cinguettò sarcastica lei, facendogli cenno di seguirlo fuori dalla bettola. Sparrow tirò un risolino e la seguì, carezzando convulsamente la superficie liscia e trasparente del contenitore della sua adorata nave.

Angelica Teach procedeva ad un ritmo sostenuto, avanzando decisa, con lo sguardo di fiera latina puntato dritto davanti a sé; Jack Sparrow ciondolava dietro di lei, con i passi ben fermi scanditi dal sonoro tintinnare delle cianfrusaglie fra i suoi capelli.

“E dov’è che andiamo, hai detto?”- tentò di dialogare il fascinoso pirata, affiancandola e lasciando che il suo sguardo d’ebano cadesse ripetutamente sulla prosperosa scollatura della donna.

“A la torre di vedetta di Tortuga. Affaccia directamente sul mare.”- ribatté prontamente Angelica, premurandosi di non guardarlo- “Lo sai, Jack? La soluzione al tuo problema è molto più semplice di quanto tu creda.”

Sparrow ritrasse il mento e la fissò interdetto, arricciando il naso. Uno sdrucciolevole sentiero risaliva la buie colline lussureggianti che avvolgevano il porto di masnadieri, ostacolato da spesse radici che fuoriuscivano appena dal terreno, e da un suolo friabile, sotto il quale si stendeva imponente la costa rocciosa che affacciava sull’Oceano.

Debolmente illuminata dal tenue bagliore d’una luna piena, una roccaforte, ormai utilizzata come magazzino d’alcolici e polvere da sparo, si ergeva maestosa e spettrale, visibile appena nell’ingombrante oscurità cui man mano andavano incontro. Le calde luci di Tortuga, il chiasso e gli schiamazzi parvero a Jack solo un lontano ricordo, uno piacevole, però.

“Saliamo”- intimò con risolutezza la capitana Teach, indicando con il mento affilato una ripida scala diroccata che fiancheggiava un lato della fortezza in tutta la sua elevazione.

Un forte vento, man mano che salivano, scompigliò loro le chiome, ambendo a privare entrambi dei preziosi copricapi che indossavano. In uno spiazzo squadrato, ricoperto in buona parte dalle fronde di piante rampicanti particolarmente resistenti, i due filibustieri puntarono lo sguardo sul mare argentato dalla luna e si sporsero dalla torre che affacciava in modo raccapricciante sul mare.

“Romantico e macabro, anzichenò, non trovi?”- commentò con disinvoltura Jack, senza dar troppo peso ai brividi che gli correvano lungo la schiena, vuoi per il vento, vuoi per l’ambiente angusto e tetro.

“Jack, te aiuterò, solo se tu prometti che aiuterai me.” pronunciò melodrammaticamente Angelica, lanciandogli uno sguardo supplichevole - “Tu stesso hai detto che occorre la tua nave por raggiungere la Queen Anne’s Revenge, es verdad?”

“Vero, invero. Dopotutto, sapere che la barchetta del più morto fra i morti Barbanera ce l’ha il morto una volta Hector Barbossa non ti gioverebbe a nulla.”- sproloquiò Sparrow, senza rendersene conto.

“L’uomo senza una gamba ha la barca de my padre y tu non me lo hai detto?”- soffiò Angelica, strabuzzando gli occhi scuri che si illuminarono pericolosamente d’una luce diabolica.

“Gliel’ho cedu … se l’è presa come compenso per la gamba mozzata. Sai come si dice, occhio per occhio, dente per dente, legno per legno.”

Il tono teso nella voce di Sparrow fece infuriare la donna che si trattenne dal piantargli una pallottola in mezzo agli occhi e rimase rigidamente composta, davanti a lui, augurandosi che il suo sguardo fosse improvvisamente capace d’uccidere.

Jack conosceva bene quell’uomo e si era alleato con esso, contro il suo amatissimo padre. Chi le garantiva che una nuova coalizione con Sparrow non le si sarebbe ritorta presto contro?

Il suo sangue latino chiedeva vendetta.

“Ma non perdiamoci in futilità, mia cara, orsù dimmi come far sì che la Perla torni al suo grande splendore!”

“Gettala in mare.”- si limitò a replicare lei, stringendosi nelle spalle con indifferenza.

Sparrow strinse febbrilmente a sé la bottiglia e si affacciò dal parapetto della torre, arricciando preoccupato le labbra, quando vide un paio di rocce franare sotto di lui e precipitare nell’oscurità, risucchiate lontane dai flutti.

Si voltò di scatto, con un fluido giro sui tacchi e osservò contrariato Angelica, grugnendo un - “No!”- piuttosto piccato.

“Y allora resta a contemplarla da lì.”- sibilò tediata lei, incrociando le braccia al petto e sbuffando sonoramente.

Si augurò di parergli convincente.

“E … dici che funziona?”

“È l’unico modo, Jack, fidati.”- sussurrò lei con voce suadente, avanzando verso di lui e lanciandogli un’occhiata ammaliante.

“Quindi la butto e … insomma …”- Capitan Jack Sparrow sembrava piuttosto restio a lasciare andare la Perlina.

“Oh, maldiciòn, echa esto barco, por l’amòr de Dios!”

Digrignando i denti, Jack si sporse ancora una volta e, preso un lungo sospiro, lasciò che la bottiglia scivolasse via dalle sue mani e precipitasse tra i flutti.

Angelica Teach sorrise mefistofelica. Oh, si.

Nave per nave.

Ecco la sua vendetta.

“Ora che ci penso, temo de aver dimenticato de dirte che occorre stappare la bottiglia, prima di gettarla in mare. Altrimenti è inutile.” - sospirò con falso candore- “Devo essermene dimenticata.”- e, per un momento, le parve di sentire il cervello ed il cuore di Sparrow andare in frantumi.

Il Capitano aprì più e più volte la bocca per parlare, con un indice sospeso a mezz’aria e lo sguardo che saettava ora su di lei ora oltre le balaustre di pietra della rocca, sul mare.

Mugolò parole incomprensibili, prima di issarsi in tutta fretta sul parapetto, in preda al panico. Si morse più volte un pugno con gli incisivi, indeciso sul da farsi, con un piede sospeso, a sottolineare la sua lotta interiore.

Tutto ad un tratto, si levò il cappello dalla testa, stringendolo al petto e con un - “Salva la Perla!”- decisamente rivolto a sé stesso si gettò a capofitto nel vuoto, all’inseguimento della preziosa bottiglia.

Miss Teach corse alle balaustre, con il fiato sospeso, e osservò con apprensione il punto in cui Jack era scomparso senza lasciare di sé alcuna traccia. Lo chiamò a gran voce, terribilmente spaventata e spiazzata dal risvolto che quella sua vendetta aveva preso.

***

 

 

 

Stava precipitando da una considerevole altezza. Non che vi fosse alcunché di particolarmente strano, in quello. Jack Sparrow era ormai un habitué dei modi alternativi di scendere.

Ma per quale motivo quella rocambolesca gita a Tortuga si stava concludendo con un ancor più acrobatico tuffo verso l’ignoto? E da chi fuggiva, il prode Capitano della Perla Nera?

Inseguiva la sua Perla, ancora una volta.

Precipitò a piedi dritti in quelle acque tiepide e ne riemerse a fatica, annaspando, con gli occhi sbarrati che cercavano la preziosa bottiglia, nelle vastità oceaniche. In quel mare argentato, però, una piccola ombra scura beccheggiava e rollava, sospinta dalle onde, ancora non molto distante.

Senza pensarci due volte, Sparrow si precipitò in sua direzione, lottando contro gli indumenti che, pregni d’acqua, tentavano di tirarlo sul fondo, rallentandolo.

Tese avidamente un braccio, distendendo le dita della mano, e sfiorò più e più volte la superficie liscia del contenitore, prima di riuscire ad afferrarlo.

Strinse la Perlina a sé per qualche istante, poi, colto da un lampo di consapevolezza, la stappò. Puntò l’occhio nel collo della bottiglia, ne annusò il contenuto ed attese in silenzio, riscontrando quanto inefficace fosse anche quel rimedio.

D’un tratto, si sentì trascinar sul fondo dal peso ormai insostenibile degli stivali e si divincolò, tentando di sfilarseli. Poggiò la bottiglia a pelo d’acqua, imbevendola e, in breve, preso da altre rilevanti questioni, lasciò la presa sul contenitore che seguitò a bere acqua fin quando, vinta dal peso del liquido, non cominciò ad inabissarsi.

In un sonoro blop! Capitan Jack Sparrow vide la sua nave affondare un’altra volta, reclamata dal mare.

“Mannaggia”- annaspò, muovendo freneticamente le mani sott’acqua in cerca della Perla - “Mannaggia”- sibilò a denti stretti, disperato, quando non la trovò - “Mannaggia!” - mugolò, costretto ad immergersi nelle più recondite profondità marine, in cerca della sua nave.

Riemerse ansimando, arricciando le labbra seccato, mentre si guardava intorno, sperando di scorgere la bottiglia, miracolosamente riemersa.

La Perla è andata. Sissignore, compare, ce la siamo persa. Di nuovo. Ma cosa siamo noi, Jack, senza la Perla, dico io? O senza il rhum, ti pare!

“Fa silenzio, Jack.”- borbottò a sé stesso, con uno sguardo folle negli occhi.

Pochi istanti e le acque attorno a Sparrow ribollirono, tremando e fuggendo l’oscura sagoma che si apprestava ad emergere.

Un boato, seguito da un forte scricchiolio di legname, annunciò l’imminente riemersione d’uno spesso albero maestro cui Sparrow si ritrovo improvvisamente appeso. Vele nere oscurarono la luna, i boccaporti mal chiusi cigolarono rumorosamente, mentre una cascata d’acqua ripioveva sul ponte d’una nave che ancora una volta tornava a solcare le acque mortali.

“Porca l’oca!”

Colto da un forte e comprensibile stupore, il Capitano mollò improvvisamente la presa all’albero e ripiombò con malagrazia sulle assi scalfite di quel galeone che amava più di sé stesso.

Con un sorriso trionfante si voltò verso la roccaforte e con un inchino beffardo ululò un - “Grazie, mia cara Angelica, avevo mal giudicato la tua dimenticanza! Metterò una buona parola con Hector, chissà che non gli serva un primo ufficiale, dico io?”

E Capitan Jack Sparrow, nuovamente al timone della sua amata Perla … andò a ripescare il suo ciucco quartiermastro, per poi solcare nuovamente il mare, in cerca d’avventura.

   
 
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