Storie originali > Nonsense
Segui la storia  |       
Autore: Walpurgisnacht    13/10/2011    0 recensioni
Primo EIP tra Kaos e Nyappy.
Storia a quattro mani via Skype, un pezzo ad ognuno, senza nessun tipo di controllo post-scrittura.
Michele lavora in un gay-bar ed è sempre andato d'accordo con suo fratello. Franco e Kevin sono suoi amici.
Alessandro è un prete, Giulietta una prosperosa, giovane donna.
Cos'hanno in comune?
...magari sono tutti killer mafiosi.
Beh, può essere la risposta giusta.
E Seth Wolfgang chi è in tutto questo?
[Surrealtà, bizzarrie e sane dosi di nonsense delirante compresi nel prezzo]
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tutto quello era un incubo, un fottutissimo incubo.
Doveva essere così. Già. Già.
"Mamma." la vocina di Seth interruppe i suoi pensieri -Franco si accorse di tremare.
Stava TREMANDO, lui.
Aveva davanti un fottuto morto vivente e una decina di cadaveri.
Ed era disarmato.
"Posso chiamare i fratellini?" domandò la bambina.
Giulietta non rispose subito.
Fratellini? Quanti anni aveva Giulietta? Non poteva aver sparato fuori nani multipli.
"Amore, devi esserne sicura." rispose la donna.
Amore. Michele. Michele come stava? Dormiva lui, o era svenuto. Non stava assistendo a quel delirio.
Franco era bloccato. Non riusciva a muoversi. Vedeva davanti a sé quel fottuto zombie piegare il collo di lato, crack crack, facendo echeggiare lo scricchiolio delle ossa per tutta la chiesa.
Seth corse verso di lui, le braccia spalancate verso l'esterno, il vestitino che spiccava, così innocente in mezzo a tutto quel fottuto sangue.
"Ho bisogno di voi!"
Fu un attimo.
Franco sbatté gli occhi.
Davanti a lui si ergeva un tripudio di boccoli biondi ed un arcobaleno di vestitini di pizzo.
"Quella vacca..." uscì flebile a Franco.
Erano un'armata. Un'armata di bambine uguali a Seth, con i vestitini di tutti i colori, sembravano un arcobaleno, come la bambiera che usava come coperta.
"Tu non fai male a mia mamma!" gridarono le bambine, in perfetta sincronia, le vocine acute che sembravano fastidiose da tante che erano.
Il coro risuonò per tutta la chiesa, amplificando il mal di testa di Franco -sembrava che delle tenaglie gli stessero stritolando le tempie, pronte a maciullargli il cranio ad ogni ulteriore suono.
"Ma cos'abbiamo qui." zombie-Pistola Fumante ghignò "Un esercito di cloni esper. Vedo che Spillone si è dato agli esperimenti di biogenetica sperimentale."
"Stai attenta, amore." Franco sentì appena il mormorio di Giulietta.
Le bambine si girarono, in sincronia, sorridendo.
Porca puttana. Che situazione fottuta.
"Sono simili abomini che vanno sterminati. L'uomo deve scendere dalla torre di Babele e tornare a strisciare per terra, come merita. Il cielo è proprietà esclusiva di Dio e voi miscredenti siete solo dei poveri folli quando vi mettete a giocare con forze che non potete comprendere. Io sono Tomàs de Torquemada e il mio compito è purificare la terra da questi figli del diavolo".
E dopo questa Franco si arrese. Dopo la bimba dal nome da maschio che sapevano moltiplicarsi, preti non-morti invasati che si credevano la reincarnazione del più spietato inquisitore della storia e vecchi vestiti in modo sgargiante che si spacciavano per qualcun altro il suo cervello dichiarò il KO tecnico e chiuse i battenti. Cominciò a sbavare da un angolo della bocca mentre si contorceva in strani fremiti incontrollabili e gli occhi spingevano per entrargli nel cranio.

Don Alessandro, che a malapena si accorse della crisi nevrotica dell'uomo che era venuto lì per ucciderlo, alzò la testa più che poteva, fino a farla quasi cadere all'indietro, e chiuse gli occhi.
"Il tuo umile servo ti chiama" sussurrò in maniera impercettibile.
Le bambine, Giulietta, quel che rimaneva di Franco, Kevin, i cadaveri. Tutto venne inondato da una luce bianca insopportabile.
Quando si dissolse lo spettacolo fu... sconvolgente? Matto? Insulso?
Il prete si ergeva in mezzo a tutti quei corpi. Cucito al suo gessato un mantello rosso. Sulla sua testa un elmo vichingo. In mano un martello da guerra.
"Aesir dunque, oggi? Che scelta bizzarra, mio Signore".

Erano un'unica coscienza, un'unica anima guidata dalla prima Seth.
"Sono pronta?" pensò chiudendo gli occhi "Certo che lo sono."
Le tre Seth con il vestitino azzurro si librarono in aria, puntando quel grosso signore con l'elmo alato.
"Vieni!" urlarono le tre in coro, puntando gli indici delle mani sul bersaglio.
Stava arrivando, dal sottosuolo, rispondendo al loro richiamo.
Il pavimento di marmo della chiesa tremò.
"Terrificante." commentò con voce annoiata il prete.
"Lo sarà." rispose la mamma, si sentiva appena la sua voce.
Seth doveva farle vedere quanto si era allenata con papà.
PUM! Esplosione.
Le lastre di marmo scoppiarono, tra la polvere uscì un dragone d'acqua, il vecchio Flippy.
Le Seth sorrisero.
"Devi avvolgerlo tutto, ok?" chiese e Flippy ringhiò.
Le Seth con il vestitino viola si guardarono attorno, mentre le altre fissavano il dragone d'acqua imprigionare l'omone tra le sue spire.
Anche le Seth rosse si mossero, concentrandosi sull'immagine di un caminetto. Il fuoco scoppiettava allegro, le fiamme danzavano.
"Devo impegnarmi davvero" pensò Seth. Gestire tutti quei cloni era difficile, le faceva male la testolina.
Il dragone iniziò a diventare bianco, invaso di bolle.
L'acqua si stava scaldando -papà le aveva insegnato che la carne cotta si poteva mangiare e basta.
Quello strano signore era pieno di buchi però era ancora in piedi. Se riusciva a bollirgli i nervi ed i muscoli forse poteva sezionarlo tutto.
Le Seth verdi cominciarono a battere le mani, preparando la barriera, così se l'uomo fosse riuscito ad attaccarle avrebbe ricevuto una bella sorpresa.
"La mia bambina." la lodò la mamma. Seth sorrise, mentre le  altre con il vestito viola sollevarono le braccia.
Aveva bisogno di armi, ma quello strano posto era pieno di attrezzi che poteva utilizzare -come quelle strane impalcature di metallo che sostenevano le candele.
"Venite anche voi, su." le chiamò.
Il dragone fumava come una pentola d'acqua bollente prima che la mamma ci mettesse dentro la pasta.
"Mamma, quanti gradi sono centocinquanta?" chiese ad alta voce, in coro. La cosa brutta di tutto quello era che aveva ancora bisogno di allenarsi e capire -e a volte papà non le diceva un bel nulla.
"Abbastanza, amore." rispose la mamma.
Seth sorrise. Bene. Ormai l'uomo dentro doveva essere completamente cotto.
"Flippy, come va?"
Il dragone ringhiò soddisfatto. Dalla sua pancia uscì la mano dell'uomo: sembrava morta, completamente rossa.
"Ma il bello arriva adesso." disse lei.
"Attaccate!" gridò. Dalle colonne si staccò tutto quel bel metallo, sfrecciando verso Flippy.
"E fate male". aggiunse.
Le Seth chiusero gli occhi. Flippy doveva provare un po' di male, ma si sarebbero scusate.
La barriera delle verdi le protesse dagli schizzi di acqua fumante, che le Seth dal vestito arancione si premurarono di spedire nella Dimensione del Chaos.
Aprirono gli occhi.
"Oh."
Davanti a loro, tra gli altri cadaveri, l'uomo era ridotto ad una strana statua di carne fumante e metallo.
Era conficcato un po' ovunque: in gola, sul petto, una sbarra decorata a motivi floreali gli trapassava un braccio ed una gamba, ancorandolo a terra.
"Sei ancora vivo, nonnino?"
Le Seth arancioni si prepararono a spedirlo nel Chaos, sicure della protezione di quelle verdi.

"Che cos'è questa pagliacciata? Volete uccidermi di noia, per caso?" disse il prete.
Per rispetto delle bambine non aveva voluto rispondere ai loro coreografici, inutili attacchi. In fondo, pensò in un barlume di rispetto umano, loro non erano altro che le vittime di quel pazzo violento e senza Dio di loro padre. Le pecorelle giovani sono sempre meno inclini al peccato per loro stessa natura.
Sbadigliò. Quella roba cominciava a dargli sui nervi. Fenomenali poteri cosmici, creati dalle luride mani dell'uomo, non potevano nulla contro la santità derivatagli dalla luce divina.
"Il tuo umile servo ti chiama".
Un singolo, sottile raggio sfondò il tetto della chiesa. Sembrava immateriale, tanto che ci si sarebbe potuto vedere attraverso. Cadde perfettamente nell'occhio destro di don Alessandro.
"A me il potere!" si trovò ad urlare. Se Franco fosse stato ancora catalogabile come "essere umano" avrebbe di sicuro visto la similitudine con uno dei cartoni animati preferiti della sua infanzia, He-Man.
Fu un instante colmo di qualcosa non ben definito. Forse stupore. Forse raccapriccio. Forse riluttanza ad accettare qualcosa del genere come disceso direttamente dal Paradiso a investire don Alessandro dell'autorità celeste.
Dal palmo della sua mano nacque una fiammella. Si espanse a macchia d'olio sul suo corpo, avvolgendolo come una dolce coperta calda.
Ben presto il prete divenne il gemello della Torcia Umana.
Il metallo che lo costringeva a terra fu liquefatto all'istante.
Le Seth arancioni accellerarono le procedure per scagliarlo nell'altra dimensione. Erano sicure di loro e del loro potere, ma non si sa mai quali scherzi può riservare un tale invasato.
"Che tutto bruci" proclamò lui solennemente, ancora sdraiato.
Quell'opera d'arte della basilica di San Crispino divenne una gigantesca palla di fuoco. Temperatura stimabile: intorno agli ottocento gradi.

"Difesa." era balenato in mente alle Seth verdi.
Dovevano proteggere la mamma. Dovevano proteggere l'altro bambino vestito di nero e gli uomini.
La barriera neutronica iniziò a sfrigolare, piegandosi in modo da formare una cupola protettiva.
"Abbiamo bisogno di più energia." la Seth originale annuì.
I colori dei vestitini delle altre mutarono, trasformandosi in verde, rimaneva solo lei con quello rosa.
"Più energia!" ripetè ad alta voce, unica.
Le altre avevano sollevato le mani, rinforzando la barriera con il loro potere.
"Amore..." la mamma le si avvicinò -non l'aveva nemmeno sentita, ora che era nella barriera translucida verde i suoi passi non rimbombavano più.
Questa si chinò per abbracciarla, scaldandola.
Seth non si era nemmeno accorta di avere freddo, troppo impegnata a gestire tutte le altre.
"Sono brava, vero?" le chiese.
La mamma le baciò i capelli "Tantissimo. papà ti ha insegnato davvero molto bene."
"Però non muore, uffa!" protestò lei.
Le fiamme non accennavano a scemare.
"Non so cosa fare." si lamentò fissandosi le scarpe fucsia. Erano tutte sporche di polvere!
La mamma rispose poco dopo "Ho un'idea. Prova ad invertire la barriera."
Seth ci pensò su "Cioè?"
"Avvolgi la barriera attorno a Pistola Fumante e rimpiccioliscila sempre di più fino a schiacciarlo." le spiegò.
Sembrava una buona idea!
"E poi potrei mandarlo nel Chaos! Flippy si sente sempre solo quando non lo chiamo qua!" Seth batté le mani. Era un'ottima idea!
"Aspetta però." la interruppe la mamma "La prossima volta che chiami Flippy potresti trovarti anche lui."
"Oh." non ci aveva pensato.
"Non hai altre dimensioni a tua disposizione, oltre a quella del Chaos?"
Poteva mandarlo nel futuro -però papà le aveva sempre detto di non usare mai quel potere, quindi era meglio afre come diceva lui.
"No." le dispiaceva non poter accontentare la mamma.
"Allora mandalo nel Chaos. E' la nostra unica possibilità."
Seth annuì, contenta.
"Piegate la barriera. Intrappolatelo." ordinò alla maggior parte delle altre, poi si concentrò sulle tre più vicine a lei.
"Ho bisogno del vostro aiuto." in un battito di ciglia i loro vestiti divennero arancioni.
"Sicuro!" trillarono loro in coro, inziando a preparare il vortice interdimensionale per liberarsi dell'uomo.
Pistola Fumante l'aveva chiamato la mamma.
Seth si unì alle tre per velocizzare il processo. Le altre avevano già invertito la barriera, che simile ad un pallone enorme bloccava l'uomo.
"Anche sotto." disse loro -non poteva farlo fuggire.
Il cielo sopra le loro teste era tinto di rosso, mentre attorno a loro c'erano solo macerie, marmo fumante e asfalto che puzzava.
Per fortuna che era arrivata lei, o la mamma e i suoi amici -compreso quell'uomo peloso e cattivo-sarebbero morti.
La palla diventò sempre più piccola.
Stavano stringendo, comprimendo la materia.
Papà aveva detto che quello scudo era la sua arma più potente!
"A noi due."
Sentì il rombo del Chaos.
La barriera verde iniziò a scurirsi, offuscata da chiazze scure -assorbiva anche la luce!
Chiuse gli occhi.
"Dai, dai, dai, dai!"
Quando li riaprì la mamma stava sorridendo. La barriera con l'uomo era nel Chaos, poteva sentire l'eco delle sue grida.
Ce l'aveva fatta.
"Kerumph. Carino come gioco di prestigio. D'effetto. Pensi di usarlo quando andrai in giro con il circo?".
No. No. No!
La voce veniva dalle loro spalle ed era tristemente conosciuta.
Quel prete era cocciuto, pensò Giulietta. Si ostinava a non morire.
Né lei né la Seth originale si voltarono. Non aveva senso. Non ancora.
"Come. Dimmi solo come" chiese la donna adulta.
Ci fu una risata sguaiata e delle dita che scrocchiarono rumorosamente: "Che domanda stupida. Dio è ovunque. E io, in questo momento, sono la cosa che Gli si avvicina di più. Mi è bastato ricostituire il mio corpo fisico dove volevo.
E ho pure spento le fiamme. Un grazie? Chiedo troppo?".
Ridicolo. Le prendeva pure per il culo, oltre a tutto il resto.
"Mamma" bisbigliò la piccola, un'incrinatura di paura nella voce "cosa devo fare adesso? Se neanche mandarlo nel Chaos ha funzionato... io non ho più idee?".
"Non lo so, piccola mia. Ma vedrai che qualcosa lo troveremo".
Don Alessandro sbadigliò di nuovo. Questo contrattempo gli stava togliendo concentrazione e voglia di svolgere la sua missione. E ciò non Gli avrebbe fatto piacere, proprio no.
Senza che loro potessero vederlo fece un profondo inchino nella loro direzione, poi disse "Signore, devo ammettere che mi sono divertito ma ora temo di dovervi abbandonare. Ho una città da purificare.
Per rispetto alle impressionanti doti combattive della piccola cercherò di risparmiarvi se posso, ma non assicuro nulla. Come sapete un Armageddon tende a non fare distinzioni. Ci rivedremo quando il buon Dio deciderà". E si voltò, avviandosi all'uscita. Si mise a fischiettare il Dies Irae di Giuseppe Verdi.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: Walpurgisnacht