Lo
senti questo rumore?
La
notte è troppo rumorosa oggi, James,
per chiudere gli occhi e trovare pace nel sonno, o, forse, sono io l’unica ad
ascoltare.
Lo
senti il mio cuore, James?
Ancora
non accenna a rallentare i suoi battiti, corre impazzito, ma non è il solo.
Ascolto
il tuo respiro regolare e guardo la tua bocca semichiusa mentre un sorriso
inaspettato mi sorprende quando passo la mano tra i tuoi capelli neri.
Mi
chiedo quando sia stato il momento preciso in cui il bene che ti volevo si è
trasformato in amore, o forse è sempre stato tale ed io incredibilmente cieca e
sorda ai battiti del mio cuore da non essermene mai resa conta.
Mi
piacevi, non puoi nemmeno immaginare quanto sia stata incredibilmente attratta da te, ma il mio
orgoglio - stupido, stupidissimo orgoglio - mi imponeva di odiarti perché eri
sempre troppo allegro per sembrare davvero cosciente dei problemi della vita,
sempre sorridente, sempre pronto a difendere i tuoi amici e, in fondo al cuor
mio speravo, sempre pronto a difendere me.
Poi,
un giorno, al quinto anno, dopo i GUFO, lo hai fatto, mi hai difesa dinanzi a
tutti, ma io non ho saputo accettarlo.
Il
mio cuore era troppo freddo e distante quel giorno, deluso com’era dall’ennesima
persona che aveva giurato di restarmi accanto e poi abbandonata, per capire che
anche tu soffrivi nel vedermi così.
E
poi…poi Merlino solo sa quanto o quando tu sia cambiato o quanto io sia
cambiata per te -con te- e, in pochi
mesi, ho iniziato a parlarti più spesso e a sorriderti sinceramente perché
volevo che tu mi vedessi.
Volevo
che tu vedessi il sorriso che ho sempre riservato a te cambiare.
Da
teso, distante, a sincero, affettuoso e poi imbarazzato, malizioso e semplicemente
pieno di amore e di quei sentimenti che ho tacitato troppo a lungo.
Ti
stiracchi leggermente mentre il tuo braccio sul mio ventre sembra non volermi
lasciare andare via mai più e, per riflesso, mi avvicino ancora di più a te intrecciando
le mie dita alle tue.
Amare
te, James, è stato quanto di più folle
potessi fare.
Quanto
di più follemente giusto potessi
fare.
Sono
diventata tua amica, la tua ragazza, la tua fidanzata, e ora tua moglie e
vorrei essere ancora tanto altro per te, e lo sarò, non appena ti sveglierai.
Lo
puoi sentire questo rumore ora, James?
E’ vita.
E
non mi fa dormire, perché mi fa sentire così piccola, così felice.
Devo
dirtelo James, non posso aspettare
l’alba, anche questa notte troppo rumorosa andrà bene.
Mi
rigiro sul fianco, tra le tue braccia, e, lentamente, alzando di poco la testa,
sfioro le tue labbra con le mie per poi separarle quando i tuoi occhi iniziano
a riaprirsi piano.
Sorrido
mentre poggio di nuovo la testa sul cuscino e il tuo sopracciglio si inarca
dubbioso.
Devo
dirti una cosa, James, devo dirti che ora non siamo più soli, devo dirti che
c’è anche qualcos’altro che ancora mi è impossibile sentire, ma so che è sempre presente ed è dentro di me
e lo sento proprio come riesco a sentire te, James, come mi sei entrato dentro,
invadendomi dolcemente l’anima.
I
tuoi occhi mi scrutano interrogativi mentre porto piano la tua mano, con il
palmo aperto, a toccare il mio ventre e qualcosa passa per quelle tue iridi
nocciola.
Dubbio,
comprensione, amore, gioia.
Ora lo senti, James?
Quanto rumore c’è
stasera in questa stanza.
Devo
dirtelo James, è vita, la stessa che tu
mi hai donato amandomi e lasciandoti amare.