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Autore: Roxanne Potter    12/10/2011    2 recensioni
Fabbricare una Pozione Sonora, un filtro di un bel giallo canarino che poteva amplificare o distorcere la voce di chi lo beveva, era per Hermione Granger la cosa più facile del mondo.
Ma chiunque può avere i suoi momenti di distrazione, soprattutto dopo aver scoperto il proprio desiderio più profondo.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Fabbricare una Pozione Sonora, un filtro di un bel giallo canarino che poteva amplificare o distorcere la voce di chi lo beveva, era per Hermione Granger la cosa più facile del mondo.
In fondo, avevano studiato quella pozione l'anno prima. Più precisamente, a dicembre, poco prima che iniziassero le vacanze di Natale. Adesso che il nuovo trimestre era cominciato, Piton aveva deciso di sottoporli a un ripasso dei mesi scorsi.
Niente di complicato, per una come lei, che fin dal primo giorno si era guadagnata la fama della Grifondoro più brillante del suo anno.
Se solo quel giorno fosse riuscita a concentrarsi.
In effetti, si stava concentrando. Non c'era nulla di sbagliato, nella dose di ingredienti che aggiungeva alla pozione o del numero di volte in cui mescolava. Il suo cipiglio attento era lo stesso di sempre, ma nessuno avrebbe mai potuto sapere quanto lei si stesse sforzando per mantenere quella concentrazione fissa e viva.
Nella sua mente, continuavano a vorticare ricordi che risalivano appena a un paio di giorni prima: a quando lei era tornata a Hogwarts, per la fine delle vacanze natalizie.

La ragazzina camminava rapida per i corridoi della scuola, con un enorme sorriso sulle labbra e una borsa a tracolla piena di libri, avvolta in un mantello scuro e con i capelli crespi scompigliati intorno al viso.
Finalmente era tornata a Hogwarts! Non l'avrebbe mai detto ai suoi genitori, ma aveva trovato leggermente noiose quelle vacanze.
Certo, rivedere sua madre e suo padre le aveva fatto piacere, così come ritrovare la sua stanza, ordinata come sempre e con la libreria piena. Era stato bello, mangiare dolci la sera di Natale, guardando la televisione insieme ai genitori, con l'albero in fondo al salotto zeppo di lucette colorate.
Ma le era mancata l'atmosfera magica che si respirava a Hogwarts. Era stato pesante, essere separata dal castello, dalla sua biblioteca dove ci si poteva imbattere in un libro svolazzante, dal letto a baldacchino nella Torre di Grifondoro e dalla Sala Grande, con le sue candele a mezz'aria e il soffitto invisibile che sembrava aprirsi sul cielo.
Adesso andava tutto bene, però. Era tornata nella sua seconda casa, poteva tranquillamente usare la sua bacchetta e respirare il profumo familiare dei fiori nella serra di Erbologia.
Chissà dove sono Harry e Ron...” pensò, mentre arrivava in cima a una scalinata e imboccava un nuovo corridoio, stretto e con pochi quadri alle pareti.
Decise che sarebbe andata in sala comune, ma se non li avesse trovati lì si sarebbe diretta in biblioteca; il suo tema di Storia della Magia sui congressi tra maghi stranieri aveva superato le venticinque righe richieste dal professore, ma le sarebbe piaciuto cercare qualche informazione in più da aggiungere.
Si accorse improvvisamente di non conoscere molto bene il corridoio che stava attraversando. Si bloccò, guardandosi intorno: quel corridoio, dalle pareti così grigie e polverose, e solo una finestrella lontana, non le sembrava molto familiare.
Dov'era finita?
Si voltò e notò un'armatura un po' arrugginita, addossata alla parete, accanto alla quale si trovava una porta di legno chiaro.
Proviamo qui.” pensò, avvicinandosi alla porta.
La spalancò e fece alcuni passi nella stanza, squadrando attentamente il nuovo ambiente intorno a sé. Era finita in quella che sembrava un'aula in disuso, un po' buia e, soprattutto, piena di sedie rotte e banchi accatastati negli angoli.
C'era qualcosa, in fondo a quella stanza, che attirò la sua attenzione. Hermione sbatté le palpebre, sorpresa, fissando lo specchio che si stagliava contro la parete; era molto alto, certamente più del doppio di lei, il vetro leggermente impolverato e circondato da una cornice scura.
Lanciò per un attimo un'occhiata dietro di sé, notando la porta aperta. Tornò indietro per richiuderla, poi si voltò e camminò verso il fondo della stanza, spinta dalla curiosità: ok, quello era solo uno specchio, ma era davvero molto bello.
Avvicinandosi, vide solo il riflesso di se stessa che camminava: una ragazzina di dodici anni, con un cespuglio bruno in testa e la tunica nera della divisa.
Beh, cos'altro avrebbe dovuto vedere? Era solo uno specchio, in fondo.
Stava per voltarsi e andarsene, quando qualcosa nel riflesso cambiò. Si fermò di colpo davanti allo specchio, sentendosi gelare: lì, sul vetro, c'era una figura che stava prendendo forma accanto a lei, una massa ancora informe di colori.
Tirò un respiro il più profondo possibile, nel vano tentativo di controllare il battito accelerato del suo cuore, mentre la figura si faceva sempre più distinta: in breve, davanti a lei comparve un volto, quello di Ron, che le sorrideva allegramente.
-Ron?- mormorò Hermione, voltandosi di scatto.
La stanza era completamente vuota, lì c'era solo lei. Ancora un po' spaventata, ma troppo curiosa per lasciar perdere, tornò a voltarsi verso lo specchio. Il riflesso, adesso, le stava rimandando l'immagine di lei, a fianco sia di Ron che di Harry.
Entrambi le indirizzavano dei sorrisi amichevoli, e lei... aveva un libro in mano? Sì, stava sfogliando un grosso tomo di Incantesimi dalla copertina blu, gli occhi che scorrevano brillanti sulle pagine, la bacchetta infilata sopra l'orecchio, che spuntava dalla massa cespugliosa dei suoi capelli.
Sgranò gli occhi, fissando le sue stesse mani: ma no, aveva le braccia abbandonate lungo il corpo, non stava certo leggendo, e la sua bacchetta era dentro la borsa. Si lanciò delle occhiate intorno, ma era sola: Harry e Ron non erano certo in quella stanza.
Eppure, quando guardò nuovamente lo specchio, l'immagine non era cambiata: lei immersa nella lettura, Harry e Ron che le sorridevano come se... sì, come se a loro non importasse se Hermione stava studiando, come aveva sempre amato fare, e non rivolgeva loro la parola, troppo impegnata a sfogliare il suo libro.
È come se... come se mi stessero accettando per quella che sono.” pensò, ancora sbigottita.
Come se la stessero accettando per la ragazzina amante del sapere e della lettura che era.
La cosa che lei aveva sempre desiderato, nascondendo la sua tristezza ogni volta che qualcuno le dava della secchiona che pensava solo a studiare, senza essere capace di farsi degli amici.
E, forse, quel suo desiderio si stava realizzando.

Hermione aggiunse un altro po' di Polvere Peperina alla pozione. Si voltò verso il banco e scosse la testa, dicendosi di rimanere concentrata sulla lezione. Cosa c'era di difficile? Bastava non perdersi nei ricordi e nelle fantasticherie.
Tese una mano verso gli ingredienti sparsi sul banco e, nel ricordare l'immagine riflessa in quello strano specchio, le comparve un sorrisetto divertito sul volto. La sua mente si scollegò per un attimo, e le sue dita afferrarono la dose sbagliata di zanne di serpente.
Le lasciò cadere tutte e quattro nel calderone. Quasi non si accorse che il colore della pozione s'era fatto di un preoccupante verde scuro e che il fumo era compatto e grigio, e non saliva in spirali bianche, come il libro indicava.
Dopo pochi istanti, persino i fantasmi che svolazzavano tranquilli nella Sala d'Ingresso udirono uno scoppio, tanto forte fu il fragore del calderone che andava in frantumi, spargendo una poltiglia verde sulle pareti e schizzando i visi degli altri studenti.
E quella fu la prima e unica volta nella storia in cui Hermione Granger fu la causa di un incidente nell'aula di Pozioni.
   
 
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