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Autore: telesette    12/10/2011    2 recensioni
A distanza di quasi un anno dal successo ( si fa per dire! ) della fanfiction “Konoha West City”, ecco come promesso una nuova serie che ripropone i personaggi di NARUTO nell’epopèa western…
Neji Hyuga, la “Pallottola di Ghiaccio del Nord”, e i suoi due compagni di viaggio, Kalamity Tenten e Rock Lee, a un anno dal loro incontro si trovano ora in viaggio senza una mèta precisa: girano da un posto all’altro per affrontare sempre nuove sfide e per portare giustizia lungo la pista dei senza legge… La trama è più o meno la stessa, con qualche particolare dettaglio sul passato dei protagonisti: non mancheranno le scene violente e i momenti drammatici; non mancheranno gli scontri a fuoco ( XD soprattutto con “Il Vento della Prateria” - Rock Lee in circolazione! ); e ovviamente non mancherà nemmeno la classica Love-Story…
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga, Rock Lee, Tenten, Un po' tutti | Coppie: Neji/TenTen
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Neji X Tenten'
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Poco dopo i tre amici si ritrovarono seduti al tavolo, pronti per la prima colazione. La padrona della locanda, dopo essersi accertata che Mikon stesse ancora dormendo tranquilla, si avvicinò a loro con un vassoio colmo di frittelle e una caraffa di caffè fumante.

- Alla vostra amica sembra sia scesa la febbre - esclamò la donna, facendo il giro dei piatti. - Tra un paio di giorni si rimetterà in piedi, ne sono sicura!
- Per caso sa se da queste parti c’è una missione o un rifugio per orfani, signora ? - domandò Tenten.
- Eh, purtroppo il ricovero più vicino è a più di cento miglia da qui, subito dopo il paese… Ma perché me lo chiedete ?

In breve la giovane pistolera spiegò la situazione e la loro necessità di lasciare Mikon in un luogo sicuro e confortevole. La donna ascoltò con interesse e alla fine annuì con un sorriso.

- E’ veramente molto nobile da parte vostra preoccuparvi così tanto per una persona che avete appena conosciuto, sono commossa!
- Beh, non potevamo certo abbandonarla in mezzo al deserto - osservò subito Tenten.
- La signora intendeva dire che non tutti si sarebbero comportati allo stesso modo - sottolineò Neji, sorseggiando il suo caffè con noncuranza. - La maggior parte dei viaggiatori in genere si preoccupa di farsi gli affari propri…
- Ricominciamo con questa storia ?!?

Tenten gli scoccò un’occhiataccia tuttavia lo Hyuga non le rispose neanche. Rock Lee provò timidamente a calmare i bollenti spiriti dell’amica ma, fortunatamente per lui, la signora fu felicissima di offrire il suo aiuto per sistemare la questione.

- Sentite, se ho ben capito il vostro problema, dovete assicurarvi che la ragazza abbia una buona sistemazione prima di poter riprendere il vostro viaggio!
- La nostra idea era quella, malgrado l’opinione di qualcuno…

Colta al volo l’allusione, Neji posò la tazza con una smorfia.

- Su, su, non litigate - proseguì la donna. - Intendevo dire che potrei benissimo occuparmi io di quella ragazza, se anche voi siete d’accordo!
- Ma dite sul serio ?
- Certamente - fece lei con un sorriso. - Come vi ho già detto ieri, questo è un luogo tranquillo e sarà un piacere per me prendermi cura di quella povera ragazza!
- Non sappiamo davvero come ringraziarla…
- No, non ce n’è bisogno, ve l’ho detto: da queste parti è normale aiutare chi si trova in difficoltà, sono questi gli insegnamenti di Nostro Signore!
- Allora possiamo stare tranquilli per Mikon!
- Pare proprio di sì - disse Tenten sollevata. - Se tutte le persone fossero generose come voi…
- …Il West sarebbe pieno di tanti bravi bambini - concluse Neji, alzandosi da tavola per sistemarsi il cappello sugli occhi. - Se abbiamo finito qui, possiamo anche ringraziare e andarcene, dobbiamo arrivare al villaggio per i rifornimenti e non intendo perdere altro tempo!

Incapace di trattenersi, Tenten sbatté ambedue le mani sul tavolo con rabbia. Il modo di fare Neji la faceva andare letteralmente fuori di sé il più delle volte, ma ora stava davvero esagerando: come poteva alzarsi così, con quel tono da menefreghista incallito, e andarsene come se niente fosse ? Subito provò a dirgliene quattro ma, dopo avergli blaterato contro cose del tipo: “maleducato”, “incivile”, “buzzurro” eccetera, Neji uscì tranquillo dalla locanda, chiudendosi la porta alle spalle.
La fronte di Tenten era sormontata da una nuvola di fumo nero e Rock Lee cercò di scusarsi con la signora per l’increscioso inconveniente.

- Ci dispiace molto, signora - esclamò. - Purtroppo il nostro compagno a volte è…
- Tranquilli, capisco perfettamente - rassicurò la signora, con l’aria di saperla lunga. - Vediamo molti viaggiatori da queste parti e vi assicuro che ormai so benissimo come riconoscere le brave persone, anche sotto quell’atteggiamento un po’ rude!
- Uno stramaleducato della miseria, vorrà dire - puntualizzò Tenten, stringendo nervosamente il pugno. - Se penso che abbiamo deciso noi di metterci in viaggio assieme a lui, non…
- Appunto per questo - fece notare la signora, strizzando l’occhio e sollevando l’indice. - E’ ovvio che quel ragazzo ha dei motivi che lo spingono a comportarsi così ciononostante, se fosse una persona malvagia, vi sareste allontanati da lui da un pezzo!
- Beh, ecco…

Tenten pensava ancora a quando Neji le aveva puntato contro la pistola con fare minaccioso(*). La logica lasciava intendere che non avrebbe mai sparato, eppure lei non riusciva a togliersi dalla mente lo sguardo freddo e minaccioso con cui la stava guardando… Chi era realmente Neji, un amico o un nemico ? Tutte le idee che si era fatta su di lui all’inizio del loro viaggio insieme erano nuovamente in discussione fra loro ed era difficile rispondere a questa domanda.

- Ehi, tutto bene ?

La voce di Rock Lee riscosse improvvisamente la ragazza dai propri pensieri. Tenten annuì e, ringraziando ancora la signora per il suo generoso gesto altruista, chiese se poteva andare a salutare Mikon prima di partire.

- Anche se non abbiamo avuto modo di conoscerci un po’ meglio, mi sono affezionata a quella ragazza, mi dispiacerebbe andarmene così di punto in bianco!
- Ma certo, è naturale - rispose la donna. - Fate pure con calma, intanto dirò ai miei figli di preparare i vostri cavalli, non vi preoccupate!

 

***

 

Mikon dormiva come un angioletto. Tenten si sedette accanto a lei, prendendole la mano con affetto e sorridendo come se la piccola fosse quasi una specie di sorellina. La vita del deserto non era fatta per quella fragile ragazzina, troppo piena di pericoli perché lei potesse imparare a sopravvivere; perciò era necessario salutarla e augurarle buona fortuna, in quella casa tranquilla in mezzo a gente serena e ospitale.

- Sono certa che te la caverai - sussurrò Tenten, alzandosi in piedi per sistemarle le coperte. - Spero di rivederti un giorno, magari in circostanze un po’ più felici…

Così dicendo, Tenten si sfilò una piccola catena dal collo alla quale era attaccato un piccolo medaglione; l’oggetto era un caro ricordo dei suoi genitori, tuttavia era l’unica cosa che poteva donare a Mikon. Anche se per breve tempo, quella ragazza era entrata in contatto con lei con una storia molto simile alla sua: entrambe avevano perso la famiglia in modo tragico e, in un certo senso, Tenten si sentiva molto più vicina a lei di chiunque altro.

- Non servirà a restituirti la tua famiglia, purtroppo - disse sottovoce, lasciando il medaglione sul comodino assieme ad un biglietto. - Ma almeno così saprai che non sei proprio sola… e ti ricorderai di me!

Dopo aver mormorato qualcosa nel sonno, Mikon sorrise e girò la testa verso il comodino. Tenten la osservò con un misto di tristezza e commozione, prima di voltarsi e uscire dalla stanza senza fare rumore.

 

***

 

Più tardi tre cavalli lasciarono la locanda diretti al vicino villaggio di Kishoku-Mine, un punto di ristoro per minatori, lì avrebbero fatto rifornimento di munizioni e provviste per superare l’ultimo tratto di strada. Neji teneva il cavallo al trotto, tenendosi come al solito un po’ in disparte dagli altri due, tuttavia Tenten non poté trattenersi dal fargli l’ennesimo appunto sul suo comportamento sgarbato di prima.

- Spero che tu abbia almeno salutato come si deve - esclamò lei stizzita. - A volte giuro, mi vergogno persino di conoscerti…

Mentre Neji tirava avanti, con lo sguardo fisso davanti a sé, Rock Lee preferiva non immaginare la sua espressione. Dopo aver visto le profonde cicatrici sulla sua schiena infatti ( naturalmente evitando di farne parola con Tenten ), non osava neanche chiedersi chi poteva essere stato in grado di fargli una cosa simile.

- Un troglodita - commentò ancora Tenten ad alta voce. - Ma che dico ? Nemmeno un uomo delle caverne si comporterebbe così, e meno male che la signora è una persona comprensiva!
- Ehm, Tenten - provò a dire Rock Lee. - Ti… Ti dispiace se parliamo d’altro ? Ho ancora le frittelle sullo stomaco e…
- Chiudi il becco tu!
- Certo, certo, scusa… Dicevo per dire!

Con un leggero colpo di redini Tenten accelerò appena il passo, giusto per portarsi subito dietro quello di Thunderblack e assicurarsi che Neji non facesse finta di non sentirla.

- Di’ un po’, quand’è stata l’ultima volta che ti sei comportato da persona civile ? Ammesso che tu lo sia mai stato, ovviamente!

Il respiro calmo e profondo di Neji, assieme al rumore prodotto dagli zoccoli dei cavalli, era più che sufficiente a permettergli di rivolgere i pensieri altrove. La sua mente correva ad eventi allo stesso tempo vicini e lontani, vicini nel luogo e lontani nel tempo…

 

***

 

La pioggia torrenziale aveva da poco lavato via la polvere del canyon e le carcasse esanimi dei coyote uccisi. Dopo essersi un po’ ripreso, Neji aveva raccattato la pistola ormai scarica ed era riuscito a trascinarsi fuori da quell’inferno di pietre e di sassi portandosi dietro la sella del cavallo morto. Intorno a lui non c’era anima viva per un raggio di almeno cento miglia e, non fosse stato per i suoi occhi speciali, non sarebbe riuscito a scorgere alcunché sotto quel diluvio.
Fortunatamente i temporali nel deserto non durano molto. Come la pioggia cessò di cadere infatti, lo Hyuga continuò a camminare faticosamente coi vestiti sporchi di sangue e i capelli bagnati che gli nascondevano parte del volto. Poco lontano gli sembrò di scorgere un carro coperto che si dirigeva verso di lui provenendo dalla direzione opposta. Il primo impulso fu quello di far finta di niente e continuare dritto per la sua strada, ma la fame e la stanchezza gli ricordarono che non aveva molte possibilità di sopravvivere senza cogliere al volo le occasioni.
A bordo del carro vi erano due uomini, uno il conducente e l’altro un tipo armato di doppietta a canne mozze, entrambi tuttavia dall’aria ben poco allegra. Non appena scorsero Neji sulla loro pista infatti, fermarono il carro di malavoglia; vedendolo poi in quelle condizioni, come se fosse appena uscito da un lazzaretto di appestati, immaginarono subito che si trattasse di un fuorilegge evaso o qualcosa del genere.

- Chi sei ? - domandò a bruciapelo l’uomo con il fucile.
- Dubito che il mio nome soddisferebbe la tua curiosità, dal momento che non ci conosciamo - rispose Neji impassibile, nonostante la canna dell’arma fosse puntata proprio contro i suoi occhi. - Ma se abbassi un momento quell’affare, ti renderai conto forse che non sono nelle condizioni di crearti minacce!

Sorpreso da quel tono di voce freddo e monocorde, l’altro non poté fare a meno di pensare di avere di fronte a sé un pazzo. Stava già per sparargli contro quando il compagno seduto a cassetta gli fece cenno di calmarsi.

- Che diavolo ti prende, Jua ?
- Abbassa il fucile, Boz! Non vedi che è solo un ragazzo ?

Con un grugnito seccato, Boz diede ascolto al compagno il quale cominciò subito a squadrare attentamente Neji dalla testa ai piedi.

- Come sei finito in mezzo al deserto, ragazzino ?
- Non mi piace mentire al mio prossimo, posso solo risponderti che non ci sono venuto di mia volontà…
- Al diavolo!

Incapace di tollerare oltre quel moccioso strafottente, Boz scese subito dal carro brandendo il fucile a mò di bastone e si piantò davanti a Neji con fare minaccioso.

- Farai meglio a rispondere alla domanda, pezzente - esclamò il bestione, alitandogli il fiato pestilenziale sul volto. - Altrimenti ti spacco tutte le ossa con questo, mi sono spiegato ?

Nonostante l’uomo lo sovrastasse in altezza di un bel po’, Neji non si scompose affatto e anzi replicò con molta calma.

- Dal momento che insisti, proverò a ripetertelo con altrettanto garbo: “la cosa non ti riguarda!”
- Cosa ?!? Brutto moccioso, ma io ti…

Sollevando il calcio del fucile sopra la testa, Boz fece per calarlo con rabbia sulla testa di Neji; quest’ultimo però lo afferrò con un semplice gesto e, concentrando il proprio chakra nella mano, spedì a terra l’energumeno con tale violenza da costringerlo a massaggiarsi la mandibola slogata a causa del colpo ricevuto.

- Non credo ai miei occhi - mormorò Jua.

Malgrado sembrasse solo un ragazzino malmesso di appena tredici anni, Neji era riuscito a strappare il fucile dalle mani di un omaccione delle dimensioni di Boz e ad assestargli un colpo incredibile con l’impugnatura dell’arma. Una volta resosi conto di quanto fosse realmente successo, Boz ruggì infuriato con una voglia matta di vendicarsi a suon di pugni.

- Basta Boz, fermati - gli ingiunse il compagno.
- Non t’immischiare, Jua - rispose l’altro, rimboccandosi le maniche. - Questo piccolo bastardo ha bisogno di una lezione!
- Nel caso non te ne sei accorto - fece notare Neji, gettando via il fucile. - Non sono stato io ad alzare le mani per primo…
- Taci - urlò Boz furibondo. - Risparmia il fiato, ti servirà tutto per crepare!
- Idiota…

Neji evitò il goffo attacco dell’avversario con un semplice spostamento del capo e, sfruttando il suo stesso slancio, lo scaraventò addossò all’unico cactus nelle vicinanze.

- Uaaahhh !!!

Strillando per il dolore, Boz cominciò a saltare disperatamente in tutte le direzioni col fondoschiena trafitto da numerose spine. Neji si limitò a fissarlo senza battere ciglio.

- Quando avrai finito, spero ti renderai conto che hai fatto tutto da solo!
- Hm - fece Jua con un sorriso. - Un antico passo della nostra religione recita: “si raccatta quello che si semina”… Boz ha agito impulsivamente con te ma, a giudicare da quello che ho visto, credo che sia stato punito abbastanza!

Neji si voltò a guardare il conducente del carro con curiosità.

- E’ una mia impressione o dei due sei tu quello più intelligente ?
- Ah ah, mettiamola pure così, se preferisci - tagliò corto Jua, mettendosi a ridere di cuore. - Ti chiedo scusa per il comportamento del mio compagno, è un po’ manesco a volte ma per un buon motivo: veniamo da un lungo viaggio, dopo essere scampati a numerosi gruppetti di fuorilegge isolati, per questo Boz è diventato così diffidente nei confronti degli sconosciuti…
- Comprendo - annuì Neji. - A proposito, questo è suo!

Così dicendo, raccolse il cappello di Boz, caduto a terra durante la colluttazione, e lo porse a Jua il quale però sollevò la mano agitandola davanti a sé.

- Tienilo pure, figliolo - esclamò. - A quanto vedo, ne hai più bisogno tu e comunque al mio amico farà bene rinfrescarsi un tantino le idee… oltre al fondoschiena!
- Ohiohiohiohiohiohi - gemette Boz dal fondo del carro, ove era appena risalito per togliersi le spine dalle natiche.
- Sei diretto lontano ?
- Non ho una meta, per la verità - rispose Neji. - Ho perso il cavallo nel canyon, per via di un gruppo di coyote selvatici, e sono rimasto senza munizioni né provviste! Non era mia intenzione quella di insospettirvi ma…
- Tranquillo ragazzo, non c’è bisogno che tu mi dica altro! Se avessi avuto cattive intenzioni, il povero Boz e io a quest’ora non saremmo più qui; ritengo di aver visto abbastanza per giudicare che tipo di persona sei e sarò molto lieto di aiutarti… Ecco, prendi questo!

Così dicendo, Jua diede a Neji un involto contenente alcune strisce di carne affumicata, del pane e una borraccia d’acqua. Dopodiché indicò al ragazzo la direzione da prendere per uscire dal deserto nel più breve tempo possibile.

- Ti auguro buona fortuna, giovanotto - lo salutò, incitando i cavalli a ripartire. - Adiòs!

Neji rimase ad osservare il carro ormai in lontananza e, dopo essersi calcato in testa il cappello per ripararsi dal forte sole di mezzogiorno, riprese dunque il cammino…

 

***

 

- Hai capito quello che ti ho detto, insomma ?!?

La voce burbera di Tenten riuscì infine a riscuotere Neji dai propri ricordi. Lo Hyuga socchiuse gli occhi infastidito, brontolando qualcosa tra sé, e si limitò ad annuire con un lieve cenno del capo.

- Allora, sentiamo: quand’è stata l’ultima volta che ti sei comportato “civilmente” con qualcuno ?
- Più o meno quando ho “civilmente” ringraziato l’uomo da cui ho avuto questo cappello - rispose Neji, calandosi la tesa sugli occhi e spronando Thunderblack per lasciarsi nuovamente indietro quell’insopportabile gallina petulante.

 

( continua )

 

(*) = Vedi Capitolo 7 - “Una Lezione di Vita”

P.S.
Dedico questo capitolo a  francyXD,  Vaius,  Hikari_Uchiha, bimba innamorata, JennyChibiChan, Sofiuccia, tenny_93,  Good Old Charlie Brown e a tutti gli amici e le amiche che ancora seguono le mie storie vecchie e nuove con lo stesso interesse di una volta... A tutti/tutte voi, GRAZIE !!!

DADO

NOTA:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

   
 
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