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Autore: SailorDisney    16/10/2011    1 recensioni
“Saremo amici per sempre, vero?” domandò lei, con l'innocenza tipica di un bambino che ha scoperto da poco il significato della parola amicizia.
“Certo, per sempre!” disse lui sorridente.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goten, Marron | Coppie: Goten/Marron
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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4.
 
L’indomani mattina Goten si ritrovava ancora più confuso. Trunks lo strattonò mentre lui era perso nei suoi pensieri.

“Insomma, Goten! Hai sentito quello che ti ho detto?!”

“Uh..? Scusa Trunks… oggi non ci sto proprio con la testa.” Confessò lui sorridente.

“Hmm.. ti va di parlarne? Sei davvero strano per ora... non c’entrerà mica Marron?”

Goten diventò rosso.

“Amico, non avevo mai visto quel colore sulla tua faccia! Non ci posso credere… ti sei preso una sbandata per la piccola Marron… tu! Proprio tu! Il detentore del record di cuori infranti!” Trunks scoppiò a ridere.

“Non c’è nulla da ridere… e poi, non ho preso nessuna sbandata. Almeno…credo.”

“Goten, fatti dire una cosa. Dopo la scomparsa di tuo padre hai attraversato un brutto periodo e ti sei divertito come potevi. Io lo so, ero lì con te. Ma… adesso, non ti ho mai visto così felice. Sarà un caso?” disse Trunks facendo l’enigmatico.

Goten si apprestava a rispondere quando avvertì una presenza alle sue spalle.

Valese lo afferrò dal braccio. “Tesoruccio! Di che stavate parlando?!” disse lei intromettendosi.

“V-valese… eheh, niente! Di.. ehm, Vegeta. Già, il padre di Trunks si è tagliato i baffi! Di nuovo!” Goten improvvisò una risposta.

Trunks cercò di trattenere le risate.

“Uhm, molto interessante. Goten, si può sapere dov’eri finito ieri pomeriggio?! Ti ho cercato dappertutto!” disse lei arrogante.

“Io.. non ero in casa. Avevo delle commissioni urgenti da sbrigare per mia madre..” Altra bugia.

“Commissioni?! Ma tua madre pensa che sei un facchino?!..Uff. Quella donna è proprio esasperante. Non lo sapeva che dovevi uscire a comprarmi quel delizioso bracciale che avevamo visto in centro?!”

Valese sbuffò allontanandosi sdegnata.

“Goten… liberati di quella pazza.” Si limitò a commentare Trunks.

Nei giorni seguenti, Marron non si fece vedere a lezione. Da quando era fuggita da casa di Goten. Lui cominciò a preoccuparsi, che lei stesse bene era l’unica cosa che gli interessava.

Un pomeriggio si decise, volò fino a casa sua, si ritrovò a fare quel percorso che conosceva così bene.. Bussò alla porta delicatamente, per evitare di sfondarla e attese.

Una bellissima donna, la cui vecchiaia non si era ancora fatta vedere, aprì la porta.

“…Goten?” rispose sorpresa.

“Eheh… Ciao, C-18!” disse lui con la stessa timida espressione di quando era un bambino.

“Non ci aspettavamo di vederti..” disse con uno dei suoi sorrisi indecifrabili.

 “Goten! Sei proprio tu?!” disse un piccoletto brizzolato guardandolo dal basso.

“Crilin!” Goten lo abbracciò.

“Ragazzo mio, ti vedo in gran forma! Qual buon vento ti porta?!”

“Sono venuto per avere notizie di Marron. E’ qualche giorno che non la vedo a lezione e..”

“Oh, già. Marron ci ha detto che frequentate la stessa università. Beh, purtroppo non è stata bene. La puoi raggiungere di sopra, vai pure!” disse invitandolo ad accomodarsi in casa.

“Grazie..” disse timido entrando.

TOC TOC

Goten bussò alla porta della camera di Marron.

“Etchù! Avanti..” rispose lei dopo uno starnuto.

“Ehm.. salute!” disse Goten sbucando la testa dalla porta.

“AAAAAAAAAH!!!” Marron lanciò un urlo. “CHE CI FAI QUI?!” disse coprendosi con le lenzuola.

“Ti ho portato gli appunti delle ultime lezioni! Ti sembra il modo di scomparire? Mi sono preoccupato sai..” disse sfoggiando il suo sorriso, sedendosi sul letto.

“Tu…ti sei preoccupato.. per me?” ripetè lei per accertarsi di aver capito.

“Ma si, certo!” disse lui. “Come ti senti?”

Marron abbandonò la difensiva. “Il raffreddore sta passando...ETCHU’!”

“Salute!” Goten si guardò intorno. “Questa stanza non è cambiata di una virgola! Ricordo ancora tutti i pomeriggi passati qui a giocare!” disse lui estasiato. “Sei rimasta una bambina…eh?”

“Non sono una bambina!” disse offesa. Poi si guardò intorno. Pareti rosa, bambole. Forse lo era.

“Scusa, scusa! Non fare la permalosa, adesso!” disse lui.

“Goten.” Disse lei seria.

“Si?”

“Mi avevi fatto una promessa. Non l’hai mantenuta.”

“Cos..? Ma di che stai parlando?” chiese lui aggrottando le sopracciglia.

“Ecco..vedi? Nemmeno te la ricordi. Insensibile.” Disse lei nascondendosi sotto le coperte.

Lui si distese accanto a lei.

“Di che promessa parli, Marron?” chiese Goten.

“pvafdlo dellfa pfrmedsdca…” disse lei da sotto le coperte.

Goten scoppiò a ridere. “Marron, esci di lì! Non capisco una parola!”

Marron si tolse la coperta dalla testa e si ritrovò il viso a pochi centimetri da quello di Goten.

“Io… tu… avevi detto che saremmo stati amici per sempre!” mormorò lei guardandolo negli occhi, il suo viso era tutto rosso.
Goten la guardava fisso.

“Amici…? Ma noi siamo amici, Marron…” rispose lui, quasi in un sussurro.

“Già..” rispose lei con un tono malinconico.

I loro visi erano vicini.

Marron chiuse gli occhi e… cadde addormentata sul cuscino.

Goten rimase fermo, incredulo. Poi posò la sua mano sulla fronte della ragazza. Scottava.

Sorrise guardandola. Era così bella.. pensò. Si avvicinò a a lei.

 “Manterrò la mia promessa… e come amico, mi prenderò cura di te.” Sussurrò dandole un tenero bacio sulla fronte. Ma lei era troppo persa nei meandri febbrili per rendersene conto.

Goten andò via, avvertendo C-18 del mancamento della figlia e li ringraziò per l’ospitalità.

Prima che potesse varcare la soglia, la donna lo afferrò dal braccio.

“Ehi…”

Goten temeva ancora C-18, dopo tutti quelli anni. Gli incuteva un timore che solo Vegeta poteva raggiungere.

“S-si?” balbettò Goten.

“..ricordati che qui sei sempre il benvenuto. Lo sei sempre stato e sempre lo sarai..” poi rientrò in casa sbattendogli la porta in faccia.

Goten sorrise. Sapeva che era il suo modo di farlo sentire a casa sua. E ne era profondamente felice.
   
 
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