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Autore: Giulz95    16/10/2011    2 recensioni
Primo Crossover Amy Lee/Jared leto
Amy è in crisi creativa ormai, o meglio, è in crisi e basta da quando è uscita dalla vita di Shaun Morgan, alias Seether. Il suo mondo fatto di musica e amore le è crollato addosso con tutto il suo peso, schiacciandola sotto mille e più problemi, che non accennano minimamente a finire. Anzi, sembreranno iniziare proprio al Video Music Awards, quando il suo agente, Steve, la informa che dovrà lavorare con Jared Leto, a suo parere l'uomo con la minore integrità morale sulla faccia della terra. Beh, ma infondo si sa, "Chi disprezza, alla fine..."
Ambientato tra l'uscita di The open door e quella di A beautiful lie, quindi tra il 2006/2008. Spero che vi piaccia, e soprattutto che recensiate :)
PS: parto con il rating giallo, ma potrebbe alzarsi :)
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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-Feels like the weight of the world 
Like God in Heaven gave me a turn 
Don't cling to me, I swear I can't fix you 
Still in the dark, can you fix me? -
 
Giuro che in momenti come questi rimpiango il fatto di non aver fatto medicina all'università e di non essere diventata una pediatra. Il telefono squilla per ricordarmi che sono le quattro del pomeriggio, e che devo chiamare la radio per promuovere il disco che uscire tra due settimane. Il che significa che tra pochissimo inizierà un inferno di concerti ed esibizioni, tra la promozione dell'album, le varie interviste che non si attengono mai alla materia musicale ma sfociano sempre su questioni private, e poi chiaramente la tournèe, alla quale devo iniziare a pensare. Come se non bastasse, stasera mi tocca anche fare la brava fidanzatina che va a conoscere la famiglia del bravo fidanzatino che ha fatto un capriccio epico per convincermi ad andare a cena fuori con suo fratello, sua madre e il suo amico del cuore con la moglie. Oh, sì, certo, le cose si mettono più che bene per la nostra fortunata Amy. Dopo la mia breve e tremenda conversazione alla radio appoggio il telefono sul tavolo della cucina solo per sentirlo squillare di nuovo dopo tre minuti. Questo coso non sta zitto un secondo ultimamente.
-Pronto?- Rispondo, più seccata di quanto volessi far capire.
-Brutta giornata?- Ed eccolo qui, lui che con la sua voce cristallina mi tira un po' su il morale. Ma come parli, Amy?!
-Ci puoi giurare. Sto per impazzire. Credo che questa sia il peggior tre settembre della mia vita.-
-E non è ancora finito!-
-Non sei d'aiuto, Jay.-
Lo sento sghignazzare dall'altra parte. Oh sì, ridi. Ci passerai anche tu, poi riderò io.
-Scusami. Allora stasera ti passo a prendere alle otto, okay?-
-Alle otto? Così presto?-
-Se vuoi posso passare a prenderti domani mattina alle nove, ma diventerebbe una colazione.-
-No, scusami. È solo che ho ancora una marea di cose da fare. Ma ce la farò. Potrei rompermi un braccio nel tentativo, ma ci proverò.-
-Bene, questa è la Amy che mi piace.-
-Oh, che carino...- Rispondo sarcastica.
-Cercavo solo di essere d'aiuto.-
-Ci hai provato. Devo scappare. A stasera.-
-A stasera.-
Un mese. È passato un mese da quando è iniziato tutto. Come va? Ah! Un casino assurdo senza il quale non mi terrei in piedi. Non mi si fraintenda, per carità, mi fa incazzare come un orso a volte, quando ha uno dei suoi scatti di egocentrismo cronico, ma il tutto è compensato da quei momenti in cui i suoi occhi mi danno i brividi. Da quei momenti in cui mi sembra di essere tornata al liceo. E cavolo, sono certa che non sono l'unica a pensarla così. 
Dopo qualche ora di delirio lavorativo, mi ritrovo davanti all'armadio avvolta da un asciugamano, con i capelli gocciolanti, indecisa su quale lato di Amy mostrare alla famiglia di Jay. La Amy Lee degli Evanescence, la pallida cantante vestita di nero, o la Amy di tutti i giorni, in jeans e maglietta? Opto alla fine per una via di mezzo: trovo un vestito nero lungo fino al ginocchio, stretto in vita da una fascia argentata, al quale abbino un paio di scarpe che so rimpiangerò di aver messo tra circa un paio d'ore. Un po' di trucco, qualche bracciale e una stirata ai capelli. Il campanello suona mentre riempio la pochette. 
-Arrivo!-
Scendo le scale quasi di corsa, rischiando di spezzarmi una caviglia, e vado ad aprire la porta, quasi svenendo davanti a quello che mi trovo davanti. 
Jared è elegante. Strano. Da quando l'ho conosciuto ho sempre pensato che avesse un pessimo gusto riguardo al vestirsi, ma stasera mi ha smentito alla grande. Non l'ho mai visto in giacca e cravatta ma devo dire che mi potrei anche abituare alla cosa. Non lo vedo da un paio di settimane, per il ciclone incredibile di lavoro nel quale mi sono ritrovata, e a quanto pare ha avuto il tempo di tagliarsi i capelli cortissimi. Un po' mi spiace a dire la verità, ma di sicuro non mi lamenterò.
-Whoa.-
-Cosa?-
-Fossi in te abbandonerei i vestiti lunghi e gotici. Questi corti e scollati ti stanno decisamente meglio.- Sorride. Effettivamente mi sento abbastanza figa stasera.
-Sì, beh, mi sento parecchio una spogliarellista, quindi immaginavo che ti piacesse.-
-Ah ah. Non fai ridere, Lee.-
Ridiamo insieme mentre saliamo sul suo enorme e scintillante SUV nero. 
-Hai intenzione di passare inosservato?-
-Io non passo mai inosservato.-
-Attento, se il tuo ego si gonfia ancora potrebbe non starci più in questo macchinone.-
-Mi considero ferito.-
-Bene.-
Il tragitto è fastidiosamente silenzioso. Sì, perché se c'è una cosa che Jared non è, quello è silenzioso. Sembra perso nei pensieri mentre guida verso un ristorante alquanto chic del quale non riesco nemmeno a pronunciare il nome. 
-Non dirmi che ti sei veramente offeso.-
-No che non mi sono offeso!-
-E allora perché sei così silenzioso?-
-Non ti va bene niente! O parlo troppo o sono troppo silenzioso.-
-Un via di mezzo?-
-Sto solo pensando...-
-A...?-
Sospira. Non mi piace per niente.
-Sei la prima ragazza che porto in famiglia da Anna.-
Whoa. 
-Ah. E quindi?-
-Quindi non lo so. Mi sembra strano. Vedi, mia madre è meravigliosa, ma è anche abbastanza, come dire, apprensiva. Stava facendo diventare matta Anna. Non riuscivano ad andare d'accordo. Spero solo che a storia non si ripeta.-
-Non succederà. Tranquillo.- Appoggio la mano sulla sua, stretta intorno al cambio delle marce. -Sono sicura che andrà tutto bene.-
Mi guarda negli occhi sorridendo, prima di riprendere a guidare. Spero per lei che la signora Constance non provi a portarmi via suo figlio, perché sono disposta a tirare fuori le unghie per impedirglielo.


Angolo dell'autrice: *Si nasconde sotto terra per la vergogna a causa dell'esorbitante asso temporale che le c'è voluto per scrivere questo capitolo.* MI DISPIACE! XD Ma come ho già detto un po' di tempo fà, la scuola mi succhia la vita >.< Poi sono andata in crisi creativa (che parolone.) e non sono più riuscita a scrivere nulla fino a stanotte! Eh sì, perché nel momento in cui scrivo questa outro sono esattamente le 02:05 del mattino, e tra circa quattro ore io dovrei svegliarmi! Oh yeah! ahahah
Spero vi sia piaciuto questo capitolo. Posso solo dirvi che il prossimo sarà esilerante, quindi preparatevi ad una scena stile commedia americana. Ahahah Ma come cacchio parlo stasera?! XD Basta. La finisco qui.
Stay Tuned!

Grazie a tutti come al solito ;) 
  
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