Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Rota    13/10/2011    2 recensioni
Guardando fuori, pareva quasi che ogni cosa fosse addormentata in un letargo perenne.
Era quella la sensazione che l'intero paesaggio donava alla vista, come un lugubre cadavere che ancora - ma a stento, piano e senza fare rumore - respirava lieve, tra coperte troppo spesse e troppo pesanti per agevolare davvero la vita.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Finlandia/ Tino Väinämöinen, Russia/Ivan Braginski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A northen tale '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
*Autore: margherota
*Titolo: Il tempo delle foglie secche
*Fandom: Axis Powers Hetalia
*Personaggi: Ivan Braginski (Russia), Tino Väinämöinen (Finlandia)
*Generi: Introspettivo Angst
*Avvertimenti: Missing Moment, One shot
*Rating: Verde
*Prompt COW-T: Attesa - Gen
*Prompt fanfic100_ita: 064. Autunno
*Parole: 680
*Note: Altra ed ennesima fanfic RuFin, perché ormai questa raccolta mi piace un sacco, davvero XD


Guardando fuori, pareva quasi che ogni cosa fosse addormentata in un letargo perenne.
Era quella la sensazione che l'intero paesaggio donava alla vista, come un lugubre cadavere che ancora - ma a stento, piano e senza fare rumore - respirava lieve, tra coperte troppo spesse e troppo pesanti per agevolare davvero la vita.

Tino pensava che l'Autunno fosse la stagione peggiore di tutte. O almeno, aveva maturato questo pensiero quando era entrato in casa Braginski, quando si era effettivamente reso conto di dove si trovasse e della condizione in cui versava. Gli era costata la pace, e tante, tantissime lacrime, quell'ammissione dolorosa, e non aveva neanche in mano la parvenza dell'illusione di aver acquisito, a quel modo, una certa libertà interiore.
Egli era forte, questo era indubbio.
Era orgoglioso, come ogni altra Nazione che si possa rispettare.
Era combattivo, avendolo ben dimostrato in secoli e secoli di strenue battaglie a fianco di Svezia, di Lituania, di Polonia, persino di Russia.
Ma non era tanto quello, quanto l'incertezza a rendergli vana ogni sua giusta resistenza, senza fargli capire esattamente contro cosa stesse combattendo con tutto sé stesso.
Ivan era gentile, un ospite squisito e perfetto, capace di far sentire perfettamente a suo agio anche lui, che si ritrovava retto su un gradino appena superiore a quello dei Paesi Baltici. Si vedeva che lo aveva a lungo desiderato e che ora, come si fa con un oggetto particolarmente prezioso, lo teneva in considerazione e lo vezzeggiava, in maniera gentile ed educata.
Per Tino, era come vivere sulla propria pelle la sgradevole sensazione d'essere al pari di una moneta da collezione che subisce le attenzioni - esagerate, sproporzionate, inutili - del proprio padrone, attento ad ogni singolo dettaglio, anche insignificante.
Quando Ivan lo toccava o gli rivolgeva la parola con quel suo sorriso grato, era attraversato da brividi di questa natura.
Qualche volta, ebbe il desiderio di essere trattato come Toris, o come Eduard o addirittura come Raivis.
Poi si accorgeva di come non fosse possibile toccare la schiena del lituano senza farlo urlare dal dolore - e ogni tanto, si vedevano macchie rosse sul pavimento nei pressi della sua camera, incancelabili.
Poi si accorgeva di quanto fosse rumoroso il tremare di terrore del giovane lettone e di come i suoi nervi cedevoli fossero un handicap notevole - quando sobbalzava in maniera folle ad un'uscita non prevista, rotolando per terra e assumendo uno sguardo vuoto.
Poi si accorgeva di quanto freddo fosse lo sguardo di Eduard quando incappavano in certi argomenti, quasi avesse delle biglie di vetro al posto dei bulbi - e la completa mancanza di volontà che l'estone assumeva come strenua difesa personale.
Allora cominciava a sentirsi fortunato di potersi anche avvalere della possibilità di essere diverso. In maniera egoistica, in maniera vile, in maniera davvero poco nobile.
Eppure, ai sorrisi gentili e forse anche sinceri di Ivan, lui proprio non riusciva a rispondere con altrettanta palese cortesia.
Tino pensava che l'Autunno fosse la stagione più brutta, lì in Russia. Non perché non ci fosse il sole, come se il tutto fosse avvolto da una notte senza limiti. Non perché c'era più neve che alberi, più ghiaccio che limpida acqua, più morte che vita selvaggia. Niente di tutto quello.
Era l'attesa, snervante, in cui tutto versava. L'Inverno si faceva desiderare come unica fonte di ristoro, mentre il periodo delle foglie secche lungo i sentieri pareva dilungarsi e non avere confini in niente.
Ogni sera, davanti al fuoco, aspettare che Ivan finisse di leggere uno dei suoi libri e lo raccogliesse dalla sua poltrona, in un abbraccio gentile, per poi portarlo in camera per riposare assieme, era qualcosa che a lungo lo avrebbe snervato e reso pazzo.
Sarebbe arrivato il tempo della fine?

Guardando fuori, pareva quasi che ogni cosa fosse addormentata in un letargo perenne.
Come se nulla, niente e nessuno, si volesse svegliare dal proprio placido sonno, crogiolandosi in un riposo che sapeva di buono e scacciava ogni demone dai terribili occhi rossi.
Tino non riusciva più a dormire, reso infermo e incapace. Aspettando che l'Autunno finisse, portando via ogni incertezza di vita, passava il tempo a contare i fili d'erba divenuti gialli. Paziente, come chi sa di essere già morto.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Rota